E’ stato assolto per vizio totale di mente dai giudici della Corte d’Assise di Rimini, Raffaele Fogliamanzillo, l’uomo che il 22 aprile 2022 uccise la moglie Angela Avitabile a coltellate: dovrà trascorrere i prossimi venti anni in una Rems (la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) e non in carcere. Quello di Angela, fu il primo di tre femminicidi che si consumarono a Rimini tra la primavera e l’estate di quell’anno nel giro di poco più di un mese e anche per questo sconvolse a lungo l’opinione pubblica.
Le figlie di Angela al corteo per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne
Lo scorso sabato, 25 novembre, le figlie di Angela Avitabile hanno sfilato in un corteo molto partecipato, organizzato per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne. Quanto all’assoluzione di Fogliamanzillo, già nelle ore successive al delitto era emerso che era stato a lungo seguito dal centro di salute mentale di Rimini. Il pm titolare del fascicolo, Luca Bertuzzi, dispose infatti una perizia psichiatrica. Per il referto del dottor Renato Ariatti, riporta il Corriere della Sera, l’imputato soffre di «un disturbo delirante paranoide tale da renderlo socialmente pericoloso». Eppure, molti dei familiari della coppia, tra cui proprio la figlia Anna Fogliamanzillo, si erano e si dicono convinti del contrario. «Raffaele agì con lucidità quella sera», hanno ripetuto anche a margine della sentenza di assoluzione.
Uccise la moglie con un coltello a serramanico: nella stanza accanto dormivano i nipotini
Quella sera del 22 aprile, dopo un violento litigio, Fogliamanzillo ferì a morte con un coltello a serramanico la moglie. Poi uscì di casa per raggiungere la Questura e costituirsi al cospetto degli agenti, non prima di aver avvertito la figlia di quanto accaduto. I nipotini della coppia dormivano nella stanza vicina a quella in cui la moglie venne assassinata. Quella stessa notte Fogliamanzillo confessò: “L’ho uccisa perché mi insultava, ma non so perché. Mia moglie mi tradiva”. La coppia, originaria di Napoli, viveva a Rimini da anni, in una strada di periferia. Fogliamanzillo nei mesi precedenti al delitto si era convinto che la moglie lo tradisse con un parente. Le indagini però lo smentirono.
La sentenza dei giudici: tensione in tribunale
In Tribunale, la lettura della sentenza pronunciata dai giudici è stata accompagnata da momenti di tensione: urla ma anche offese da parte di alcuni familiari della vittima verso l’avvocata che difende l’imputato, Viviana Pellegrini, costretta a rincasare scortata dalla Polizia e impossibilitata a raggiungere l’auto. «Sono sconvolta – racconta – alcuni familiari, uomini per la precisione, mi hanno aggredito con ogni genere di insulto. Sono tornata a casa con un’auto non mia, accompagnata dagli agenti». Pellegrini ha confermato di non aver subito alcuna aggressione fisica. «Ma lo spavento è stato grosso».