Una recente indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha portato alla luce un complesso e preoccupante sistema di hackeraggio, dossieraggio e ricatto. Al centro dell’inchiesta si trova Equalize Srl, una società di sicurezza informatica con sede a Milano, accusata di aver orchestrato una rete di spionaggio a fini di estorsione. Secondo le accuse, i responsabili avrebbero trafugato oltre 800 mila fascicoli riservati, sfruttando l’accesso illecito al Sistema di Indagine (Sdi) della polizia.
Il quadro emerso rivela che tra le vittime spiate figurano nomi di spicco della politica italiana e dell’imprenditoria, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e l’ex primo ministro Matteo Renzi. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha sollevato l’allarme su una possibile minaccia alla democrazia, sottolineando i gravi rischi di sicurezza per l’intero Paese.
Guidati da Samuele Calamucci, gli hacker di Equalize Srl avevano ottenuto un accesso illecito allo Sdi, il Sistema di Indagine della polizia, una banca dati istituita nel 1981 contenente informazioni riservate relative a denunce e segnalazioni giudiziarie. Utilizzando un sofisticato software malevolo, noto come Remote Access Trojan (Rat), il gruppo intercettava comunicazioni e raccoglieva dati sensibili su migliaia di persone.
Non solo Equalize archiviava questi dati, ma li organizzava anche in base a una sorta di codice cromatico, chiamato “semaforo”, che suddivideva le persone sorvegliate secondo livelli di “pericolosità”. Questi dati, secondo le accuse, venivano poi usati a scopo di ricatto e persino venduti a gruppi criminali o deviati del sistema di intelligence italiano.
L’indagine ha portato all’arresto di diversi membri chiave di Equalize, tra cui Carmine Gallo, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. Anche nomi di spicco della finanza e dell’imprenditoria, come Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e consigliere della Bocconi, e il finanziere Matteo Arpe, risultano coinvolti nell’inchiesta come indagati.
Tra le personalità colpite da questo sistema di spionaggio ci sarebbero il presidente Mattarella, il senatore Ignazio La Russa insieme al figlio Geronimo, l’ex premier Renzi, la giudice Carla Giovanna Ranieri, l’imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio, e persino il cantante Alex Britti.
La scoperta di questo sistema di spionaggio e ricatto ha scatenato preoccupazione sia per l’integrità delle istituzioni che per la sicurezza di molte personalità pubbliche, aprendo una seria riflessione sulla vulnerabilità delle informazioni sensibili e sulle misure di sicurezza che dovrebbero proteggerle.