Il Senato ha approvato il decreto Ucraina che ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. Il provvedimento consentirà di inviare armi, mezzi ed equipaggiamenti militari a Kiev per tutto il 2023. Sono stati 125 i voti a favore a Palazzo Madama, solo 28 i contrari, più 2 astensioni. A votare contro in modo compatto sono stati i senatori del Movimento 5 Stelle e quelli dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Il Pd invece si è spaccato. A votare contro il decreto sono stati Andrea Giorgis e Valeria Valente, anche se con un giallo. Mentre Susanna Camusso e Vincenza Rando si sono astenute. Ma è proprio l’ex segretario della Cgil Camusso a mettere in difficoltà il Nazareno con le sue dichiarazioni.
“I colleghi Valente e Giorgis hanno commesso un errore materiale votando contro e hanno già comunicato alla presidenza del Senato la rettifica del proprio voto”, si è subito affrettata a precisare dopo il voto la capogruppo Dem a Palazzo Madama Simona Malpezzi. Così la dirigenza Pd prova a mettere una pezza a quella che sembra proprio essere una fronda interna rispetto all’invio di armi all’Ucraina. Il vero problema per il partito del segretario uscente Enrico Letta non è rappresentato però dai quasi sconosciuti Valente e Giorgis, ma dalla dura presa di posizione della Camusso.
“Ho scelto di astenermi dal voto per la ragione più semplice del mondo: non sono convinta che fornendo armi si svolti verso la pace, tanto più che dopo quasi un anno questa è l’unica strategia. – illustra così le sue ragioni Susanna Camusso – Penso che parlare solo di armi alimenti la guerra e credo che l’Europa abbia una straordinaria corresponsabilità: domandarsi come pensa di coesistere in questo continente geografico”, aggiunge protestando quasi fosse una grillina.
“Sono eletta nelle liste di Italia democratica e progressista ma sono indipendente. – ci tiene a sottolineare l’ex segretario della Cgil – Ho comunicato la mia decisione perché è corretto in una dinamica di gruppo parlamentare farlo, ma erano già note le mie posizioni, non è stata una sorpresa per nessuno”. Anzi, affonda il colpo Susanna Camusso, “mi stupisce che ci siano altri che hanno interesse e desiderio a montare polemiche, di cui non capisco il senso”, conclude facendo riferimento agli attacchi che il Pd sta ricevendo dai parlamentari del Terzo Polo. Insomma, anche se la Camusso prova a gettare acqua sul fuoco, è innegabile che nel Pd il fronte del sostegno incondizionato a Zelensky si stia rompendo.
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