Andrea Varone, Autore presso Business.it https://www.business.it/author/andreaa/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Mon, 23 Sep 2024 15:07:18 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Andrea Varone, Autore presso Business.it https://www.business.it/author/andreaa/ 32 32 Il CdM approva il Ddl concorrenza. Tutte le novità per pedaggi, dehors, taxi https://www.business.it/il-cdm-approva-il-ddl-concorrenza-tutte-le-novita-per-pedaggi-dehors-taxi/ Mon, 29 Jul 2024 12:00:05 +0000 https://www.business.it/?p=140084 Via Libera al Nuovo Ddl Concorrenza: Novità per Servizi, Città e Sviluppo Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Ddl concorrenza, introducendo importanti cambiamenti. I quattro pilastri del Ddl sono “più servizi per i cittadini, più decoro per le città, più risorse per i Comuni, più sviluppo per l’Italia”. Le concessioni autostradali hanno ricevuto… Read More »Il CdM approva il Ddl concorrenza. Tutte le novità per pedaggi, dehors, taxi

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Via Libera al Nuovo Ddl Concorrenza: Novità per Servizi, Città e Sviluppo

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Ddl concorrenza, introducendo importanti cambiamenti. I quattro pilastri del Ddl sono “più servizi per i cittadini, più decoro per le città, più risorse per i Comuni, più sviluppo per l’Italia”. Le concessioni autostradali hanno ricevuto una nuova regolamentazione. Una parte dei pedaggi sarà destinata allo Stato, riducendo i profitti dei grandi gruppi di concessionari, inclusi quelli stranieri. Il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha dichiarato che l’obiettivo è realizzare opere pubbliche e controllare i pedaggi.

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Dehors: Regolamentazione e Proroghe

Il Ddl prevede un Decreto Legislativo per coordinare la concessione di spazi pubblici ai locali. I Comuni dovranno garantire adeguate zone per i pedoni e le persone con limitata capacità motoria. Le norme emesse durante la pandemia sono prorogate fino al 31 dicembre 2025.

Portabilità delle Scatole Nere: Più Libertà per gli Assicurati

Le imprese assicuratrici non potranno impedire agli assicurati di disinstallare i dispositivi elettronici a scadenza di contratto. È previsto un meccanismo di portabilità dei dati registrati nelle scatole nere. Un sistema informativo anti-frode sarà istituito a carico delle imprese assicurative partecipanti.

Trasporto Pubblico Non di Linea: Stretta sull’Abusivismo

Per contrastare l’abusivismo nel settore taxi e NCC, sono previste sanzioni per mancata iscrizione al registro. I Comuni potranno verificare i dati e comunicare eventuali provvedimenti al Ministero dei Trasporti. Questo permetterà una revisione delle licenze.

Mister Prezzi e Startup Innovative: Maggior Controllo e Sostegno

Il monitoraggio dei prezzi e delle tariffe sarà reso più efficace. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi potrà individuare i prodotti da controllare. Per le startup innovative, saranno introdotti nuovi parametri per individuare e premiare le imprese con maggiori potenzialità. Le startup che operano in settori strategici potranno rimanere nel registro speciale fino a 84 mesi anziché 60.

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“Martina Guzzi è morta a causa dell’airbag difettoso”, la lettera del fidanzato alla casa automobilistica https://www.business.it/martina-guzzi-e-morta-a-causa-dellairbag-difettoso-la-lettera-del-fidanzato-alla-casa-automobilistica/ Wed, 24 Jul 2024 07:49:43 +0000 https://www.business.it/?p=140011 Martina Guzzi, una giovane di 24 anni, è morta il 28 maggio in un tragico incidente stradale. Il suo caso potrebbe diventare un giallo. Secondo la relazione preliminare dei consulenti della Procura di Catanzaro, la dottoressa Isabella Aquila e l’ingegner Roberto Arcadia, Martina potrebbe essere la prima vittima italiana di un airbag difettoso. L’incidente Martina… Read More »“Martina Guzzi è morta a causa dell’airbag difettoso”, la lettera del fidanzato alla casa automobilistica

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Martina Guzzi, una giovane di 24 anni, è morta il 28 maggio in un tragico incidente stradale. Il suo caso potrebbe diventare un giallo. Secondo la relazione preliminare dei consulenti della Procura di Catanzaro, la dottoressa Isabella Aquila e l’ingegner Roberto Arcadia, Martina potrebbe essere la prima vittima italiana di un airbag difettoso.

L’incidente

Martina era alla guida di una Citroën C3 del suo fidanzato. La sua auto è stata coinvolta in uno scontro frontale con un altro veicolo, che ha invaso la sua corsia durante un sorpasso azzardato. Nella relazione si legge che “l’airbag è uscito completamente dalla sua sede” e Martina è stata travolta dal gas ad alte temperature che serve per gonfiarlo.

L’airbag difettoso era di marca Takata, una casa giapponese fallita nel 2017. Questa azienda produceva airbag a prezzi competitivi, adottati da molti costruttori di auto. Quando è scoppiato lo scandalo, molte case automobilistiche hanno avviato campagne di ritiro. Anche Citroën ha ritirato 600.000 C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019. Solo negli Stati Uniti ci sono stati 27 morti e 400 feriti a causa di questi airbag. In Italia ci sarebbero 15 feriti.

La lettera di richiamo ignorata

Il fidanzato di Martina aveva ricevuto una lettera di richiamo da Citroën, pochi giorni prima dell’incidente. Aveva scritto alla casa automobilistica, dicendosi disponibile a cambiare l’airbag difettoso. Andrea Rubini, della Gesigroup, che tutela i diritti della famiglia di Martina, ha dichiarato al Corriere della Sera: “Ma da loro nessuna risposta”. Martina Guzzi potrebbe essere la prima vittima italiana di un airbag difettoso. La sua tragica morte solleva domande importanti sulla sicurezza delle auto e sulla responsabilità delle case automobilistiche. Le famiglie delle vittime e i loro difensori chiedono giustizia e maggiore attenzione alla sicurezza stradale.

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Elezioni Usa, primo sondaggio dopo Biden: i numeri che cambiano tutto https://www.business.it/elezioni-usa-primo-sondaggio-dopo-biden-i-numeri-che-cambiano-tutto/ Wed, 24 Jul 2024 07:29:23 +0000 https://www.business.it/?p=140008 Un recente sondaggio di Reuters/Ipsos ha rivelato risultati interessanti: Kamala Harris è in testa rispetto a Donald Trump. Questo è il primo sondaggio condotto dopo che Joe Biden ha ritirato la sua candidatura alla presidenza e ha deciso di sostenere la vicepresidente Harris. La rilevazione è stata effettuata lunedì e martedì, subito dopo la Convention… Read More »Elezioni Usa, primo sondaggio dopo Biden: i numeri che cambiano tutto

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Un recente sondaggio di Reuters/Ipsos ha rivelato risultati interessanti: Kamala Harris è in testa rispetto a Donald Trump. Questo è il primo sondaggio condotto dopo che Joe Biden ha ritirato la sua candidatura alla presidenza e ha deciso di sostenere la vicepresidente Harris. La rilevazione è stata effettuata lunedì e martedì, subito dopo la Convention nazionale repubblicana, durante la quale Trump ha accettato formalmente la nomina del suo partito.

I numeri del sondaggio

Kamala Harris ha ottenuto il 44% delle preferenze, contro il 42% di Trump. Anche se la differenza è minima, rientra comunque nel margine di errore di 3 punti percentuali. Nei sondaggi precedenti, i due candidati erano spesso pari. A metà luglio, entrambi erano al 44%, mentre all’inizio del mese Trump era in vantaggio di un punto percentuale. È importante ricordare che, sebbene i sondaggi nazionali siano un buon indicatore del supporto generale, solo alcuni Stati chiave determinano l’esito delle elezioni presidenziali attraverso il Collegio elettorale.

La percezione degli elettori

Il 56% degli elettori registrati vede Kamala Harris, 59 anni, come “mentalmente acuta e capace di affrontare le sfide”. Trump, 78 anni, ottiene solo il 49% in questa valutazione. Joe Biden, invece, ha solo il 22% di valutazioni positive in termini di capacità mentale. Questo potrebbe spiegare perché molti elettori sono disposti a sostenere Harris come alternativa a Biden.

Nel sondaggio è stata anche considerata una ipotetica scheda elettorale con Robert F. Kennedy Jr. come candidato indipendente. In questo scenario, Harris ottiene il 42% delle preferenze, Trump il 38% e Kennedy l’8%. Questo margine è fuori dal margine di errore, indicando un vantaggio più solido per Harris. Tuttavia, Kennedy deve ancora qualificarsi per essere sulla scheda elettorale in molti stati.

I parametri del sondaggio

Il sondaggio è stato condotto online, coinvolgendo 1.241 adulti statunitensi, di cui 1.018 elettori registrati. I risultati suggeriscono che Kamala Harris potrebbe essere in una posizione forte per affrontare Donald Trump nelle prossime elezioni. Con il supporto di Biden e una percezione positiva tra gli elettori, Harris potrebbe rappresentare una svolta storica nella politica americana. Tuttavia, come sempre, la vera prova sarà il giorno delle elezioni.

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Monopattini, stop al casco per gli adulti e patentino obbligatorio https://www.business.it/monopattini-stop-al-casco-per-gli-adulti-e-patentino-obbligatorio/ Tue, 23 Jul 2024 08:38:11 +0000 https://www.business.it/?p=140005 Regolare la circolazione dei monopattini in Italia è una priorità. Il codice della strada necessita di modifiche urgenti. Forza Italia ha presentato sessanta emendamenti al disegno di legge in esame. L’operatività del provvedimento è prevista per ottobre. Se approvati, questi emendamenti potrebbero allungare i tempi per il voto definitivo e costringere il provvedimento a tornare… Read More »Monopattini, stop al casco per gli adulti e patentino obbligatorio

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Regolare la circolazione dei monopattini in Italia è una priorità. Il codice della strada necessita di modifiche urgenti. Forza Italia ha presentato sessanta emendamenti al disegno di legge in esame. L’operatività del provvedimento è prevista per ottobre. Se approvati, questi emendamenti potrebbero allungare i tempi per il voto definitivo e costringere il provvedimento a tornare alla Camera.

Le proposte di Forza Italia

Forza Italia vuole eliminare l’obbligo del casco per i maggiorenni che noleggiano monopattini con una velocità massima di 20 km/h. L’obbligo del casco resterebbe per i minorenni e per i mezzi più veloci. Forza Italia propone anche l’obbligo del casco per tutti i minori che vanno in bici per strada.

Un’altra proposta riguarda l’uso dei proventi delle multe. Il 50% di queste entrate dovrebbe essere destinato agli investimenti sulla segnaletica stradale. Inoltre, Forza Italia vuole introdurre un mini corso sulle principali regole stradali per chi usa bici e monopattini, un vero e proprio patentino per chi non ha la patente di guida.

Le posizioni dei partiti

La Lega, con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, spinge per un’approvazione rapida del disegno di legge entro luglio. Fratelli d’Italia è più disponibile a trovare un accordo, mentre Forza Italia insiste sull’approfondimento di alcuni aspetti. La situazione crea tensioni nella maggioranza, ma la volontà di trovare un compromesso resta.

Il termine per presentare gli emendamenti è stato rinviato, nonostante fossero stati concessi parecchi giorni per le modifiche. Questo slittamento riflette i malumori nella maggioranza sui tempi del provvedimento. Il rinvio allunga i tempi per il voto definitivo, ma il dibattito resta acceso e le proposte di Forza Italia potrebbero portare a cambiamenti significativi. Il futuro della regolamentazione dei monopattini in Italia è ancora incerto. Forza Italia vuole garantire sicurezza e investimenti sulla segnaletica stradale, ma la strada per un accordo definitivo è ancora lunga. La discussione proseguirà nelle prossime settimane, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa che possa garantire sicurezza e mobilità sostenibile.

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Emilia Romagna, allarme punture di insetti. Due vittime in pochi giorni: “Shock anafilattici fatali” https://www.business.it/emilia-romagna-allarme-punture-di-insetti-due-vittime-in-pochi-giorni-shock-anafilattici-fatali/ Tue, 23 Jul 2024 08:10:13 +0000 https://www.business.it/?p=140000 In Emilia-Romagna, due tragedie hanno colpito la comunità nell’arco di una settimana. Due persone hanno perso la vita a causa di shock anafilattici provocati da punture di insetti. Paolo Tassi, 64 anni, presidente della società di calcio Real Casalecchio, e Stefano Guerra, 62 anni, ex difensore della Reggiana, sono le vittime di questi incidenti fatali.Leggi… Read More »Emilia Romagna, allarme punture di insetti. Due vittime in pochi giorni: “Shock anafilattici fatali”

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In Emilia-Romagna, due tragedie hanno colpito la comunità nell’arco di una settimana. Due persone hanno perso la vita a causa di shock anafilattici provocati da punture di insetti. Paolo Tassi, 64 anni, presidente della società di calcio Real Casalecchio, e Stefano Guerra, 62 anni, ex difensore della Reggiana, sono le vittime di questi incidenti fatali.
Leggi anche: Aids. Nuovo caso di possibile guarigione da Hiv a Berlino, è il settimo al mondo

Chi era Paolo Tassi

Paolo Tassi è stato punto da un insetto, probabilmente una vespa o un calabrone, mentre si trovava al campo sportivo di Casalecchio di Reno. L’incidente è avvenuto martedì intorno alle 15:45. Consapevole della sua allergia, è riuscito ad avvertire la moglie con un messaggio. La moglie, accorsa immediatamente, lo ha trovato già privo di sensi sulla scrivania. I medici del 118, giunti sul posto, non sono riusciti a rianimarlo. Tassi è morto poco dopo sotto gli occhi della moglie.

Chi era Stefano Guerra

Stefano Guerra, ex difensore della Reggiana, è deceduto il 9 luglio all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Dopo essere stato punto da un insetto, probabilmente un’ape, in casa sua, ha subito uno shock anafilattico che ha provocato un infarto. Guerra ha lottato per giorni in ospedale, ma alla fine non ce l’ha fatta.

Le punture di insetti e gli shock anafilattici

Le punture di insetti come vespe, calabroni, bombi e api possono scatenare reazioni allergiche in circa due persone su cento. Nei bambini, l’incidenza è molto più bassa rispetto agli adulti. Ogni anno, in Italia, a causa del veleno di insetti, muoiono tra le dieci e le venti persone su oltre cinque milioni di persone punte.

Un’ulteriore vittima: Franco Aiello

Un’altra tragica vittima è il vicebrigadiere Franco Aiello, 52 anni, morto a Palermo a causa del morso di un ragno violino. Aiello era stato morso dopo una gita in campagna. Al ritorno a casa, aveva notato un arrossamento alla caviglia. Tre giorni dopo, le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Ricoverato in ospedale, non è riuscito a sopravvivere. Queste tragedie ricordano a tutti noi il pericolo delle punture di insetti e dei morsi di ragno. È fondamentale essere consapevoli delle proprie allergie e agire rapidamente in caso di puntura o morso. Le vite di Paolo Tassi, Stefano Guerra e di Franco Aiello si sono spente troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro comunità.

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I cimiteri delle auto elettriche: il green che inquina https://www.business.it/i-cimiteri-delle-auto-elettriche-il-green-che-inquina/ Tue, 23 Jul 2024 07:44:55 +0000 https://www.business.it/?p=139990 Nelle periferie di Hangzhou, la vista è colpita da un “cimitero” surreale. Centinaia, forse migliaia, di veicoli elettrici giacciono abbandonati tra campi e parcheggi. Questi veicoli, un tempo simboli del progresso e dell’innovazione, ora testimoniano l’eccesso di produzione e il rapido sviluppo dell’industria automobilistica cinese. L’inchiesta di Bloomberg.Leggi anche: È vero che le auto elettriche… Read More »I cimiteri delle auto elettriche: il green che inquina

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Nelle periferie di Hangzhou, la vista è colpita da un “cimitero” surreale. Centinaia, forse migliaia, di veicoli elettrici giacciono abbandonati tra campi e parcheggi. Questi veicoli, un tempo simboli del progresso e dell’innovazione, ora testimoniano l’eccesso di produzione e il rapido sviluppo dell’industria automobilistica cinese. L’inchiesta di Bloomberg.
Leggi anche: È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate

Dai rapporti emergono immagini inquietanti. Molte auto hanno ancora giocattoli peluche sui cruscotti, segni di un abbandono improvviso. In alcuni casi, le piante crescono dai bagagliai, suggerendo che questi veicoli siano stati lasciati lì per anni.

La crisi del bike-sharing del 2018

Questo scenario ricorda la crisi del bike-sharing del 2018 in Cina. Allora, decine di milioni di biciclette vennero abbandonate dopo il fallimento di startup come Ofo e Mobike. Questa volta, la causa sembra essere la bancarotta delle aziende di ride-hailing proprietarie di questi veicoli, o l’obsolescenza delle auto in un mercato che continua a lanciare nuovi modelli con migliori funzionalità e autonomia.

Il problema dello smaltimento delle auto elettriche

La situazione rappresenta un problema ambientale significativo. L’idea iniziale di puntare sulle auto elettriche per ridurre l’inquinamento si è trasformata in un boomerang ecologico. Nel 2022, la Cina ha prodotto circa 6 milioni di veicoli elettrici o ibridi, il 60% della flotta mondiale. Molti di questi veicoli sono sulle strade, ma tanti sono abbandonati.

Questi cimiteri di auto non solo sono una vista sgradevole, ma rappresentano anche un problema di smaltimento. Cambiare continuamente auto elettrica significa maggior produzione di emissioni inquinanti nelle fabbriche, annullando il vantaggio rispetto alle auto a combustione interna. Inoltre, le batterie esaurite contengono ingredienti preziosi come nickel, litio e cobalto, il cui smaltimento sostenibile è ancora una questione irrisolta.

Il governo di Hangzhou ha promesso di eliminare le auto, accumulatesi dal 2019. Tuttavia, recenti visite hanno rivelato diversi siti pieni di veicoli abbandonati nei distretti di Yuhang e West Lake.

Il green che inquina

La spinta della Cina per diventare un gigante dell’auto elettrica ha creato un panorama di obsolescenza e spreco. Le discariche di veicoli a batteria sono un monito per il futuro. Anche l’Europa potrebbe trovarsi ad affrontare un problema simile. Per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, la Cina ha introdotto sconti e agevolazioni, limitando le auto a benzina e diesel. Questo approccio ha fatto esplodere il mercato, ma ha anche creato una miriade di produttori e un eccesso di offerta.

Il Green deal europeo segue un percorso simile. La domanda è: tra qualche anno vedremo anche in Europa cimiteri di auto a batteria inutilizzate?

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La lezione di Frajese: “Sono come la droga”. Il VIDEO che non ti aspetti: cosa ha detto il prof https://www.business.it/la-lezione-di-frajese-sono-come-la-droga-il-video-che-non-ti-aspetti-cosa-ha-detto-il-prof/ Tue, 23 Jul 2024 07:29:43 +0000 https://www.business.it/?p=139985 Facebook, Instagram, TikTok, Snapchat, Twitter, Youtube: chi più ne ha più ne metta. Sono i social, l’ultima grande rivoluzione dell’uomo. Apparentemente ormai indispensabili per tutto, fonte di vera dipendenza per molti, soprattutto tra i giovani. Eppure, come recita un articolo del Corriere della Sera, “da Bill Gates a Zuckerberg: perché i big del digitale vietano… Read More »La lezione di Frajese: “Sono come la droga”. Il VIDEO che non ti aspetti: cosa ha detto il prof

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Facebook, Instagram, TikTok, Snapchat, Twitter, Youtube: chi più ne ha più ne metta. Sono i social, l’ultima grande rivoluzione dell’uomo. Apparentemente ormai indispensabili per tutto, fonte di vera dipendenza per molti, soprattutto tra i giovani. Eppure, come recita un articolo del Corriere della Sera, “da Bill Gates a Zuckerberg: perché i big del digitale vietano il cellulare ai figli“. Loro che hanno inventato questo mondo, chissà perché, lo vietano ai propri figli. Già questo dovrebbe farci fare alcune domande. La dipendenza da social network sarebbe causata da un neurotrasmettitore, la dopamina. Questa stimolata da molti meccanismi dei social porta a una soddisfazione, a un piacere perlopiù temporaneo. Di questo si è parlato a “Un Giorno Speciale“, su RadioRadio, con il professor Giovanni Frajese, il quale ha fatto una bella lezione sull’argomento.

“Gates e Zuckerberg che impediscono ai figli l’uso del cellulare – spiega Frajese – sono consapevoli dei meccanismi biologici, oltre a quelli di controllo. Questi stanno dietro a questi social. È stato pubblicato in letteratura, per esempio, che al guardare i like che vengono rilasciati c’è una piccola quantità di dopamina che il cervello produce, quasi fosse una piccola assunzione di una microdose di cocaina. Questo altera la struttura cerebrale nel tempo e c’è il bisogno, ovviamente, che questo stimolo venga in qualche maniera ripetuto. Allo stesso tempo l’entrare in contatto con queste migliaia di input tutto il tempo porta le persone alla famosa costante attenzione parziale e tutto ciò che ne deriva. Quindi è ovvio che li tengano lontani”.

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Pugno duro nel Regno Unito per i blocchi stradali. Dure condanne agli attivisti del clima https://www.business.it/pugno-duro-nel-regno-unito-per-i-blocchi-stradali-dure-condanne-agli-attivisti-del-clima/ Mon, 22 Jul 2024 08:23:28 +0000 https://www.business.it/?p=139977 Le azioni degli attivisti del clima continuano a far discutere in tutto il mondo. Dai danneggiamenti alle opere d’arte all’inquinamento di tratti di fiumi, fino alle proteste più dannose e difficili da accettare per la gente comune: i blocchi stradali. Recentemente, si è concluso in Inghilterra un processo che ha visto protagonisti cinque attivisti dell’organizzazione… Read More »Pugno duro nel Regno Unito per i blocchi stradali. Dure condanne agli attivisti del clima

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Le azioni degli attivisti del clima continuano a far discutere in tutto il mondo. Dai danneggiamenti alle opere d’arte all’inquinamento di tratti di fiumi, fino alle proteste più dannose e difficili da accettare per la gente comune: i blocchi stradali. Recentemente, si è concluso in Inghilterra un processo che ha visto protagonisti cinque attivisti dell’organizzazione “Just Stop Oil”. Sono stati accusati di aver interrotto il traffico sull’autostrada M25 e di aver partecipato a una videochiamata in cui cercavano di raccogliere adesioni per mettere in atto il loro piano. L‘obiettivo del blocco era protestare contro l’esplorazione del Mare del Nord alla ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas.

Sentenze severe per gli attivisti

Al termine del procedimento giudiziario, le autorità hanno deciso di usare il pugno di ferro contro gli attivisti. Quattro di loro sono stati condannati a quattro anni di carcere, mentre il quinto ha ricevuto una pena ancora più severa: cinque anni di reclusione. Questa sentenza è stata definita dai media britannici la più dura mai emessa per questo tipo di reati “non violenti”.

La M25, l’autostrada che circonda Londra, è fondamentale per il traffico della capitale inglese. La scorsa settimana, i cinque colpevoli sono stati giudicati responsabili di “associazione a delinquere finalizzata ad arrecare disturbo alla collettività”. L’entità delle condanne ha sorpreso molti commentatori di Oltremanica.

Le motivazioni del giudice

Il giudice, nella sua motivazione, è stato chiaro: “Vi siete nominati arbitri unici di ciò che andrebbe fatto riguardo al cambiamento climatico,” ha scritto, “senza essere vincolati né dai principi della democrazia né dallo stato di diritto”. Questa dichiarazione mette in luce come, secondo la corte, gli attivisti abbiano agito in modo arbitrario, ignorando le norme democratiche e legali.

La sentenza ha suscitato diverse reazioni. Da una parte, c’è chi ritiene che sia giusto punire severamente chi disturba la vita quotidiana della collettività. Dall’altra, c’è chi vede in queste pene un attacco al diritto di protestare e alla libertà di espressione. Le azioni degli attivisti di “Just Stop Oil” hanno certamente acceso un dibattito sulle modalità di protesta e sull’efficacia di tali gesti estremi nel sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali.

Il futuro delle proteste climatiche

Questa vicenda solleva una domanda importante: quale sarà il futuro delle proteste climatiche? Se da un lato è chiaro che le azioni estreme possono portare a conseguenze legali severe, dall’altro resta evidente la necessità di affrontare le urgenti questioni ambientali che gli attivisti portano all’attenzione. Come bilanciare il diritto alla protesta con il rispetto della legge? Come garantire che le istanze sul cambiamento climatico vengano ascoltate senza compromettere l’ordine pubblico? Le sentenze emesse contro gli attivisti di “Just Stop Oil” rappresentano un punto di svolta nella gestione delle proteste climatiche. Mentre il dibattito continua, resta da vedere come la società e le istituzioni risponderanno a queste sfide in futuro.

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Bonus zanzariere 2024, ecco come ottenerlo e per quali modelli vale: tutte le informazioni https://www.business.it/bonus-zanzariere-2024-ecco-come-ottenerlo-e-per-quali-modelli-vale-tutte-le-informazioni/ Mon, 22 Jul 2024 08:05:28 +0000 https://www.business.it/?p=139969 Non sopportiamo più quel fastidioso ronzio nell’orecchio la notte appena ci addormentiamo. Non sopportiamo più i pizzichi in ogni parte del corpo. Non sopportiamo più di dover applicare prodotti specifici sulla nostra pelle anche mentre siamo in casa. E allora abbiamo pensato: perché non installare delle zanzariere? È la scelta giusta, ma non tutti sanno… Read More »Bonus zanzariere 2024, ecco come ottenerlo e per quali modelli vale: tutte le informazioni

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Non sopportiamo più quel fastidioso ronzio nell’orecchio la notte appena ci addormentiamo. Non sopportiamo più i pizzichi in ogni parte del corpo. Non sopportiamo più di dover applicare prodotti specifici sulla nostra pelle anche mentre siamo in casa. E allora abbiamo pensato: perché non installare delle zanzariere? È la scelta giusta, ma non tutti sanno come muoversi. Inoltre, esiste un bonus che può darci una mano, anche se non vale per tutti i tipi di zanzariere. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come ottenerlo.
Leggi anche: West Nile, primo morto in Italia: scatta l’allarme, cos’è il pericoloso virus

Il Bonus Zanzariere: di cosa si tratta?

Luca Cartapatti e Tatiana Oneta di AltroConsumo ci aiutano a capire meglio: “Non si tratta di un vero ‘bonus’, ma di una detrazione fiscale, un incentivo sugli interventi di riqualificazione energetica di abitazioni ed edifici. Non è una nuova agevolazione, quindi, ma uno degli interventi detraibili dalle tasse che fanno parte del pacchetto Ecobonus, attivo ormai da anni”.

Quali zanzariere rientrano nel bonus 2024?

Non tutte le zanzariere sono detraibili. Per poter usufruire del bonus, le zanzariere devono rispondere a specifici criteri, rientrando nella detrazione del 50% delle spese sostenute per l’installazione di schermature solari. In pratica, oltre a fungere da barriera contro gli insetti, devono migliorare la prestazione energetica della casa schermando la luce solare. Ecco i requisiti:

  • Protezione di una superficie vetrata
  • Non essere liberamente montabili e smontabili dall’utente
  • Essere regolabili e dotate di marcatura CE

Dettagli sulla detrazione

La detrazione copre sia la fornitura e la posa in opera delle zanzariere, sia le eventuali opere murarie necessarie. La detrazione spetta per il 50% della spesa fino a un massimo di 60.000 euro. Tuttavia, il pagamento dei lavori deve essere anticipato dal contribuente e recuperato in 10 anni, con quote annuali uguali attraverso le dichiarazioni dei redditi.

Requisiti tecnici

Per ottenere l’Ecobonus, le schermature devono rispettare i requisiti previsti dall’Allegato M al Dlgs 311/2006. Devono essere installate su esposizioni da Est a Ovest, passando per il Sud, avere un valore del fattore di trasmissione solare totale (gtot) inferiore o uguale a 0,35, e possedere la dichiarazione di prestazione (DOP) che attesta la destinazione d’uso del prodotto e le sue caratteristiche prestazionali.

Tipi di zanzariere consigliate

Secondo AltroConsumo, le zanzariere che rientrano nel bonus sono solo quelle a schermatura solare, ma la scelta della struttura è libera. Gli esperti suggeriscono:

  • Zanzariera a rullo avvolgente: con molla e a catenella, costo circa 24 euro/mq.
  • Zanzariere Magnetiche: fisse, estensibili o scorrevoli, prezzi da 7 a oltre 35 euro.
  • Zanzariere per finestre scorrevoli: costo a partire da 25 euro/mq.
  • Zanzariere a pannello fisso: costo medio di 50-60 euro/mq.
  • Zanzariere Plissettate: con una media di 80 euro che può arrivare fino a oltre 200 euro.
  • Zanzariere ad incasso a scomparsa: prezzi da 35-40 euro a pezzo fino a 100-110 euro per le più complesse.

