Non se ne avevano più notizie, dissuaso a lasciare gli impegni politici dopo una storia poco chiara, nelle sfumature, circa la vicenda immobiliare di un palazzo a Montecarlo che riguardava suo cognato e che non si è mai chiarita del tutto.
Ma Gianfranco Fini, proprio alla vigilia di Halloween, torna in televisione, riesumato da “Mezz’ora in più”, su Rai Tre, grazie a Lucia Annunziata. Torna perché Fratelli d’Italia, il partito che ha portato al governo Giorgia Meloni (o, forse, il partito portato al governo da Giorgia Meloni) è l’ideale gemmazione di Alleanza nazionale.
A sua volta nato dalla scissione dal Movimento sociale italiano (Msi), guidato dal nostalgico Almirante, in un’ottica di una destra sociale moderna proprio da Fini, il partito depositario di quella fiamma che fa vergognare tutti i democratici e che la senatrice Segre aveva chiesto di cancellare, era entrato nelle grazie quasi intime di Silvio Berlusconi, soppiantando la Lega, per poi uscirne repentinamente in polemica.
Quello che Fini non aveva previsto e che Berlusconi era solo all’inizio di un lentissimo declino e che i suoi pungiglioni non avevano esaurito il veleno. Dai resti di An venne fuori Fratelli d’Italia.
Quindi le dichiarazioni dell’ex segretario: “Io non sono l’ispiratore. Giorgia è brava di suo e non ha certo bisogno di essere ispirata. Però possiamo dire che c’è chi ha aperto la strada, poi è toccato ad altri, più giovani, percorrerla”. Eloquente.
“Io adesso non ho ambizioni, non ho alcuna intenzione di tornare in politica, di chiedere tessere. Però si può lavorare anche senza ottenere incarichi”.
Insomma, la prima donna presidente del Consiglio dei ministri, sembra dover riconoscere infiniti diritti di proprietà, che però aveva omesso dal pantheon nel quale si è collocata nel suo discorso d’insediamento (o di richiesta della fiducia). O, semplicemente, vogliono tutti mettere il cappello sul fenomeno Meloni?