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La vittoria di Antonio, che non si è arreso alla dislessia: “La mia seconda laurea è il mio riscatto”

Una storia di riscatto dopo una vita di umiliazioni. Antonio Butera, 33enne di Palermo, ne ha passate davvero tante. Da sempre umiliato e deriso a scuola, all’età di 26 anni dopo aver osservato dei bambini dislessici, immedesimandosi in loro ha capito che qualcosa in lui non andava. La diagnosi fu proprio quella che lui avevo previsto, dislessico in tutte le quattro difficoltà. ” Se fosse stato per i miei vecchi professori io sarei stato un buono a nulla e non sarei riuscito ad arrivare a niente – ha detto Antonio a Fanpage.it – soprattutto perché, il terzo anno delle superiori sia un anno a Palermo che nel mio paese ad Alcamo, sono stato bocciato, sono stato umiliato, sono stato preso in giro a causa della dislessia e io mi sono chiuso in me stesso e ho avuto problemi psicologici che mi hanno portato a prendere peso”. Oggi però Antonio si è laureato in legge e il suo sogno è difendere i diritti dei ragazzi con disturbo di dislessia: “Il mio messaggio per i ragazzi come me che hanno vissuto le mie difficoltà, è quello di non mollare e impegnarsi perché questo è stato il segreto per arrivare ai miei successi”.

“Confondevo la destra con la sinistra, oppure leggevo un brano ed è come se quel brano, il giorno dopo, non l’avessi mai letto”. Una delle frasi più pesanti che mi è stata detta in maniera per ridicolizzarmi è stata che, una volta quando mi arrivò un pagellino a scuola, un mio compagno di classe mi disse: “Non ti preoccupare perché la tua pagella è già in euro”, perché avevo voti bassi, anziché essere in lire. Poi, la frase tipica che viene detta a un soggetto dislessico è “il ragazzo è intelligente ma non si applica” questo è il mood della mia vita scolastica.La prima laurea di Antonio è in Scienze politiche, mentre la seconda in legge. Il suo sogno è quello di diventare un avvocato e difendere i diritti dei ragazzi dislessici. “Durante i miei studi universitari – ha raccontato Antonio – ho dovuto mettere in atto delle strategie del tutto nuove, facevo dei copiati scritti della materia e in più utilizzavo tanti evidenziatori di colore diverso e ripetevo e associavo ogni colore dell’evidenziatore a una particolare frase o elemento che mi doveva tornare utile per comprendere la materia. Il risultato del lavoro della tesi è che poco importa come io ci arrivo ma l’importante è che il risultato è corretto, quindi il messaggio che deve passare è questo che bisogna che vi sia una didattica a portata di ragazzo a portata di alunno e di studente”.“La laurea me è una grande rivincita, ho potuto dimostrare a chi mi aveva etichettato come lagnoso e nullafacente, rappresenta sia una rivincita ma che un inizio perché ho nella mia testa di combattere e lottare per far valere i diritti dei ragazzi dislessici – ha concluso il giovane laureando – noi ragazzi dislessici dobbiamo vivere con la consapevolezza di quello che siamo e avere la determinazione di quello che vogliamo essere malgrado le nostre difficoltà”.

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