In Australia si prende una posizione netta nei confronti di chi maltratta gli animali. E così dovrebbe essere un po’ ovunque, visto che il fenomeno dilaga, compreso in Italia. Sfortunatamente, molti animali in tutto il mondo sono vittime della crudeltà umana, da quelli che vivono per strada agli animali che sono stati accolti da una famiglia. Le notizie di animali che hanno subito traumi fisici o emotivi da parte di un essere umano si leggono ogni giorno, e ogni volta il cuore fa male, perché sono violenze immotivate contro esseri indifesi. Tuttavia, fortunatamente questa realtà sta già iniziando a cambiare in alcuni luoghi, come l’Australia.
Come si diceva, in uno stato di quel Paese, le persone che feriscono gli animali saranno ora punite con una lunga pena detentiva – fino a 2 anni di galera – e una multa molto alta. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore già a dicembre. La notizia è stata indagata da Unilad. Il paese ha rivisto alcune leggi per punire coloro che danneggiano gli animali in loro possesso, mettendo al primo posto la sicurezza di questi esseri. E in Italia? Pensate che solo nel 2017 sono stati aperti circa 26 fascicoli al giorno, uno ogni 55 minuti, con una persona indagata ogni 90 minuti per reati contro gli animali.
È uno dei dati più eclatanti diffusi dalla Lega Antivivisezione (LAV) nel Rapporto Zoomafia “Crimini e Animali”, presentato poche settimane fa. Dal cigno obiettivo del tiro a segno da parte di un gruppo di ragazzotti, al gattino preso a calci come fosse un pallone. Dai cani uccisi, alle volpi ed ai lupi appesi per il collo, fino al fenomeno del bracconaggio (spesso associato alla caccia) alle corse clandestine ed ai crudeli combattimenti tra animali, orchestrati da personaggi senza scrupoli e organizzati, spesso, in vere e proprie gang, i crimini non accennano a diminuire.
Il rapporto, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, è stato patrocinato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e dalla Fondazione Antonino Caponnetto. I reati hanno visto coinvolte ben 115 Procure Ordinarie e 25 Procure presso i Tribunali per i Minorenni, che significano l’83% di tutte le Procure del Paese. Ma le pene, forse, sono ancora troppo leggere da noi.
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