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West Nile, primo morto in Italia nel 2024: è una donna di Pordenone https://www.business.it/west-nile-primo-morto-in-italia-nel-2024-e-una-donna-di-pordenone/ Mon, 22 Jul 2024 07:41:09 +0000 https://www.business.it/?p=139964 Non ce l’ha fatta l’anziana di 80 anni che, nei giorni scorsi, aveva contratto l’infezione da West Nile virus. La donna è deceduta ieri sera nel reparto di Neurologia dell’ospedale civile di Pordenone, dove era ricoverata in condizioni gravissime. Dopo i primi sintomi lievi, la situazione è rapidamente peggiorata fino al coma irreversibile.Leggi anche: Miracolo… Read More »West Nile, primo morto in Italia nel 2024: è una donna di Pordenone

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Non ce l’ha fatta l’anziana di 80 anni che, nei giorni scorsi, aveva contratto l’infezione da West Nile virus. La donna è deceduta ieri sera nel reparto di Neurologia dell’ospedale civile di Pordenone, dove era ricoverata in condizioni gravissime. Dopo i primi sintomi lievi, la situazione è rapidamente peggiorata fino al coma irreversibile.
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L’anziana, residente a Villotta di Chions, aveva iniziato a manifestare i primi sintomi dell’infezione il 10 luglio, con segni di stanchezza e inappetenza. Nei giorni successivi, la febbre alta e un’encefalite hanno complicato ulteriormente il quadro clinico, portandola in coma il 14 luglio. Nonostante gli sforzi dei medici, la situazione è rimasta critica fino all’epilogo fatale.
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Zona disinfestata

I tecnici del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria del Friuli Occidentale hanno effettuato un sopralluogo nella zona circostante l’abitazione della donna, situata vicino al fiume. Sebbene non siano state trovate situazioni critiche evidenti, è stato deciso di procedere con un trattamento larvicida per prevenire ulteriori contaminazioni. L’intervento, avviato questa mattina, ha riguardato un’area di 200 metri intorno alla casa dell’anziana.

Il West Nile virus è trasmesso principalmente dalle zanzare infette. L’anziana non aveva viaggiato di recente, il che indica che l’infezione è autoctona, cioè contratta localmente. La puntura di una zanzara infetta è stata la causa dell’infezione letale.

I consigli di prevenzione

L’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha espresso cordoglio e vicinanza ai familiari della donna. Ha inoltre ribadito l’importanza delle precauzioni per prevenire le punture di zanzare, principali vettori del virus. Le raccomandazioni includono l’uso di zanzariere alle finestre, indumenti chiari e coprenti, repellenti anti-zanzare sulle parti esposte del corpo e il frequente svuotamento di vasi e contenitori con acqua stagnante.

Su tutto il territorio regionale sono state posizionate trappole per la cattura delle zanzare, in collaborazione con i Dipartimenti di prevenzione, per monitorare la circolazione del virus. Al momento, la presenza del West Nile virus è stata segnalata nei territori delle ex Province di Pordenone e Udine.

In attesa di un vaccino

Il direttore del reparto di Infettivologia, Massimo Crapis, ha spiegato che non esiste ancora un vaccino contro il West Nile virus. “Oltre alle misure preventive – ha dichiarato Crapis – è fondamentale sensibilizzare e informare la popolazione sulla necessità di proteggersi dalle zanzare, specialmente dalla specie Culex, che è la principale portatrice di questo virus”. Crapis consiglia di usare repellenti all’imbrunire e nelle ore serali, e di bonificare giardini privati da pozze d’acqua e tombini, habitat preferiti dalle zanzare. “È ideale tenere le zanzariere abbassate, poiché questi insetti prediligono i luoghi chiusi”.

Nonostante l’attenzione rimanga alta, la situazione è considerata sotto controllo. Tuttavia, le alte temperature favoriscono la proliferazione delle zanzare, richiedendo una vigilanza costante per tutte le malattie trasmesse da questi insetti.

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Internet in vacanza, ecco cosa conviene usare. Dalla saponetta, all’hotspot, tutte le risposte per restare connessi (e risparmiare) https://www.business.it/internet-in-vacanza-ecco-cosa-conviene-usare-dalla-saponetta-allhotspot-tutte-le-risposte-per-restare-connessi-e-risparmiare/ Mon, 22 Jul 2024 07:19:15 +0000 https://www.business.it/?p=139959 Con l’estate arriva il momento delle vacanze e, tra le mille cose da organizzare, c’è anche la necessità di rimanere connessi a internet. Che si tratti di lavoro, svago o semplicemente per mantenere i contatti, avere una connessione affidabile è diventato fondamentale. Ma come si può risparmiare? Qual è la soluzione migliore? Ecco tutte le… Read More »Internet in vacanza, ecco cosa conviene usare. Dalla saponetta, all’hotspot, tutte le risposte per restare connessi (e risparmiare)

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Con l’estate arriva il momento delle vacanze e, tra le mille cose da organizzare, c’è anche la necessità di rimanere connessi a internet. Che si tratti di lavoro, svago o semplicemente per mantenere i contatti, avere una connessione affidabile è diventato fondamentale. Ma come si può risparmiare? Qual è la soluzione migliore? Ecco tutte le risposte per navigare senza pensieri.

Internet mobile: la chiavetta

Una delle soluzioni più semplici è utilizzare una chiavetta internet con una SIM mobile. Matteo Marano di Altroconsumo spiega: “Basta una chiavetta dotata di SIM, che si appoggia a una rete mobile. È fondamentale verificare la copertura nella zona in cui ci si recherà”. Con questo sistema, si può collegare solo il dispositivo in questione. Diverse le tariffe disponibili:

  • Optima: 4,90€ al mese per 100 GB.
  • Spusu e Very Mobile: 5,99€ al mese per 150 GB.
  • Tim, Wind, Vodafone, Fastweb, Iliad: circa 10€ al mese per 150/200 GB.

È importante ricordarsi di bloccare il pagamento quando non si utilizza più il servizio, contattando il servizio clienti.

La saponetta internet

Una soluzione alternativa è la saponetta internet, o router Wi-Fi mobile. Con un costo variabile tra i 30 e i 100€, permette di usare le stesse SIM della chiavetta, anche temporanee o dati a tempo. Ecco alcune offerte consigliate da Altroconsumo:

  • Wind: 150 GB per 90 giorni a 30€ o 250 GB a 35€ per 90 giorni.
  • Tim: Modem FWA ricaricabile a 99€ per internet illimitato per 90 giorni, con diverse opzioni di ricarica dopo i 90 giorni.

Tethering dal cellulare

Il tethering è un’altra opzione conveniente, permettendo di usare lo smartphone come hotspot per connettere altri dispositivi. In Italia, attualmente non ci sono costi aggiuntivi per il tethering. Tuttavia, è necessario avere un piano dati con abbastanza giga, altrimenti si rischia di incorrere in costi extra.

Connessione fissa per la seconda casa

Se si dispone di una seconda casa al mare o in montagna, la connessione fissa può essere una buona scelta. Alcuni operatori offrono sconti per la seconda casa. Ad esempio, Vodafone propone una connessione internet per la seconda casa a 21,90€ al mese. Anche Eolo offre una soluzione interessante con la sua tariffa “Eolo Quando Vuoi Max”. Questa prevede l’installazione di un’antenna satellitare per 99€, più il costo del modem, garantendo una velocità minima di download di 300 Mb/s e navigazione illimitata. Il costo delle ricariche è di 5,00€ per i primi due giorni, 1,50€/giorno dal 3° al 60° e 1,00€/giorno dal 61° al 90°.

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Cambio di sesso, lo studio su una pratica sempre più diffusa. Cosa hanno scoperto gli scienziati https://www.business.it/cambio-di-sesso-lo-studio-su-una-pratica-sempre-piu-diffusa-cosa-hanno-scoperto-gli-scienziati/ Wed, 10 Jul 2024 11:45:47 +0000 https://www.business.it/?p=139603 teoria, che incoraggerebbe sempre più giovani, nelle loro fasi più delicate, alla fluidità. Con comportamenti e decisioni che poi spesso si rivelano sbagliati, irreversibili o fatali. Emblematico lo studio del The Cureus Journal of Medical Science. Dal titolo: “Rischio di suicidio e autolesionismo in seguito a un intervento chirurgico per l’affermazione di genere“. Il lavoro,… Read More »Cambio di sesso, lo studio su una pratica sempre più diffusa. Cosa hanno scoperto gli scienziati

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teoria, che incoraggerebbe sempre più giovani, nelle loro fasi più delicate, alla fluidità. Con comportamenti e decisioni che poi spesso si rivelano sbagliati, irreversibili o fatali. Emblematico lo studio del The Cureus Journal of Medical Science. Dal titolo: “Rischio di suicidio e autolesionismo in seguito a un intervento chirurgico per l’affermazione di genere“. Il lavoro, basato su una ricerca durata oltre vent’anni, è stato redatto da sette ricercatori dell’Università del Texas, di Galveston. Lo studio è stato condotto su oltre 90 milioni di pazienti e si è svolto dal 2003 al 2023. Le strutture sanitarie statunitensi coinvolte nella ricerca sono 56. E qual è la conclusione? Che chi effettua un intervento chirurgico per cambiare sesso ha un rischio 12 volte maggiore di tentare il suicidio e di tenere atteggiamenti autolesionistici rispetto a chi, nelle stesse condizioni, non lo fa.
Leggi anche: Il papa contro l’ideologia gender: “È il male più brutto della nostra epoca”

Lo studio sul cambio di sesso

L’Indipendente ha ripreso alcuni passaggi chiave dello studio sul gender: “Con la crescente accettazione delle persone transgender – si legge nel sommario – il numero di interventi chirurgici per l’affermazione di genere è aumentato. Gli individui transgender affrontano tassi di depressione elevati, che portano ad un aumento dell’ideazione e dei tentativi di suicidio“. Questo studio valuta il rischio di suicidio o autolesionismo associato alle procedure di affermazione di genere. E cosa emerge? “I dati, raccolti dal 4 febbraio 2003 al 4 febbraio 2023, sono stati analizzati per esaminare tentativi di suicidio, morte, autolesionismo e disturbo da stress post-traumatico (PTSD) entro cinque anni dall’evento”. Ed quali sono i risultati? (Continua a leggere dopo la foto)

Scrivono gli studiosi: “Gli individui sottoposti a intervento chirurgico per l’affermazione del genere avevano un rischio di tentativi di suicidio 12,12 volte più elevato rispetto a coloro che non lo avevano fatto (3,47% contro 0,29%)”. La conclusione: “La chirurgia di affermazione del genere – si legge nella conclusione del sommario dello studio – è significativamente associata a rischi elevati di tentativi di suicidio, sottolineando la necessità di un completo supporto psichiatrico post-procedura”.

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Riconoscimento facciale per il Giubileo? Interviene il Garante: come stanno le cose https://www.business.it/riconoscimento-facciale-per-il-giubileo-interviene-il-garante-come-stanno-le-cose/ Wed, 10 Jul 2024 11:23:56 +0000 https://www.business.it/?p=139597 Riconoscimento facciale entro il Giubileo 2025 a Roma, i dubbi del Garante

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A Roma è allarme riconoscimento facciale. L’Ansa ha riportato la notizia che la Capitale introdurrà un nuovo sistema di videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle sue metropolitane in vista del Giubileo. La nuova strumentazione è stata inserita nelle gare d’appalto per l’ammodernamento delle stazioni ferroviarie sotterranee.
Leggi anche: Riconoscimento facciale, “deriva cinese” in Italia

Procedure in corso per il Giubileo

La notizia non è stata annunciata ufficialmente. Le procedure però sono partite. L’Indipendente sottolinea un contrasto con la moratoria in vigore fino al termine del 2025 che vieta l’installazione di sistemi di riconoscimento facciale in Italia. Per questo motivo, il Garante della Privacy ha chiesto ufficialmente al Comune di Roma maggiori informazioni in merito.

L’assessora alle politiche della sicurezza di Roma, Monica Lucarelli, ha risposto all’istruttoria del Garante, dichiarando che non saranno introdotte telecamere a riconoscimento facciale. Tuttavia, i documenti scoperti dai giornalisti raccontano un’altra storia. Il Comune parla di “madornale fraintendimento”.

La notizia riportata dall’Ansa riferiva di un‘audizione delle commissioni Giubileo e Mobilità del 6 maggio. L’assessore alla mobilità di Roma, Eugenio Patanè, aveva evidenziato la necessità di avviare due gare d’appalto da 100 milioni di euro per rimodernare le stazioni della metropolitana, inclusi i sistemi di videosorveglianza. Si è discusso di strumenti “in grado di verificare azioni scomposte” su banchine e vagoni o, come ha chiarito l’assessora Lucarelli all’Adnkronos, di identificare “comportamenti sospetti” adottati dai passeggeri.

I dubbi del Garante

Il Garante ha dei dubbi procedurali. Come possono le videocamere espletare un simile compito pur rispettando la privacy dei viaggiatori e dei cittadini? Ferri conclude: “L’intenzione è comparare il feed delle telecamere con un archivio di soggetti che, come sostiene Patanè, ‘si sono resi protagonisti in passato di atti non conformi e non idonei’”. Non è questo riconoscimento facciale? Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni, resta un grande dubbio. Il Garante promette di studiare meglio il caso.

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Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social https://www.business.it/instagram-blocca-i-contenuti-ecco-come-evitare-i-ban-e-sfuggire-alla-censura-dei-social/ Wed, 10 Jul 2024 11:10:48 +0000 https://www.business.it/?p=139593 Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social Instagram blocca i contenuti di natura politica. Molti vedono una coincidenza con l’approssimarsi delle elezioni europee e quelle per la presidenza degli Stati Uniti. Meta, la società che possiede Instagram, Facebook e WhatsApp, ha annunciato che non promuoverà contenuti politici… Read More »Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social

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Instagram blocca i contenuti? Ecco come evitare i ban e sfuggire alla censura dei social

Instagram blocca i contenuti di natura politica. Molti vedono una coincidenza con l’approssimarsi delle elezioni europee e quelle per la presidenza degli Stati Uniti. Meta, la società che possiede Instagram, Facebook e WhatsApp, ha annunciato che non promuoverà contenuti politici negli account che gli utenti non seguono. Le nuove regole, attive dal 25 marzo negli Stati Uniti, sono in vigore in Italia dal 28 aprile. Instagram ha disattivato la distribuzione dei post politici nelle sezioni “Esplora”, “Reels” e nei contenuti suggeriti.

Adam Mosseri, dirigente di Meta, aveva annunciato il cambiamento lo scorso 9 febbraio. Ora è realtà. L’algoritmo riduce la visibilità dei contenuti politici basandosi sul numero di “Mi Piace”. Instagram continuerà a mostrare i contenuti degli account seguiti, ma non raccomanderà quelli politici.

Come aggirare la censura

Esiste un modo per aggirare la censura di Instagram. Si va sul proprio profilo, si clicca in alto a destra sul simbolo con le tre righe e si accede all’area Impostazioni. Nella barra di ricerca si scrive “contenuti suggeriti” e si clicca su “contenuti di natura politica”. Qui si può selezionare “non limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui”. Il problema è che molti non sono a conoscenza del blocco, promesso da Instagram senza una adeguata campagna divulgativa.

Per molti giovani, i social network sono la principale fonte di informazione. Questa è spesso una informazione “passiva”, dove gli utenti non cercano attivamente notizie, ma delegano agli algoritmi la scelta. Questi algoritmi ora offrono meno informazione agli utenti.

La risposta di Meta

Meta ha spiegato al Washington Post che i temi sociali includono contenuti che identificano problemi influenzati dall’azione o inazione degli altri, come le relazioni internazionali o il crimine. Non è chiaro chi stabilisca cosa sia un contenuto politico, lasciando ampio spazio alla discrezionalità di Meta. Secondo Taylor Lorenz e Naomi Nix del Washington Post, la limitazione si applica agli account piuttosto che ai singoli post, penalizzando i creatori di contenuti che condividono spesso post politicamente orientati.

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“La vita che ci avevano promesso i nostri genitori non esiste più!” Storia di Michelangelo e di una generazione tradita https://www.business.it/la-vita-che-ci-avevano-promesso-i-nostri-genitori-non-esiste-piu-storia-di-michelangelo-e-di-una-generazione-tradita/ Wed, 10 Jul 2024 11:01:00 +0000 https://www.business.it/?p=139589 La vita dei giovani italiani di oggi è una lotta quotidiana. Michelangelo Vood, cantautore di 32 anni nato in Basilicata e residente a Milano, racconta una storia che riflette le difficoltà di un’intera generazione. Vive in affitto in una casa condivisa con altre tre persone. Ha un lavoro precario e lotta ogni giorno per mantenere… Read More »“La vita che ci avevano promesso i nostri genitori non esiste più!” Storia di Michelangelo e di una generazione tradita

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La vita dei giovani italiani di oggi è una lotta quotidiana. Michelangelo Vood, cantautore di 32 anni nato in Basilicata e residente a Milano, racconta una storia che riflette le difficoltà di un’intera generazione. Vive in affitto in una casa condivisa con altre tre persone. Ha un lavoro precario e lotta ogni giorno per mantenere vivo il suo sogno musicale.

Michelangelo, intervistato da Vanity Fair, descrive il suo passato e le sue aspettative per il futuro. Da bambino, immaginava una vita diversa a 30 anni. Sognava una casa propria, un lavoro stabile, una bella macchina, una famiglia e magari anche un cane. Ora, a 32 anni, la realtà è ben diversa. “Di quell’elenco di cose, forse la più realistica sarebbe prendere un cane, ma non lo faccio perché a stento riesco a badare a me stesso”, dice.

Alla ricerca della felicità

La vita a Milano è difficile. I costi degli affitti sono esorbitanti e il lavoro precario rende quasi impossibile ottenere un mutuo. Michelangelo spende più di metà del suo stipendio per l’affitto. La famiglia è lontana e le auto sono solo quelle del car-sharing. “All’improvviso la vita che ci avevano promesso i nostri genitori non esisteva più”, spiega Michelangelo. “È come se ci avessero allenato per tutta la vita a correre i 100 metri, ma il giorno della gara scopriamo che in realtà dobbiamo correre una maratona”.

Michelangelo teme che la sua generazione abbia rinunciato ai propri sogni. La rincorsa per recuperare il tempo perduto e sistemarsi nella vita ha preso il sopravvento. “Alla mia età si dovrebbe essere già ‘sistemati’, e poco importa se ‘sistemati‘ non faccia rima con ‘felici'”, conclude.

La storia di Michelangelo è un esempio delle sfide che affrontano molti giovani oggi. Le promesse dei genitori sembrano lontane e irraggiungibili. Ma nonostante le difficoltà, Michelangelo continua a lottare per il suo sogno, rappresentando una generazione che non si arrende facilmente.

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Dieta mediterranea, business da 90 miliardi https://www.business.it/dieta-mediterranea-business-da-90-miliardi/ Tue, 09 Jul 2024 09:34:11 +0000 https://www.business.it/?p=139545 Nel 2023, il settore alimentare italiano ha registrato una crescita del 10%, spinto dall’export. Il valore complessivo ha raggiunto i 90 miliardi di euro, un traguardo significativo per la nostra economia. La dieta mediterranea, famosa in tutto il mondo, ha giocato un ruolo fondamentale in questo successo. Dal 2012 al 2023, il settore è cresciuto… Read More »Dieta mediterranea, business da 90 miliardi

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Nel 2023, il settore alimentare italiano ha registrato una crescita del 10%, spinto dall’export. Il valore complessivo ha raggiunto i 90 miliardi di euro, un traguardo significativo per la nostra economia. La dieta mediterranea, famosa in tutto il mondo, ha giocato un ruolo fondamentale in questo successo. Dal 2012 al 2023, il settore è cresciuto costantemente, passando da 53 miliardi a circa 90 miliardi di euro. Anche le esportazioni sono aumentate, passando da 23 a 44 miliardi di euro nello stesso periodo.
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La crescita incredibile del food italiano

Negli ultimi dieci anni, le aziende del food italiano hanno mostrato una redditività superiore alla media delle imprese italiane. Anche la produttività degli investimenti e il tasso di indebitamento hanno registrato dati positivi. Le piccole e medie imprese a controllo familiare dominano il settore. Queste aziende, seppur relativamente piccole con un fatturato medio di circa 97 milioni di euro e 178 collaboratori, hanno saputo crescere del 4,4% annuo dal 2013 al 2022.

Dal 2009, le aziende del settore hanno effettuato 72 acquisizioni, di cui 26 internazionali, per un totale di 5,4 miliardi di euro. Queste acquisizioni hanno portato a un aumento del fatturato del 90% e a un miglioramento del margine EBIT del 6%. Il settore ha superato diverse crisi congiunturali, una pandemia e tensioni geopolitiche, continuando a crescere sopra la media nazionale.

Le prospettive future

Il 2023 è stato un anno eccezionale per il settore alimentare italiano, con una crescita del 10% grazie al buon andamento del mercato interno e all’export. Le esportazioni hanno raggiunto i 44 miliardi di euro, con una crescita del 6,3%. La redditività commerciale ha raggiunto il 5,1%, mentre quella del capitale investito sfiora l’8%, grazie all’ottimizzazione delle scorte.

La crescita del settore alimentare proseguirà nel biennio 2024-2025 con tassi superiori al PIL. Si prevede una crescita del 4,8% per il 2024 e del 5,2% per il 2025. Anche l’export continuerà a crescere, con un aumento dell’8,1% nel 2024 e del 7,3% nel 2025. Settori tipici del Made in Italy come caffè, olio, distillati e vino cresceranno a tassi superiori alla media, grazie ai buoni risultati sul mercato internazionale. Settori come pasta, latte e derivati, e dolci cresceranno a valori leggermente inferiori, a causa delle tensioni nel sistema della distribuzione e della contrazione dei consumi in alcuni segmenti del mercato italiano.

Il settore alimentare italiano è destinato a consolidare i suoi eccellenti risultati del periodo post Covid. La crescita dimensionale è una priorità da perseguire attraverso acquisizioni e fusioni, vantaggiose per le singole aziende e per le filiere produttive. La dieta mediterranea continuerà a essere un simbolo di eccellenza e qualità, trainando il cibo italiano verso nuovi traguardi.

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Firenze, la “rivoluzione” di Ravvin: ecco quanto costa un pasto con vino https://www.business.it/firenze-la-rivoluzione-di-ravvin-ecco-quanto-costa-un-pasto-con-vino/ Tue, 09 Jul 2024 09:08:52 +0000 https://www.business.it/?p=139541 Nel cuore di Firenze, un nuovo locale sta conquistando i palati e i cuori dei fiorentini con la sua offerta culinaria unica e prezzi stracciati. Si tratta di Ravvin – Produzioni Alimentari, nato dalla passione di Lorenzo D’Alessio e Meng Wang, conosciuta come Mei. Questa trattoria moderna unisce la cucina italiana e cinese, proponendo piatti… Read More »Firenze, la “rivoluzione” di Ravvin: ecco quanto costa un pasto con vino

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Nel cuore di Firenze, un nuovo locale sta conquistando i palati e i cuori dei fiorentini con la sua offerta culinaria unica e prezzi stracciati. Si tratta di Ravvin – Produzioni Alimentari, nato dalla passione di Lorenzo D’Alessio e Meng Wang, conosciuta come Mei. Questa trattoria moderna unisce la cucina italiana e cinese, proponendo piatti di alta qualità a costi incredibilmente bassi, grazie a un innovativo modello di business basato sull’economia di scala.
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La storia di Lorenzo e Mei

Lorenzo, 46 anni, italiano con una laurea in psicologia, e Mei, 34 anni, cinese con una laurea in disegno industriale, si sono conosciuti mentre Lorenzo stava per iniziare la sua carriera come psicologo. Tuttavia, la loro comune passione per la cucina li ha portati a cambiare strada. Nel 2017 hanno aperto “Ravioli e Vino” in via del Ponte alle Mosse, che successivamente è diventato “Ravvin”. Il locale fonde le ricette orientali con ingredienti italiani di prima qualità, creando un’esperienza culinaria unica.

I prezzi competitivi di Ravvin

Partiti con un piccolo locale di 70 mq, Lorenzo e Mei hanno rapidamente ampliato il loro business. Nel 2018, hanno acquisito un nuovo spazio di 100 mq per il laboratorio di produzione e, nel 2023, hanno trasferito il laboratorio in una struttura di 550 mq a Osmannoro. Questo spazio più grande può ospitare oltre 100 persone, offrendo una vasta gamma di piatti a prezzi estremamente competitivi.

“L’idea era di creare un negozio a nostra immagine e somiglianza, con poche cose nel menu, ma fatte bene e a prezzi accessibili”, spiega Lorenzo. Il risultato? 7 ravioli a 3€, 7 arrosticini a 5€ e un calice di vino a 1€. Un pasto completo può costare meno di 10€. Il segreto di questi prezzi risiede nell’economia di scala: produzione in grandi quantità per ridurre i costi fissi e superflui.

Una proposta gastronomica appetitosa e un modello efficiente

Ravvin elimina processi costosi e inefficienze comuni nei ristoranti tradizionali. Non c’è servizio al tavolo e vengono utilizzate stoviglie usa e getta. Tutti i piatti sono preparati nel laboratorio, surgelati e poi cotti nei negozi. “Lavoriamo sui grandi numeri, acquistando direttamente dai commercianti per abbattere i costi”, spiega Lorenzo.

Il menu di Ravvin si concentra su ravioli cinesi con ingredienti italiani. Offrono due tipologie di ravioli: i classici (3€ per 7 ravioli) con scottona e verdure, maiale e cipollotti, e quelli speciali (4,50€ per 7 ravioli) con pecora e verdure, tacchino e melanzane. Inoltre, il menu include arrosticini di pecora, maiale, scottona e seitan, tofu alla piastra e spezzatino di seitan, tutti a 3€. I clienti possono anche acquistare ravioli crudi da cuocere a casa in 12 minuti.

Dopo Firenze, Pistoia. E poi…

Recentemente, Ravvin ha aperto una seconda sede a Pistoia, mantenendo lo stesso format di successo. Inoltre, Lorenzo e Mei stanno pianificando l’apertura di un altro punto vendita vicino al laboratorio e stanno valutando l’ingresso nella grande distribuzione organizzata (GDO). Con una capacità produttiva ampliata, sono pronti a cogliere nuove opportunità di mercato.

Ravvin rappresenta un nuovo modo di fare ristorazione, dimostrando che è possibile offrire qualità a prezzi accessibili. Un modello che sta riscuotendo grande successo e che potrebbe presto espandersi ulteriormente, portando la loro filosofia e i loro sapori unici a un pubblico sempre più vasto.

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Il nucleo della Terra rallenta la sua velocità: le possibili conseguenze sul campo magnetico del pianeta https://www.business.it/il-nucleo-della-terra-rallenta-la-sua-velocita-le-possibili-conseguenze-sul-campo-magnetico-del-pianeta/ Tue, 09 Jul 2024 08:52:10 +0000 https://www.business.it/?p=139537 Una recente scoperta pubblicata su “Nature” ha rivelato che il nucleo solido della Terra, situato a circa 5 mila chilometri sotto la superficie, sta rallentando la sua rotazione rispetto al resto del pianeta. Questa ricerca, condotta da un team di ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze e dell’Università della California del Sud, apre nuove domande sui… Read More »Il nucleo della Terra rallenta la sua velocità: le possibili conseguenze sul campo magnetico del pianeta

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Una recente scoperta pubblicata su “Nature” ha rivelato che il nucleo solido della Terra, situato a circa 5 mila chilometri sotto la superficie, sta rallentando la sua rotazione rispetto al resto del pianeta. Questa ricerca, condotta da un team di ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze e dell’Università della California del Sud, apre nuove domande sui meccanismi interni del nostro pianeta.

La struttura del nucleo terrestre

Il nucleo interno della Terra è una sfera solida composta principalmente di ferro e nichel. Nonostante le temperature elevatissime, paragonabili a quelle della superficie del Sole, l’enorme pressione mantiene questo nucleo in uno stato solido. Attorno a esso, il nucleo esterno, di natura fluida, permette al nucleo interno di variare la sua velocità di rotazione rispetto al resto del pianeta.

Osservando il comportamento delle onde sismiche generate da terremoti e test nucleari, i ricercatori hanno notato un cambiamento nella velocità di rotazione del nucleo interno. Analizzando 121 terremoti tra il 1991 e il 2023 e test nucleari sovietici degli anni ’70, è emerso che il nucleo interno ha rallentato, al punto che la superficie terrestre lo ha superato in velocità.

Le possibili implicazioni dello studio pubblicato da “Nature”

Le variazioni nella rotazione del nucleo interno potrebbero influenzare il campo magnetico terrestre. Il nucleo esterno fluido è cruciale per la generazione del campo magnetico attraverso il movimento di materiali conduttivi. Un cambiamento nella rotazione del nucleo interno potrebbe alterare queste dinamiche, causando variazioni nel campo magnetico, anche se minime.

Nonostante l’intrigante scoperta, non ci sono motivi per allarmarsi. Le differenze nella velocità di rotazione del nucleo interno rispetto alla superficie terrestre sono minime, misurate in decimi di grado al giorno. Queste variazioni non influenzeranno la nostra vita quotidiana in modo significativo. Il ciclo di rotazione del nucleo interno potrebbe avere una periodicità di circa 70 anni, suggerendo che il rallentamento attuale potrebbe essere solo una fase temporanea.

