L’Austria filosovranista dice No alla proposta dall’Unione Europea di redistribuire tra tutti gli Stati membri i migranti sbarcati in Italia negli ultimi giorni. La motivazione? “Un approccio che non porta ad alcuna soluzione, meglio aiutare direttamente i Paesi africani a fermare le migrazioni”, ha detto a Bruxelles la ministra dell’interno austriaca Karoline Edstadler. L’invito a unire gli sforzi per assorbire l’ultima ondata di arrivi era arrivata dalla commissaria Ue Ylva Johansson. Ma Vienna ribadisce in questo modo una linea di condotta già tenuta in passato contraria a ogni ricollocazione dei migranti tra gli Stati della Ue. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel vertice tra tutti i ministri degli interni dei 27, con al centro l’improvvisa ripresa di arrivi in Italia di barconi provenienti dalla Libia e dalla Tunisia, la commissaria Johansson ha ribadito l’invito alla solidarietà tra governi per ricollocare i nuovi arrivati a Lampedusa (dove l’hotspot ha 250 posti ma in queste ore deve ospitare 2.000 persone). Come riferisce il Corriere, “la ministra italiana Luciana Lamorgese si è associata all’invito della commissaria sostenendo che il problema deve essere affrontato in chiave europea. Ma dall’Austria è arrivato il primo rifiuto a un nuovo accordo di redistribuzione”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Manteniamo una posizione molto chiara – ha detto la ministra Edstadler – : una redistribuzione dei migranti arrivati a Lampedusa non è la soluzione. Occorre che la Ue aiuti direttamente i Paesi africani”. Freddezza su una condivisione degli sforzi è arrivata anche da altri governi. “Temiamo di dover fronteggiare un gran numero di arrivi dalla rotta balcanica”, ha detto ad esempio il ministro degli interni tedesco Horst Seehofer; da parte sua la commissaria Johansson ha aggiunto che, pur essendo il salvataggio delle vite umane la prima esigenza, non ritiene al momento possibile una nuova missione navale nel Mediterraneo, preferendo la strada degli accordi con gli Stati dell’altra sponda del Mediterraneo. (Continua a leggere dopo la foto)
Spiega il Corriere: “Sulla scarsa propensione a una apertura ai migranti pesano anche gli attuali numeri del fenomeno. Stando alle cifre Onu gli arrivi in Europa nel 2020 sono stati circa 95.000 (la maggior parte concentrati tra Spagna, Italia e Grecia); una cifra lontanissima da quella che caratterizzò gli anni più critici della crisi migratoria, quando gli arrivi (ad esempio nel 2015) superarono il milione. Anche i 2.000 sbarchi di Lampedusa (benché rappresentino il triplo rispetto a quelli di un anno fa) vengono considerati un limite ancora troppo basso per far parlare di una situazione di emergenza continentale.
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