Anche le aziende fanno politica. E se sono grandi, molto grandi possono davvero spostare le opinioni di milioni di persone, qui milioni di consumatori che hanno dato loro fiducia acquistandone i prodotti. Tra le aziende che più si sono esposte c’è Apple. La società fondata da Steve Jobs, proprio sulle orme tracciate dal suo fondatore, ha sposato da alcuni anni la causa ambientalista. In queste ore, Apple si sta opponendo duramente alla scelta dell’amministrazione Trump di cancellare il Clean Power Plan (o CPP), provvedimento adottato dalla precedente amministrazione Obama per limitare il numero di centrali elettriche inquinanti. L’azienda ha presentato oggi un commento pubblico all’EPA, Environmental Protection Agency, sostenendo che il taglio del Clean Power Plan attenuerebbe il vantaggio competitivo degli Stati Uniti nell’economia dell’energia pulita. Il commento di Apple sulla proposta di abrogazione è il primo di una società, quindi senza precedenti. Apple definisce la lotta contro il cambiamento climatico un “imperativo morale e ambientale che ha anche un buon senso degli affari”.
Cos’è il Clean Power Plan
Il Clean Power Plan (o CPP) è stato approvato dall’amministrazione Obama e prende di mira le centrali elettriche, considerate dall’EPA al primo posto tra gli inquinatori a causa dell’uso di combustibili fossili. Se il CPP fosse entrato davvero in vigore, avrebbe dato tempo fino al 2030 ai gestori delle centrali elettriche per ridurre le emissioni di anidride carbonica di circa il 30%, una mossa che l’amministrazione Obama sosteneva potesse proteggere l’ambiente, la salute pubblica e le tascabili dei consumatori.
Gli oppositori invece hanno sempre sostenuto che il piano fosse un esempio di sovversione federale, tanto che a seguito dei ricorsi presentati la Corte Suprema l’ha temporaneamente bloccato nel 2016. L’amministrazione Trump si sta muovendo per eliminare completamente il CPP. A pochi mesi dalla sua elezione, Donald Trump ordinò all’attuale direttore dell’APE, Scott Pruitt, di abrogarlo. L’EPA ha pubblicato la sua proposta di abrogazione nell’ottobre 2017, per poi aprirla per un commento pubblico – estendendo la scadenza da dicembre 2017 a gennaio 2018 e ora fino al 26 aprile 2018.
Apple sostiene l’energia pulita
Il commento di Apple divulgato alla stampa nei giorni scorsi cita i vantaggi economici del sostegno all’energia pulita, compreso il fatto che fornisce “acquirenti di elettricità aziendale con una copertura contro le fluttuazioni dei prezzi del carburante”. Il prezzo del solare e dell’eolico non cambia come il prezzo del petrolio, dice il documento di Apple. Si rileva inoltre che la Cina sta attualmente battendo gli Stati Uniti negli investimenti in energia pulita.
L’azienda dice anche che la regolazione delle emissioni di anidride carbonica della rete “centrale elettrica per centrale elettrica” non funzionerà. Fa riferimento alle proprie esperienze, operando con il 100% di energia rinnovabile negli Stati Uniti, e al lavoro della sua consociata, Apple Energy LLC, che vende l’elettricità in eccesso che l’azienda reimmette nella rete. Il sistema elettrico è troppo interconnesso, dice il documento, quindi “la regolamentazione dovrebbe considerare la natura dinamica e interconnessa di come l’energia viene generata, venduta e consumata”. Ecco perché Apple supporta il piano di energia pulita, che fornisce un quadro nazionale per la regolamentazione della generazione di energia elettrica: “È sia necessario, sia cosa intelligente da fare”, afferma l’azienda di Cupertino.
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