Conseguenze per l’uomo

Comprendere i processi interni della Terra è una sfida complessa. Le uniche informazioni disponibili provengono dall’analisi delle onde sismiche, che forniscono indizi sulla struttura interna del pianeta. Questi dati, seppur limitati, sono fondamentali per decifrare i misteri del nucleo terrestre. Questa scoperta, mentre affascina la comunità scientifica, ci ricorda quanto ancora dobbiamo imparare sul cuore pulsante del nostro pianeta. Le ricerche continueranno, sperando di svelare ulteriori segreti nascosti sotto i nostri piedi.

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L’uso di talco aumenta il rischio di cancro dell’ovaio? Lo studio chiarisce tutti i dubbi https://www.business.it/luso-di-talco-aumenta-il-rischio-di-cancro-dellovaio-lo-studio-chiarisce-tutti-i-dubbi/ Tue, 09 Jul 2024 08:08:47 +0000 https://www.business.it/?p=139534 È un fulmine a ciel sereno per molti consumatori. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente classificato il talco come “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. Questa decisione è basata su una serie di studi scientifici. Essi suggeriscono una possibile associazione tra l’uso del talco e l’insorgenza di tumori, in particolare alle ovaie e… Read More »L’uso di talco aumenta il rischio di cancro dell’ovaio? Lo studio chiarisce tutti i dubbi

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È un fulmine a ciel sereno per molti consumatori. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente classificato il talco come “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. Questa decisione è basata su una serie di studi scientifici. Essi suggeriscono una possibile associazione tra l’uso del talco e l’insorgenza di tumori, in particolare alle ovaie e ai polmoni.

Il verdetto della IARC non è stato preso alla leggera. Un gruppo di 29 scienziati provenienti da 13 paesi ha analizzato in modo approfondito la letteratura scientifica. Ecco gli effetti del talco privo di amianto sulla salute umana. “Numerosi studi hanno dimostrato un aumento dell’incidenza del cancro alle ovaie negli esseri umani. Questi hanno utilizzato il talco nella regione perineale”, spiega l’agenzia. Sottolineando anche che ricerche precedenti avevano evidenziato un aumento dei tumori ovarici nelle donne impiegate nell’industria cartaria. In entrambi i casi, la possibilità di contaminazione del talco con amianto non è stata completamente esclusa.

Che cos’è il talco

Il talco, un composto naturale di silicato di magnesio, è ampiamente utilizzato in molti settori, specialmente nella cosmetica. È presente in materiali plastici, carta, ceramica, mangimi e numerosi prodotti di bellezza e cura personale come cipria, fondotinta e polveri per il corpo utilizzate per l’igiene intima o per evitare la frizione della pelle durante l’attività sportiva.

Un’indagine condotta nel 2013 dal Brigham and Women’s Hospital di Boston ha rilevato che le donne che usano regolarmente il talco sulle parti intime hanno un rischio superiore del 24% di sviluppare il cancro alle ovaie. Anche in questo studio, non è stato possibile escludere completamente la possibilità di contaminazione del talco con amianto, complicando così la valutazione del rischio specifico.

I test sugli animali

Le prove degli effetti cancerogeni del talco sugli animali da laboratorio sono invece considerate sufficienti. Il talco ha provocato il cancro alle ghiandole surrenali e ai polmoni nei topi femmina e ha causato neoplasie benigne e maligne nei ratti maschi.

È importante sottolineare che le indagini analizzate dalla IARC sono principalmente studi di associazione e non dimostrano un rapporto di causa effetto diretto. Per questo motivo, la sostanza è stata inserita nell’elenco di quelle “probabilmente cancerogene”, poiché le prove attuali sono limitate. I dettagli della ricerca “Carcinogenicity of talc and acrylonitrile” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Oncology.

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Tesla choc: “Le auto pulite sono una sporca bugia!”. In centinaia assaltano la fabbrica di Elon Musk (VIDEO) https://www.business.it/tesla-choc-le-auto-pulite-sono-una-sporca-bugia-in-centinaia-assaltano-la-fabbrica-di-elon-musk-video/ Tue, 09 Jul 2024 07:56:04 +0000 https://www.business.it/?p=139530 Momenti di confusione e paura si sono susseguiti stamattina e per tutta la giornata presso uno dei principali siti di produzione di automobili elettriche Tesla in Europa, situato a Grunheide, vicino a Berlino. Non si è trattato di una semplice protesta, ma di un vero e proprio atto di guerriglia organizzata. Centinaia di manifestanti, appartenenti… Read More »Tesla choc: “Le auto pulite sono una sporca bugia!”. In centinaia assaltano la fabbrica di Elon Musk (VIDEO)

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Momenti di confusione e paura si sono susseguiti stamattina e per tutta la giornata presso uno dei principali siti di produzione di automobili elettriche Tesla in Europa, situato a Grunheide, vicino a Berlino. Non si è trattato di una semplice protesta, ma di un vero e proprio atto di guerriglia organizzata. Centinaia di manifestanti, appartenenti al movimento ambientalista Robin Hood, si sono diretti verso lo stabilimento con intenzioni bellicose. Molti di loro, vestiti di nero e con i volti coperti, hanno creato un’atmosfera di tensione già dalle prime ore del mattino.
Leggi anche: È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate

Gli attivisti hanno tentato di superare i confini del sito industriale, ma sono stati prontamente respinti dalle forze di polizia. La situazione è degenerata quando i manifestanti si sono divisi: alcuni sono riusciti a entrare nel perimetro della fabbrica, mentre altri si sono dispersi nei boschi circostanti, apparentemente con l’intento di bloccare i percorsi di accesso al sito.

Gli scontri tra polizia e manifestanti

Le Forze dell’Ordine e i manifestanti sono entrati in collisione, con scontri violenti che hanno portato al ferimento di una ragazza e di tre agenti, tutti bisognosi di assistenza medica. Mentre a Grunheide la situazione era esplosiva, a Berlino, nei pressi del centro commerciale Mall of Berlin dove si trova un punto vendita Tesla, altri attivisti hanno inscenato una protesta rumorosa con urla e striscioni. Tra questi, uno recitava: “Le auto pulite sono una sporca bugia.”

È significativo che tali accuse e conseguenti proteste provengano dagli ambientalisti stessi. Questo sembra suggerire che il “progetto auto elettrica” stia fallendo. Molti hanno ormai compreso che questi veicoli non rappresentano il toccasana che per anni le case produttrici e le istituzioni hanno promesso. La disillusione è palpabile e l’era delle auto elettriche potrebbe durare molto meno di quanto si pensasse, come conferma il calo generalizzato delle vendite un po’ ovunque.

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Scena da horror, una parete “trasuda sangue”. Bambina di 4 anni terrorizzata. Poi la scoperta choc https://www.business.it/scena-da-horror-una-parete-trasuda-sangue-bambina-di-4-anni-terrorizzata-poi-la-scoperta-choc/ Tue, 09 Jul 2024 07:28:36 +0000 https://www.business.it/?p=139526 È una storia incredibile quella che ha coinvolto una famiglia americana della Carolina del Nord. Da mesi, la loro bambina di 4 anni era terrorizzata dai misteriosi rumori che sentiva provenire dalla soffitta situata sopra la sua cameretta. I genitori, preoccupati per le paure della piccola, hanno deciso di indagare. Quello che hanno scoperto li… Read More »Scena da horror, una parete “trasuda sangue”. Bambina di 4 anni terrorizzata. Poi la scoperta choc

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È una storia incredibile quella che ha coinvolto una famiglia americana della Carolina del Nord. Da mesi, la loro bambina di 4 anni era terrorizzata dai misteriosi rumori che sentiva provenire dalla soffitta situata sopra la sua cameretta. I genitori, preoccupati per le paure della piccola, hanno deciso di indagare. Quello che hanno scoperto li ha lasciati senza parole.

Una notte, entrando nella stanza della bambina al buio, hanno notato che una delle pareti trasudava una sostanza che, a prima vista, sembrava sangue. La scena ricordava i più celebri film horror come “Shining”, ma la verità si è rivelata essere altrettanto sorprendente.

La parete “infestata”

Dietro il muro della cameretta si nascondeva un segreto: un gigantesco alveare di api. La madre della bambina ha raccontato al quotidiano “Guardian Massis Class” che la sostanza rossastra che colava lungo le pareti rosa della stanza era in realtà miele. “A causa del buio, sembrava sangue,” ha spiegato. “Solo quando abbiamo acceso la luce, abbiamo capito che era miele.”

La famiglia ha immediatamente contattato una ditta di disinfestazione che, grazie a una telecamera termica, ha scoperto la verità: le api mellifere avevano costruito un alveare impressionante del peso di 45 chilogrammi. “Appena l’apicoltore ha colpito la parete con il martello,” ha raccontato ancora la madre, “migliaia e migliaia di api sono sciamate fuori come in un film horror.”

Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito. Le api sono state trasferite in un santuario dove possono continuare a svolgere il loro prezioso lavoro di impollinazione. La famiglia, sollevata, può finalmente dormire sonni tranquilli, sapendo che la loro casa non è più invasa da questi insetti laboriosi. Un’avventura davvero fuori dal comune, che ha portato con sé un misto di paura e stupore, ma che si è conclusa con un lieto fine sia per la famiglia che per le api.

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I 7 elettrodomestici che consumano più energia e i consigli per risparmiare https://www.business.it/i-7-elettrodomestici-che-consumano-piu-energia-e-i-consigli-per-risparmiare/ Fri, 05 Jul 2024 08:13:04 +0000 https://www.business.it/?p=139484 La gestione responsabile dell’energia è cruciale. Gli elettrodomestici che utilizziamo ogni giorno influiscono sul nostro consumo energetico e sulla bolletta. Alcuni apparecchi consumano più di altri. Conoscere questi consumi aiuta a risparmiare e ridurre l’impatto ambientale. La Classifica degli Elettrodomestici che Consumano di più Ottimizzare l’uso degli apparecchi più energivori può ridurre le spese. Ecco… Read More »I 7 elettrodomestici che consumano più energia e i consigli per risparmiare

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La gestione responsabile dell’energia è cruciale. Gli elettrodomestici che utilizziamo ogni giorno influiscono sul nostro consumo energetico e sulla bolletta. Alcuni apparecchi consumano più di altri. Conoscere questi consumi aiuta a risparmiare e ridurre l’impatto ambientale.

La Classifica degli Elettrodomestici che Consumano di più

Ottimizzare l’uso degli apparecchi più energivori può ridurre le spese. Ecco i sette elettrodomestici che consumano di più:

  1. Condizionatore: È il re dei consumi. Una famiglia media utilizza 450 kWh all’anno per il condizionatore, con un costo di circa 120 euro. Emissioni annue: 143 kg di CO2. Per risparmiare, scegliere modelli di classe energetica A o superiore, usare la modalità ECO e pulire regolarmente i filtri.
  2. Phon: Il phon è il secondo apparecchio più energivoro. Può assorbire oltre 2.000 Watt. Emissioni annue: circa 25 kg di CO2.
  3. Frigorifero: Sempre acceso, rappresenta circa il 25% del consumo energetico domestico. Un frigorifero di classe A consuma in media 300 kWh all’anno, con un costo di circa 80 euro. Emissioni annue: 102 kg di CO2. Preferire modelli di classe A o superiore.
  4. Lavatrice: Utilizzata circa 260 volte all’anno, consuma 240 kWh con un costo di circa 63 euro. Emissioni annue: 64 kg di CO2. Lavare a basse temperature e usare la modalità eco.
  5. Microonde: Assorbe fino a 2.400 Watt. Emissioni annue: 133 kg di CO2.
  6. Lavastoviglie: Può essere più efficiente del lavaggio a mano se usata correttamente. Consumo: 220 kWh all’anno per 220 cicli, con un costo di circa 60 euro. Emissioni annue: 140 kg di CO2. Preferire modelli di classe A e evitare l’asciugatura con aria calda.
  7. Forno Elettrico: Consuma circa 105 kWh all’anno, con una spesa di circa 30 euro. Emissioni annue: 66 kg di CO2. Usare la modalità ventilata e scegliere elettrodomestici di classe energetica elevata.

Le Etichette di Classe Energetica degli Elettrodomestici

Una famiglia italiana produce circa 673 kg di CO2 ogni anno solo con questi elettrodomestici. Moltiplicando questo dato per il numero di famiglie in Italia, si raggiungono 17 miliardi di kg di CO2 ogni anno. Le emissioni di CO2 sono una delle principali cause dell’effetto serra e del cambiamento climatico.

Tutti gli elettrodomestici devono avere un’etichetta energetica che indica il loro consumo. La classe energetica va da A (più efficienti) a D (meno efficienti). Elettrodomestici di classe A consumano meno e riducono i costi delle bollette. Dal 1° marzo 2021, le nuove etichette energetiche sono obbligatorie e forniscono informazioni dettagliate su efficienza e prestazioni.

I costi delle forniture di elettricità e gas sono aumentati. Secondo ARERA, le bollette dell’elettricità sono aumentate del 55% e quelle del gas del 41,8%. Le famiglie cercano di risparmiare riducendo i consumi energetici. Conoscere i consumi degli elettrodomestici aiuta a fare scelte più responsabili e a risparmiare energia e denaro.

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Al via i dazi europei sulle auto elettriche importate, ma la Germania contesta l’operazione e favorisce ancora la Cina https://www.business.it/al-via-i-dazi-europei-sulle-auto-elettriche-importate-ma-la-germania-contesta-loperazione-e-favorisce-ancora-la-cina/ Fri, 05 Jul 2024 07:31:23 +0000 https://www.business.it/?p=139475 Oggi, 5 luglio, scattano i dazi dell’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. La decisione della Commissione Ue è destinata a creare scompiglio, con la Germania che esprime forte dissenso, mentre la Cina mantiene una posizione di forza. I dazi colpiscono tre dei principali produttori cinesi: Byd, Geely e Saic, con aumenti dei prezzi rispettivamente del… Read More »Al via i dazi europei sulle auto elettriche importate, ma la Germania contesta l’operazione e favorisce ancora la Cina

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Oggi, 5 luglio, scattano i dazi dell’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. La decisione della Commissione Ue è destinata a creare scompiglio, con la Germania che esprime forte dissenso, mentre la Cina mantiene una posizione di forza. I dazi colpiscono tre dei principali produttori cinesi: Byd, Geely e Saic, con aumenti dei prezzi rispettivamente del 17,4%, 19,9% e 37,6%. Anche altri produttori subiranno rincari del 20,8% se hanno collaborato con l’indagine Ue, e del 37,6% in caso contrario. La decisione finale su questi dazi provvisori sarà presa entro fine ottobre dagli Stati membri.
Leggi anche: Auto elettriche: “Sono spazzatura, lo dissi fin da subito”. L’esperto smonta il bluff del finto ecologismo

“Vogliamo il dialogo con la Cina”

Se confermati, i dazi diventeranno definitivi per cinque anni. La Cina ha già minacciato ritorsioni, suscitando preoccupazione tra i produttori tedeschi, che dipendono fortemente dal mercato cinese. Finora, Pechino ha reagito con un aumento dei dazi sulla carne di maiale e prodotti derivati, un segnale di disponibilità al dialogo piuttosto che di confronto diretto.
Leggi anche: È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate

Il portavoce della Commissione Europea ha dichiarato: “I dazi non sono un obiettivo in sé, ma un mezzo per correggere una situazione ingiusta. Vogliamo il dialogo con la Cina, e questo dialogo sta avendo luogo”. Ha inoltre aggiunto che gli Stati membri voteranno sulla questione, ma che “il commercio è una competenza dell’Ue”. Da Pechino, il portavoce del ministero del Commercio He Yadong ha espresso la speranza che l’Ue “mostri sincerità nel portare avanti la consultazione sull’indagine anti-sovvenzioni”.

Il rischio della misura speculare della Cina

La Cina rimane in una posizione di forza. La produzione di auto elettriche in Europa dipende dalla componentistica cinese, in particolare dalle batterie. Inoltre, i produttori cinesi stanno già iniziando a produrre direttamente all’interno dell’Ue, eludendo così i dazi. Nell’immediato, molte vetture prodotte in Cina sono già state trasferite e stipate nei porti europei. I bassi prezzi, favoriti dai sussidi statali, permettono ai produttori cinesi di mantenere un vantaggio competitivo nonostante le tariffe.

Il vero timore per l’Europa è un possibile incremento dei dazi cinesi sull’importazione di auto di grossa cilindrata. La Cina è il più grande mercato mondiale per queste vetture, e i produttori tedeschi come Bmw, Audi e Mercedes sono particolarmente vulnerabili. Diversa è la situazione per i produttori francesi e italiani, meno presenti in Cina e con maggiori difficoltà nel settore elettrico.

Urso: “Auspico soluzione negoziale”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha auspicato una soluzione negoziale, affermando che i dazi sono solo uno strumento e che “la soluzione è cosa diversa”. Secondo Urso, una soluzione andrebbe trovata “all’interno del Wto perché noi siamo per un mercato libero ma equo”.

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L’ospedale e il “trucco” dell’orario sbagliato, una storia di (ordinaria) malasanità. Il VIDEO https://www.business.it/lospedale-e-il-trucco-dellorario-sbagliato-una-storia-di-ordinaria-malasanita-il-video/ Thu, 04 Jul 2024 11:21:49 +0000 https://www.business.it/?p=139470 Tutti noi lamentiamo il collasso della sanità pubblica, vittima di tagli indiscriminati e del processo di aziendalizzazione dei presidi sanitari. Oltre a essere gravata da carenze di personale e di medicinali, si sta assistendo a una deriva verso una sorta di privatizzazione delle cure. Al punto che in Veneto sono nati i Pronto Soccorso “a… Read More »L’ospedale e il “trucco” dell’orario sbagliato, una storia di (ordinaria) malasanità. Il VIDEO

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Tutti noi lamentiamo il collasso della sanità pubblica, vittima di tagli indiscriminati e del processo di aziendalizzazione dei presidi sanitari. Oltre a essere gravata da carenze di personale e di medicinali, si sta assistendo a una deriva verso una sorta di privatizzazione delle cure. Al punto che in Veneto sono nati i Pronto Soccorso “a pagamento”. Ma insieme a tutto ciò, vi è poi la grave e truffaldina pratica delle visite private. Laddove in ospedale si debba attendere lunghi mesi, spesso anni, per ricevere una visita e dunque delle cure, in intramoenia (e magari lo stesso medico) i problemi scompaiono. Il paziente ottiene un appuntamento anche nel giro di pochi giorni. Basta pagare e le interminabili liste d’attesa si assottigliano oltremodo.

Ora, passiamo ai fatti. E i fatti ci raccontano di una meritoria inchiesta del portale informativo Fanpage. Alla redazione un cittadino ha riferito di essersi sottoposto a un trattamento medico a pagamento all’interno dell’ospedale San Giuseppe di Milano. Accidentalmente aveva notato che la prestazione sanitaria fosse stata registrata, all’accettazione, in un orario diverso rispetto a quello in cui è stata effettivamente eseguita.

La prassi sconcertante

“È la prassi,” con disarmante candore è stato detto dalla segreteria dell’ospedale all’inviato di Fanpage, che naturalmente era in incognito e con telecamera nascosta. “È la prassi, segniamo un orario diverso perché il personale sanitario non potrebbe svolgere la libera professione nel loro orario di lavoro.” L’Ospedale San Giuseppe, nel pieno centro di Milano, è una struttura privata accreditata dalla Regione Lombardia e uno dei più rinomati centri di chirurgia della mano. William Picciau, il cittadino milanese in questione, ha raccontato: “Mi sono rivolto alla struttura per fare una visita con uno specialista della mano e per un’eventuale fisioterapia. La visita è andata molto bene, l’ho effettuata il 22 di aprile alle 15:20, e subito dopo, una volta uscito dallo studio del chirurgo, mi ha mandato al piano di sotto dalla professionista che mi avrebbe fatto il tutore e seguito per la fisioterapia”.

“Nessuna ricevuta”

Fino a qui, tutto bene. Ma poi, giungiamo al dunque: “Sono andato in segreteria col foglio che mi è stato consegnato e, dopo la transazione bancomat, ho chiesto cosa fosse quel 20:10, pensando di dover pagare dell’altro, visto che non mi era stata consegnata nessuna ricevuta per quella cifra”. Infatti, era ancora pomeriggio, intorno alle 16 per la precisione, quando si è svolta la visita che prescriveva l’utilizzo di un tutore su misura per la sua mano. Sul foglio, come si può riscontrare nella fotografia scattata dall’uomo, era stato aggiunto a penna “20:10”. Non si trattava di una spesa accessoria, ma di un escamotage burocratico.

La redazione di Fanpage ha inteso vederci chiaro. Un addetto allo sportello ha spiegato: “Si mette come orario 20:10 perché non possono farle prima di quell’orario, ma si mette solo in fase di accettazione. Non che l’abbia fatto a quell’ora. È un orario messo dal fisioterapista per poter accedere nella sua libera professione. Quando gli ha messo il tutore, in quell’orario, essendo nel pieno del lavoro in realtà non poteva farlo. Ma è soltanto una questione burocratica”.

Il commento di Vittorio Agnoletto

Ma non è soltanto “una questione burocratica,” come afferma l’uomo, né dovrebbe essere considerata “una prassi”. Trattandosi di un comportamento illegale – falso ideologico è la fattispecie di reato più appropriata al caso – oltre che deontologicamente assai dubbio. Vittorio Agnoletto, politico, medico e membro di Medicina Democratica, è indignato: “Di fronte a situazioni di questo tipo – riferisce a Fanpage – la Regione che controlli esercita?”. E ancora: “I soldi che passano dalla sanità regionale, pubblica, alla sanità privata convenzionata in Lombardia sono miliardi. La Regione deve quindi verificare come vengono forniti i servizi – in termini di orari, di spazi e di qualità – per essere certa che al primo posto ci sia la salute dei cittadini e non la ricerca del profitto”.

Non ci pare il caso di aggiungere altro. La situazione è chiara: la sanità pubblica è in crisi, e le pratiche discutibili non fanno che aggravare la fiducia dei cittadini verso un sistema che dovrebbe tutelare la loro salute, e non trasformarla in un affare.

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Ex giocatore dell’Inter: “Ho bussato alle porte dell’inferno”. La drammatica intervista https://www.business.it/ex-giocatore-dellinter-ho-bussato-alle-porte-dellinferno-la-drammatica-intervista/ Thu, 04 Jul 2024 10:53:34 +0000 https://www.business.it/?p=139465 Passare dalle luci della ribalta, osannati da decine di migliaia di persone ogni domenica, a una vita “normale” e lontana dai riflettori può avere un effetto devastante. Questo risvolto psicologico causa problemi e dipendenze a molte star della musica, del cinema e dello sport. Stavolta è toccato a Fredy Guarin, ex centrocampista dell’Inter e della… Read More »Ex giocatore dell’Inter: “Ho bussato alle porte dell’inferno”. La drammatica intervista

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Passare dalle luci della ribalta, osannati da decine di migliaia di persone ogni domenica, a una vita “normale” e lontana dai riflettori può avere un effetto devastante. Questo risvolto psicologico causa problemi e dipendenze a molte star della musica, del cinema e dello sport. Stavolta è toccato a Fredy Guarin, ex centrocampista dell’Inter e della nazionale colombiana, confessare il suo dramma in un’intervista rilasciata al quotidiano colombiano Semana.

L’inferno di Fredy Guarin

Guarin, noto per il suo fisico possente e la grinta in campo, si è messo a nudo e ha parlato apertamente del suo dramma personale. “Purtroppo a un certo punto mi sono lasciato distrarre,” ha raccontato ai giornalisti. “Mi sono aggrappato all’alcol: ho commesso molti errori, ho preso decisioni sbagliate, ho ferito molte persone. Ho fatto stare male i miei cari e i miei amici. Sui social sono stato immortalato in situazioni brutte o strane perché l’alcol è sempre stato il peggior fattore scatenante per tutto ciò che mi accadeva.”

L’ex nerazzurro non ha omesso alcun particolare. “Sono un alcolizzato al 100%,” ha confessato durante l’intervista. “E lo ammetto, sono un tossicodipendente in via di guarigione.” Il “Guaro,” come era soprannominato dai tifosi, ha raccontato di avere iniziato a soffrire di questo problema intorno al 2021, quando era tornato in patria per giocare con la squadra dei Milionarios. “In quegli anni ho toccato il punto più basso perché la mia dipendenza è diventata molto seria. Avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante che ho: i miei tre figli.”

“Ora so chi sono i miei veri amici”

Poi l’ex calciatore ha spiegato di essersi reso conto che per riuscire a guarire e a riconquistare l’affetto dei suoi cari aveva bisogno di aiuto. E ha cominciato un percorso di riabilitazione. “Stavolta è quella definitiva,” ha detto Fredy. “Ho già bussato alla porta del diavolo e non è il massimo. So già quale non è la strada e che la strada è Dio che mi dà la forza ogni giorno per una vita sobria e sana, per poter dare ai miei figli tutto l’amore che ho per loro.”

Il “Guaro” ha confessato anche di essere stato molto vicino a perdere la vita. “Le mie paure sono la morte e il carcere. Senza saperlo, vivevo in un carcere da condannato a morte. La verità è che in quel cammino oscuro che stavo facendo ero vicino alla morte perché non avevo rispetto, non avevo limiti, non avevo coraggio e mi lasciavo portare ogni giorno più in là in quel buco. Ho bussato alle porte dell’inferno.”

Ora Guarin sta meglio, per fortuna, ma ha voluto portare la sua testimonianza anche come monito ed esempio, per evitare che altri facciano gli stessi errori. E a fine intervista ha voluto ringraziare alcuni ex colleghi e compagni di squadra che per lui sono stati importanti. “Ora so chi sono i miei amici veri. Mi sono stati accanto Falcao, James Rodriguez, Ospina, Cuadrado, Quintero, Zanetti, Cordoba e altri che sono stati disposti ad aiutarmi.” Ora le cose sembrano andare meglio, e il “Guaro” ha imboccato la retta via. Lontano dall’alcol e dalle “porte dell’inferno.”

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“Credi nel destino?”. Lotterie, l’incredibile storia della donna che… vinse due volte. Negli ultimi 10 giorni. Ecco quanto ha “incassato” https://www.business.it/credi-nel-destino-lotterie-lincredibile-storia-della-donna-che-vinse-due-volte-negli-ultimi-10-giorni-ecco-quanto-ha-incassato/ Thu, 04 Jul 2024 07:59:05 +0000 https://www.business.it/?p=139434 Ci siamo chiesti tante volte se la vita ha un senso, oppure se le cose accadono per puro caso. Sarà capitato a ciascuno di noi, almeno una volta, di sognare una vincita in una delle tante lotterie sparse per il pianeta. Un bel gruzzolo piovuto dal cielo che ci permettesse di dedicarci senza preoccupazioni economiche a ciò che… Read More »“Credi nel destino?”. Lotterie, l’incredibile storia della donna che… vinse due volte. Negli ultimi 10 giorni. Ecco quanto ha “incassato”

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Ci siamo chiesti tante volte se la vita ha un senso, oppure se le cose accadono per puro caso. Sarà capitato a ciascuno di noi, almeno una volta, di sognare una vincita in una delle tante lotterie sparse per il pianeta. Un bel gruzzolo piovuto dal cielo che ci permettesse di dedicarci senza preoccupazioni economiche a ciò che più ci piace fare. Ebbene, per una donna del Massachusetts, Christine Wilson, questo “sogno impossibile” si è avverato. Dieci giorni fa la fortunata signora, che è solita acquistare biglietti in cerca di fortuna, ha vinto il primo premio di un milione di dollari alla Massachussets State Lottery. Uno di quegli eventi super fortunati da raccontare ai nipoti, che pochi possono dire di aver vissuto.

La fortuna incredibile della signora Wilson

Il destino, o chi per esso, ha un bizzarro senso dell’umorismo. Perché a 10 giorni di distanza, comprando il biglietto di un’altra lotteria (evidentemente la vincita non le era bastata), Christine ha vinto… un altro milione di dollari. Una coincidenza praticamente impossibile, che però si è verificata davvero. E ha ovviamente suscitato scalpore in tutti gli Stati Uniti. La fortunata signora ha dichiarato che con la vincita iniziale, per prima cosa, si era comprata un Suv. E che invece userà il secondo milione “per risparmiare“. Probabilmente, la Wilson non rinuncerà alla sua abitudine di comprare i biglietti delle lotterie. In attesa di una altro milione, forse. Perché il destino ha un percorso tutto suo, imponderabile agli umani.

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Enrico Ruggeri: “Hanno reso banale la musica. Qualcuno aveva interesse a intorpidire le coscienze”. E su Lennon e Dylan… https://www.business.it/enrico-ruggeri-hanno-reso-banale-la-musica-qualcuno-aveva-interesse-a-intorpidire-le-coscienze-e-su-lennon-e-dylan/ Thu, 04 Jul 2024 07:36:06 +0000 https://www.business.it/?p=139428 Il percorso di Enrico Ruggeri nel mondo della musica è costellato di successi. Ma è stato anche più difficile di quanto potremmo immaginare. Le grandi doti del cantautore milanese sono state riconosciute in modo completo solo con il tempo. E il suo carattere indipendente e schietto lo ha portato ad assumere posizioni a volte scomode,… Read More »Enrico Ruggeri: “Hanno reso banale la musica. Qualcuno aveva interesse a intorpidire le coscienze”. E su Lennon e Dylan…

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Il percorso di Enrico Ruggeri nel mondo della musica è costellato di successi. Ma è stato anche più difficile di quanto potremmo immaginare. Le grandi doti del cantautore milanese sono state riconosciute in modo completo solo con il tempo. E il suo carattere indipendente e schietto lo ha portato ad assumere posizioni a volte scomode, come durante il periodo del Covid, quando fu criticato per aver organizzato un concerto in cui non si indossavano mascherine. Meno immediato di altri cantautori, meno “politicamente corretto” (“Io di destra? Non mi piace essere incasellato”, risponde a precisa domanda), Ruggeri ha scritto una biografia dal titolo “40 Vite Senza Fermarmi Mai” che oggi presenta al Salone del Libro. Prima di farlo, il cantautore ha rilasciato una lunga e interessante intervista a La Stampa – realizzata da Alberto Infelise – nella quale, come al solito, partendo dalla musica affronta temi sociali importanti.

