Il ministero dell’Interno ha appena diffuso la nota dell’arresto del capomafia e latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Notizie ulteriori saranno fornite nel corso della mattinata.
La caccia al latitante è durata quasi 30 anni, lo stesso lasso di tempo trascorso dall’arresto dell’ex capo dei capi, Salvatore Riina, del quale proprio ieri ricorreva il trentennale dell’arresto.
Il clan di Denaro ha ricevuto un ultimo durissimo colpo inflitto lo scorso settembre 2022 in seguito all’arresto di 70 persone conniventi e che lo avrebbero aiutato per sfuggire alla cattura per tutto questo tempo.
Ecco gli ultimi aggiornamenti.
Matteo Messina Denaro è stato arrestato mentre era in day hospital alla clinica “Maddalena” di Palermo, dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche, come pare facesse da un anno. Il blitz è stato coordinato dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Il comandante dei carabinieri del Ros, Pasquale Angelosanto, ha dichiarato alle agenzie che il boss “non ha opposto resistenza, il dispositivo era in grado di poter fronteggiare qualsiasi emergenza anche per le persone presenti nella clinica”.
Le prime parole di Matteo Messina Denaro sono state di conferma della sua identità, dopo un velleitario tentativo di fuga.
Sono state diffuse le prime foto e il video dell’arresto.
Di seguito gli aggiornamenti precedenti.
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapanese) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
“Oggi 16 gennaio 2023 i Carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo hanno tratto in arresto il latitante Matteo Messina Denaro all’interno di una struttura sanitaria a Palermo dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche”.
Lo afferma all’AGI il generale di divisione Pasquale Angelosanto, comandante dei Ros.
Figlio del vecchio capomafia Ciccio, di Castelvetrano, in provincia di Trapani, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le
stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della latitanza: “Sentirai parlare di me, mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”.
Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate
la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.
Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga trentennale. Una
latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.