Multa da un milione di euro per il gigante della progettazione informatica italiana aruba.it. L’Autorità Garante per la concorrenza e il Mercato (Agcm) ha accusato l’azienda, insieme alla conglomerata Aruba Pec, di “condotta illecita” verso gli utenti italiani.
Leader in Europa la prima si occupa prevalentemente di progettazione e assistenza informatica della Rete, mentre la seconda fornisce soluzioni di posta elettronica certificata e identità digitale.
Leggi anche: WiFi Italia, la rete delle reti per navigare gratis
I numeri
Per essere precisi sono oltre 4,7 milioni gli utenti che le due società raccolgono insieme, registrando quasi 100 milioni di fatturato l’anno.
Gestiscono oltre 2,1 milioni di domini grazie a 31 server. Le caselle di posta elettronica sono 7,4, quelle PEC sono 4,1 milioni.
Sia Aruba che Aruba Pec sono aziende floride e in costante ascesa: presto verrà inaugurata la nuova sede a Bergamo, presso Ponte San Pietro con una struttura innovativa ed ecosostenibile. La struttura sarà infatti alimentata con energie rinnovabili e darà occupazione a più di 500 persone.
Perché dunque una multa così alta?
Le motivazioni
L’Agcm ha accusato le due società di pratiche commerciali scorrette. Di fatto vengono accusate riaver avuto una condotta sconveniente nei confronti dei propri utenti per quanto riguarda gli obblighi sul diritto di ripensamento, l’invariabilità delle offerte promozionali e la mancata possibilità di rinnovi automatici.
Nello specifico, l’Acgm ha dichiarato che “nella presentazione delle offerte sul web, Aruba e Aruba Pec hanno indicato la durata delle promozioni (da 15 giorni a 2 mesi circa) per i propri servizi, rinnovandole ripetutamente alla scadenza (da un minimo di 1 ad un massimo di 11 volte) per periodi analoghi (da 15 giorni a 2 mesi circa), alle medesime caratteristiche e condizioni di prezzo. Promozioni presentate come imperdibili e uniche, ma di fatto, ripetutamente rinnovate alla scadenza”.
Insomma, non solo si tratta di un atteggiamento scorretto, ma sopratutto di non aver saputo gestore adeguatamente le regole della trasparenza e della garanzia di informazioni sul web, né tantomeno l’’offerta pubblicitaria adeguata.
Leggi anche: Sperimentazione 5G: parte da Milano la nuova corsa verso la connessione internet high-speed
La truffa secondo l’Authority
L’Acgm ha sanzionato Aruba e Aruba Pec anche in quanto, attraverso i loro portali, avveniva il rinnovo automatico dei termini di sottoscrizione, anche quando l’utente pensava di essere fuori dal tempo di durata del contratto. Dalla nota ufficiale si legge infatti che “nella procedura d’ordine online per i servizi di registrazione dei domini e hosting, per la fatturazione PA e per la posta elettronica certificata al consumatore, (era) richiesto di specificare la durata del proprio contratto, scegliendo una delle opzioni predisposte dal sistema (da un minimo di 1 anno ad un massimo di 5 anni)”. Cosi si poteva credere che “il consumatore ritenesse che il contratto da lui sottoscritto (fosse ndr) a tempo determinato, secondo la durata da lui prescelta. Invece, al momento della conclusione dell’ordine, selezionando determinati mezzi di pagamento, quali carta di credito o Paypal, il consumatore si trova ad attivare inconsapevolmente, in quanto già preimpostata, la modalità di rinnovo automatico del contratto, in contrapposizione alla propria scelta iniziale di durata determinata”. Dall’Acgm si tratta a tutti gli effetti di una truffa ai danni dei clienti.
Aruba si difende
La riposta di Aruba è arrivata senza farsi attendere: “Siamo onestamente sorpresi dal provvedimento che riteniamo ingiusto e sproporzionato. Le nostre società hanno sempre operato con onestà e correttezza; infatti, nella sostanza, tutte le pratiche contestate erano state adottate per favorire ancor di più i consumatori. Riteniamo di avere agito legittimamente e che si sia trattato a tutti gli effetti di un errore da parte dell’AGCM, pertanto provvederemo a fare immediato ricorso al TAR”.