L’atto di accusa di Enrico Ruggeri

Ruggeri lancia un atto di accusa contro chi “ha spinto l’industria discografica verso la banalità“. Mentre in passato, il mondo musicale pullulava di grandi personaggi capaci di cambiare la vita delle persone. “Se fossi un dietrologo”, afferma Ruggeri con un’analisi molto interessante, “direi che a un certo punto qualcuno ha spinto l’industria discografica verso la banalità. John Lennon e Bob Dylan fermavano le guerre, creavano opinione. E vendevano anche i dischi. Non sono stati i discografici”, sottolinea Ruggeri, “a determinare il cambiamento di rotta. Ma qualcuno forse aveva interesse a intorpidire le coscienze“. Quello delle giovani generazioni “schiacciate”, di un ambiente sociale e culturale che rende tutto superficiale ed elimina qualsiasi modello alternativo, qualsiasi voce scomoda, è un tema molto reale e poco affrontato.

“I grandi cantautori della mia generazione e di quella precedente”, spiega l’artista milanese, “erano grandi lettori. Leggevamo tanto e di tutto”. Mentre oggi “è un momento molto incattivito, e questo spirito del tempo temo che non porti da nessuna parte“. Sulla politica, Ruggeri dice che “tutto è diventato tifo, banalizzazione, tutti contro tutti. Il danno peggiore è che così non si costruisce nulla, vince chi banalizza. Io non voglio essere incasellato. Sono una persona libera, non ci sono altri a decidere quello che devo pensare”. Le sue prese di posizione sui social, dove da tempo Ruggeri è molto attivo, a volte sono state impopolari. Il cantautore meneghino non è certo uno che va a cercare il facile consenso: dice quello che pensa. “Ho rispetto per chi ha idee diverse dalle mie e me le sbatte in faccia”, conclude Ruggeri con lucidità. “Ma non capisco perché dovrei spaventarmi per il primo che passa e mi dice di tacere e di pensare a cantare. La mia opinione vale quanto quella degli altri”.

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Il 5G e i nuovi limiti elettromagnetici, ecco cosa cambia in Italia. Scoppia la polemica https://www.business.it/5g-nuovi-liniti-elettromagnetici/ Thu, 04 Jul 2024 06:45:12 +0000 https://www.business.it/?p=139422 Da martedì 29 aprile sono entrati in vigore i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare, sebbene le criticità non si siano placate. L’obiettivo di queste nuove disposizioni è quello di “favorire lo sviluppo della 5G economy italiana con reti altamente performanti in grado di rafforzare la competitività del sistema Paese”,… Read More »Il 5G e i nuovi limiti elettromagnetici, ecco cosa cambia in Italia. Scoppia la polemica

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5G nuovi limiti elettromagnetici

Da martedì 29 aprile sono entrati in vigore i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare, sebbene le criticità non si siano placate. L’obiettivo di queste nuove disposizioni è quello di “favorire lo sviluppo della 5G economy italiana con reti altamente performanti in grado di rafforzare la competitività del sistema Paese”, come dichiara la nota ufficiale del ministero delle Imprese e del made in Italy. Questi limiti erano stati formalizzati a gennaio con il Decreto legge Concorrenza. L’adeguamento è stato richiesto dagli operatori che desiderano proporre tariffe con il 5G, visto che l’Italia aveva limiti più stringenti rispetto agli altri Paesi. Le nuove disposizioni prevedono un aumento dei limiti di emissione elettromagnetica a 15 V/m, consentendo ai gestori di modificare le proprie reti per adeguarle a questi standard. Il tempo massimo per l’adeguamento è di 120 giorni dall’entrata in vigore della legge. In precedenza, il limite era di 6 V/m.
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Cosa cambia

Se da una parte l’aumento dei limiti comporterà un’espansione della copertura e un miglioramento delle velocità di connessione, portando benefici tangibili alla qualità delle reti cellulari nel Paese, dall’altra parte ci sono preoccupazioni per possibili rischi per la salute. L’anno scorso diverse associazioni come Legambiente e Codacons, insieme a forze politiche come Pd, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra, avevano espresso dubbi riguardo l’aumento delle emissioni, considerandolo rischioso per il benessere della collettività.

La denuncia: rischi per la salute

“Si baratta la salute dei cittadini con gli interessi delle società delle telecomunicazioni, le uniche che otterranno vantaggi economici dall’innalzamento dei limiti”, affermava il Codacons. Secondo Luana Zanella di Alleanza Verdi Sinistra, “una soglia assunta senza alcun fondamento scientifico, ma solo per agevolare imprenditori poco lungimiranti che rifiutano di investire e adeguare gli impianti. In definitiva questa è la ricetta della premier Meloni: più inquinamento ovunque, in barba al futuro”. Anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha criticato l’aumento dei limiti: “Non esiste nessun motivo per innalzare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze se non quello economico da parte dei gestori delle telecomunicazioni che intendono, dopo aver acquistato le licenze per il 5G, risparmiare sui costi delle infrastrutture”.

In alcuni luoghi, come a Lavagna in provincia di Genova, si è passati dalle parole ai fatti. Il sindaco, Gian Alberto Mangiante, ha emesso una ordinanza che vieta su tutto il territorio comunale “qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti pari a 6 V/m e che nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà giustificare un aumento di tale limite con rischio alla salute per la popolazione”. Attualmente, il 62% dei siti nelle aree urbane non è in grado di essere aggiornato al 5G a causa dei limiti di emissione, comportando costi aggiuntivi stimati intorno a 1,3 miliardi di euro per operatore per estendere la copertura 5G.

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Detersivi e capsule per lavastoviglie: ecco quali sono i migliori. La classifica di AltroConsumo https://www.business.it/detersivi-capsule-classifica-altroconsumo/ Wed, 03 Jul 2024 14:27:10 +0000 https://www.business.it/?p=139412 Ormai della lavastoviglie non si può più fare a meno. Lo sappiamo bene e ce lo ricorda spesso anche il nostro fidato idraulico: la differenza la fanno i detersivi. Non tutti sono uguali, quindi è fondamentale prestare attenzione a cosa compriamo, specialmente se in casa ci sono bambini piccoli. A darci una mano ci pensa… Read More »Detersivi e capsule per lavastoviglie: ecco quali sono i migliori. La classifica di AltroConsumo

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detersivi capsule classifica Altroconsumo

Ormai della lavastoviglie non si può più fare a meno. Lo sappiamo bene e ce lo ricorda spesso anche il nostro fidato idraulico: la differenza la fanno i detersivi. Non tutti sono uguali, quindi è fondamentale prestare attenzione a cosa compriamo, specialmente se in casa ci sono bambini piccoli. A darci una mano ci pensa l’organizzazione dei consumatori Altroconsumo, che ha stilato una classifica dei detersivi per lavastoviglie valutandoli per sostenibilità ed efficacia, consigliando quelli con il miglior rapporto qualità-prezzo e rispettosi dell’ecosistema.
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Qual è il miglior detersivo? Altroconsumo ha analizzato 42 detersivi per lavastoviglie in vari formati: monodose, pastiglie, tabs, gel e polvere. “Abbiamo verificato – spiega Altroconsumo – che l’indicazione del numero di dosi in etichetta spesso è troppo ottimistica: diversi prodotti in gel promettono più lavaggi di quelli che realmente contengono,” è la prima avvertenza. L’organizzazione ha assegnato un punteggio ai 42 detersivi, stilando una classifica dettagliata.

La classifica di Altroconsumo

Dal 20esimo al 16esimo posto della classifica troviamo: Greenatural Liquido – menta & eucalipto (5,05-5,50 euro, 53 punti), Green Emotion Gel – profumo di limone (6,79-7,89 euro, 53 punti), W5 (Lidl) Pastiglie tutto in 1 (4,99 euro, 54 punti), Esselunga per chi ama la natura Gel profumo di limone (7,89 euro, 54 punti), Selex Casa Bella (Famila, A&O, Dok) Tutto in 1 – 10 funzioni – limone (2,58-3,95 euro, 54 punti).

Dal 15esimo all’11esimo posto troviamo: Dexal (Eurospin) Tabs tutto in 1 – potere attivo (3,49 euro, 54 punti), Finish Power Gel 0% (4,68-6,58 euro, 54 punti), Finish Quantum + igiene gel raccomandato da Napisan -Limone (5,30-6,69 euro, 55 punti), Carrefour Eco Planet Gel profumo di limone (4,89-4,99 euro, 55 punti) e Fairy Platinum gel all in 1 – brezza marina (5,15-5,98 euro, 55 punti).

Dal decimo al sesto posto si sono piazzati: Pril Excellence duo gel – Sciogli grasso (5,29-6,53 euro, 55 punti), Aquam (Tigotà) Active tabs formula all inclusive (4,65 euro, 57 punti), Pril Tutto in 1 gel pro nature (3,95-6,49 euro, 58 punti), Denk Mit Nature tabs (61 punti, costo 3,35-3,99 euro) e al sesto posto Esselunga per chi ama la natura Pastiglie lavastoviglie (61 punti, costo 3,85 euro).

Nella top cinque della classifica troviamo al quinto posto Amo Essere Eco (Eurospin) Dexal 40 tabs (65 punti, costo 4,19 euro), al quarto posto Winni’s Tabs (65 punti, costo 3,15-5,45 euro), al terzo posto Pril Gold -12 azioni (67 punti, prezzo 5,19-6,79 euro), al secondo posto Pril Excellence 4 in 1 caps (costo 3,49-6,19 euro). Al primo posto come miglior detersivo per lavastoviglie si è classificato Esselunga Pastiglie – limone con 69 punti (costo 5,35 euro).

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Carne coltivata, grosse novità dagli Stati Uniti. Svolta a sorpresa: cosa sta succedendo https://www.business.it/carne-coltivata-novita-svolta/ Wed, 03 Jul 2024 14:04:40 +0000 https://www.business.it/?p=139407 Arrivano dagli Stati Uniti notizie decisamente clamorose sulla carne coltivata, considerata da molti come la nuova frontiera dell’alimentazione. Si tratta di un prodotto ottenuto a partire da cellule animali coltivate in laboratorio. Negli ultimi quindici giorni, due Stati americani, Alabama e Florida, hanno vietato sia la produzione che la vendita della carne coltivata sul loro… Read More »Carne coltivata, grosse novità dagli Stati Uniti. Svolta a sorpresa: cosa sta succedendo

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carne coltivata novità svolta

Arrivano dagli Stati Uniti notizie decisamente clamorose sulla carne coltivata, considerata da molti come la nuova frontiera dell’alimentazione. Si tratta di un prodotto ottenuto a partire da cellule animali coltivate in laboratorio. Negli ultimi quindici giorni, due Stati americani, Alabama e Florida, hanno vietato sia la produzione che la vendita della carne coltivata sul loro territorio.
Leggi anche: “Mangiate insetti e carne sintetica”. Le sparate dello chef della Tv. “Gli italiani a tavola? Mangiano sempre uguale e sono tristi”

La decisione dei governatori Usa

In Alabama, il governatore Kay Ivey, con un decreto datato 7 maggio, ha imposto un divieto assoluto sulla distribuzione e commercializzazione di questo alimento. Chiunque violi il divieto rischia una pena fino a tre mesi di reclusione e una multa di 500 dollari. Un provvedimento simile è stato adottato dal governatore della Florida, Ron DeSantis.

Con questa decisione, circa 28 milioni di americani non potranno più consumare carne coltivata. Attualmente, solo due aziende negli Stati Uniti hanno ottenuto l’autorizzazione a vendere questo prodotto, che tuttavia è ormai introvabile nei ristoranti del Paese. Le aziende produttrici di carne coltivata si sono opposte fermamente a questi provvedimenti, accusando la politica di voler reprimere una tecnologia che, a loro avviso, permetterebbe la produzione di carne a basso impatto ambientale e senza crudeltà sugli animali.

Le aziende sostengono inoltre che non spetti ai governi dei singoli Stati decidere cosa i consumatori possano mangiare. In Alabama, la nuova legge è stata fortemente sostenuta da Freedom Health Alabama, un’organizzazione nota per le sue campagne contrarie ai vaccini a mRNA e all’uso delle mascherine. Questa mossa ha suscitato molte discussioni, evidenziando il contrasto tra innovazione tecnologica e regolamentazione statale. Resta da vedere come evolverà la situazione e quali saranno le prossime mosse delle aziende produttrici di carne coltivata in risposta a questi divieti.

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“Multati anche se avete il biglietto”. Attenti al check-in obbligatorio sui treni, ecco cosa fare prima di salire a bordo https://www.business.it/check-in-obbligatorio-treni/ Wed, 03 Jul 2024 13:46:08 +0000 https://www.business.it/?p=139402 Dallo scorso agosto, Trenitalia ha introdotto una novità di cui non tutti i viaggiatori sono a conoscenza. Questa iniziativa ha generato polemiche e proteste non solo tra gli utenti, ma anche da parte dell’Associazione dei Consumatori. Si tratta del cosiddetto “check-in” da effettuare dopo aver acquistato il biglietto e prima di salire sul treno. Perché… Read More »“Multati anche se avete il biglietto”. Attenti al check-in obbligatorio sui treni, ecco cosa fare prima di salire a bordo

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check in obbligatorio treni

Dallo scorso agosto, Trenitalia ha introdotto una novità di cui non tutti i viaggiatori sono a conoscenza. Questa iniziativa ha generato polemiche e proteste non solo tra gli utenti, ma anche da parte dell’Associazione dei Consumatori. Si tratta del cosiddetto “check-in” da effettuare dopo aver acquistato il biglietto e prima di salire sul treno. Perché il biglietto sia valido, bisogna collegarsi alla App di Trenitalia, accedere alla propria area riservata, selezionare il biglietto da auto-obliterare e cliccare su “check-in e barcode” a fondo pagina. In alternativa, si può utilizzare il link contenuto nell’e-mail ricevuta al momento dell’acquisto.
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Questa operazione non è semplice, soprattutto per le persone anziane o per chi non ha strumenti per collegarsi a Internet. In particolare, i turisti stranieri possono trovarsi in difficoltà, essendo spesso privi di accesso alla rete. Dopo un periodo di tolleranza, i controllori hanno iniziato a multare i trasgressori, generando malcontento tra chi non è a conoscenza della nuova procedura, magari perché non utilizza il treno abitualmente. Molti fanno notare che questa nuova procedura risulta peggiorativa per gli utenti.

La rabbia degli utenti contro Trenitalia

Trenitalia afferma che questo metodo garantisce maggiore flessibilità, permettendo cambi illimitati sulla data e l’ora del treno fino alle 23.59 del giorno precedente al viaggio e nel giorno stesso del viaggio. Tuttavia, il Codacons solleva il dubbio che la misura sia stata presa per tagliare le spese sui servizi di controllo a bordo dei treni, un’accusa che Trenitalia nega fermamente, ricordando che il biglietto digitale è un’alternativa al biglietto cartaceo, che resta comunque disponibile.

Nonostante i chiarimenti dell’azienda, molti passeggeri continuano a protestare contro la nuova procedura. Il check-in sui treni è diventato un argomento di dibattito anche tra gli esperti. Particolarmente negativa è stata l’opinione di Paolo Benanti, docente alla Pontificia Università Gregoriana e all’Università Statale di Seattle, nonché consigliere del Papa sulle AI. Benanti ha definito la nuova funzionalità un “pessimo esempio di digitalizzazione”. “Mi chiedo quanto questa soluzione sia inclusiva e si adatti ai passeggeri che utilizzano il servizio pubblico”, ha affermato. “Come farà un viaggiatore straniero senza Internet a validare il biglietto? Come può gestirlo un anziano? O come si possono distribuire i biglietti dagli uffici ai dipendenti se gli smartphone non aprono il link?” Ha concluso dicendo che questa è “una storia su cui riflettere per evitare di scaricare sulla parte fragile della catena, il cliente, le scelte sbagliate della società”.

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Adeguamento di caldaie e infissi, ecco il calendario dei lavori che l’Europa ci impone (ed è solo l’inizio) https://www.business.it/adeguamento-caldaie-infissi-calendario-lavori-europa/ Wed, 03 Jul 2024 10:14:47 +0000 https://www.business.it/?p=139397 La Direttiva dell’Unione Europea sulle case “green” sta sollevando molte preoccupazioni tra i cittadini italiani. La famigerata Direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili costringerà molti proprietari a intraprendere lavori di ristrutturazione assai costosi. Infatti, le ricadute economiche della misura nota come EPB (Energy Performance of Buildings Directive) saranno significative. L’obiettivo ambizioso è di rendere tutte le… Read More »Adeguamento di caldaie e infissi, ecco il calendario dei lavori che l’Europa ci impone (ed è solo l’inizio)

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caldaie calendario lavori Europa

La Direttiva dell’Unione Europea sulle case “green” sta sollevando molte preoccupazioni tra i cittadini italiani. La famigerata Direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili costringerà molti proprietari a intraprendere lavori di ristrutturazione assai costosi. Infatti, le ricadute economiche della misura nota come EPB (Energy Performance of Buildings Directive) saranno significative. L’obiettivo ambizioso è di rendere tutte le abitazioni europee a emissioni zero entro il 2050. Le nuove regole prevedono una riduzione del consumo di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
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Secondo il portale Ilovetrading, oltre il 70% dei 12 milioni di edifici italiani non è a norma. Questo significa che circa 8 milioni di immobili necessitano di ristrutturazioni. Le prime simulazioni del Codacons stimano un costo totale di circa 108 miliardi di euro per le ristrutturazioni degli edifici privati. Considerando che l’87% degli immobili italiani è di classe energetica “D”, le spese interesseranno una vasta platea di cittadini. Tuttavia, “ce lo chiede l’Europa”.

I primi interventi necessari

Le ristrutturazioni dovranno includere interventi su caldaie, infissi, impianti fotovoltaici e cappotto termico. Questi lavori saranno simili a quelli previsti dal Superbonus. Ad esempio, per ridurre il consumo di gas sarà necessario acquistare pompe di calore di nuova generazione, con o senza sonda geotermica. Un edificio non a norma vedrebbe il proprio valore dimezzato, con una potenziale svalutazione fino al 40%, secondo il Codacons. In Italia, più della metà dei 12 milioni di edifici residenziali si trovano nelle peggiori classi energetiche, F e G.

Quanto dovremo spendere

I costi delle ristrutturazioni possono variare dai 20.000 ai 60.000 euro per abitazione. Secondo Unimpresa, il conto totale per l’Italia potrebbe arrivare a 270 miliardi. Attualmente, solo 30 o 40 miliardi sono recuperabili tra i fondi del Pnrr e i nuovi fondi UE. Il Corriere della Sera ha fornito alcune stime sui costi degli interventi: per il cappotto termico, la spesa media è di 300 euro al metro quadrato. La sostituzione di serramenti e infissi può costare fino a 900 euro al metro quadrato nelle aree più fredde.

Ancora più costoso è dotarsi di un impianto fotovoltaico, con un costo medio di 2.400 euro per kilowatt di potenza installata. Inoltre, è paradossale che i pannelli fotovoltaici siano prodotti in Cina con centrali a carbone e dopo dieci-quindici anni debbano essere smaltiti, senza un chiaro piano per lo stoccaggio del silicio nocivo per l’ambiente. Per quanto riguarda le caldaie a gas, i Paesi avranno tempo fino al 2040 per eliminarle, e dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili.

L’obbligo di installare pannelli fotovoltaici riguarderà i nuovi edifici pubblici in modo progressivo, dal 2026 al 2030. La sostituzione degli infissi potrebbe ridurre fino al 20% la spesa per il riscaldamento. Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, con una scadenza anticipata al 2028 per quelli di proprietà pubblica.

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Dopo Musk, l’allarme del Ceo italiano: “Attenzione, presto non avranno più bisogno degli umani”. E intanto i robot giocano a calcio (VIDEO) https://www.business.it/robot-allarme-ceo-italiano/ Wed, 03 Jul 2024 09:59:43 +0000 https://www.business.it/?p=139393 Non si è ancora spenta l’eco delle parole di Elon Musk, che in un video su X ha spiegato come secondo lui entro un anno saranno implementate intelligenze artificiali “più intelligenti di qualsiasi essere umano”. Ora, un nuovo allarme viene lanciato da un dirigente italiano di altissimo livello nel campo delle AI. Stiamo parlando di… Read More »Dopo Musk, l’allarme del Ceo italiano: “Attenzione, presto non avranno più bisogno degli umani”. E intanto i robot giocano a calcio (VIDEO)

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robot allarme ceo italiano

Non si è ancora spenta l’eco delle parole di Elon Musk, che in un video su X ha spiegato come secondo lui entro un anno saranno implementate intelligenze artificiali “più intelligenti di qualsiasi essere umano”. Ora, un nuovo allarme viene lanciato da un dirigente italiano di altissimo livello nel campo delle AI. Stiamo parlando di Dario Amodei, CEO di Anthropic, una società specializzata nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Musk e Amodei, insomma, non sono certo gli ultimi arrivati in questo campo. E se entrambi decidono di lanciare il loro allarme a pochi giorni di distanza, forse dovremmo fermarci un attimo a riflettere. Ormai è evidente che le AI non sono un giocattolo innocuo, ma che la loro implementazione sta sollevando dubbi e domande anche tra gli stessi artefici del loro impetuoso sviluppo.
Leggi anche: “Manca solo un anno”. La profezia choc di Elon Musk mette i brividi: “È il punto di non ritorno, poi…”

L’allarme di Amodei

Amodei, in un’intervista con Ezra Klein del New York Times, ha spiegato che il mondo, nei confronti delle intelligenze artificiali, si trova attualmente a un “livello 2” nella classificazione che la sua stessa azienda aveva realizzato lo scorso anno. Ma il CEO ha anche ammonito che per arrivare al livello 4 potrebbero essere necessari fra 1 e 3 anni – lo stesso lasso di tempo indicato da Elon Musk. In parole semplici, a livello 4 ci sarebbe un rischio “elevato” di uso e comportamento catastrofico delle AI, che potrebbero diventare “autonome”. Lo scenario di livello 4 è quello in cui le AI potrebbero acquisire la capacità di auto-replicarsi e di sopravvivere in natura. Acquisirebbero quindi un’autonomia tale da poter sfuggire al controllo umano. “Non sto parlando di quello che succederà fra 50 anni”, ha ribadito Amodei, “ma del futuro prossimo”.

E mentre un numero crescente di ricercatori sottolinea l’urgenza di trovare delle soluzioni che proteggano l’umanità dalle AI che presto verranno, c’è anche chi si diverte a far giocare a calcio i robot. Nel filmato che vi proponiamo, questi robot appaiono ancora goffi e non particolarmente coordinati, ma se confrontiamo con video simili girati solo due anni fa, possiamo notare un notevole sviluppo di questa tecnologia. I robot, infatti, sono guidati da un algoritmo di deep reinforcement learning che permette loro di apprendere una grande quantità di movimenti.

“Il robot”, spiega un articolo della rivista Science Robotics, “mostra capacità di movimento robuste e dinamiche, come il rapido recupero dalla caduta, la camminata, la rotazione e il calcio. Ha anche imparato ad anticipare i movimenti della palla e a bloccare i tiri dell’avversario”. Forse, in futuro, vedremo nascere il Messi dei robot. Ma non è una prospettiva che ci entusiasma più di tanto.

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“AIDS dopo il lifting”, allarme sul trattamento estetico. Cos’è il “Lifting del vampiro” e come si esegue https://www.business.it/aids-dopo-lifting-allarme/ Tue, 02 Jul 2024 08:46:54 +0000 https://www.business.it/?p=139360 Non si tratta solo di un lifting facciale e non utilizza botox o botulino, ma è qualcosa di decisamente più estremo, come suggerisce il nome stesso: vampire facial o “Lifting del vampiro”, un marchio registrato da Charles Runels, un chirurgo estetico dell’Alabama, negli Stati Uniti. Negli USA, infatti, cinque persone (quattro donne e un uomo)… Read More »“AIDS dopo il lifting”, allarme sul trattamento estetico. Cos’è il “Lifting del vampiro” e come si esegue

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AIDS dopo lifting allarme

Non si tratta solo di un lifting facciale e non utilizza botox o botulino, ma è qualcosa di decisamente più estremo, come suggerisce il nome stesso: vampire facial o “Lifting del vampiro”, un marchio registrato da Charles Runels, un chirurgo estetico dell’Alabama, negli Stati Uniti. Negli USA, infatti, cinque persone (quattro donne e un uomo) hanno contratto l’HIV, il virus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), dopo essersi sottoposte a questo lifting.

La procedura avviene così: dapprima si preleva il sangue del paziente, separando il plasma ricco di piastrine che viene poi reiniettato nel viso, previa attivazione con materiali come il cloruro di calcio. Questo PRP (plasma ricco di piastrine) può essere usato ovunque sul corpo per migliorare la consistenza e il tono della pelle, ridurre le rughe e quindi ringiovanire il viso. I costi variano tra i 950 e i 1.400 dollari (680-1.100 euro) per ogni visita. In teoria, è un trattamento “mini-invasivo”, ma nella realtà si tratta di una procedura molto delicata, che richiede una autorizzazione medica.

I Vip, o presunti tali

Il nome del trattamento deriva anche dall’aspetto “sanguinolento” – chiaramente temporaneo – che si ottiene durante la procedura, con estese macchie rosse sul viso. Questo trattamento è diventato famoso soprattutto grazie alla promozione sui social network da parte di Vip come Kim Kardashian, che ha lanciato la moda diversi anni fa.

I cinque casi di positività all’HIV sono stati riscontrati tra quattro clienti (e il compagno di una di esse) di un centro estetico ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, a seguito di un’indagine condotta dal Dipartimento della Salute del New Mexico (NMDOH) in collaborazione con i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Oltre al fatto che il centro estetico non disponeva delle necessarie autorizzazioni mediche, le indagini hanno rivelato numerose infrazioni delle norme di sicurezza: provette con sangue prive di etichetta conservate in frigoriferi insieme al cibo, siringhe usate riposte in cassetti e banconi, e l’assenza di un sistema di sterilizzazione adeguato. Queste gravi mancanze hanno portato alla chiusura del centro e all’arresto della proprietaria, ma intanto cinque persone sono risultate infette dal virus dopo il trattamento nel centro estetico di Albuquerque. “L’analisi della sequenza nucleotidica ha rivelato ceppi di HIV altamente simili tra tutti i casi”, hanno spiegato i CDC in un rapporto.

Rischi enormi

Ora, gli utenti sono incoraggiati dagli stessi CDC a verificare le credenziali e le licenze dei centri estetici e a richiedere informazioni dettagliate sulle procedure di sterilizzazione e sicurezza adottate, prima di sottoporsi a trattamenti che implicano la manipolazione del sangue. Il centro di Albuquerque non aveva nemmeno un registro completo dei clienti, e ci sono voluti diversi anni per contattarne almeno una parte, circa duecento: dal 2018, dopo il primo caso di HIV in una paziente che non faceva uso di droghe, non aveva subito trasfusioni né avuto rapporti sessuali non protetti e fuori dal matrimonio, si legge sul sito Controcopertina. Si dedusse quindi che nella clinica di Albuquerque ci fosse qualcosa di anomalo, riscontrando tra il 2018 e il 2023 anche altri quattro casi. Prima di questa storia non erano noti casi di HIV legati a iniezioni di sangue per una procedura estetica, pertanto si tratta di un precedente importante.

I dettagli del documento intitolato Investigation of Presumptive HIV Transmission Associated with Receipt of Platelet-Rich Plasma Microneedling Facials at a Spa Among Former Spa Clients — New Mexico, 2018–2023 sono stati pubblicati nel Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR). Oltre alle ovvie considerazioni sociologiche sul valore effimero dell’apparenza e sulla innaturalità dei canoni estetici propagandati dai media, la vicenda appare emblematica. La trasmissione dell’HIV attraverso iniezioni non sterili è un rischio noto, ma questo incidente evidenzia la necessità di maggiore vigilanza e regolamentazione nei trattamenti cosmetici che implicano l’uso di sangue.

