Durante la mattinata di lunedì 23 gennaio, è iniziato alla Camera l’esame del decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo Meloni ad inviare armi all’Ucraina. Si tratta di un provvedimento che è stato già approvato al Senato e che dovrebbe ricevere il via libera finale da Montecitorio entro giovedì 26. Anche alcune forze di opposizione come il Partito democratico hanno deciso di votare a favore del decreto, nel solco della loro linea politica di sostegno incondizionato a Kiev. Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Come nel caso del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, salito sulle barricate per ribadire con forza la sua contrarietà ad un nuovo invio di armi al governo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Inevitabile lo scontro a distanza con il ministro della Difesa Guido Crosetto. >>>>> Ucraina, Susanna Camusso spacca il Pd: “Parlare solo di armi alimenta la guerra”
Armi all’Ucraina: le parole di Crosetto
“Il sesto decreto (varato per fornire nuove armi all’Ucraina, ndr) è in preparazione. – informa il ministro Crosetto durante l’ultima puntata di Che tempo che fa, il talk show di Rai 3 condotto da Fabio Fazio – Ci sarà, penso sarà condiviso da quasi tutto il Parlamento, darà all’Ucraina la possibilità di difendersi dagli attracchi aerei. Vuol dire missili che abbattono altri missili. Sono dei sistemi che hanno questo scopo”, spiega il fedelissimo di Giorgia Meloni.
Per quanto riguarda la presa di posizione della Germania, che per il momento si rifiuta di inviare i suoi carri armati in Ucraina, Crosetto spiega di avere “rispetto per le altre nazioni, ogni Paese è autonomo. L’attuale maggioranza tedesca era stata eletta per tagliare le spese di Difesa, fanno il maggior aumento in 70 anni. Capisco le difficoltà di Scholz, trovo assurde le pressioni di altri, sono convinto che alla fine farà quello che deve fare”, ne è convinto il ministro.
Lo sfogo di Giuseppe Conte
A stretto giro di posta arriva però la replica di Giuseppe Conte. “Noi riteniamo che questa prospettiva di escalation non ci porti ad alcuna via d’uscita. – sottolinea l’ex premier di fronte ai giornalisti – Quindi vediamo soltanto una contrapposizione, vediamo soltanto una prospettiva di continuo invio, ma nessuna prospettiva di negoziato di pace. A Ramstein si è parlato di tutto ma non di negoziati e di pace. La nostra posizione la conoscete: sosteniamo l’Ucraina, ma dopo gli invii l’Italia, come è da sua tradizione, deve essere in prima fila per dare un contributo alla via diplomatica. Quindi non siamo favorevoli a un ulteriore invio”, mette in chiaro per concludere. >>>>> Armi all’Ucraina, Crosetto accusa Conte: “Alimenta l’odio”