A partire da ottobre Facebook lancerà un nuovo servizio per gli utenti, un paywall a pagamento che permetterà di accedere in modo ancora più facile e veloce alle news. Il servizio, inizialmente soltanto a disposizione degli utenti americani, è di fatto una evoluzione degli Instant Articles lanciati da social di Zuckerberg nel maggio del 2016.
Ad annunciare la novità al Digital Publishing Innovation Summit che si tiene ogni inizio estate a New York, è stata Campbell Brown, già volto noto dell’intrattenimento americano e adesso responsabile dei progetti giornalistici per la piattaforma social di Mark Zuckerberg. La Brown ha dichiarato che il paywall a pagamento è un progetto nato dietro indicazione degli editori.
Come funzionerà il paywall di Facebook?
Il nuovo servizio sarà di fatto un abbonamento che l’utente stipulerà con Facebook per poter accedere in modo rapido alle news senza uscire dalla piattaforma social. Come già sperimentato con gli Instant Articles, gli utenti avranno modo di accedere ad una sezione dedicata per la lettura delle news desiderate. Il sistema è ottimizzato per smartphone sull’app mobile di Facebook e permette un caricamento della notizia 10 volte più veloce rispetto al rimando alla testata editoriale di provenienza (si eliminano in questo modo i tempi di caricamento del browser), a vantaggio della leggibilità. I termini dell’abbonamento non sono stati ancora definiti ma è molto probabile che l’utente potrà scegliere di quali news fruire dopo aver provato un numero limitato di accessi liberi ad ogni testata giornalistica, come già succede per la lettura integrale di articoli sui siti del Sole 24 ore o di altri quotidiani sia nazionali che internazionali. Per saperne di più dobbiamo aspettare almeno l’inverno, dal momento che il nuovo servizio partirà ad autunno con una selezione ristretta di testate giornalistiche americane.
Facebook e la sfida all’editoria
Oggi la sfida che le testate editoriali sul web devono cogliere è il confronto con le grandi piattaforme social come Google Digital Initiative e ora anche la paywall di Facebook, che si stanno sempre più accaparrando la gestione delle news. Il mondo dell’editoria è diviso in chi sostiene di dover cogliere la sfida e in quanti invece non aderiscono ancora. Se da una parte una collaborazione con i social è irrinunciabile dato che la loro diffusione capillare permette ai giornali di procacciarsi nuovi lettori, dall’altra va considerato che i social ostacolano il feedback diretto con il pubblico poiché l’accesso alla notizia è mediato dalla piattaforma. Se a questo si aggiunge che già Instant Articles di Facebook, ad esempio, limita sia il numero che la tipologia di annunci pubblicitari all’interno delle notizie che diffonde, è comprensibile che una buona parte dell’editoria sul web non veda di buon occhio questo ulteriore tentativo di Zuckerberg di farsi editore in proprio, dal momento che andrà a rosicare una ulteriore fetta della raccolta pubblicitaria di cui si nutrono in gran parte le testate editoriali in rete. Ad oggi però l’esperimento di Instant Articles funziona e nel mondo hanno già aderito oltre 10 mila editori, con una crescita del 25% di presenze negli ultimi sei mesi. Con questi dati la paywall di Facebook è un esperimento che potrebbe davvero essere vantaggioso per tutte e due le parti, anche se molto dipende dalla commissione che il social di Menlo Park chiederà agli editori per raccogliere gli abbonamenti.