Una riforma della quale si discute ormai da tempo immemore. E che è tornata di stretta attualità ora, con le parole di Matteo Salvini che si è detto interessato all’idea di alzare i limiti di velocità in autostrada a 150 chilometri orari. Una modifica che, tra l’altro, sarebbe anche di facile attuazione, considerando come già oggi l’articolo 142 del Codice della Strada prevede questa possibilità in particolari condizioni di sicurezza sulle autostrade a tre corsie. Ma cosa succederebbe, di preciso, se venisse attuata davvero?
Ad affrontare il caso è La Repubblica che, citando il modello francese, ha riportato in merito le opinioni di Claude Got, già presidente del Consiglio scientifico di CEESAR (Centre Européen d’Etudes de sécurité et d’Analyse des risques) e membro anziano del Comitato di esperti presso il Consiglio Nazionale della sicurezza stradale francese. Secondo il quale “ridurre la velocità massima di 10 km/h, permette di salvare mediamente 400 vite all’anno, a patto che la misura centri l’obiettivo di abbassare la velocità media di almeno 5 km/h”.
Insomma, aumentare la velocità in autostrada potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso: “Ridurre la velocità massima di 10 km/h – concludeva Got nel suo studio – permetterà di salvare mediamente 400 vite all’anno, a patto che la misura centri l’obiettivo di abbassare la velocità media di almeno 5 km/h”. In Italia, al momento, restano molte incertezze.
Solo l’Asaps si è schierata. “L’elevazione del limite – ha spiegato il presidente Giordano Biserni – non porterà concretamente nessun vantaggio, ma comporterà solo svantaggi: più consumi, più inquinamento, più rischi di incidenti e inutili e spesso inesistenti guadagni di tempo”.
Ponte Morandi, a sorpresa il progetto di Autostrade: in nove mesi tutto pronto