La morte dell’ambasciatore Luca Attanasio sconvolge ancora l’Italia e il mondo intero. Miriam Ruscio, che da due anni a Goma coordina alcuni progetti congolesi della Fondazione Avsi, racconta l’ultima cena con Attanasio al Corriere: “È stata una serata conviviale, come un ritrovo tra amici. Domenica era venuto in visita nell’Est come fa ogni anno, per incontrare noi ragazzi delle ong e gli altri italiani, cooperanti e missionari, laici e religiosi, che lavorano in questa parte del Paese”, la più instabile, al confine con il Rwanda.
“Eravamo una cinquantina di persone, tra cui alcuni connazionali delle Nazioni Unite, membri di famiglie italiane da generazioni in Congo e imprenditori”. A iniziare da Michele, il titolare del ‘Mediterraneo’, ristorante nel centro di Goma nonché sede del consolato italiano locale, che ha ospitato l’incontro, deliziando i commensali con pizza, parmigiana e cannelloni. “A un certo punto l’ambasciatore mi si è avvicinato. ‘Dovresti andare a visitare quel centro perché fanno un lavoro straordinario’ mi ha detto con gli occhi che brillavano mentre parlavo con suor Antonina, che a Goma gestisce un centro di formazione professionale per ragazze madri”.
Quando torni a trovarci? Gli ha quindi chiesto lei. E lui l’ha sorpresa dicendo che avrebbe portato presto anche le figlie. “L’ambasciatore Attanasio era come se si considerasse in perenne debito di conoscenza e riconoscenza per chi si impegna in questa frontiera di civiltà. Elogiando la presenza capillare degli italiani in Congo ha detto che questa raggiunge l’’ultimo miglio’: mi ha colpito perché è la stessa definizione che usiamo in Avsi”.
“Luca Attanasio aveva espresso la sua ammirazione per chi lavora in prima linea per portare sollievo e cambiamento in questo Paese, mentre lui, come figura istituzionale, si considerava lontano dai problemi”, e forse anche dai rischi. Così lasciava spesso la sua comfort zone a Kinshasa e si muoveva da un posto all’altro per vedere e toccare con mano come procedevano le attività finanziate dall’ambasciata. Ieri stava viaggiando da Goma a Rutshuru con un convoglio del World Food Programme. Voleva visitare il programma di distribuzione di cibo in una scuola. Poi la tragedia.
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