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Prosciutto cotto, cosa contiene davvero. Esaminate le 8 marche più diffuse https://www.business.it/prosciutto-cotto-cosa-contiene/ Tue, 02 Jul 2024 08:25:49 +0000 https://www.business.it/?p=139355 Con una preoccupante cadenza, arrivano notizie di allerte alimentari e rischi per la salute. Questa volta, anche il prosciutto cotto, solitamente considerato un alimento sano e “innocuo”, soprattutto per i bambini, non è esente da criticità. Un recente test condotto da Il Salvagente, mensile che analizza i prodotti di largo consumo, ha rivelato alcuni aspetti… Read More »Prosciutto cotto, cosa contiene davvero. Esaminate le 8 marche più diffuse

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prosciutto cotto cosa contiene

Con una preoccupante cadenza, arrivano notizie di allerte alimentari e rischi per la salute. Questa volta, anche il prosciutto cotto, solitamente considerato un alimento sano e “innocuo”, soprattutto per i bambini, non è esente da criticità. Un recente test condotto da Il Salvagente, mensile che analizza i prodotti di largo consumo, ha rivelato alcuni aspetti preoccupanti su otto dei marchi più diffusi di prosciutto cotto in vaschetta: Beretta, Casa Modena, Citterio, Ferrarini, Negroni, Parmacotto, Rovagnati e Vismara.

Il prosciutto cotto, spesso ritenuto adatto ai bambini per il suo sapore “neutro” e la sua apparente magrezza, può in realtà contenere nitriti, molto sale e grassi non sempre graditi. È interessante notare che esiste un “Decreto Salumi”, del 2005 e aggiornato nel 2016, che regola la composizione e la qualità di questi prodotti.

Gli ingredienti del prosciutto cotto

Gli ingredienti principali del prosciutto cotto includono la coscia di suino, sale, aromi e una serie di additivi. Tra questi, i più comuni sono il nitrito di sodio, utilizzato come conservante, e l’ascorbato di sodio, che funge da antiossidante. Il Decreto distingue tra prosciutto cotto, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità, con specifici limiti sul tasso di umidità del prodotto sgrassato e deadditivato (Upsd).

Il prosciutto cotto di “Alta qualità” può contenere ingredienti come vino, zucchero, destrosio, fruttosio, lattosio (fino a una dose massima dell’1,5% sul prodotto finito), spezie, piante aromatiche, acido ascorbico ed eritorbico e loro sali (come il glutammato monosodico), lattati, cloruro di potassio e altri sostitutivi del sodio. Il nutrizionista Dario Vista, nell’esito del test pubblicato dal mensile, spiega che “il glutammato monosodico è fonte di sodio e ci sono studi sulla sua potenziale tossicità, ma è approvato. Gli zuccheri sono il substrato energetico della fermentazione dei batteri lattici che abbassano il pH per la conservabilità”.

Gli esiti del test

La differenza tra i vari tipi di prosciutto cotto sta nel contenuto di acqua e negli ingredienti che possono essere utilizzati. Ad esempio, per il prosciutto cotto di Alta Qualità è vietato l’uso delle maltodestrine, delle proteine del latte e della soia. Il confronto tra gli otto marchi di prosciutto cotto di alta qualità ha mostrato che solo due di essi usano cosce italiane, mentre gli altri utilizzano cosce di origine UE; due aggiungono glutammato e tutti usano i nitriti. La legge italiana considera infatti il nitrito un ingrediente del prosciutto cotto. È in corso una revisione del Decreto Salumi che potrebbe permettere ai produttori di non usare i nitriti.

Per quanto riguarda i glutammati, che vengono aggiunti per migliorare il gusto degli alimenti conferendo un sapore “salato” o “di carne”, Il Salvagente li ha ritrovati solo in due marchi: il Ferrarini e i Vismarissimi Vismara. Nessuna delle otto marche di prosciutto prese in esame ha raggiunto votazioni alte: il massimo è un 6. In fondo alla classifica, con solo 4 punti, si trovano proprio il Ferrarini e i Vismarissimi Vismara, entrambi contenenti nitrito di sodio, glutammato monosodico e saccarosio.

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Regoli: “Come si mangiano l’Italia con il Green”. Il VIDEO che smaschera tutto: cosa ha scoperto https://www.business.it/regoli-mangiano-italia-green/ Tue, 02 Jul 2024 06:59:17 +0000 https://www.business.it/?p=139351 Le follie green sono di nuovo al centro delle inchieste di “Fuori dal coro”, con un servizio speciale realizzato da Raffaella Regoli e trasmesso nella puntata del 17 aprile. La giornalista ha condotto un’indagine sulle pale eoliche della Sardegna e le 30 società legate a un’unica persona, che rimane irrintracciabile, e che hanno l’intenzione di… Read More »Regoli: “Come si mangiano l’Italia con il Green”. Il VIDEO che smaschera tutto: cosa ha scoperto

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Regoli mangiano Italia green

Le follie green sono di nuovo al centro delle inchieste di “Fuori dal coro”, con un servizio speciale realizzato da Raffaella Regoli e trasmesso nella puntata del 17 aprile. La giornalista ha condotto un’indagine sulle pale eoliche della Sardegna e le 30 società legate a un’unica persona, che rimane irrintracciabile, e che hanno l’intenzione di installare decine di torri alte oltre 200 metri nei territori sardi.
Leggi anche: “Arriva il latte green”. Dopo la farina di grilli ecco la nuova porcheria che vorrebbero farci mangiare

“È incredibile che non se ne parli”, afferma Giordano presentando il servizio. “Colline, montagne e pezzi di mare stanno passando nelle mani di colossi, spesso stranieri, che si nascondono dietro piccole società paravento. Questo è possibile grazie a un decreto firmato da Mario Draghi nel 2021, che permette l’espropriazione di proprietà private da parte di altre società private per la costruzione di impianti eolici. Con la scusa del verde, si stanno appropriando di interi pezzi d’Italia, a cominciare dalla Sardegna”.
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Il video del servizio di Raffaella Regoli

Il titolo della Regoli è eloquente: “Ecofollie: con la scusa del verde distruggono l’Italia”. La rigogliosa e selvaggia vegetazione sarda e il suo mare cristallino sono nuovamente sotto minaccia, stavolta a causa del nuovo mantra green. “Quando arrivo in Sardegna – spiega Regoli – i mostri del vento stanno già ingoiando le meraviglie dell’Isola. In tutta la Sardegna si parla di 7 mila pale eoliche e oltre 300 progetti. Perché? Perché è uno dei più grandi business sostenuti dall’Europa. Nel Nuorese, i sindaci hanno dichiarato guerra ai predatori del green”.

Sono infatti presenti i sindaci di Nuoro, Orgosolo e Oliena. “Questo è il più grande danno che si può portare a un territorio senza alcun vantaggio per la comunità”, denuncia Andrea Soddu, primo cittadino di Nuoro. Grazie a “Fuori dal coro”, la paura dei sardi è diventata un caso nazionale. Solo business, altro che salvare il pianeta.

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“Ecco cosa è successo quando ho comprato casa”. Il sogno dei padri si trasforma in incubo per i figli https://www.business.it/ecco-cosa-e-successo-quando-ho-comprato-casa-il-sogno-dei-padri-si-trasforma-in-incubo-per-i-figli/ Mon, 01 Jul 2024 09:22:21 +0000 https://www.business.it/?p=139341 Un tempo, per i nostri genitori e nonni, comprare casa era il sogno realizzabile di chiunque. Bastava risparmiare con costanza, fare un mutuo e il gioco era fatto. Non serviva avere alle spalle una grande fortuna, ma solo un normale stipendio e un po’ di pazienza. La realtà odierna, però, racconta una storia diversa, una… Read More »“Ecco cosa è successo quando ho comprato casa”. Il sogno dei padri si trasforma in incubo per i figli

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Un tempo, per i nostri genitori e nonni, comprare casa era il sogno realizzabile di chiunque. Bastava risparmiare con costanza, fare un mutuo e il gioco era fatto. Non serviva avere alle spalle una grande fortuna, ma solo un normale stipendio e un po’ di pazienza. La realtà odierna, però, racconta una storia diversa, una storia in cui quel sogno è diventato un incubo.
Leggi anche: Condono edilizio, cosa si potrà regolarizzare (e cosa no). Ecco cosa prevede la norma “salva-casa”

Oggi, acquistare un appartamento in città senza avere un consistente aiuto familiare è praticamente impossibile. Non si parla solo dell’Italia, dove il problema è ancora più marcato. Qui, gli stipendi sono fermi da vent’anni, mentre il costo della vita è schizzato alle stelle. Anche affittare un appartamento è diventato un lusso per molti lavoratori. Trovare un “nido” dove rientrare la sera sta diventando sempre più un’impresa, e spesso un peso economico insostenibile.

Le testimonianze di Sam e Sara

La testimonianza di Sam Barker, una giovane americana, illustra perfettamente questa situazione (il video ora è privato). Con un video su Tik Tok, Sam ha raccontato come l’acquisto di una casa l’abbia messa in ginocchio finanziariamente. Prima dell’acquisto, i suoi debiti si limitavano a quelli del college e al pagamento dell’auto. Ma con il mutuo, tutto è cambiato. Sam aveva fatto i conti con precisione: il mutuo era sostenibile. Non aveva però previsto le spese impreviste che l’hanno travolta. Per rifare l’intero sistema di condizionamento e le fondamenta ha speso 40.000 dollari. Poi, altri 10.000 per sistemare il portico e l’ingresso, altrimenti non avrebbe potuto assicurare la casa. E queste sono solo alcune delle spese.

Sam è una ragazza responsabile, che aveva pianificato con attenzione. Ma la realtà l’ha colpita duramente. Ora si trova sommersa dai debiti, ma non ha perso la fiducia. Ha messo a punto un piano per recuperare, cercando lavori extra oltre al suo impiego a tempo pieno. La sua storia potrebbe sembrare un’eccezione, ma purtroppo è una realtà comune a molti giovani che tentano di fare il grande passo.

In Italia, la situazione è ancora più complessa. Pensiamo a Milano: comprare una casa lì è un miraggio. E con le nuove norme europee del decreto Green, i costi per i proprietari di case potrebbero lievitare ulteriormente, arrivando fino a 80.000 euro. Un colpo mortale per chi già fatica a sbarcare il lunario.

Dopo Sam Baker, la testimonianza, sempre su TikTok, di Aurora Zuccheretti:

@aurora_zuccheretti Comprare casa è il peggiore errore finanziario che tu possa fare! #casa #soldi #investimenti ♬ suono originale – Aurora Zuccheretti

Il sogno della casa di proprietà, un tempo simbolo di stabilità e sicurezza, sta diventando un peso per le nuove generazioni. In un contesto economico dove gli stipendi stagnano e il costo della vita cresce, la possibilità di acquistare una casa si allontana sempre di più. E mentre i nostri genitori potevano permettersi di sperare, oggi il sogno si trasforma in un incubo, in una lotta quotidiana contro debiti e spese impreviste.

Forse è giunto il momento di rivedere le nostre priorità e di trovare nuovi modi per costruire una vita stabile e serena, anche senza la certezza di un tetto di proprietà sopra la testa.

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Auto elettriche: “Sono spazzatura, lo dissi fin da subito”. L’esperto smonta il bluff del finto ecologismo https://www.business.it/auto-elettriche-sono-spazzatura-lo-dissi-fin-da-subito-lesperto-smonta-il-bluff-del-finto-ecologismo/ Mon, 01 Jul 2024 08:54:06 +0000 https://www.business.it/?p=139330 Il calo delle vendite di auto elettriche è un fenomeno globale. L’euforia iniziale per la transizione verso veicoli a basso impatto ambientale ha ceduto il passo a un crescente scetticismo da parte degli acquirenti. Diversi fattori concorrono a questa inversione di tendenza, riflettendo un cambiamento di percezione che sta riportando in auge voci critiche. Tra… Read More »Auto elettriche: “Sono spazzatura, lo dissi fin da subito”. L’esperto smonta il bluff del finto ecologismo

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Il calo delle vendite di auto elettriche è un fenomeno globale. L’euforia iniziale per la transizione verso veicoli a basso impatto ambientale ha ceduto il passo a un crescente scetticismo da parte degli acquirenti. Diversi fattori concorrono a questa inversione di tendenza, riflettendo un cambiamento di percezione che sta riportando in auge voci critiche. Tra queste, spicca quella di Jeremy Clarkson, celebre giornalista britannico noto per le sue posizioni polemiche e provocatorie.
Leggi anche: “Ecco i motori che cancelleranno le auto elettriche”. Novità dal Giappone, di cosa si tratta

“Ho capito in 15 minuti che sono inutili”

Clarkson, già conduttore di “Top Gear” e “The Grand Tour”, non ha mai nascosto la sua avversione per le auto elettriche. Le sue opinioni, spesso espresse con toni taglienti, gli hanno attirato molte critiche, tanto da essere etichettato come negazionista del cambiamento climatico e luddista. “Mi sono bastati quindici minuti per capire che le auto elettriche fossero inutili”, ha scritto nel suo spazio sul Sun, aggiungendo che esprimere queste idee in televisione gli è valso l’appellativo di folle.

La recente diminuzione delle vendite offre a Clarkson una rivincita. “Potete immaginare la mia soddisfazione nel vedere milioni di persone avvicinarsi al mio punto di vista,” ha affermato. In Germania, a marzo, le vendite di veicoli elettrici sono calate del 29%, un dato significativo che si rispecchia in una flessione dell’11% nel resto dell’Unione Europea. Anche nel Regno Unito, dove l’influenza delle campagne ecologiste è più forte, la quota di mercato dei veicoli a batteria è scesa dal 16,6% al 15,2% nel 2024.

Crisi Tesla e modello competitivo Usa

Il caso Tesla rappresenta un punto cruciale nella narrazione di Clarkson. L’azienda di Elon Musk, spesso considerata il pioniere del settore, ha annunciato il licenziamento del 10% del suo personale, pari a circa 14.000 dipendenti. Clarkson attribuisce questo declino non solo alla riduzione delle agevolazioni fiscali da parte dei governi, ma soprattutto alla crescente consapevolezza dei consumatori sui limiti delle auto elettriche. Costose, monotone alla guida, poco pratiche per lunghi tragitti, e non particolarmente eco-sostenibili: questi sono i difetti che, secondo Clarkson, stanno emergendo sempre più chiaramente agli occhi del pubblico.

La riflessione di Clarkson si conclude con un monito sulla realtà delle auto elettriche, che, al di là delle facili promesse, devono ancora dimostrare di essere una soluzione valida e sostenibile per il futuro della mobilità. Le sue parole, pur discutibili, trovano riscontro in un mercato sempre più attento e disincantato, segnando un momento di svolta nella percezione collettiva delle tecnologie verdi.

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Prosciutto cotto, ecco qual è il migliore al supermercato. La classifica di Altroconsumo https://www.business.it/prosciutto-cotto-classifica-altroconsumo/ Mon, 01 Jul 2024 08:52:09 +0000 https://www.business.it/?p=139329 Quando si tratta di scegliere il miglior prosciutto cotto al supermercato, ci pensa la rivista Altroconsumo a guidarci con le sue speciali classifiche. Questo delizioso salume, amato da grandi e piccoli, è uno degli alimenti più acquistati dagli italiani grazie alla sua versatilità in cucina. Ma tra le tante opzioni disponibili al banco e nel… Read More »Prosciutto cotto, ecco qual è il migliore al supermercato. La classifica di Altroconsumo

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prosciutto cotto classifica Altroconsumo

Quando si tratta di scegliere il miglior prosciutto cotto al supermercato, ci pensa la rivista Altroconsumo a guidarci con le sue speciali classifiche. Questo delizioso salume, amato da grandi e piccoli, è uno degli alimenti più acquistati dagli italiani grazie alla sua versatilità in cucina. Ma tra le tante opzioni disponibili al banco e nel reparto frigo, quale conviene comprare?
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Per rispondere a questa domanda, Altroconsumo ha analizzato ben 18 marchi di prosciutti cotti diversi, presenti in vari supermercati italiani. I parametri valutati includono l’etichetta (che fornisce le informazioni chiave come la data di confezionamento, la provenienza della carne e le modalità di conservazione), la valutazione nutrizionale, le analisi di laboratorio e, infine, la prova dell’assaggio.
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I risultati della classifica

  1. Parmacotto Azzurro Prosciutto Cotto di Alta Qualità: Con un punteggio di 69, questo prosciutto si aggiudica il primo posto come il miglior prosciutto cotto. Il costo medio per confezione è di 3,78 euro.
  2. Casa Modena Liberamente Prosciutto Cotto di Alta Qualità Magro: Si posiziona al secondo posto come miglior acquisto qualità/prezzo con un punteggio di 65 e un prezzo medio di 2,84 euro per confezione.
  3. Negroni Cotto Stella Prosciutto Cotto Alta Qualità: Con un punteggio di 61, si classifica al terzo posto, offrendo una qualità media ad un prezzo di 3,14 euro per confezione.

Ora sta a voi decidere quale prosciutto cotto mettere nel carrello. Ricordate, oltre alla qualità, anche il gusto personale ha la sua importanza. Buona scelta e buon appetito!

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“Italiani fannulloni”: arriva la classifica che ribalta tutto. E cancella molti altri stereotipi. Guardate che sorprese… https://www.business.it/italiani-fannulloni-classifica-ribalta-stereotipi/ Mon, 01 Jul 2024 08:32:54 +0000 https://www.business.it/?p=139324 Quando all’estero si parla dell’Italia e degli italiani, specialmente nei Paesi del Nord, spesso veniamo considerati simpatici e ci vengono riconosciuti molti pregi. Tuttavia, quando si tratta di lavoro, emergono gli stereotipi. Lo abbiamo visto durante il periodo dell’austerity e in altre occasioni: ci hanno etichettati come fannulloni e come un popolo che “vive al… Read More »“Italiani fannulloni”: arriva la classifica che ribalta tutto. E cancella molti altri stereotipi. Guardate che sorprese…

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italiani fannulloni classifica ribalta stereotipi

Quando all’estero si parla dell’Italia e degli italiani, specialmente nei Paesi del Nord, spesso veniamo considerati simpatici e ci vengono riconosciuti molti pregi. Tuttavia, quando si tratta di lavoro, emergono gli stereotipi. Lo abbiamo visto durante il periodo dell’austerity e in altre occasioni: ci hanno etichettati come fannulloni e come un popolo che “vive al di sopra delle proprie possibilità”. Ma queste sono solo dicerie. A smentirle arriva ora una classifica ufficiale da una fonte insospettabile: il Rapporto Eurostat. Questo rapporto riserva parecchie sorprese e dimostra che gli italiani lavorano tanto, molto più di quanto i critici per pregiudizio possano pensare. Infatti, siamo uno dei popoli europei che lavora di più nell’arco della settimana.
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Il Rapporto Eurostat

Nel 2023, un italiano su dieci ha avuto un orario di lavoro pari o superiore a 49 ore a settimana. Solo Grecia, Cipro e Francia hanno registrato percentuali superiori. In Francia, gli “stacanovisti” sono il 10,1%, mentre in Italia il 9,6%. La Grecia è al primo posto con l’11,6%, dimostrando ancora una volta l’infondatezza degli stereotipi. Subito dietro di noi si trova il Portogallo.

Gli abitanti del Sud Europa, quindi, si distinguono per essere tra i maggiori lavoratori del continente, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Gli italiani risultano lavorare più della media europea, sia che si considerino i lavoratori autonomi, sia i lavoratori dipendenti.

Non ci sono nemmeno differenze di genere: sia gli italiani, sia le italiane occupano i primi posti della classifica europea. Ma a rovesciare gli stereotipi non è solo la nostra posizione nella classifica dei Paesi con la maggiore percentuale di chi lavora tanto. Gli olandesi, che spesso ci danno lezioni, si trovano solo al 18esimo posto con il 5,9% di stacanovisti. E la Germania, presa ad esempio da tutti, addirittura al 21esimo con il 5,4%. L’unico dato nel quale siamo in fondo alle classifiche europee è quello degli stipendi. Anche questo è un aspetto che fa riflettere.

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C’è un “killer silenzioso” negli ospedali italiani: “70.000 morti all’anno”. Cosa rivela l’ultimo rapporto e quali sono le cause https://www.business.it/ce-un-killer-silenzioso-negli-ospedali-italiani-70-000-morti-allanno-cosa-rivela-lultimo-rapporto-e-quali-sono-le-cause/ Fri, 28 Jun 2024 15:48:10 +0000 https://www.business.it/?p=139279 In un’Italia già segnata dai tagli alla sanità, emerge un dato che fa tremare: oltre quattro milioni di pazienti ogni anno contraggono infezioni durante il ricovero ospedaliero nell’Unione Europea. L’Italia si distingue tristemente per essere tra i peggiori in questa classifica, seconda solo al Portogallo. La drammatica realtà italiana Nel periodo 2022-2023, circa 430 mila… Read More »C’è un “killer silenzioso” negli ospedali italiani: “70.000 morti all’anno”. Cosa rivela l’ultimo rapporto e quali sono le cause

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In un’Italia già segnata dai tagli alla sanità, emerge un dato che fa tremare: oltre quattro milioni di pazienti ogni anno contraggono infezioni durante il ricovero ospedaliero nell’Unione Europea. L’Italia si distingue tristemente per essere tra i peggiori in questa classifica, seconda solo al Portogallo.

La drammatica realtà italiana

Nel periodo 2022-2023, circa 430 mila italiani hanno contratto infezioni durante la degenza ospedaliera. Di questi, 70 mila sono morti per sepsi nel 2020, una cifra che corrisponde a 200 decessi al giorno. Questi numeri confermano l’Italia come il paese con il più alto tasso di mortalità per infezioni ospedaliere in Europa.

Le infezioni più comuni sono quelle del tratto respiratorio, seguite da quelle urinarie, del sito chirurgico, del flusso sanguigno e gastrointestinali. Secondo gli esperti, il 20% di queste infezioni potrebbe essere prevenuto con semplici interventi come il lavaggio delle mani, oltre a misure più complesse come l’aumento delle camere singole e del personale specializzato.

Un altro dato allarmante riguarda l’uso degli antibiotici negli ospedali italiani, che si attesta al 44,7%, ben al di sopra della media europea del 33,7%. L’uso eccessivo di antibiotici contribuisce a sviluppare resistenze, complicando ulteriormente la gestione delle infezioni.

Le parole dell’ECDC

Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), sottolinea l’urgenza della situazione: “Le infezioni ospedaliere rappresentano una sfida significativa per la sicurezza dei pazienti. Questi numeri evidenziano l’urgente necessità di ulteriori azioni per mitigare questa minaccia.”

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Pfizer, cifra monstre per risolvere le cause legali di un farmaco “potenzialmente cancerogeno”. Tutti i dettagli https://www.business.it/pfizer-cifra-monstre-per-risolvere-le-cause-legali-di-un-farmaco-potenzialmente-cancerogeno-zantac/ Fri, 28 Jun 2024 15:39:05 +0000 https://www.business.it/?p=139275 Pfizer torna sotto i riflettori, questa volta per l’accordo raggiunto per risolvere le controversie legali legate a Zantac, il farmaco per il bruciore di stomaco. Al centro delle accuse, i presunti rischi di cancro associati al medicinale, ritirato dal mercato nel 2006. L’azienda farmaceutica ha accettato di pagare fino a 250 milioni di dollari per… Read More »Pfizer, cifra monstre per risolvere le cause legali di un farmaco “potenzialmente cancerogeno”. Tutti i dettagli

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Pfizer torna sotto i riflettori, questa volta per l’accordo raggiunto per risolvere le controversie legali legate a Zantac, il farmaco per il bruciore di stomaco. Al centro delle accuse, i presunti rischi di cancro associati al medicinale, ritirato dal mercato nel 2006. L’azienda farmaceutica ha accettato di pagare fino a 250 milioni di dollari per chiudere oltre 10.000 cause legali negli Stati Uniti, come riportato dal Financial Times.

L’accordo e le controversie

L’annuncio arriva dopo mesi di negoziati. Le cause intentate contro Pfizer riguardano i presunti rischi di cancro associati all’uso di Zantac. Pfizer ha sempre sostenuto che non esistono prove scientifiche affidabili che colleghino l’uso corretto di Zantac al cancro, e ha sottolineato che il farmaco è stato esaminato e approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti. Tuttavia, l’accordo raggiunto mira a ridurre la responsabilità dell’azienda e rassicurare gli investitori, mitigando i rischi di ulteriori perdite finanziarie.

La storia di Zantac

Zantac, sviluppato da GSK e Warner-Lambert, è arrivato sul mercato statunitense nel 1983 e dal 1996 è diventato un farmaco da banco per il bruciore di stomaco. Nel 2017, il farmaco è stato acquisito da Sanofi, che lo ha richiamato nel 2019 dopo che un laboratorio indipendente ha evidenziato un probabile effetto cancerogeno. La FDA ha confermato questi risultati un anno dopo, ordinando il ritiro del prodotto dal mercato. Da quel momento, migliaia di cause legali sono state avviate contro diversi colossi farmaceutici, tra cui Pfizer, accusati di non aver avvertito i consumatori sui rischi cancerogeni.

Le reazioni e le implicazioni

L’accordo di Pfizer segna un altro capitolo nella lunga saga delle cause legali legate ai farmaci. L’azienda ha espresso la sua determinazione a difendersi dalle accuse, ritenendole infondate. Questo accordo, seppur oneroso, serve a Pfizer per concentrarsi sulle sue attività principali e mantenere la fiducia degli investitori.

Un futuro incerto

La vicenda di Zantac evidenzia ancora una volta le sfide e le responsabilità che i colossi farmaceutici devono affrontare. Con la salute dei consumatori in gioco, le aziende sono chiamate a garantire la massima trasparenza e sicurezza nei loro prodotti. Resta da vedere come questo accordo influenzerà Pfizer e quali saranno le prossime mosse dell’azienda per ristabilire la sua reputazione e continuare a crescere nel mercato globale.

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Il governo svende un altro pezzo d’Italia: cosa ha ceduto dei “gioielli di famiglia”, a chi e quanto ha incassato https://www.business.it/il-governo-svende-un-altro-pezzo-ditalia-cosa-ha-ceduto-dei-gioielli-di-famiglia-a-chi-e-quanto-ha-incassato/ Fri, 28 Jun 2024 15:27:02 +0000 https://www.business.it/?p=139271 Il governo ha avviato una nuova fase di privatizzazioni, e come spesso accade, la via scelta è quella di vendere asset strategici dello Stato. Stavolta tocca a Eni, uno dei giganti dell’energia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la vendita di una quota di minoranza dell’Eni, segnando l’inizio di una serie di dismissioni… Read More »Il governo svende un altro pezzo d’Italia: cosa ha ceduto dei “gioielli di famiglia”, a chi e quanto ha incassato

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Il governo ha avviato una nuova fase di privatizzazioni, e come spesso accade, la via scelta è quella di vendere asset strategici dello Stato. Stavolta tocca a Eni, uno dei giganti dell’energia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la vendita di una quota di minoranza dell’Eni, segnando l’inizio di una serie di dismissioni di aziende a controllo pubblico.

Con una nota diffusa a mercati chiusi il 15 maggio, proprio nel giorno dell’assemblea dei soci del gruppo energetico, il Tesoro ha reso noto di aver avviato una procedura accelerata di raccolta ordini, conosciuta come “Accelerated Book Building”. L’obiettivo è cedere 91.965.735 azioni ordinarie, pari a circa il 2,8% del capitale di Eni. Per questa operazione, il ministero ha coinvolto un consorzio di banche composto da Goldman Sachs, Jefferies e UBS Europe in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners.

Il Piano delle privatizzazioni

Il collocamento lampo è stato annunciato come un successo dopo le 22.30, con le azioni vendute a un prezzo scontato dell’1,7% rispetto ai corsi di Borsa. Il titolo Eni, che il 15 maggio ha chiuso a 15,11 euro, è stato venduto dal Mef a 14,855 euro ad investitori italiani ed esteri, con una forte domanda da parte degli americani. L’operazione ha fruttato quasi 1,4 miliardi di euro.

La vendita di una quota di Eni rappresenta solo l’inizio. Nei piani del governo ci sono anche le privatizzazioni di Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. L’obiettivo dichiarato è raccogliere circa 20 miliardi di euro entro il 2026. La strategia è chiara: fare cassa velocemente per finanziare le politiche economiche e ridurre il debito pubblico.

La nota del Ministero

Il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti ha comunicato che non venderà ulteriori azioni di Eni sul mercato per un periodo di 90 giorni senza il consenso dei Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, salvo eccezioni. Questa clausola serve a garantire la stabilità del titolo sul mercato e a mantenere la fiducia degli investitori. La decisione di vendere una parte di Eni ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni vedono in questa mossa un passo necessario per risanare le finanze pubbliche, mentre altri temono la perdita di controllo su asset strategici per il paese. La storia delle privatizzazioni italiane è lunga e complessa, e il dibattito su questo tema è destinato a proseguire.

