Giuseppe Conte ribadisce il suo fermo no all’invio di nuove armi all’Ucraina. Il leader del M5S si ferma a discutere con i giornalisti a Palermo, durante una tappa del suo tour elettorale in vista delle Amministrative di domenica prossima. Conte ritiene che l’Italia in questo momento debba concentrarsi esclusivamente su un ruolo diplomatico per cercare di raggiungere la pace il prima possibile. Insomma, aggiunge, basta con questa “folle corsa al riarmo”.
“Il M5S, collocandosi dal lato dell’Ucraina senza se e senza ma, ha subito detto che quel Paese andava sostenuto. – mette subito in chiaro Conte – Adesso credo che l’Ucraina sia stata sostenuta a sufficienza, anche in termini di aiuti militari. L’Italia quello che doveva fare l’ha fatto. Ci sono altri Paesi, come Usa e Gran Bretagna, che stanno continuando a rifornire di armi l’Ucraina. Noi, come Italia, dobbiamo concentrarci sulla capacità di dialogare. Dobbiamo essere la punta più avanzata della comunità internazionale per cercare di arrivare alla pace con la forza del dialogo politico”.
“Non credo proprio che andremo verso un ulteriore decreto. – Conte risponde così ai cronisti che gli chiedono se sia pronto a ritirare dal governo il ministro Di Maio in caso di nuovo decreto – Credo invece, anche in base alle dichiarazioni rilasciate dal presidente Draghi negli Stati Uniti e da quelle di alcuni esponenti delle forze politiche, che dopo una prima fase in cui si pensava che anche in Italia dovessimo abbracciare una folle corsa al riarmo, ora tutti stanno convergendo sulle nostre posizioni. Io non voglio mettere in difficoltà il governo, si sta enfatizzando questo passaggio in parlamento come uno scontro”.
“Non ho mai parlato di una maggioranza nuova o diversa. – precisa ancora Conte – Ho detto che confido che la nostra posizione possa essere acclarata in Parlamento come la posizione dell’intera maggioranza che sostiene il governo. Fratelli d’Italia ha una posizione molto belligerante e la capisco: sono molto legati alle lobby industriali e certe posizioni nascono anche da questi legami. Si può comprendere, dunque, come una forza politica si orienti verso investimenti militari a tutta birra. L’interesse degli italiani è porre fine a questa guerra. Dobbiamo convincere tutti a sedersi attorno a un tavolo e alzarsi solo quando sarà firmato un negoziato che sia sostenibile equilibrato e duraturo nel tempo”, conclude.
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