Marzo è il mese fortunato per tanti pensionati italiani. Infatti, per chi prende oltre 4 volte il minimo, vale a dire più di 2.101,52 euro, potrà vedere a partire da questo mese salire il suo assegno pensionistico. Il motivo dell’aumento della rata pensionistica è l’applicazione da parte dell’Inps dell’adeguamento degli importi alla crescita dei prezzi nel 2022. Gli aumenti in pensione erano stati preannunciati dallo stesso Istituto previdenziale italiano, che aveva assicurato che coloro che non hanno ancora beneficiato della rivalutazione si vedranno versare anche gli arretrati. Nel mese di gennaio sono già state rivalutate le pensioni fino a quattro volte il minimo, che già dal primo mese dell’anno hanno ricevuto l’assegno maggiorato del 7,3%.
Sale l’assegno fino al 6,5% netto
Da gennaio le pensioni fino a 2.101,52 euro lordi mensili (ovvero fino a quattro volte il trattamento minimo che è di 525,38 euro) sono state incrementate del 7,3 per cento, il tasso provvisorio che era stato fissato lo scorso novembre. Per gli assegni di importo superiore a questa soglia la rivalutazione invece non è totale, ma determinata con percentuali decrescenti (e ritoccate all’ultimo momento). Così è stato necessario rifare tutti i conteggi. Ora quindi anche per i pensionati relativamente più benestanti arrivano le maggiorazioni, insieme agli arretrati relativi ai due mesi precedenti.
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Aumenti in pensione da marzo: ecco gli importi
Lo schema di rivalutazione delle pensioni introdotto dalla Manovra 2023 prevede che gli assegni fino a 4 volte il minimo siano rivalutati al 100%, quelli fino a 5 volte all’85%, quelli tra 5 a 6 volte il minimo al 53%, quelli tra 6 e 8 volte il minimo al 47%, quelli da 8 a 10 volte il minimo al 37% e al 32% quelli oltre 10 volte il minimo. Gli aumenti ovviamente resteranno anche nella pensione di aprile 2023 e per tutte quelle dei mesi seguenti nell’anno 2023.
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