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“Parlerai con i tuoi cari defunti”. Arriva “Afterlife”, la App per conversare con i morti. L’allarme degli psicologi https://www.business.it/aftertime-app-conversare-morti/ Fri, 28 Jun 2024 12:44:07 +0000 https://www.business.it/?p=139266 Le follie tecnologiche che ci vengono proposte quotidianamente sembrano non avere limiti. Ora gli sviluppatori hanno creato un’App – e non una sola, ma diverse – davvero ai limiti dell’assurdo. Si chiamano App “Afterlife”, e sembrano l’incarnazione di certe produzioni di fiction e fantascienza che diventano realtà. Qualcosa di simile era già stato immaginato dagli… Read More »“Parlerai con i tuoi cari defunti”. Arriva “Afterlife”, la App per conversare con i morti. L’allarme degli psicologi

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Le follie tecnologiche che ci vengono proposte quotidianamente sembrano non avere limiti. Ora gli sviluppatori hanno creato un’App – e non una sola, ma diverse – davvero ai limiti dell’assurdo. Si chiamano App “Afterlife”, e sembrano l’incarnazione di certe produzioni di fiction e fantascienza che diventano realtà. Qualcosa di simile era già stato immaginato dagli sceneggiatori di Black Mirror, la serie che da anni anticipa gli sviluppi delle AI verso un futuro distopico. Ma come funzionano le applicazioni per “parlare con i morti”? Semplicemente, partendo da video e registrazioni, le intelligenze artificiali sono in grado di ricreare le caratteristiche dei nostri cari defunti. E di dare vita a chat in cui questi “surrogati” di persone a noi vicine passate a miglior vita parlano, scrivono e dialogano con noi. E lo fanno in maniera credibile, del tutto somigliante agli originali.
Leggi anche: Salute, la straordinaria scoperta che salverà milioni di vite. Ecco di cosa si tratta

Queste App sono già in commercio. Le più recenti si chiamano Project December e HereAfter (nome che ricalca il titolo di un bel film di Clint Eastwood). In cambio del pagamento di un abbonamento mensile, offrono la garanzia di “tenere in vita” digitalmente i nostri cari estinti. Ma ovviamente si tratta di un’illusione, che oltretutto presenta, come hanno denunciato gli psicologi dell’Università di Cambridge Tomasz Hollanek e Katarzyna Nowaczyk-Basinka, enormi rischi per la salute mentale delle persone che ne fanno uso. In un articolo sulla rivista Philosophy and Technology, gli esperti hanno lanciato l’allarme, paventando tre scenari “pericolosi” di una tecnologia che espone a rischi soprattutto i minori e le persone fragili psicologicamente. “Il potenziale effetto psicologico”, hanno scritto gli studiosi, “soprattutto in un momento già difficile, potrebbe essere devastante”.

Cosa chiedono gli esperti

Gli esperti chiedono quindi di applicare un’etica nell’uso della tecnologia. E chiedono innanzitutto di limitare i rischi di questa “immortalità digitale”. Perché l’uso di queste App può avere conseguenze gravissime. Si passa dalle manipolazioni attraverso i sensi di colpa all’impossibilità di elaborare il lutto per la perdita delle persone care. Si rischia di creare un “loop” nel quale, illudendosi di poterle ancora consultare e di poter parlare con loro, le persone cadrebbero vittime di una vera e propria patologia mentale.

E si troverebbero a vivere in un’illusione senza senso, che rischierebbe di trasportarle in un mondo parallelo e inesistente. Gli studiosi sottolineano anche un altro rischio. “Cosa succederebbe”, si domandano, “se App di questo tipo iniziassero a proporre offerte commerciali, magari attraverso la voce dei cari defunti? Oppure se manipolassero psicologicamente gli utilizzatori?”. Si tratta di domande importanti, che fanno capire ancora meglio perché la regolamentazione nell’uso delle AI e della tecnologia sia più che mai urgente. Per il bene di tutti e per la nostra salute mentale.

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Farmaco letale rimasto in commercio per 33 anni: “Migliaia di morti”. Una storia assurda https://www.business.it/farmaco-letale-in-commercio-33-anni/ Fri, 28 Jun 2024 11:10:45 +0000 https://www.business.it/?p=139262 Un farmaco, il Mediator, il cui principio attivo è il benfluorex, ha segnato una pagina nera nella storia della medicina. Questo medicinale, approvato con tutte le necessarie autorizzazioni, venne messo in vendita nel 1976. Per ben 33 anni è stato prescritto ai diabetici, finché non si scoprì che era letale.Leggi anche: “Parlerai con i tuoi… Read More »Farmaco letale rimasto in commercio per 33 anni: “Migliaia di morti”. Una storia assurda

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Un farmaco, il Mediator, il cui principio attivo è il benfluorex, ha segnato una pagina nera nella storia della medicina. Questo medicinale, approvato con tutte le necessarie autorizzazioni, venne messo in vendita nel 1976. Per ben 33 anni è stato prescritto ai diabetici, finché non si scoprì che era letale.
Leggi anche: “Parlerai con i tuoi cari defunti”. Arriva “Afterlife”, la App per conversare con i morti. L’allarme degli psicologi

L’allarme era stato dato già nel 1997, ma chi osava denunciare la pericolosità del Mediator veniva messo a tacere. Solo nel 2009 questo farmaco fu finalmente ritirato dal mercato, dando inizio allo “scandalo Mediator“. Nel giugno del 2010, un libro intitolato “Mediator 150mg: quanti morti?”, scritto dalla pneumologa dell’ospedale di Brest, Irène Frachon, portò alla luce storie, numeri e retroscena inquietanti sul Mediator. Le stime in Francia sono agghiaccianti: tra i 1.500 e i 2.100 decessi, 1.700/2.350 interventi chirurgici per la sostituzione di una valvola cardiaca, e 3.100/4.200 ricoveri ospedalieri.

Come racconta Valentina Cavinato sul portale Miglio Verde, la sentenza definitiva è stata pronunciata nel Marzo 2021: l’ANSM (AIFA francese) viene condannata a pagare una multa di 303.000€; i laboratori SERVIER devono pagare una multa di 2,7 milioni di euro; 180 milioni di € è l’importo per il risarcimento delle vittime (una parte delle vittime non è compresa, in quanto diverse persone avevano trattato direttamente in privato con la casa farmaceutica).

Lo scandalo è stato enorme in Francia, anche perché si è capito presto che cosa facesse questo prodotto, eppure hanno continuato a tenerlo in commercio e a prescriverlo alle persone. Commercializzato in Francia nel 1976 come farmaco coadiuvante nella cura del diabete, ma usato ovunque come antifame, il Mediator è stato prescritto a circa 5 milioni di persone durante i 33 anni in cui è rimasto in commercio, fino al suo ritiro nel novembre 2009.

“Nonostante fossero a conoscenza dei rischi da molti anni – ha detto la presidente del tribunale, Sylvie Daunis – non hanno mai preso i provvedimenti necessari, ed hanno in conseguenza ingannato” i consumatori del Mediator.

Lo scandalo Mediator rimane uno dei più gravi casi di negligenza e inganno nella storia della medicina, una ferita aperta che ha lasciato migliaia di vittime e sollevato numerosi interrogativi sull’efficacia dei controlli nel settore farmaceutico.

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Salute, la straordinaria scoperta che salverà milioni di vite. Ecco di cosa si tratta https://www.business.it/salute-straordinaria-scoperta-vite/ Fri, 28 Jun 2024 07:05:56 +0000 https://www.business.it/?p=139247 Uno dei problemi più urgenti che i medici si trovano ad affrontare è la difficoltà a reperire le quantità di plasma necessarie per le cure, soprattutto quando i pazienti hanno un gruppo sanguigno raro. A ciò si aggiunge il problema della conservazione: le piastrine, fondamentali per la coagulazione del sangue, possono essere conservate solo per… Read More »Salute, la straordinaria scoperta che salverà milioni di vite. Ecco di cosa si tratta

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Uno dei problemi più urgenti che i medici si trovano ad affrontare è la difficoltà a reperire le quantità di plasma necessarie per le cure, soprattutto quando i pazienti hanno un gruppo sanguigno raro. A ciò si aggiunge il problema della conservazione: le piastrine, fondamentali per la coagulazione del sangue, possono essere conservate solo per un periodo molto breve. Mentre il sangue può durare fino a un mese, le piastrine resistono solo una settimana. Tuttavia, un team di ricercatori della North Carolina State University e della University of North Carolina di Chapel Hill potrebbe cambiare questa situazione in un futuro non troppo lontano.
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La professoressa Ashley Brown, a capo del progetto, ha spiegato che anche con un’abbondanza di donazioni, non è possibile conservare le piastrine a lungo. Per risolvere questo problema, il suo team ha sviluppato un sostituto artificiale che svolge le stesse funzioni delle piastrine naturali ma, a differenza di queste ultime, può essere conservato a lungo. Questa scoperta è stata pubblicata su Science Translation Medicine.

Cosa hanno scoperto i ricercatori

I ricercatori hanno illustrato come le piastrine sintetiche possano essere utilizzate in diversi modi. Finora sono state testate su roditori e maiali, dimostrandosi capaci di fermare emorragie e accelerare la guarigione degli animali. Un altro vantaggio significativo è che per ottenere risultati è stato sufficiente utilizzare solo un decimo delle particelle artificiali rispetto alla quantità di piastrine naturali necessarie. La professoressa Brown ha spiegato che il meccanismo d’azione delle particelle artificiali si basa sul legame con la fibrina, il che le rende forse più efficienti delle piastrine naturali.

Nonostante la ricerca sia ancora in fase sperimentale, questa nuova scoperta promette di apportare notevoli vantaggi alla medicina futura. Matthew Neal, chirurgo e traumatologo dell’University of Pittsburgh Medical Center, ha affermato che l’idea di un sostituto sintetico delle piastrine si sta avvicinando alla realtà. È fondamentale ottenere il giusto rivestimento sulla superficie di queste particelle per far sì che somiglino e si comportino come piastrine naturali, evitando possibili controindicazioni.

La dottoressa Brown ha sottolineato che durante la sperimentazione non si sono verificati effetti negativi sugli animali e che le particelle sintetiche sono state espulse tramite le urine, evitando così che rimangano nell’organismo. L’utilizzo di queste particelle sintetiche promette di portare grandi benefici in molte situazioni, dalla cura delle lesioni traumatiche ai tumori e ad alcune malattie croniche che richiedono frequenti trasfusioni. Ora i ricercatori stanno preparando la sperimentazione sugli esseri umani, che dovrebbe iniziare entro pochi anni.

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Spente le antenne 5G. I giganti delle telecomunicazioni tremano: “Rischio per la salute”. Cosa sta succedendo https://www.business.it/antenne-5g-rischio-salute/ Fri, 28 Jun 2024 06:43:51 +0000 https://www.business.it/?p=139243 A Santa Margherita Ligure hanno “spento” il 5G. Sembra che qualcosa si stia muovendo e forse c’è una crescente consapevolezza, finalmente, ora che, dal 29 aprile, sono entrati in vigore i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare.Leggi anche: Vodafone lancia il 5G in Italia: ecco i costi e in quale… Read More »Spente le antenne 5G. I giganti delle telecomunicazioni tremano: “Rischio per la salute”. Cosa sta succedendo

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A Santa Margherita Ligure hanno “spento” il 5G. Sembra che qualcosa si stia muovendo e forse c’è una crescente consapevolezza, finalmente, ora che, dal 29 aprile, sono entrati in vigore i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare.
Leggi anche: Vodafone lancia il 5G in Italia: ecco i costi e in quale città è attiva la rete di quinta generazione

Pochi giorni fa, abbiamo riportato la notizia del sindaco di Lavagna, in provincia di Genova, Gian Alberto Mangiante, il quale ha emesso un’ordinanza vietando su tutto il territorio comunale “qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti, pari a 6 V/m”. Ha dichiarato che “nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà giustificare un aumento di tale limite con rischio per la salute della popolazione”.
Leggi anche: Il 5G e i nuovi limiti elettromagnetici, ecco cosa cambia in Italia. Scoppia la polemica

La protesta contro il 5G, “Rischi per la salute”

Ora, la protesta si allarga e, sempre in Liguria, anche Paolo Donadoni, sindaco di Santa Margherita Ligure, ha firmato un’analoga ordinanza contro il 5G su tutto il territorio comunale. Questo provvedimento si oppone all’innalzamento del campo elettromagnetico dai 6 ai 15 V/m (volt su metro, un’unità che misura l’intensità del campo elettromagnetico).

Poiché non si hanno ancora prove evidenti della presunta innocuità del 5G per la salute nel medio e lungo periodo, il sindaco ha affidato a un post su Facebook una considerazione riportata (solo) da Il Giornale d’Italia: “Nessuna ragione economica può compromettere la salute della popolazione”.

Il conto economico

Come anticipato, la rivolta contro il 5G è partita dalla piccola e incantevole regione tirrenica. Non solo il sindaco di Lavagna e quello di Santa Margherita Ligure, ma anche il primo cittadino di Rapallo, Carlo Bagnasco, ha emesso un’ordinanza che “vieta qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti, pari a 6 V/m”. Anche a Sestri Levante, il Consiglio comunale ha votato favorevolmente alla pratica presentata dal sindaco Solinas; stessa ordinanza a Cogorno, con il sindaco Gino Garibaldi, e a Pieve Ligure, dove il sindaco Paola Negro ha ribadito: “Un innalzamento dell’attuale limite dei 6 V/m, in ottica di ragionevolezza, prudenza e sostenibilità dovrebbe essere determinato sempre e soltanto in base a robuste scelte ed evidenze di tipo medico-scientifiche, e non in base a scelte politico-economiche, tecnologiche o comunque opportunistiche, in funzione di interessi diversi da quello primario della tutela della salute dei cittadini”.

Le nuove disposizioni prevedono un aumento dei limiti di emissione elettromagnetica a 15 V/m, consentendo ai gestori di modificare le proprie reti e di adeguarle a questi standard. Il tempo massimo per l’adeguamento ai parametri del 5G sarà di 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, attiva dal 29 aprile.

Se, dal punto di vista dell’inquinamento elettromagnetico, Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, punta il dito contro “i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze“, vi è anche un risvolto economico da considerare: attualmente, il 62% dei siti nelle aree urbane non è in grado di essere aggiornato al 5G a causa dei limiti di emissione, comportando costi aggiuntivi stimati intorno a 1,3 miliardi di euro per operatore per estendere la copertura 5G.

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Petto di pollo al supermercato, ecco come viene fatto davvero e come scegliere il migliore https://www.business.it/petto-pollo-supermercato-migliore/ Thu, 27 Jun 2024 11:57:14 +0000 https://www.business.it/?p=139238 Sai come viene fatto il petto di pollo che acquisti al supermercato? A rispondere a questa domanda sono i food blogger di “Prevenzione a Tavola”. Con un video pubblicato sul loro canale Instagram, hanno spiegato passo passo come si passa dall’allevamento alla tavola. Quasi la totalità dei petti di pollo che troviamo tra gli scaffali… Read More »Petto di pollo al supermercato, ecco come viene fatto davvero e come scegliere il migliore

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Sai come viene fatto il petto di pollo che acquisti al supermercato? A rispondere a questa domanda sono i food blogger di “Prevenzione a Tavola”. Con un video pubblicato sul loro canale Instagram, hanno spiegato passo passo come si passa dall’allevamento alla tavola. Quasi la totalità dei petti di pollo che troviamo tra gli scaffali del supermercato, va detto, provengono da allevamenti intensivi come quelli mostrati nel video. E sono immagini davvero forti. “Se sulla confezione non è specificato nulla, è allevato come nel video”, avvertono gli esperti. “Se c’è scritto ‘all’aperto’, il pollo è stato allevato in spazi aperti. Se è ‘biologico’, è stato allevato all’aperto e nutrito con mangimi bio”.
Leggi anche: “Mangiate insetti e carne sintetica”. Le sparate dello chef della Tv. “Gli italiani a tavola? Mangiano sempre uguale e sono tristi”

Detto questo, passiamo ai dettagli. “Gli animali vengono allevati in capannoni in maniera intensiva. Il pollo viene quindi costretto a crescere e mettere peso contro natura per essere abbattuto e venduto il prima possibile. In 50 anni il tasso di crescita di questi polli è aumentato del 400%. Il pollo viene macellato dopo soli 42 giorni di vita arrivando a pesare anche 2,6 chilogrammi”.

Come vengono allevati i polli

Più del 90% dei polli che acquistiamo sono allevati in questa maniera. Cioè che raggiungono un peso talmente elevato che le loro gambe non riescono a sorreggerli. Come fare, dunque, per fare un acquisto più consapevole? Qual è il miglior petto di pollo al supermercato? Un campanello d’allarme sono le cosiddette “strisce bianche”, trovate soprattutto nei polli Lidl, dalle quali è nato un caso. Si tratta di strisce di grasso che vanno a formarsi a scapito delle fibre muscolari. Questa carne contiene quindi meno proteine, meno Omega 3, meno antiossidanti, meno ferro e più grasso rispetto a un pollo ruspante allevato all’aperto.

Spiega al portale La Cucina Italiana la dottoressa Monica Guarino Amato, ricercatrice del CREA – Zootecnia e Acquacoltura: “Meglio un petto senza strisce, ovviamente. E, ancora meglio, un pollo intero. I polli venduti interi non sono frutto di selezioni genetiche così spinte sulla resa, perciò non crescono in tempi così rapidi”.

Spiega ancora Guarino Amato sulla scelta di petto di pollo al supermercato: “Il punto è chiedersi se si è disposti a farlo: una fettina di petto di pollo cuoce in 5 minuti, un pollo intero richiede più tempo. Siamo pronti?”. Quindi: il pollo biologico è sempre la migliore alternativa? “Negli allevamenti biologici gli animali hanno mangimi biologici, oltre alla possibilità di razzolare mangiando quello che trovano nei prati, e quindi anche la carne è più saporita e nutriente. Il punto è che allevare un pollo in questo modo è molto costoso e questi costi si riflettono sull’utente finale. Siamo sicuri che la popolazione possa reggere un aumento dei costi per garantire un migliore benessere animale?”.

In conclusione, fare un acquisto consapevole significa informarsi e valutare bene le etichette. Scegliere un pollo ruspante o biologico potrebbe essere la scelta migliore sia per la salute che per il benessere degli animali, anche se richiede un investimento economico maggiore.

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“Pomodoro cinese made in Italy!”, la truffa che arriva sulle nostre tavole. Ecco come riconoscerlo https://www.business.it/pomodoro-cinese-truffa-italy/ Thu, 27 Jun 2024 11:38:49 +0000 https://www.business.it/?p=139233 Carlo Petrini, noto gastronomo, sociologo e fondatore di Slow Food, ha lanciato un accorato appello sulle pagine de La Stampa, denunciando l’invasione di pomodoro cinese in Italia. “Non tutto il pomodoro che arriva sulle nostre tavole è prodotto in Italia”, avverte Petrini, sottolineando come la produzione nazionale non basti a soddisfare la domanda interna. I… Read More »“Pomodoro cinese made in Italy!”, la truffa che arriva sulle nostre tavole. Ecco come riconoscerlo

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Carlo Petrini, noto gastronomo, sociologo e fondatore di Slow Food, ha lanciato un accorato appello sulle pagine de La Stampa, denunciando l’invasione di pomodoro cinese in Italia. “Non tutto il pomodoro che arriva sulle nostre tavole è prodotto in Italia”, avverte Petrini, sottolineando come la produzione nazionale non basti a soddisfare la domanda interna. I trend di mercato rivelano un costante aumento delle importazioni del frutto rosso, con un incremento del 50% nel 2023 delle importazioni dalla Cina, principale fornitore sia per l’Italia che per l’intera Ue.
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Cosa pensa Carlo Petrini

Petrini spiega che il pomodoro cinese arriva a prezzi molto inferiori rispetto a quelli italiani, grazie al basso costo della manodopera e all’utilizzo di sostanze chimiche non regolamentate come nell’Ue. Questa concorrenza spietata spinge alcuni produttori italiani a ricorrere a pratiche criminali di caporalato, sfruttando i migranti-braccianti che lavorano in condizioni disumane. “Li vediamo ogni giorno aspettare i furgoni al mattino presto, ma voltiamo lo sguardo dall’altra parte”, denuncia Petrini.

Non è raro che il pomodoro cinese venga inscatolato in Italia e poi venduto in Paesi africani come Ghana, dove è molto apprezzato. Questo processo di dumping danneggia anche i produttori africani, evidenziando che il prodotto importato e venduto come italiano ha standard qualitativi molto bassi. “Come possiamo uscire da questa spirale di schiavitù e sofferenza?”, si chiede Petrini, mettendo in evidenza le gravi conseguenze sociali ed economiche di questa situazione.

Per evitare di acquistare prodotti ingannevoli, Petrini consiglia di leggere attentamente le etichette. Un prodotto può sembrare italiano per l’indirizzo del produttore, ma ciò non garantisce l’origine italiana del pomodoro. È essenziale cercare diciture come “100% pomodoro italiano” o “origine del pomodoro: Italia” per avere la certezza dell’origine del prodotto. Se queste indicazioni mancano, è probabile che il pomodoro sia importato, e il consumatore rischia di essere vittima di una frode.

In conclusione, Petrini invita i consumatori a fare scelte più consapevoli per restituire al pomodoro il suo autentico valore, un gusto “più buono, pulito e giusto per tutti”. Solo così potremo davvero contrastare l’invasione del pomodoro cinese e difendere la qualità dei prodotti italiani.

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Morti improvvise, cosa emerge dalle autopsie: ecco l’ultimo studio. Cosa hanno scoperto https://www.business.it/morti-improvvise-autopsie-studio/ Thu, 27 Jun 2024 09:41:06 +0000 https://www.business.it/?p=139227 Una revisione sistematica intitolata “A Systematic REVIEW of Autopsy findings in deaths after COVID-19 vaccination” ha suscitato un notevole interesse e preoccupazione. Firmata da un team di esperti, tra cui Nicolas Hulscher, Paul E. Alexander, Richard Amerling, Heather Gessling, Roger Hodkinson, William Makis, Harvey A. Risch, Mark Trozzi e Peter A. McCullough, lo studio ha… Read More »Morti improvvise, cosa emerge dalle autopsie: ecco l’ultimo studio. Cosa hanno scoperto

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Una revisione sistematica intitolata “A Systematic REVIEW of Autopsy findings in deaths after COVID-19 vaccination” ha suscitato un notevole interesse e preoccupazione. Firmata da un team di esperti, tra cui Nicolas Hulscher, Paul E. Alexander, Richard Amerling, Heather Gessling, Roger Hodkinson, William Makis, Harvey A. Risch, Mark Trozzi e Peter A. McCullough, lo studio ha evidenziato una correlazione significativa tra i vaccini Covid a mRNA e numerosi casi di morti improvvise.
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Correlazione tra Vaccino e Morte nel 73,9% dei Casi

I ricercatori hanno condotto un’analisi approfondita dei database di PubMed, ScienceDirect e altre fonti, esaminando i dati autoptici e necroscopici pubblicati fino a maggio 2023. Secondo i risultati, il vaccino Covid a mRNA è correlato a morte nel 73,9% dei decessi avvenuti dopo la somministrazione del vaccino. Le principali cause di morte post-vaccino Covid includono embolia polmonare, miocardite e sindrome da trombocitopenia trombotica immunitaria (VITT).

Obiettivi dello Studio

Lo studio si propone di esaminare criticamente i dati autoptici e necroscopici per comprendere i meccanismi patofisiologici alla base delle reazioni avverse da vaccino Covid, valutando così i rischi e i benefici delle vaccinazioni.

Meccanismi di Danno e Cause di Morte

Secondo quanto riportato dallo studio pubblicato su Science Direct e ripreso da L’Indipendente, il vaccino Covid a mRNA “è stato direttamente la causa o ha contribuito in modo significativo al 73,9% dei decessi“. I ricercatori hanno evidenziato preoccupazioni riguardo i possibili meccanismi di danno, tra cui la distribuzione sistemica di nanoparticelle lipidiche (LNP) e di mRNA, il danno tissutale associato alla proteina Spike, la trombogenicità, la disfunzione del sistema immunitario e la cancerogenicità.

Analisi dei Dati

I ricercatori hanno cercato su PubMed e ScienceDirect tutti i rapporti autoptici e necroptici pubblicati fino al 18 maggio 2023 relativi alla vaccinazione Covid-19. Tre medici hanno esaminato in modo indipendente ciascun caso per stabilire se la vaccinazione fosse la causa diretta o avesse contribuito in modo significativo alla morte.

Principali Organi Colpiti

Il sistema di organi più implicato nei casi di morte post-vaccino è stato quello cardiovascolare (49%), seguito da quello ematologico (17%), respiratorio (11%) e multiorgano (7%). In 21 casi, tre o più apparati sono stati colpiti. Il tempo medio dalla vaccinazione alla morte è stato di 14,3 giorni, con la maggior parte dei decessi avvenuti entro una settimana dall’ultima somministrazione del vaccino.

Cause Primarie di Morte

Un totale di 240 decessi (73,9%) sono stati giudicati come direttamente dovuti o significativamente influenzati dalla vaccinazione Covid-19. Le cause primarie di morte includono morte cardiaca improvvisa (35%), embolia polmonare (12,5%), infarto miocardico (12%), VITT (7,9%), miocardite (7,1%), sindrome infiammatoria multisistemica (4,6%) ed emorragia cerebrale (3,8%). In conclusione, questo studio solleva questioni cruciali riguardo la sicurezza dei vaccini Covid a mRNA e sottolinea l’importanza di ulteriori ricerche per comprendere appieno i rischi associati alla vaccinazione.

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Addio pannelli solari? Ecco l’invenzione di un pensionato per avere energia a basso costo. Una storia incredibile https://www.business.it/pannelli-solari-invenzione-pensionato/ Thu, 27 Jun 2024 09:00:27 +0000 https://www.business.it/?p=139222 Dan Caris, un ingegnoso pensionato, ha dedicato oltre 10 anni della sua vita a sviluppare un’invenzione rivoluzionaria che potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo due dei problemi più pressanti del nostro tempo: i rifiuti di plastica e la produzione di energia rinnovabile. La plastica, una volta usata, è estremamente difficile da estrarre e rimuovere… Read More »Addio pannelli solari? Ecco l’invenzione di un pensionato per avere energia a basso costo. Una storia incredibile

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Dan Caris, un ingegnoso pensionato, ha dedicato oltre 10 anni della sua vita a sviluppare un’invenzione rivoluzionaria che potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo due dei problemi più pressanti del nostro tempo: i rifiuti di plastica e la produzione di energia rinnovabile. La plastica, una volta usata, è estremamente difficile da estrarre e rimuovere dalla natura, rappresentando una delle grandi sfide dell’umanità. Allo stesso tempo, la necessità di energia pulita è in continua crescita sia a livello industriale che domestico.
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Secondo il rapporto Global Plastic Outlook dell’OCSE, negli ultimi 20 anni la produzione annuale di rifiuti di plastica è raddoppiata, passando da 180 milioni a oltre 350 milioni di tonnellate. In Spagna, meno del 12% di questi rifiuti viene riciclato, una situazione simile a quella di molti altri paesi, tra cui l’Italia. Proprio in questo contesto, la consapevolezza del problema della plastica è aumentata, spingendo persone come Dan Caris a cercare soluzioni innovative.

La Geniale Invenzione di un Pensionato Rivoluziona il Riciclo della Plastica

La storia di Dan inizia con un problema comune: cartucce per stampanti non riciclabili. Di fronte all’impossibilità di smaltirle correttamente, queste cartucce sono finite in discarica. Questo episodio ha spinto Caris a riflettere sul problema globale dei rifiuti di plastica e a cercare una soluzione. Così è nato CarisMatic, un piccolo generatore delle dimensioni di una scatola di scarpe, capace di trasformare la plastica in elettricità. Questa invenzione permette non solo di avere luce in casa durante la notte, ma anche di caricare la batteria dell’auto, e può essere utilizzata anche su scala industriale.

L’azienda fondata da Caris mira a ripulire il pianeta fornendo energia pulita. Il fatto che oltre il 99% della plastica sia costituita da combustibili fossili – principalmente petrolio e gas – rende il riciclo della plastica particolarmente complesso. Caris, con la sua invenzione, ha trovato un modo per estrarre l’energia contenuta nella plastica. “Non solo produrrà energia, ma le emissioni saranno quasi pari a zero grazie alla tecnologia di cattura del carbonio esistente”, affermano i partecipanti al progetto. Con alle spalle 40 anni di esperienza ingegneristica, Dan Caris ha dimostrato che la combinazione di ingegno, perseveranza e consapevolezza ambientale può portare a soluzioni che non solo risolvono problemi locali, ma possono avere un impatto significativo a livello globale.

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“Svelato il business del dolore”. Ecco i “trucchi” del gigante farmaceutico per guadagnare sulle sofferenze altrui https://www.business.it/business-dolore-trucchi-farmaceutico/ Thu, 27 Jun 2024 07:37:10 +0000 https://www.business.it/?p=139217 Una vera e propria bomba è esplosa nel mondo della medicina con la pubblicazione di un articolo su uno dei più prestigiosi giornali scientifici, il British Medical Journal. Due ricercatori canadesi della Queen’s University di Kingston, Maud Bernisson e Sergio Sismondo, hanno smascherato i trucchi utilizzati dal colosso farmaceutico statunitense Mallinckrodt per incrementare le vendite… Read More »“Svelato il business del dolore”. Ecco i “trucchi” del gigante farmaceutico per guadagnare sulle sofferenze altrui

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Una vera e propria bomba è esplosa nel mondo della medicina con la pubblicazione di un articolo su uno dei più prestigiosi giornali scientifici, il British Medical Journal. Due ricercatori canadesi della Queen’s University di Kingston, Maud Bernisson e Sergio Sismondo, hanno smascherato i trucchi utilizzati dal colosso farmaceutico statunitense Mallinckrodt per incrementare le vendite dei suoi oppioidi e farmaci antidolorifici. Il tutto, proprio mentre negli USA si diffondeva un’epidemia di dipendenza da oppioidi.
Leggi anche: “Venduto a 1.000 dollari, ma ne costa 5”. Medicinali a prezzi folli, case farmaceutiche nella bufera

I ricercatori hanno analizzato 1,3 milioni di documenti interni resi pubblici per ordine di un giudice. Da 900 di questi documenti emerge un quadro allarmante: un piano coordinato per influenzare la percezione dei medici riguardo alla medicina del dolore. Le pressioni sui medici aumentavano proprio mentre cresceva tra loro il dubbio sull’eccessivo numero di prescrizioni di questi farmaci, a causa della crescente preoccupazione per l’aumento dei casi di dipendenza da oppioidi.

