Tensione alle stelle tra Italia e Francia, non tra le fila di un Movimento Cinque Stelle che si mostra invece molto sereno di fronte alla possibilità di veder peggiorare, e parecchio, le relazioni con i cugini al di là delle Alpi. La convocazione dell’ambasciatrice italiana a Parigi non fa paura. La linea, piuttosto, è quella di proseguire nel solco tracciato da Di Battista e Di Maio con le loro dichiarazioni al veleno, con quelle accuse (“impedite lo sviluppo e favorite la partenza dei profughi”) che hanno fatto clamore.
L’accusa rivolta alla Francia di sfruttamento dell’Africa attraverso la moneta (quel franco coloniale ancora in vigore in 14 stati) ha fatto infuriare l’Eliseo. Ma è diventata una medaglia al valore per i leader pentastellati, che in occasione dell’assemblea di deputati e senatori hanno ribadito il concetto: “Nessun timore reverenziale”, “tirare dritto”. Frasi che sintetizzano efficacemente l’idea di un Movimento pronto a tornare all’attacco di tutto e tutti per rastrellare nuovi consensi in vista delle europee.
Prima dell’appuntamento già sottolineato in rosso in agenda, d’altronde, i Cinque Stelle avranno altri due importanti banchi di prova, le regionali in Abruzzo e Sardegna. Tirando le somme, l’idea è quella di offrire agli elettori un’immagine forte, anche sul tema dell’immigrazione. Allontanandosi dalle posizioni di Salvini senza però mostrare per questo minore determinazione. Una linea che non piace a tutti.
Resta, infatti, del malumore all’interno dei ranghi pentastellati. In particolare, a mostrare insofferenza sono i rappresentanti del Movimento più vicini a Roberto Fico, per niente convinti dalle strategie adottate dai vertici dei Cinque Stelle. Il timore è che la linea dura possa costellarsi di errori di qui alle elezioni, favorendo quel Salvini che sembra molto più a suo agio nel mostrare il suo volto più determinato, soprattutto sull’immigrazione.
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