L’Iva alla fine potrebbe aumentare davvero. E il motivo è semplice: per il governo è necessario che ciò accada. La Banca d’Italia ha fatto uno più uno ed ha annunciato che dal 1° gennaio prossimo aumenterà l’Iva; in caso contrario, il deficit passerà al 3,4%. E pensare che gli uomini di Via Nazionale si sono limitati a leggere il Documento di Economia e Finanza (Def), niente di più. Cosa che, evidentemente, Di Maio e Salvini non sono stati in grado di fare.
Eppure, il Def non è più una elucubrazione tecnica del ministero dell’Economia, ma un atto approvato dal Consiglio dei ministri. Quindi, condiviso da tutti. Una domanda: quando Lega e 5 Stelle dicono che non aumenterà l’Iva hanno letto il testo che hanno approvato?
Pare di no. Il Def, infatti, annuncia a piene mani l’aumento dell’Iva. E non solo nel cosiddetto “quadro tendenziale”; anche in quello “programmatico”, che indica gli obbiettivi che il governo vuole raggiungere. Per esempio (e scusate le parole arcane che seguiranno), nel Def resta invariato il deflatore al pil. Si tratta di un indicatore che, per dirla semplice, contribuisce all’aumento del pil nominale: dovrebbe indicare, più o meno, l’inflazione. Con un particolare.
Nel 2020, l’indice dei prezzi al consumo salirà dell’1%; mentre il “deflatore” crescerà del 2%. La distanza fra i due numeri è dato dall’aumento dell’Iva, che farà crescere inevitabilmente i prezzi: il Def lo dice chiaro e tondo. Insomma, l’aumento delle aliquote è fra le misure previste dal consiglio dei ministri. La conferma? Se anziché aumentare l’Iva il governo farà una manovra per sostituire i 23 miliardi di clausole di salvaguardia con interventi di tagli alla spesa (!), l’impatto di questi interventi sul deflatore al pil sarà modesto, se non inesistente o contrario.
Ma perché è così importante gonfiare nel 2020 con il deflatore al pil la crescita del pil nominale? Perché il pil nominale è dato dall’aumento del pil reale (0,8%) più il deflatore al pil. Solo in questo modo è possibile farlo crescere nominalmente del 2,8%.
E visto che il pil nominale è il denominatore del rapporto su cui si calcolano deficit e debito, è evidente che se fosse più basso per l’assenza dell’aumento dell’Iva salterebbero i parametri di deficit e debito… Ma Di Maio e Salvini preferiscono fare come gli struzzi: mettono la testa sotto la sabbia e fingono di non sapere cos’hanno approvato in consiglio dei ministri. Fino a quando?
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