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Călin Georgescu, candidato alle presidenziali rumene noto per le sue posizioni ultranazionaliste e filorusse, è stato recentemente accusato di dichiarazioni false riguardo ai finanziamenti della sua campagna elettorale e di affiliazione a un gruppo fascista. Georgescu, che aveva ottenuto un sorprendente successo nel primo turno delle elezioni presidenziali dello scorso novembre grazie a una forte presenza sui social media, in particolare su TikTok, aveva promesso di interrompere il sostegno politico e militare della Romania all’Ucraina e aveva espresso ammirazione per il presidente Putin.
Il secondo turno delle elezioni è stato annullato dalla Corte Costituzionale a dicembre, a seguito di presunte interferenze russe. I servizi di intelligence rumeni hanno sostenuto che Mosca abbia orchestrato una massiccia campagna su TikTok per aumentare il consenso a Georgescu, oltre a condurre attacchi informatici. Tuttavia, la Russia ha negato ogni coinvolgimento.
Georgescu è stato fermato dalla polizia mentre si recava a presentare la sua candidatura per le nuove elezioni previste a maggio. Sebbene sia il favorito nei sondaggi, non è chiaro se gli sarà permesso di candidarsi. Le accuse nei suoi confronti includono dichiarazioni false sulle fonti di finanziamento della sua campagna elettorale e sui suoi beni, avendo affermato di non aver speso nulla per la campagna. Inoltre, è accusato di “fondazione o supporto di organizzazioni fasciste, razziste, xenofobe o antisemite”.
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Le autorità rumene hanno effettuato perquisizioni in tutto il paese nell’ambito di un’indagine sulla creazione di un’organizzazione di natura “fascista, razzista o xenofoba”. Una delle proprietà perquisite apparteneva a Horațiu Potra, un appaltatore militare arrestato lo scorso anno con l’accusa di pianificare disordini. Potra, ex membro della Legione Straniera francese, forniva guardie del corpo per Georgescu. Durante la perquisizione, la polizia ha trovato armi e contanti.
Dopo il suo rilascio, Georgescu ha accusato le autorità di utilizzare metodi repressivi simili a quelli del regime comunista che governava la Romania nel XX secolo. Circa 200 suoi sostenitori si sono radunati davanti all’ufficio del procuratore a Bucarest. Il suo team di comunicazione ha criticato duramente le autorità, chiedendo: “Dov’è la democrazia ora, dove sono i partner che dovrebbero difenderla?”.
La vicenda ha attirato anche l’attenzione internazionale. JD Vance, vicepresidente americano, ha accusato la Romania di aver annullato le elezioni basandosi su “sospetti fragili” e sotto “enormi pressioni” da parte di altri paesi europei. Anche Elon Musk ha commentato l’arresto di Georgescu, affermando: “Hanno appena arrestato la persona che ha ottenuto più voti nelle elezioni presidenziali rumene. Questo è sbagliato”.
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Georgescu, noto per le sue posizioni a favore dei valori tradizionali, dell’agricoltura e della medicina alternativa, ha elogiato Putin definendolo “un uomo che ama il suo paese”. Ha inoltre espresso parole positive su Ion Antonescu, il dittatore rumeno della Seconda Guerra Mondiale, responsabile della morte di fino a 400.000 ebrei rumeni. Si ritiene che un suo parente stretto abbia fatto parte della guardia personale di Antonescu. La Romania, membro della NATO e dell’Unione Europea, ha sostenuto l’Ucraina fin dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, fornendo sistemi di difesa missilistica Patriot e aiuti finanziari.
La promozione di simboli fascisti, nazisti, razzisti o xenofobi è vietata dalla legge rumena. Inoltre, Georgescu è apparso in un video insieme a Marian Motocu, un simpatizzante legionario recentemente incriminato per propaganda legionarista, antisemitismo e xenofobia. La situazione politica in Romania rimane tesa, con le prossime elezioni presidenziali previste per maggio e l’incertezza sulla partecipazione di Georgescu a causa delle accuse a suo carico.