Annalisa Cuzzocrea vittima della ‘shitstorm’ scatenata dai fan di Giorgia Meloni. A costare migliaia di insulti e minacce alla giornalista di Repubblica è un tweet pubblicato dalla Cuzzocrea subito dopo l’intervento della leader di Fdi alla Camera durante l’informativa del ministro Lamorgese. La replica social della Meloni, che fa notare l’errore commesso dalla sua interlocutrice, dà però il via alla reazione degli hater che sfogano tutta la loro rabbia contro la Cuzzocrea che denuncia subito l’accaduto.
“Giorgia Meloni, interamente vestita di nero, lascia platealmente l’aula non appena la ministra Lamorgese conclude il suo intervento”. Così cinguetta Annalisa Cuzzocrea nel pomeriggio di mercoledì 19 ottobre, mentre alla Camera è in corso l’informativa del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sugli scontri di Roma del 9 ottobre. La risposta social della leader di Fdi è secca: “È blu, interamente vestita di blu. Quanto vi piace la mistificazione”.
Insomma, Annalisa Cuzzocrea commette il piccolo errore di scambiare il colore blu con il nero. Svista che però viene interpretata come l’ennesimo attacco alla Meloni sul tema dei presunti rapporti del suo partito con l’estremismo nero. Intanto la marea social comincia a montare. E gli insulti all’indirizzo della giornalista di Repubblica si moltiplicano. “Ragazzi, calma. – prova a difendersi lei – Ho raccontato una cosa vista come faccio in ogni pezzo e anche qui. Descrivendo cravatte, vestiti, particolari. Non c’era niente sotto. Chi mi sta riempiendo di insulti su ogni muro è in malafede”.
Ma è tutto inutile. La bufera social prosegue. “Giorgia Meloni – è costretta allora ad insistere Annalisa Cuzzocrea – fa uno screenshot per additarmi ai suoi sostenitori come nemica. Sulla base di un tweet descrittivo che non aveva alcun sottotesto, se non quello che lei ha voluto vedere. Il risultato sono migliaia di insulti e inviti alla violenza come questo. In mezzo alla melma, vengono messi nome, cognome e anno di nascita dei miei figli. Mi chiedo quale tecnica politica sia questa. A cosa serva la gogna social, se chi crea quei post si renda conto di quello che suscita. Mi chiedo anche se queste reazioni siano volute, cercate. Se siano tentativi di intimidire, di rendere impossibile anche una semplice cronaca parlamentare. Se questo sia tollerabile”.
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