Scandalo farmaceutico: le tattiche di Mallinckrodt svelate

I documenti rivelano come Mallinckrodt abbia tentato di sminuire le preoccupazioni relative alla dipendenza, descrivendole come una “fobia”. L’azienda definiva la dipendenza come “pseudo dipendenza” per minimizzare le conseguenze dell’uso di oppioidi. La dottoressa Adriane Fuh-Berman, esperta di marketing farmaceutico, ha spiegato che questo termine serviva a “distorcere i limiti di tolleranza e dipendenza”, distrarre i medici e nascondere il fatto che i loro pazienti erano realmente dipendenti.

Inoltre, Mallinckrodt ha spinto al massimo i limiti etici, presentando gli oppioidi come “medicine preventive” per il dolore cronico. Emblematica una mail di un manager delle vendite del 2013 che esortava: “Avete solo una responsabilità: vendere, vendere, vendere!”, senza preoccuparsi della salute fisica e mentale dei pazienti.

Già condannata in passato a pagare 1,7 miliardi di dollari per marketing ingannevole, Mallinckrodt continua imperterrita. Nel 2023, i suoi profitti sono aumentati del 25% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 262 milioni di dollari. Nonostante tre richieste di fallimento secondo la legge USA Chapter 11 per ridurre i debiti derivanti dalle 3.000 cause legali, l’azienda ha siglato un accordo di ristrutturazione per risarcire le vittime con 250 milioni di dollari, una cifra ben un miliardo inferiore a quanto inizialmente promesso.

Lo scandalo getta luce su pratiche spregiudicate che, in nome del profitto, mettono a rischio la salute pubblica, sollevando interrogativi etici profondi su come viene gestita la medicina del dolore e la dipendenza da farmaci.

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Arriva la “classifica mondiale” delle città dove si fa l’amore più spesso. Ecco come siamo messi in Italia… https://www.business.it/classifica-mondiale-citta-amore/ Wed, 26 Jun 2024 14:01:59 +0000 https://www.business.it/?p=139202 Quando si parla di sesso, emerge un curioso paradosso. Un sano equilibrio nei rapporti fisici migliora la vita, le persone ne parlano spesso e in molti lo considerano al centro dei propri interessi e delle proprie necessità. Ma se si prova ad approfondire il tema pubblicamente, siamo ancora preda di una cortina di imbarazzi e… Read More »Arriva la “classifica mondiale” delle città dove si fa l’amore più spesso. Ecco come siamo messi in Italia…

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Quando si parla di sesso, emerge un curioso paradosso. Un sano equilibrio nei rapporti fisici migliora la vita, le persone ne parlano spesso e in molti lo considerano al centro dei propri interessi e delle proprie necessità. Ma se si prova ad approfondire il tema pubblicamente, siamo ancora preda di una cortina di imbarazzi e ritrosie. A rompere queste reticenze, almeno in parte, ci ha pensato uno studio del portale Lazeeva, che si occupa del tema in modo più ampio e “professionale”. Utilizzando una serie di parametri che comprendono anche la tendenza alla sperimentazione e la tolleranza alle diversità, Lazeeva ha stilato una classifica delle metropoli più “calde” del pianeta.
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Sorpresa! Nonostante la fama degli italiani nel mondo, le nostre città non sono tra quelle in cui ci si “diverte” di più. Al primo posto di questa singolare graduatoria si colloca, nemmeno a dirlo, Parigi. Oltre a essere la meta romantica di molte coppie, a quanto pare è anche molto stimolante per le attività da svolgere tra le lenzuola. Al secondo posto, e nemmeno questa è una sorpresa, troviamo Rio de Janeiro, mentre al terzo (questo sì, un po’ sorprendente) svetta Londra. Non sapevamo che gli inglesi fossero così libertini. E l’Italia? Purtroppo, le nostre città occupano gli ultimi posti fra le 100 più attive al mondo. La prima è Roma, ottantaduesima. Milano, invece, figura al novantaduesimo posto.

Esiste anche una classifica dedicata alla soddisfazione sessuale dichiarata dagli abitanti. I più felici del loro status risultano essere i cittadini di Bruxelles, Varsavia, Amsterdam, Utrecht (che i tulipani siano afrodisiaci?), Rio de Janeiro e San Paolo del Brasile. A Roma si registra un tasso di soddisfazione del 7.3/10, mentre Milano non raggiunge nemmeno la sufficienza: 5.3/10. Troppo lavoro e troppe preoccupazioni? Non lo sappiamo, ma è un’ipotesi credibile.

Ecco le città dove si fa più sesso

Passiamo poi alla graduatoria delle città in cui si fa più sesso, secondo la definizione di Lazeeva. E qui trionfa il Brasile con Rio de Janeiro, che totalizza un eloquente 10/10. Al secondo posto Parigi con il 9,9, seguita da Los Angeles (9.8) e, naturalmente, Ibiza (9.7). Anche qui, Roma batte Milano: 7.3 contro 6.3. Per quanto riguarda la tolleranza verso i gusti sessuali, a trionfare in Europa sono i Paesi nordici con un 10/10 assegnato a Oslo, Stoccolma e Dublino. A sorpresa, il massimo dei voti viene assegnato anche a Basilea. Poi dicono che gli svizzeri sono noiosi. Tra i Paesi più tolleranti al mondo, almeno da questo punto di vista, troviamo anche la Germania (8/10).

Chiudiamo questa singolare ricerca con le città più aperte alle sperimentazioni. E qui, i nomi sul podio non sorprendono: Los Angeles, Sao Paulo e Las Vegas. Mentre fra i più conservatori ci sono Austriaci e Tedeschi (tranne Berlino, dove a quanto pare si danno molto da fare). E l’Italia? Anche qui, siamo considerati poco “innovativi”, con punteggi molto bassi: 3.10 Milano, 2.10 Roma. La fama degli italiani, almeno a sentire Lazeeva, vacilla. Per fortuna, non tra i turisti: uomini e donne del Bel Paese risultano sempre tra i più apprezzati e ricercati del mondo. Almeno questo.

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“Addio alla chemioterapia”. Arrivano ottime notizie per la cura dei tumori al seno https://www.business.it/addio-chemioterapia-tumori-seno/ Wed, 26 Jun 2024 11:09:02 +0000 https://www.business.it/?p=139195 La pubblicazione dei risultati di uno studio su un farmaco di nuova generazione sta aprendo le porte a profondi e positivi cambiamenti nel campo delle cure oncologiche. Il Trastuzumab Deruxtecan, un anticorpo monoclonale, si è rivelato un’arma straordinaria nella battaglia contro il tumore al seno. Testato su donne affette da cancro metastatico, il medicinale ha… Read More »“Addio alla chemioterapia”. Arrivano ottime notizie per la cura dei tumori al seno

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La pubblicazione dei risultati di uno studio su un farmaco di nuova generazione sta aprendo le porte a profondi e positivi cambiamenti nel campo delle cure oncologiche. Il Trastuzumab Deruxtecan, un anticorpo monoclonale, si è rivelato un’arma straordinaria nella battaglia contro il tumore al seno. Testato su donne affette da cancro metastatico, il medicinale ha dimostrato di essere più efficace della chemioterapia nel ridurre il rischio di morte e migliorare i tempi di sopravvivenza delle pazienti.
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Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 55.000 nuovi casi di tumore al seno. La chemioterapia, spesso necessaria, è una procedura fortemente debilitante. Tuttavia, ora ci sono ottime notizie per le pazienti che affrontano la forma più aggressiva di questa malattia. I risultati dello studio di fase 3, denominato DESTINY-Breast06, sono stati presentati a Chicago durante il congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology. I dati hanno mostrato come il Trastuzumab Deruxtecan sia efficace nel trattamento del tumore al seno metastatico.

I risultati dello studio

Il Trastuzumab Deruxtecan appartiene ai coniugati anticorpo-farmaco, combinando l’utilizzo di un anticorpo che riconosce i recettori ormonali delle cellule tumorali con molecole di farmaci chemioterapici. I risultati della sperimentazione hanno evidenziato che il Trastuzumab è più efficace della chemioterapia nei casi di cancro al seno con bassa espressione della proteina Her2, un recettore ormonale associato a questo tipo di tumori.

I tumori al seno si dividono in due grandi categorie: quelli con presenza e quelli con assenza di recettori ormonali. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno scoperto che anche i tumori con recettori non rilevati contengono questi recettori in minime quantità. Le pazienti affette da questa tipologia erano trattate con la chemioterapia, nonostante i suoi limiti e controindicazioni. Ora, con i nuovi farmaci da somministrare subito dopo la terapia ormonale, gli effetti collaterali sono ridotti e i risultati dimostrano l’efficacia del trattamento. Il Trastuzumab ha ridotto del 38% il rischio di morte o di ricomparsa della malattia. In conclusione, il Trastuzumab Deruxtecan rappresenta una svolta promettente nel trattamento del tumore al seno, portando nuove speranze alle pazienti e segnando un passo avanti significativo nella lotta contro il cancro.

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“Sempre più tumori fra i 15 e i 39 anni”. L’allarme dell’oncologo Tortora. “Ma non sono quelli tipici dei giovani” https://www.business.it/sempre-piu-tumori-fra-i-15-e-i-39-anni-lallarme-delloncologo-tortora-ma-non-sono-quelli-tipici-dei-giovani/ Wed, 26 Jun 2024 10:58:13 +0000 https://www.business.it/?p=139192 “Faccio l’oncologo da quasi 35 anni. Posso dire che 15, 20 anni fa non vedevo ragazzi di 27-28 anni con tumori al pancreas“. Con queste parole, Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma, ha lanciato un grido d’allarme sulle pagine di Adnkronos Salute. Il celebre oncologo denuncia un preoccupante aumento… Read More »“Sempre più tumori fra i 15 e i 39 anni”. L’allarme dell’oncologo Tortora. “Ma non sono quelli tipici dei giovani”

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“Faccio l’oncologo da quasi 35 anni. Posso dire che 15, 20 anni fa non vedevo ragazzi di 27-28 anni con tumori al pancreas“. Con queste parole, Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma, ha lanciato un grido d’allarme sulle pagine di Adnkronos Salute. Il celebre oncologo denuncia un preoccupante aumento di casi di tumori tra i giovani, una tendenza che non può più essere ignorata.

Tortora, parlando dei suoi pazienti, spiega come oggi si trovi sempre più spesso di fronte a 40enni o persone ancora più giovani affette da vari tipi di tumori, non solo quelli tipicamente associati alla gioventù. “Chi fa il clinico non vede i numeri, ma i pazienti che entrano in ambulatorio. E ad aumentare in questa fascia d’età sotto i 40 anni sono neoplasie tipiche dell’adulto. Noi oncologi li abbiamo davanti questi pazienti. Quanto incida esattamente il fenomeno in termini epidemiologici lo capiremo quando avremo numeri più grandi o un trend più ampio, ma lo specialista si deve preoccupare e deve approfondire perché sta succedendo ora”.

Il progetto “G-Aya”

Per affrontare questa emergenza, il Policlinico di Roma ha lanciato un innovativo progetto chiamato “G-Aya”, dedicato ai tumori negli adolescenti e nei soggetti sotto i 40 anni. Tortora descrive questo progetto come un “maxi contenitore” che raccoglie studi che esplorano molteplici aspetti: dall’epidemiologia alla genetica, passando per le implicazioni sociali e tecnologiche. L’obiettivo è creare un osservatorio e un database a 360 gradi sui tumori degli Under 40, per comprendere meglio il fenomeno e trovare nuove soluzioni.

Secondo l’oncologo, i numeri dell’osservatorio epidemiologico italiano, che tengono conto di vari fattori come l’età e le diagnosi precoci, non sembrano particolarmente allarmanti. Tuttavia, un’analisi recente dell’Università di Edimburgo e di un ateneo cinese ha mostrato un quadro ben diverso, evidenziando un incremento di quasi l’80% dei casi di tumori tra gli Under 50 nell’arco di trent’anni. Questo dato, spiega Tortora, è particolarmente significativo per i tumori dell’apparato digerente, come quelli del colon e del pancreas.

Perché l’esplosione di tumori nei giovanissimi

Le cause di questo incremento sono molteplici e complesse. Tortora sottolinea come sia fondamentale esaminare anche l’alimentazione, oltre ai noti fattori di rischio come il fumo, l’alcol, il sovrappeso e l’obesità. Questi elementi possono infatti contribuire all’insorgenza di malattie metaboliche e diabete, aumentando il rischio di sviluppare tumori.

Studi recenti hanno anche evidenziato un fenomeno preoccupante: un invecchiamento cellulare accelerato e un peggioramento dell’età biologica tra i 40-50enni di oggi. Questo invecchiamento cellulare predispone a un maggior numero di mutazioni genetiche, aumentando così la suscettibilità al cancro.

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“Non chiamate questo numero.” La truffa che ti prosciuga il conto, ecco da dove arrivano le comunicazioni https://www.business.it/truffa-che-prosciuga-conto/ Wed, 26 Jun 2024 10:45:14 +0000 https://www.business.it/?p=139187 Raggiri, truffe di vario genere, soprattutto online o telefoniche, note anche come cyber-truffe, sono ormai una minaccia costante e ingegnosa che colpisce sempre più persone. Oggi ci troviamo a parlare dell’ennesimo allarme che arriva da diverse parti d’Italia. Stavolta, l’obiettivo dei truffatori è una banca. Ma come si può riconoscere una comunicazione falsa e come… Read More »“Non chiamate questo numero.” La truffa che ti prosciuga il conto, ecco da dove arrivano le comunicazioni

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truffa che prosciuga conto

Raggiri, truffe di vario genere, soprattutto online o telefoniche, note anche come cyber-truffe, sono ormai una minaccia costante e ingegnosa che colpisce sempre più persone. Oggi ci troviamo a parlare dell’ennesimo allarme che arriva da diverse parti d’Italia. Stavolta, l’obiettivo dei truffatori è una banca. Ma come si può riconoscere una comunicazione falsa e come ci si può difendere?
Leggi anche: Truffa del bicchiere d’acqua: allarme in Italia. Ecco come funziona e come evitarla. Violenze e furti
Leggi anche: “Pomodoro cinese made in Italy!”, la truffa che arriva sulle nostre tavole. Ecco come riconoscerlo

Come funziona la cyber-truffa

Innanzitutto, questa truffa consiste nel far credere alla vittima di essere contattata dal proprio istituto bancario, ottenendo così la sua attenzione e fiducia per convincerla a effettuare operazioni bancarie rischiose, fino al prosciugamento del conto bancario. La maggior parte delle persone raggirate ha riportato lo stesso modus operandi: ricevere sul proprio telefono un messaggio che sembra provenire dal proprio istituto bancario, con un tono allarmistico.

Il messaggio avvisa che, per motivi di sicurezza, la carta di credito è stata bloccata. Quello che rende il tutto credibile è il fatto che il messaggio sembra provenire da Nexi, un gruppo finanziario che fornisce servizi per il pagamento digitale. Tuttavia, Nexi non ha nulla a che fare con questa truffa. Il numero che compare è +30 – 380 2581244, un prefisso greco con numero WindTre. Il messaggio recita: “Gentile Cliente, Nexi la informa che ha bloccato le sue carte per mancata Sicurezza PSD2, segua la procedura di SBLOCCO contattando il: 3497045219“. Basta fare una ricerca online per verificare che questo numero è segnalato come fonte di truffe telefoniche.

Cosa fare in caso si venisse contattati

Una volta riconosciuta la comunicazione truffaldina, è fondamentale evitare di aprirla, cliccare su link o seguire le indicazioni contenute. Si tratta di un classico caso di phishing, una truffa telematica con cui i cyber-criminali ingannano le vittime per ottenere informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso. Il consiglio principale è di non cliccare mai su link sospetti, soprattutto perché nessuna banca contatterebbe i propri clienti tramite un semplice sms per questioni così importanti, come ricorda il Giornale. È inoltre cruciale denunciare immediatamente alle Forze dell’ordine e alla propria banca (quella vera) di aver ricevuto una comunicazione sospetta.

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“Ho avuto pure la miocardite”. Puzzer, come sta e cosa fa oggi: l’intervista di Borgonovo al leader No Green Pass (VIDEO) https://www.business.it/ho-avuto-pure-la-miocardite-puzzer-come-sta-e-cosa-fa-oggi-lintervista-di-borgonovo-al-leader-no-green-pass-video/ Tue, 25 Jun 2024 14:10:04 +0000 https://www.business.it/?p=139172 Ricordate Stefano Puzzer? È stato il leader dei portuali di Trieste che protestavano contro il Green Pass e l’obbligo vaccinale. Dalle manifestazioni di piazza è passato poi alla tv, dove è stato spesso intervistato per presentare le sue istanze. Puzzer ne ha passate di tutti i colori, subendo la sospensione e il licenziamento dal lavoro,… Read More »“Ho avuto pure la miocardite”. Puzzer, come sta e cosa fa oggi: l’intervista di Borgonovo al leader No Green Pass (VIDEO)

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Ricordate Stefano Puzzer? È stato il leader dei portuali di Trieste che protestavano contro il Green Pass e l’obbligo vaccinale. Dalle manifestazioni di piazza è passato poi alla tv, dove è stato spesso intervistato per presentare le sue istanze. Puzzer ne ha passate di tutti i colori, subendo la sospensione e il licenziamento dal lavoro, l’ostracismo dei media e poi addirittura un Daspo dalla Capitale quando aveva deciso di manifestare pacificamente a Roma con il suo giubbetto catarifrangente e un banchetto. Una cosa mai vista prima. Ora Puzzer è tornato a parlare, e lo ha fatto con Francesco Borgonovo durante l’ultima puntata di Punto & Accapo, la rubrica che il giornalista de LaVerità tiene su RadioRadio. Racconta Puzzer guardandosi indietro: “Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa”.

“Ora faccio tre lavori per vivere”

Stefano Puzzer è stato portuale a Trieste fino al 2022, quando si è autosospeso rifiutando di mostrare la certificazione verde per lavorare. E pensare che Puzzer il vaccino lo aveva pure fatto, ma il green pass non lo esibiva comunque, perché non riteneva giusta quella legge, perché detestava la discriminazione dei suoi colleghi. L’ha pagata cara, la sua idea di giustizia, di democrazia e di libertà. “Mi sono autosospeso perché non accettavo assolutamente la messa in opera del Green Pass, perché era veramente un crimine contro tutti i lavoratori, contro il diritto del lavoro”. Poi i tribunali, a causa del suo ricorso contro il licenziamento nell’aprile del 2022 da parte dell’Agenzia Lavoro Portuale di Trieste. E oggi? “Mi ritrovo già da tre anni a casa. Per fortuna sto lavorando: faccio tre lavori perché mi sto pagando gli avvocati e in più mi sono fatto anche una miocardite a mia insaputa quattro mesi fa. Mi ha lasciato una cicatrice di un centimetro, però andiamo avanti a lottare”.

La videointervista

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Le “case bara”, realtà che è già un inferno sulla Terra: ecco come vogliono farci vivere (VIDEO) https://www.business.it/le-case-bara-realta-che-e-gia-un-inferno-sulla-terra-ecco-come-vogliono-farci-vivere-video/ Tue, 25 Jun 2024 14:00:06 +0000 https://www.business.it/?p=139167 Hong Kong è una delle città più moderne e sviluppate al mondo, ma nasconde una realtà agghiacciante: le cosiddette “case bara”. Questi alloggi, dalle dimensioni estremamente ridotte, sono situati in grandi edifici residenziali ad alta densità e rappresentano un triste simbolo della crisi abitativa che affligge la metropoli. Le “case bara” sono abitazioni talmente piccole… Read More »Le “case bara”, realtà che è già un inferno sulla Terra: ecco come vogliono farci vivere (VIDEO)

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Hong Kong è una delle città più moderne e sviluppate al mondo, ma nasconde una realtà agghiacciante: le cosiddette “case bara”. Questi alloggi, dalle dimensioni estremamente ridotte, sono situati in grandi edifici residenziali ad alta densità e rappresentano un triste simbolo della crisi abitativa che affligge la metropoli.

Le “case bara” sono abitazioni talmente piccole da offrire solo uno spazio sufficiente per sdraiarsi. Con una superficie di appena 1,5 metri quadrati, questi loculi abitativi sono simili a gabbie da criceti. In una città dove i prezzi degli immobili sono tra i più alti al mondo, con costi che raggiungono i 20mila dollari al metro quadro, molte persone non possono permettersi altro. Attualmente, si stima che oltre 220.000 persone vivano in questi spazi angusti e indegni.

Il costo della dignità

I residenti delle “case bara” sono principalmente lavoratori che, con stipendi tra i 1.000 e i 1.700 euro al mese, non possono permettersi alloggi più decenti. Nonostante la loro natura spesso abusiva, questi alloggi rappresentano l’unica soluzione per molti. Le famiglie a basso reddito sono costrette a vivere in monolocali di 30 metri quadrati, suddivisi in tre mini appartamenti di 10 metri quadrati ciascuno. Questi spazi, comparabili a celle carcerarie, sono abitati da nuclei familiari di quattro o più persone nel 10% dei casi.

Prezzi esorbitanti per alloggi miseri

Per vivere in queste condizioni, le famiglie pagano circa 700 euro al mese, oltre la metà del loro stipendio medio. Esistono anche le “case sgabuzzino” da 3,5 metri quadrati, che costano 450 euro al mese. Tuttavia, il culmine dell’indecenza è rappresentato dalle “case bara”: scatole di legno o metallo da 1,5 metri quadrati, affittate per 350 euro al mese. Qui, i residenti possono solo sdraiarsi, condividendo bagni e cucine con altri inquilini.

Sistemi abitativi inumani

Le “case bara” sono una rappresentazione tangibile di un inferno quotidiano. La vita in questi loculi è resa ancora più difficile dalla mancanza di spazio per i beni personali e dall’assenza di privacy. Chi vive in queste condizioni spesso appende i vestiti a ganci metallici sulle pareti e, nei casi più fortunati, può permettersi una piccola televisione ai piedi del letto.

La situazione abitativa di Hong Kong evidenzia una disumanità che richiede interventi urgenti. Mentre le proteste contro gli allevamenti intensivi di animali sono giustamente in aumento, sembra che poco venga fatto per evitare l’allevamento intensivo di esseri umani in queste condizioni inaccettabili. È tempo che la comunità internazionale e le autorità locali affrontino questa crisi abitativa con soluzioni concrete, restituendo dignità e speranza a chi vive in queste condizioni disperate.

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Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo con altri Paesi, ma Mattarella… https://www.business.it/monti-piano-italexit-lira-mattarella/ Tue, 25 Jun 2024 12:39:26 +0000 https://www.business.it/?p=139161 Il libro di Mario Monti, “Demagonia”, pubblicato dall’editrice Solferino, rappresenta una vera e propria bomba mediatica. Le rivelazioni contenute in questo volume gettano una luce nuova e inaspettata sulla recente storia politica italiana. Monti, ex Premier, ha infatti svelato che nel 2018 erano in corso trattative per tentare di far uscire l’Italia dall’Euro. Questa clamorosa… Read More »Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo con altri Paesi, ma Mattarella…

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Monti Italexit Lira Mattarella

Il libro di Mario Monti, “Demagonia”, pubblicato dall’editrice Solferino, rappresenta una vera e propria bomba mediatica. Le rivelazioni contenute in questo volume gettano una luce nuova e inaspettata sulla recente storia politica italiana. Monti, ex Premier, ha infatti svelato che nel 2018 erano in corso trattative per tentare di far uscire l’Italia dall’Euro. Questa clamorosa informazione è stata riportata dal Fatto Quotidiano.
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Il racconto di Mario monti

Secondo Monti, Ignazio Visco della Banca d’Italia aveva preparato un piano di emergenza per il ritorno alla Lira, nel caso in cui la situazione finanziaria sui mercati fosse diventata insostenibile. A maggio 2018, Paolo Savona, che stava per diventare ministro dell’Economia del governo gialloverde, pubblicò alcune slide su un sito Eurocritico dove spiegava la possibilità di una Italexit e del ritorno alla Lira.

Intervenne quindi Mattarella, bloccando la nomina di Savona perché, secondo il Quirinale, con lui al dicastero dell’Economia, “il rischio dell’Italexit” sarebbe stato praticamente inevitabile. Fu dunque la decisione del Presidente della Repubblica a bloccare ogni possibilità di uscita dell’Italia dall’Europa. Tuttavia, Monti svela un altro retroscena nel suo libro. Già nel 2012, incontrò l’allora Presidente Francese, Hollande. “Ci confrontammo in modo franco”, ha raccontato Monti, “chiedendo cosa avrebbe fatto la Francia se l’Italia fosse stata costretta a uscire dall’Euro”.

Monti voleva capire se Parigi avrebbe scelto di perdere prestigio, uscendo dall’Unione Europea e seguendo l’Italia nel ritorno alle monete nazionali, oppure se avrebbe preferito perdere competitività mantenendo l’Euro e affrontando la concorrenza dei prodotti italiani prezzati in una Lira svalutata. Dopo un po’ di tempo, arrivò la risposta di Hollande: la Francia avrebbe seguito l’Italia. “L’intesa”, continua Monti, “era che ci saremmo riferiti a quei piani solo come a un progetto nel cassetto. Per fortuna non c’è mai stato bisogno di aprirlo”.

Queste rivelazioni evidenziano la volontà di Monti di mantenere l’Italia nell’Euro, ma anche un fatto cruciale: l’Italia fuori dall’Euro sarebbe stata vista come un pericoloso avversario. La nostra posizione sui mercati commerciali si sarebbe infatti rafforzata al punto da spingere persino la Francia a considerare un’uscita dalla moneta unica europea. Ora sappiamo che nel 2012 e nel 2018, l’Italia si è trovata per due volte a un bivio fra le politiche di austerity e il “piano B” prospettato prima da Monti e Hollande, poi da Savona. E che uscire dall’Euro forse non sarebbe stata una sciagura come sostenuto dal mantra europeista. Perché un’altra soluzione era possibile. Ma Mattarella non era d’accordo.

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La Ue ora ci cambia la colazione. Ecco le nuove norme su miele e marmellate https://www.business.it/ue-norme-miele-marmellate/ Tue, 25 Jun 2024 12:17:48 +0000 https://www.business.it/?p=139156 Le norme europee ormai abbracciano quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana, influenzando ciò che facciamo, usiamo e consumiamo. Questa volta, è la prima colazione a finire sotto i riflettori di Bruxelles, che ha appena varato nuove direttive su miele, marmellate, succhi di frutta e latte disidratato. Le nuove regole mirano a garantire una maggiore… Read More »La Ue ora ci cambia la colazione. Ecco le nuove norme su miele e marmellate

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Ue norme miele marmellate

Le norme europee ormai abbracciano quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana, influenzando ciò che facciamo, usiamo e consumiamo. Questa volta, è la prima colazione a finire sotto i riflettori di Bruxelles, che ha appena varato nuove direttive su miele, marmellate, succhi di frutta e latte disidratato. Le nuove regole mirano a garantire una maggiore trasparenza per i consumatori al momento della scelta e dell’acquisto, oltre a contrastare le frodi alimentari. In particolare, le etichette dei prodotti dovranno essere più dettagliate e precise.
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Tutte le novità su miele e marmellate

Per quanto riguarda il miele, le etichette dovranno indicare i numeri dei Paesi che hanno contribuito alla realizzazione del prodotto, in ordine decrescente di peso. Gli Stati potranno limitarsi a indicare solo le quote dei principali quattro Paesi se rappresentano più del 50% della miscela. Una misura che punta a una maggiore chiarezza sulla provenienza del prodotto.

Passando ai succhi di frutta, questi verranno suddivisi in tre categorie: a ridotto contenuto di zucchero, a ridotto contenuto di zucchero concentrato e succhi di frutta concentrati a ridotto contenuto di zucchero. Le nuove etichette permetteranno anche di indicare quando i prodotti contengono solo zuccheri naturali, aiutando i consumatori a distinguere tra succhi di frutta, che non possono contenere zuccheri aggiunti, e nettari di frutta.

La novità più rilevante riguarda le marmellate. Il contenuto di frutta nelle confetture aumenterà da 350 a 450 grammi per ogni chilogrammo, mentre nelle confetture extra passerà da 450 a 500 grammi. Questo cambiamento ridurrà la percentuale di zucchero nelle marmellate e sosterrà il mercato della frutta. Infine, per il latte disidratato sarà consentito l’uso di trattamenti che permettono di ottenere latte disidratato senza lattosio, ampliando così l’offerta per chi soffre di intolleranze. Tutte queste norme saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione, segnando un passo avanti verso una maggiore tutela e informazione per i consumatori europei.

