Mentre 2,5 miliardi di persone nel mondo soffrono la sete e non hanno acqua potabile, le elite sembrano avere ben altro a cui pensare. Per esempio, a lanciare una nuova moda: l’Acqua per miliardari. Una singola bottiglia, nel caso più estremo, arriva a costare 9.000 euro. Sei mesi dello stipendio medio di un italiano per togliersi lo sfizio di far arrivare dal Giappone la Supernariwa, la più cara del mondo. Verrebbe da chiedersi se la rivoluzione francese sia servita a qualcosa. Ma così vanno le cose, a quanto pare. Certo, si tratta di acque con provenienze molto particolari, a seconda delle esigenze dei pochissimi che possono spendere soldi in questo modo. La già citata Supernariwa proviene da una fonte millenaria. A generarla è stata una pioggia di meteoriti mista all’eruzione di un vulcano marittimo. (continua dopo la foto)
Le magiche proprietà di questo liquido? In realtà nessuna o quasi, secondo la comunità scientifica. Ma il produttore sostiene che rallenti il processo di invecchiamento e protegga dalle malattie. Tant’è. Se non avete 9.000 euro per una bottiglia d’acqua giapponese, comunque, potete sempre ripiegare sulla Kona Nigari. Estratta a 1.200 metri di profondità, quest’acqua desalinizzata arriva dalle Isole Hawaii. 75 cl costano “solo” fra i 360 e i 420 euro a bottiglia. Attenzione però; per berla, bisogna diluirla in acque comuni. E’ una buona notizia, così dura di più. Dicono che faccia bene alla pelle, che faccia passare il mal di pancia e riduca lo stress. Presumibilmente quello che coglie gli avventori al momento di pagare il conto. Ma questo vale per noi comuni mortali, non certo per i nuovi padroni del mondo. (continua dopo la foto)
Non solo. Dal Giappone arriva una chicca a soli 200/250 euro, sempre per 75 cl: la Fillico Water. Stavolta non vengono segnalate proprietà magiche, a far impennare i costi è la bottiglia composta di cristalli Swarovski. Ah, occhio ai tappi: sono d’argento e d’oro. Prezzi diversi, ma significativi, anche in India. I fortunati ospiti degli hotel di lusso pagano 6 dollari a bottiglia per le acque più pregiate del Paese, che viaggiano apposta per centinaia di chilometri. Può sembrare poco, rispetto alle altre, ma forse va ricordato che 6 dollari sono all’incirca il salario medio di un lavoratore indiano. Se arrivati a questo punto vi prudono le mani, sappiate che siete fuori moda. Questa è la nuova mondanità. Ma forse aveva ragione Sartre, che i membri delle elite nel suo capolavoro, La Nausea, li definiva con una sola parola: sporcaccioni. Nonostante l’acqua.