Il Ddl Zan sull’omotransfobia sta per tornare nell’aula del Senato. Dopo mesi di stop in cui si sono susseguite lunghe ed estenuanti trattative, il provvedimento che porta il nome del deputato del Pd e attivista Lgbt, Alessandro Zan, potrebbe finalmente essere approvato e diventare legge. Ma la strada per l’approvazione è disseminata di ostacoli, visto che a Palazzo Madama il centrosinistra non ha i numeri per farlo approvare così come è, senza modifiche. Per questo motivo il segretario Dem, Enrico Letta, si è deciso a chiedere proprio a Zan di cercare un accordo con le altra forze politiche. Ma non tutti a sinistra accolgono bene la notizia.
“Chiederò ad Alessandro Zan di fare un’esplorazione con le altre forze politiche per cercare di capire le condizioni che possano portare a una approvazione del testo rapida. Anche con modiche purché non siano cose sostanziali, ma mi fido di lui”. Con queste parole Enrico Letta decide di forzare la mano per cercare di portare a casa l’approvazione della legge sull’omotransfobia. Il segretario Dem ha finalmente capito che il muro contro muro con il centrodestra avrebbe portato molto probabilmente a una bocciatura della legge. L’unico modo per ottenere qualcosa, ragionano nel Pd, è allora quello di scendere a patti con il centrodestra.
Anche se dal partito di Letta assicurano di non aver fatto alcun passo indietro, sono in molti, soprattutto sui social network, a dimostrare tutta la loro delusione per una scelta che rischia di stravolgere l’impianto originale del Ddl Zan. Soprattutto per quanto riguarda la parte dedicata all’identità di genere.
“Mesi usati per la campagna elettorale in cui il Pd ci diceva che il ddl Zan era immodificabile. Adesso si arriva a fare quello che avevamo detto noi. Ovvero cercare un’intesa con il Parlamento per portare a casa la legge sui diritti. Le leggi si fanno con i numeri. Il resto è inutile perdita di tempo e demagogia”, attacca Ettore Rosato di Italia Viva. “Se il Pd comprende finalmente che quella sulla legge di contrasto all’omotransfobia non può essere una battaglia ideologica a perdere, ma deve trasformarsi nel percorso che finalmente porti all’approvazione di un provvedimento normativo non più procrastinabile, non possiamo che esserne contenti”, aggiunge un altro renziano, il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto.
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