Altro terremoto in Calabria, come se non bastasse il Covid che ha messo in ginocchio il sistema sanitario e il caso legato alla nomina del nuovo commissario. Ora arriva anche la notizia dell’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini. È infatti tra le persone coinvolte nell’inchiesta sul business dei farmaci della cosca Grande Aracri di Cutro. Tallini è stato posto agli arresti domiciliari.
In particolare, i carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e del Comando Provinciale di Crotone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta di questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 19 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazionee violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
Domenico Tallini, 68 anni, di Forza Italia, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. L’indagine che ha portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta.
I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 indagati, nelle province di Catanzaro, Crotone e Roma, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
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