Armani e Del Vecchio. Due super-eccellenze italiane unite nel momento della difficoltà per il bene del Paese. Giorgio Armani e Leonardo Del Vecchio hanno annunciato un’iniziativa con la Comunità di Sant’Egidio: “Go Ahead, a Milano accanto ai poveri”, piano per supportare le famiglie nel pagamento degli affitti e uno di formazione e lavoro con borse di studio. Con Armani e Luxottica, anche L’Orèal Luxe e Fossil. Uniti, lo stilista e il fondatore di Luxottica, da una convergenza d’idee sul fare impresa. Spiegano insieme al Corriere: “La pandemia ha evidenziato con terribile velocità le fragilità cui sono esposti strati diffusi della popolazione — dice Armani —. Lo si vede ovunque, e in una metropoli come Milano è ancora più evidente. Questo esige impegno”.
“Come Luxottica e come famiglia ci siamo spesi a più riprese per la città, per le nostre persone e per molti nostri partner — aggiunge Del Vecchio —. Ma essere al fianco di Armani in questa iniziativa mi fa particolarmente piacere perché chiudiamo un anno difficile con un messaggio di unità, anche tra imprese e società”. Ci sono i bambini al centro del progetto Sant’Egidio. Perché “dai bambini e dai giovani dipendono il futuro e il rinnovamento del Paese — sottolinea Armani — ed è a loro che la pandemia sta portando via sogni e aspirazioni”. Per farvi fronte occorre partire da quelli che definisce “i fondamentali: il diritto alla casa e il diritto allo studio”, mentre serve una strategia “concertata in maniera trasversale” per mantenere in Italia le ultime generazioni, arginando la fuga di cervelli.
“Nel mio piccolo — spiega — faccio in modo che le età dei miei dipendenti rappresentino diverse fasce e generazioni e coesistano tra loro in tutti gli ambiti. È un modello che si potrebbe estendere al Paese”. È d’accordo Del Vecchio, che attinge anche all’esperienza dei propri figli. “Abbiamo molto da imparare dai giovani, anche nel modo in cui ci poniamo di fronte alle sfide del futuro. Viviamo la stessa trasformazione in Luxottica, dove gli uffici sono ormai di trentenni e di diverse nazionalità. Sono distanti dal Pil o dalle manovre economiche ma sono più vicini a un’idea di futuro dove le imprese sono globali, liquide, partecipate. Senza confini. Ciò che dobbiamo loro è creare o far crescere aziende che siano capaci di attrarli da ogni dove e soprattutto ascoltarli”.
L’Italia tende a non avere grandissime imprese, è uno dei problemi della nostra economia. Eppure oggi si parla di un polo del lusso italiano, che contrasti i colossi francesi, magari con l’intervento dello Stato. Armani e Del Vecchio potrebbero farne parte? «Le imprese per essere forti devono essere grandi — risponde il fondatore di Luxottica —, ma prima ancora devono avere una visione, un’idea chiara di business. Con questo spirito ho affrontato la nascita di Essilux (fusione tra Luxottica e Essilor, di cui ha la maggioranza relativa, ndr) o di Covivio nell’immobiliare che, seppur non subito comprese da tutti, hanno creato campioni europei in grado di fronteggiare la competizione globale. Le aggregazioni sono importanti se funzionali alla crescita ma non devono avere confini nazionali, poiché è il mondo il luogo dove l’azienda deve ormai vivere e prosperare». Armani è un «sostenitore indefesso dell’indipendenza aziendale».
Entrambi hanno comunque una convinzione: da questa crisi l’Italia può uscire più forte. “Anche se fatica a guardare avanti e a muoversi nella stessa direzione, siamo un Paese ricco, pieno di risorse e di idee” (Del Vecchio), “non è un caso che le aziende italiane siano così attrattive per gli stranieri” (Armani). Quello che serve è “un’iniezione di ottimismo”. Primo passo: smettere di essere esterofili. Abbiamo saperi che sono solo nostri. E che gli altri ci invidiano.
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