Andrea Piazzolla, ex collaboratore dell’attrice scomparsa Gina Lollobrigida, è stato condannato a tre anni di reclusione e al pagamento di circa mezzo milione di euro agli eredi dell’attrice. Il sostituto procuratore Eleonora Fini aveva richiesto una pena più severa, accusando Piazzolla di essersi appropriato di beni per oltre dieci milioni di euro, tramite la vendita di circa 350 oggetti di proprietà dell’attrice in diverse case d’asta.
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La condanna è arrivata dopo che i periti avevano rilevato un “indebolimento della corretta percezione della realtà” e uno stato di “vulnerabilità” in Lollobrigida, rendendola suscettibile di essere ingannata. Tuttavia, l’attrice aveva sempre difeso Piazzolla, considerandolo come un figlio. Piazzolla dovrà ora affrontare altri procedimenti penali legati a questa vicenda.
La questione è stata oggetto di lunghe battaglie legali, con l’accusa da parte della procura che Piazzolla avesse approfittato dello stato di vulnerabilità dell’attrice per depredarne il patrimonio, inducendola anche a nominarlo amministratore delle sue società e a vendere alcuni immobili. I legali di parte civile e la famiglia di Lollobrigida esprimono soddisfazione per il verdetto, pur con amarezza per le circostanze che hanno portato a tale esito.