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Addio a dentiere e impianti. Arriva il farmaco che fa ricrescere i denti. Ma gli esperti… https://www.business.it/dentiere-impianti-farmaco-denti/ Tue, 25 Jun 2024 07:24:09 +0000 https://www.business.it/?p=139140 Tra le scoperte in campo medico, questa è senza dubbio la più sorprendente e inaspettata. Entro il 2030, la start-up giapponese Toregem Biopharma dovrebbe lanciare un trattamento rivoluzionario in grado di far ricrescere i denti in chi li ha persi o non li ha mai avuti. Un risultato straordinario e senza precedenti a livello mondiale.Leggi… Read More »Addio a dentiere e impianti. Arriva il farmaco che fa ricrescere i denti. Ma gli esperti…

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dentiere impianti farmaco denti

Tra le scoperte in campo medico, questa è senza dubbio la più sorprendente e inaspettata. Entro il 2030, la start-up giapponese Toregem Biopharma dovrebbe lanciare un trattamento rivoluzionario in grado di far ricrescere i denti in chi li ha persi o non li ha mai avuti. Un risultato straordinario e senza precedenti a livello mondiale.
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L’azienda ha annunciato di aver terminato la sperimentazione sugli animali (topi e furetti) con risultati eccellenti e senza effetti collaterali significativi. A partire dal primo settembre, Toregem Biopharma inizierà i test sugli esseri umani, che termineranno nell’agosto del 2025. Il farmaco appartiene alla categoria degli anticorpi monoclonali, una frontiera innovativa della medicina per il trattamento di numerose malattie. In questo caso, il prodotto agisce contro la proteina Usag-1, che inibisce la crescita dei denti.

Come funziona il farmaco

L’anticorpo viene somministrato tramite iniezione endovenosa. Nei topi e nei furetti, una singola dose ha stimolato la formazione e la crescita dei denti sia nei roditori sani sia in quelli con mutazioni genetiche. La sperimentazione sugli esseri umani inizierà con 30 adulti sani tra i 30 e i 64 anni. Se i risultati saranno positivi, i test proseguiranno su bambini tra i 2 e i 7 anni con almeno quattro denti mancanti dalla nascita. Inizialmente, l’anticorpo sarà destinato a curare pazienti con patologie, ma i ricercatori sperano di utilizzarlo anche per far crescere i denti in chi li ha persi a causa di carie o lesioni.

Potremo dire addio alle dentiere e agli impianti dentali complessi? Forse. Tuttavia, la dottoressa Elisa Travagliati, odontoiatra di Firenze, ha espresso alcune perplessità sul funzionamento del farmaco in un’intervista al Fatto Quotidiano. “I denti, sia decidui che permanenti, nascono da una gemma dentale all’interno dell’osso, che scompare quando il dente erompe”, ha spiegato Travagliati. “Non mi è chiaro come un farmaco anticorpale possa far nascere un nuovo dente disattivando una proteina”. La dottoressa si domanda anche se “riusciremo ad avere il dente giusto al posto giusto. Senza la gemma dentale che contiene le informazioni genetiche per ogni dente, potremmo ritrovarci con un molare al posto di un incisivo”.

In attesa di risposte, ciò che sappiamo è che l’anticorpo monoclonale, salvo imprevisti, sarà messo sul mercato entro il 2030 al costo di 9.000 Euro per trattamento. Tuttavia, se avrà il successo sperato, la produzione aumenterà rapidamente e il prezzo calerà. Le agenzie del farmaco dei vari Paesi, come l’AIFA in Italia, potrebbero decidere di includerlo nella copertura sanitaria, rendendolo accessibile a un numero maggiore di persone.

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Il “Paese dei morti viventi” è in Svizzera. Ecco cosa fanno i ricchi per sfuggire (forse) alla morte https://www.business.it/paese-morti-viventi-svizzera/ Tue, 25 Jun 2024 07:01:08 +0000 https://www.business.it/?p=139135 Il fascino dell’immortalità ha sempre ispirato scrittori di fantascienza, mentre il mistero della morte continua a tormentare l’umanità da tempi immemori. Oggi, però, grazie al progresso tecnologico, nuove possibilità si stanno aprendo. Non si parla di immortalità, ma di un prolungamento della vita che potrebbe rivelarsi significativo, portando non poca gioia agli enti pensionistici. È… Read More »Il “Paese dei morti viventi” è in Svizzera. Ecco cosa fanno i ricchi per sfuggire (forse) alla morte

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paese morti viventi Svizzera

Il fascino dell’immortalità ha sempre ispirato scrittori di fantascienza, mentre il mistero della morte continua a tormentare l’umanità da tempi immemori. Oggi, però, grazie al progresso tecnologico, nuove possibilità si stanno aprendo. Non si parla di immortalità, ma di un prolungamento della vita che potrebbe rivelarsi significativo, portando non poca gioia agli enti pensionistici. È questa la speranza delle 377 persone che sono arrivate a Raft, un paesino di 4.000 anime nel Cantone di Zurigo, in Svizzera. Qui lavora il dottor Emil Kendziorra, un esperto di criogenizzazione, impegnato in avanzati studi sull’ibernazione di tessuti umani trattati e conservati a temperature estremamente basse. Sebbene il tema non sia nuovo, la tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Per questo, 377 persone, tra cui 15 italiani, hanno scelto di sottoporsi a questo procedimento nella speranza che in futuro qualcuno possa riportarli in vita.
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Il problema principale è che, al momento, non esiste alcuna garanzia di risveglio e ci vorranno almeno 200 o 300 anni perché sia possibile essere “riportati indietro” dal sonno glaciale. Inoltre, non si sa in che condizioni si troveranno i corpi dopo così tanto tempo. Nonostante ciò, c’è chi è disposto a correre il rischio pur di non abbandonare definitivamente questo mondo. Queste persone dispongono di notevoli disponibilità economiche, visto che il “trattamento” costa circa 200.000 euro. Per iscriversi alla start-up Tomorrow Biostasis e “prenotare” l’ibernazione, invece, bisogna pagare una quota d’ingresso di 25 euro mensili (300 euro l’anno).

Come si svolge la procedura per il congelamento

La lista d’attesa, a quanto pare, conta più di 400 nominativi. Una volta giunto il momento della procedura, il corpo viene congelato con l’uso di azoto liquido e conservato a una temperatura di -196 gradi. Dopo questo, i corpi criogenizzati vengono caricati in ambulanza e portati in un magazzino appositamente attrezzato a Rafz.

Bisogna ammettere che ci vuole un grande coraggio per sottoporsi a un simile trattamento. La paura della morte può essere talmente forte da spingere qualcuno a preferire secoli trascorsi “sotto ghiaccio” in attesa di un risveglio tutt’altro che sicuro. “Sebbene la ricerca medica sia in costante progresso”, avverte il sito di Tomorrow Biostasis, “attualmente non è ancora possibile rianimare un essere umano dopo che è stato criopreservato”. Pensare a un corpo imprigionato nel “sonno freddo” per centinaia di anni fa una certa impressione. Le domande sono molte. Il soggetto proverà qualcosa? Sognerà? O sarà avvolto in un nulla circondato di azoto liquido? O in un incubo senza fine nel quale si troverà sospeso e in solitudine, senza poter comunicare, ad esempio, di avere cambiato idea? Questi interrogativi non sembrano scoraggiare le centinaia di persone benestanti che accettano di correre il rischio. Sperando di risvegliarsi in un mondo nuovo e sconosciuto.

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Truffa del bicchiere d’acqua: allarme in Italia. Ecco come funziona e come evitarla. Violenze e furti https://www.business.it/truffa-bicchiere-acqua-come-funziona/ Tue, 25 Jun 2024 06:42:28 +0000 https://www.business.it/?p=139130 In Italia si sta diffondendo un nuovo allarme legato alla sicurezza domestica. I malviventi hanno ideato un nuovo stratagemma per introdursi nelle abitazioni, compiere rapine e perpetrare violenze. L’ultimo episodio di questa cosiddetta “truffa del bicchiere d’acqua” si è verificato a Nardò, nel Salento. La triste vicenda ha coinvolto una coppia di 55 e 54… Read More »Truffa del bicchiere d’acqua: allarme in Italia. Ecco come funziona e come evitarla. Violenze e furti

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In Italia si sta diffondendo un nuovo allarme legato alla sicurezza domestica. I malviventi hanno ideato un nuovo stratagemma per introdursi nelle abitazioni, compiere rapine e perpetrare violenze. L’ultimo episodio di questa cosiddetta “truffa del bicchiere d’acqua” si è verificato a Nardò, nel Salento. La triste vicenda ha coinvolto una coppia di 55 e 54 anni, entrambi ricoverati al “Vito Fazzi” di Lecce in codice rosso. L’uomo ha riportato gravi lesioni alla testa e al volto, mentre la donna ha subito diverse contusioni.
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Secondo quanto riportato da LeccePrima, tutto è iniziato intorno alle nove di mattina nel centro storico della cittadina. Un uomo ha citofonato alla porta della coppia, chiedendo con una banale ma efficace scusa, un bicchier d’acqua, affermando di sentirsi male. Ad aprire la porta è stata la donna.
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Come funziona la truffa del bicchiere d’acqua

Una volta dentro con la scusa del bicchiere d’acqua, il soggetto ha rivelato le sue vere intenzioni: cercare di ottenere denaro o oggetti preziosi. Il marito, che si trovava in un’altra stanza, è accorso in difesa della moglie e in quel momento è scattata la vera e propria aggressione. L’autore del reato, un uomo di 30 anni già noto alle forze dell’ordine per reati predatori, è stato successivamente rintracciato e interrogato. Il proprietario di casa è stato colpito con un oggetto contundente. L’aggressore è poi fuggito per le vie del centro, ma è stato presto catturato.

Moglie e marito sono stati soccorsi dal 118 e trasportati in ospedale. L’aggressore è stato individuato nella sua abitazione, dove una perquisizione ha permesso di trovare il vestiario utilizzato nella rapina e la refurtiva, che è stata riconsegnata alla coppia. Il malvivente è stato quindi portato nella casa circondariale di Lecce.

Le forze dell’ordine raccomandano di non aprire mai il cancello o la porta agli sconosciuti. Sono sempre più frequenti truffe di questo tipo, in cui persone fingono di avere bisogno di aiuto o si presentano come falsi impiegati di aziende energetiche per simulare sopralluoghi. È fondamentale accertarsi sempre di chi si trovi dall’altra parte della porta.

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Farmaco letale rimasto in commercio per 33 anni: “Migliaia di morti”. Davvero assurdo https://www.business.it/farmaco-letale-rimasto-in-commercio-per-33-anni-migliaia-di-morti-davvero-assurdo/ Mon, 24 Jun 2024 14:28:35 +0000 https://www.business.it/?p=139124 Esiste un farmaco, il Mediator, il cui principio attivo è il benfluorex, che ha ricevuto tutte le autorizzazioni e venne messo in vendita nel 1976. È rimasto in commercio per 33 anni, e per 33 anni è stato prescritto ai diabetici. Salvo poi scoprire che era letale. L’allarme era stato dato già nel 1997, ma… Read More »Farmaco letale rimasto in commercio per 33 anni: “Migliaia di morti”. Davvero assurdo

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Mediator

Esiste un farmaco, il Mediator, il cui principio attivo è il benfluorex, che ha ricevuto tutte le autorizzazioni e venne messo in vendita nel 1976. È rimasto in commercio per 33 anni, e per 33 anni è stato prescritto ai diabetici. Salvo poi scoprire che era letale. L’allarme era stato dato già nel 1997, ma chiunque osasse denunciare la pericolosità di questo farmaco, veniva immediatamente messo a tacere. Si è dovuto aspettare il 2009 per far sì che quel prodotto farmaceutico venisse ritirato dal mercato. Da quel momento, si è iniziato a parlare dello “scandalo Mediator”. Nel Giugno 2010, grazie a un libro intitolato “Mediator 150mg: quanti morti?”, scritto da una pneumologa dell’ospedale di Brest, Irène Frachon, vengono alla luce storie, numeri e retroscena sul Mediator. Stando alle stime, in Francia questo farmaco ha causato tra i 1.500 e i 2.100 decessi; 1.700/2.350 interventi chirurgici per la sostituzione di una valvola cardiaca e 3.100/4.200 ricoveri. (Continua a leggere dopo la foto)

Come racconta Valentina Cavinato sul portale Miglio Verde, Mediator, la sentenza definitiva è stata pronunciata nel Marzo 2021: l’ANSM (AIFA francese) viene condannata a pagare una multa di 303.000€; i laboratori SERVIER devono pagare una multa di 2,7 milioni di euro; 180 milioni di € è l’importo per il risarcimento delle vittime (una parte delle vittime non è compresa, in quanto diverse persone avevano trattato direttamente in privato con la casa farmaceutica). Lo scandalo è stato enorme in Francia, anche perché si è capito presto che cosa facesse questo prodotto, eppure hanno continuato a tenerlo in commercio e a prescriverlo alle persone. (Continua a leggere dopo la foto)

Commercializzato in Francia nel 1976 come farmaco coadiuvante nella cura del diabete, ma usato ovunque come antifame, il Mediator è stato prescritto a circa 5 milioni di persone durante i 33 anni in cui è rimasto in commercio, fino al suo ritiro nel novembre 2009. “Nonostante fossero a conoscenza dei rischi da molti anni – ha detto la presidente del tribunale, Sylvie Daunis – non hanno mai preso i provvedimenti necessari, ed hanno in conseguenza ingannato” i consumatori del Mediator.

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Usi le registrazioni vocali dello smartphone? Ecco quali rischi corri: dovresti preoccuparti https://www.business.it/usi-le-registrazioni-vocali-dello-smartphone-ecco-quali-rischi-corri-dovresti-preoccuparti/ Mon, 24 Jun 2024 14:12:28 +0000 https://www.business.it/?p=139121 Con l’evolversi del progresso tecnologico, certi aspetti della nostra quotidianità che un tempo ricadevano nel campo della “fantascienza” sono divenuti realtà, e neppure stupisce più di tanto il fatto che lo smartphone di cui oramai dispone chiunque, alle volte più di uno, possa “origliare” le nostre conversazioni private. In molti sostengono che le app installate sugli smartphone siano in grado di accendere il… Read More »Usi le registrazioni vocali dello smartphone? Ecco quali rischi corri: dovresti preoccuparti

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Con l’evolversi del progresso tecnologico, certi aspetti della nostra quotidianità che un tempo ricadevano nel campo della “fantascienza” sono divenuti realtà, e neppure stupisce più di tanto il fatto che lo smartphone di cui oramai dispone chiunque, alle volte più di uno, possa “origliare” le nostre conversazioni private. In molti sostengono che le app installate sugli smartphone siano in grado di accendere il microfono automaticamente in modo da captare quelle parole chiave utili per creare pubblicità mirate. Il rischio c’è, ed è peraltro stato oggetto di una clamorosa inchiesta già nell’ottobre del 2021 da parte del Garante privacy, proprio in merito all’utilizzo del microfono degli smartphone per spiarci a fini di marketing, arrivando a stabilire che il fenomeno sembrerebbe causato – anche – dalle app che scarichiamo sui nostri cellullari. Molte tra queste, infatti, tra le autorizzazioni di accesso che richiedono al momento del download inseriscono anche l’utilizzazione del microfono: una volta che si accetta, cosa che sovente facciamo automaticamente, abbiamo inconsapevolmente accettato di essere “spiati”. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli assistenti vocali “origliano”?

Ma è anche, e soprattutto, il ricorso frequente agli assistenti vocali – Siri Alexa sono i più diffusi – a comportare rischi che derivano principalmente dalla possibilità che gli assistenti vocali stessi raccolgano e trasmettano informazioni relative alle abitudini dei consumatori, fornendo una gigantesca base dati per azioni mirate di marketing. Il rischio appare ancora più grave se l’assistente vocale è utilizzato in ufficio o in ambito lavorativo. Dunque, cosa possiamo fare? È sempre consigliabile disattivare questa funzione dai propri smartphone. Anzitutto, occorre controllare sempre quali applicazioni hanno accesso al microfono modificando le impostazioni se necessario e scaricare app solo da fonti attendibili prima di installarle. Questo processo servirà a impedire al tuo telefono di rispondere a comandi vocali non richiesti e ad evitare la possibilità di registrare conversazioni senza il tuo consenso. Ora, ecco una guida su come disattivare la funzione delle registrazioni vocali per preservare la privacy, tanto sui telefoni con sistema operativo Android, quanto sugli iPhone, con sistema operativo iOS. (Continua a leggere dopo la foto)

Come proteggersi? La guida per Android e iOS

Ecco come funziona per i dispositivi Android, secondo le indicazioni del portale Notizie.it: per prima cosa si devono aprire le impostazioni dal proprio dispositivo Android; occorre, poi, selezionare l’opzione “Sistema” o  “Generale” ,a seconda della versione del sistema operativo; poi, occorre selezionare l’opzione “Linguaggio e sequestro” O “Tastiera e digitazione”, è in questa sezione che si trovano le impostazioni relative ai comandi vocali; infine, basterà disattivare la funzione di registrazione vocale, spesso chiamata “Ok Google” o “Assistente Google”. Per gli utenti di iPhone (iOS) la metodologia appare più snella: dapprima vanno aperte le impostazioni dello smartphone Apple; poi, si tocca l’opzione “Siri e Cerca”; infine, vanno disabilitate entrambe le funzioni “Ascolta Siri” e “Tocca per parlare con Siri”.

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Bonus Mutuo di 760 euro, ecco chi può ottenerlo. Come funziona: i requisiti e la procedura https://www.business.it/bonus-mutuo-760-euro-come-funziona/ Mon, 24 Jun 2024 08:06:33 +0000 https://www.business.it/?p=139112 Con la legge di Bilancio 2023, il governo Meloni ha deciso di prorogare per tutto il 2024 il bonus Mutuo, meglio noto come “bonus prima casa” introdotto dal precedente governo Draghi. Questa misura rappresenta una boccata d’ossigeno, soprattutto dopo i dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse imposti dalla Banca centrale europea, che hanno pesato… Read More »Bonus Mutuo di 760 euro, ecco chi può ottenerlo. Come funziona: i requisiti e la procedura

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Con la legge di Bilancio 2023, il governo Meloni ha deciso di prorogare per tutto il 2024 il bonus Mutuo, meglio noto come “bonus prima casa” introdotto dal precedente governo Draghi. Questa misura rappresenta una boccata d’ossigeno, soprattutto dopo i dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse imposti dalla Banca centrale europea, che hanno pesato notevolmente sulle rate dei mutui. Tuttavia, non tutti i mutui accesi potranno usufruire di questo bonus, che può arrivare fino a 760 euro. I destinatari della misura devono essere proprietari dell’immobile, avere firmato il contratto di mutuo e risiedere nell’immobile per il quale è stato attivato il mutuo stesso.
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Più nel dettaglio, la normativa stabilisce che possono beneficiare del bonus coloro che hanno acquistato una casa e entro 12 mesi hanno sottoscritto il mutuo, oppure coloro che hanno stipulato il contratto di mutuo con l’acquisto dell’immobile che deve avvenire entro i 12 mesi successivi. Vi sono però altri vincoli, condizioni e requisiti da rispettare. La normativa prevede detrazioni sugli interessi del mutuo ipotecario stipulato per l’acquisto della casa adibita a residenza. In pratica, il Bonus mutui 2024 consiste nella detrazione sugli interessi passivi del mutuo acceso per l’acquisto della casa, cioè quelli che il mutuatario deve pagare alla banca come compenso per il prestito ricevuto.

Come funziona il bonus mutuo 2024

Questa agevolazione riguarda coloro che hanno un reddito Isee fino a 40mila euro e che decidono di acquistare la loro prima casa. La parte di interessi può essere portata in detrazione fino a 4.000 euro, con una detrazione fiscale calcolata al 19% sull’importo massimo di 4.000 euro, equivalendo a un rimborso potenziale di 760 euro. Il bonus 2024 decade se viene variato l’indirizzo di residenza dopo aver iniziato a beneficiare della detrazione. Tuttavia, ci sono eccezioni: il beneficio fiscale persiste se il contribuente deve trasferire la propria residenza per motivi lavorativi o per cure in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l’immobile non venga affittato. Inoltre, il vantaggio fiscale si estende ai genitori separati che mantengono il diritto alla detrazione per gli interessi passivi del mutuo, qualora un familiare continui a risiedere nell’abitazione.

Il bonus per gli under 36

Oltre al bonus mutuo 2024, esistono altre misure per chi acquista un immobile e necessita di un mutuo. Ad esempio, il Quotidiano Nazionale cita il bonus prima casa per gli under 36, un incentivo per i giovani che possono ottenere mutui agevolati fino a 250mila euro con garanzia fino all’80 per cento del valore capitale. Sul sito di Consap è disponibile l’intera informativa sul Fondo di Garanzia prima casa, con le agevolazioni per gli under 36. I requisiti per accedervi includono essere cittadini italiani o stranieri con permesso di soggiorno in Italia, non essere proprietari di altri immobili ad uso abitativo, richiedere un mutuo non superiore a 250mila euro, acquistare un immobile non di lusso situato in Italia e adibirlo a prima casa.

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Il mistero della mega città abbandonata. “Techno, lusso e green”, un flop da 100 miliardi di dollari. “Il solo pensiero di tornarci mi fa venire la pelle d’oca” https://www.business.it/mistero-mega-citta-abbandonata/ Mon, 24 Jun 2024 07:40:54 +0000 https://www.business.it/?p=139107 Nel mondo esistono misteri di difficile spiegazione. A volte riguardano il paranormale, altre volte invece si tratta di previsioni errate di chi si lancia in imprese sensazionali che si rivelano un flop. Quello che è successo a Forest City, avveniristica, ultratecnologica, super ecologica megalopoli progettata dallo studio giapponese Sasaki, supera ogni immaginazione. Anche perché per… Read More »Il mistero della mega città abbandonata. “Techno, lusso e green”, un flop da 100 miliardi di dollari. “Il solo pensiero di tornarci mi fa venire la pelle d’oca”

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mistero mega città abbandonata

Nel mondo esistono misteri di difficile spiegazione. A volte riguardano il paranormale, altre volte invece si tratta di previsioni errate di chi si lancia in imprese sensazionali che si rivelano un flop. Quello che è successo a Forest City, avveniristica, ultratecnologica, super ecologica megalopoli progettata dallo studio giapponese Sasaki, supera ogni immaginazione. Anche perché per il progetto sono stati spesi molti soldi, una cifra difficile da immaginare per i comuni mortali: 100 miliardi di dollari. Ora questa imponente “meraviglia”, immersa in un paesaggio da sogno e dotata di impianti tecnologici di avanguardia, è praticamente disabitata. Progettata per ospitare 700.000 abitanti, ora presenta un paesaggio spettrale con una lunga fila di torri residenziali fino a 35 piani completamente vuote. Non esattamente quello che viene in mente quando si parla di “città fantasma”. Cos’è successo dunque per creare quello che probabilmente è uno dei più giganteschi flop immobiliari della storia?
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Innanzitutto, il luogo scelto per costruire Forest City dal consorzio che nel 2016 si è lanciato nell’impresa: una joint venture tra Esplanade Garden Holdings (sostenuta dal governo malese con il 40% delle quote) e la cinese Country Garden (60%). Situata in Malesia, su un’isola artificiale nello Stretto di Johor, a poca distanza da Singapore, Forest City avrebbe dovuto essere un vero e proprio paradiso digitale e vegetale, tutto incentrato sulla “filosofia techno-green” e il “verde verticale”. Oggi invece è un gigantesco deserto “abitato” da sole 2.000 persone, compresi i lavoratori che si occupano della manutenzione dell’area. Un deserto di strade, viali, negozi, appartamenti: tutto vuoto e abbandonato. Non da Country Garden, che dopo questo pazzesco flop si trova in difficoltà finanziarie. Insieme al governo malese, spera di poter in qualche modo rilanciare il progetto. Ma l’impresa appare disperata.

La testimonianza di un ex residente di Forest City

La BBC qualche mese fa ha intervistato un ingegnere informatico 30enne, ex residente di Forest City, che aveva comprato un appartamento al trentesimo piano di un grattacielo affacciato sul mare. “Non mi importava della caparra e dei soldi, volevo solo scappare“, ha dichiarato l’uomo. “Il solo pensiero di tornare lì, in una città deserta senza forme di vita o abitanti, mi fa venire la pelle d’oca“.

Perché, dunque, un luogo che sembra davvero un paradiso futuristico versa in queste condizioni? Semplicemente, perché questo “luogo da sogno alla portata di tutti” in realtà era progettato per gente che si poteva permettere i prezzi altissimi di vendita e di manutenzione. E convincere 700.000 persone facoltose a trasferirsi in un luogo così distante da tutto, in una nazione politicamente instabile, si è rivelata un’utopia insostenibile. Aggiungiamo noi: non era così difficile prevederlo. Ma si sa, i paladini del green e della tecnologia portati all’estremo vivono in un mondo tutto loro. Che non è quello di chi deve campare una famiglia con un normale stipendio.

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“Manca solo un anno”. La profezia choc di Elon Musk mette i brividi: “È il punto di non ritorno, poi…” https://www.business.it/elon-musk-profezia-choc/ Mon, 24 Jun 2024 07:22:53 +0000 https://www.business.it/?p=139102 Quando certe affermazioni vengono fatte da persone comuni, vengono spesso ignorate o accolte con sorrisini di circostanza. Ma se queste parole escono dalla bocca di Elon Musk durante una diretta su X, l’attenzione cambia radicalmente. Musk, noto per aver creato aziende rivoluzionarie come Neuralink, ha lanciato un allarme che merita di essere ascoltato. Oggi, molte… Read More »“Manca solo un anno”. La profezia choc di Elon Musk mette i brividi: “È il punto di non ritorno, poi…”

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Elon Musk profezia choc

Quando certe affermazioni vengono fatte da persone comuni, vengono spesso ignorate o accolte con sorrisini di circostanza. Ma se queste parole escono dalla bocca di Elon Musk durante una diretta su X, l’attenzione cambia radicalmente. Musk, noto per aver creato aziende rivoluzionarie come Neuralink, ha lanciato un allarme che merita di essere ascoltato. Oggi, molte persone confondono la rivoluzione delle Intelligenze Artificiali con una semplice “rivoluzione industriale”, pensando che le macchine moderne siano solo computer più sofisticati e sempre dipendenti dall’uomo. In realtà, ciò che ci aspetta è un stravolgimento del nostro modo di vivere e di “esistere” senza precedenti nella storia umana. “Manca solo un anno al punto di non ritorno“, ha dichiarato Musk.
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La profezia di Elon Musk spaventa

“La mia ipotesi è che, probabilmente entro la fine del 2025, avremo un’intelligenza artificiale più intelligente di qualsiasi essere umano“. Secondo Musk, questa crescita esponenziale delle AI avrebbe potuto avvenire ancora più rapidamente se non fosse stata ostacolata lo scorso anno dalla carenza di chip. “La gente non riusciva ad avere abbastanza chip Nvidia”, ha spiegato il miliardario, aggiungendo che il problema sarà superato molto presto. “Quest’anno però si passerà all’alimentazione tramite trasformatore di tensione. Tra un anno, due al massimo, le AI funzioneranno solo attraverso la fornitura di elettricità”. Questo salto tecnologico permetterà di sfruttare a pieno le potenzialità delle “macchine intelligenti”, finora limitate dalla mancanza di materie prime.

L’allarme di Musk si lega ad altri due temi particolarmente spinosi. Il primo riguarda l’enorme fabbisogno di elettricità derivante dalle nuove tecnologie, non solo le AI ma anche le automobili elettriche. Se più del 50% del parco macchine fosse alimentato con l’elettricità, molti esperti ritengono che con le attuali capacità non si riuscirebbe a fornire abbastanza energia alla rete mondiale, rischiando drammatici black out e carenze per il funzionamento dei più banali elettrodomestici di uso quotidiano.

Il secondo aspetto inquietante, sollevato da diversi esperti del settore delle AI, riguarda i regolamenti severi che i governi, a partire dall’Unione Europea, stanno cercando di creare per limitare i potenziali pericoli dell’uso di AI. Tuttavia, basta che queste tecnologie siano usate in modo sbagliato da un dittatore di turno per creare grossi guai, poiché tutte le AI esistenti al mondo sono collegate e comunicano fra loro. Se fossero programmate o utilizzate nel modo sbagliato, le conseguenze potrebbero essere disastrose per l’umanità intera. Queste affermazioni di Elon Musk ci costringono a riflettere profondamente sul futuro imminente e sulle azioni necessarie per affrontarlo in modo sicuro e responsabile.

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“Quanto godo!”. Cruciani contro Carola Rackete: cosa gli scappa in diretta https://www.business.it/quanto-godo-cruciani-contro-carola-rackete-cosa-gli-scappa-in-diretta/ Fri, 21 Jun 2024 15:33:06 +0000 https://www.business.it/?p=139066 Giuseppe Cruciani, il noto polemista e conduttore de “La Zanzara”, trasmissione di Radio 24, si è scagliato contro Carola Rackete. Il tema era la mancata elezione della comandante della nave della Ong Sea Watch all’europarlamento. Prima il giornalista si è concentrato su alcune delle figure più chiacchierate di questa tornata: Ilaria Salis, Roberto Vannacci e… Read More »“Quanto godo!”. Cruciani contro Carola Rackete: cosa gli scappa in diretta

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Giuseppe Cruciani, il noto polemista e conduttore de “La Zanzara”, trasmissione di Radio 24, si è scagliato contro Carola Rackete. