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Scoppia il caso dell’appalto per i banchi scolastici: Arcuri al centro della bufera

È scoppiato un caso sull’appalto per la fornitura dei nuovi banchi scolastici che il commissario all’emergenza Arcuri avrebbe inizialmente affidato a una piccola ditta per poi ritirarlo dopo un’interrogazione parlamentare. In un primo momento, infatti, Arcuri aveva affidato l’appalto alla Nexus made srl, una ditta di Ostia che si occupa di tutto fuorché di banchi scolastici, ossia: organizzazione di manifestazioni, eventi, mostre, fiere, congressi. Tutti criteri che avrebbero dovuto escluderla dalla gara, perché nel bando da 45 milioni di euro si richiedeva invece capacità tecnica ed economica ad espletare la fornitura di 180mila banchi: 20mila entro il 12 settembre e 160mila entro il 31 ottobre prossimi.
A gridare per primo allo scandalo era stato il quotidiano La Verità, che oggi torna sull’argomento, perché intanto Arcuri ha fatto marcia indietro. “Il contratto con la ditta Nexus made srl per la fornitura di banchi scolastici ad altezza variabile non è stato mai perfezionato ed è stato, comunque, già ritirato dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19”. Questo, secondo quanto riporta La Verità, il chiarimento di Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, di cui è amministratore delegato Domenico Arcuri. Si trattava di un contratto piuttosto oneroso, con una notevole fornitura di materiale, che ha sollevato qualche dubbio a fronte di una ditta che, secondo quanto riportato sempre da La Verità, avrebbe un capitale sociale di 4.000 euro e si occuperebbe di tutt’altro. Nella sua precisazione Invitalia ha spiegato che poi “le verifiche effettuate sui prodotti offerti dalla Nexus made srl hanno evidenziato che i banchi, di cui si è richiesto un prototipo, non corrispondevano alle caratteristiche indicate in sede di gara”. Ma il giornale diretto da Belpietro rilancia e osserva come nel bando “non fosse prevista la presentazione di prototipi, bensì la risoluzione immediata del contratto in caso di consegna di prodotti difettosi o non rispondenti ai requisiti di qualità richiesti e/o dichiarati, in numero superiore all’1% della fornitura”. Da qui il dubbio, sollevato dal La Verità, che il contratto con la Nexus possa essere stato già perfezionato, se qualche banco è stato consegnato e ritenuto inadatto. Un’interrogazione parlamentare per questo fatto era stata presentata il 3 settembre e il contratto con la Nexus è del 26 agosto. Quello che ora tutti si chiedono è se l’annullamento/ritiro del contratto non sia successivo proprio all’intervento in Aula. Altrimenti come sarebbe andata a finire? Insomma, un pasticcio evitabile.   Ti potrebbe interessare anche: Focolaio in un’azienda a Polignano: pochi giorni fa la visita della Meloni senza mascherina

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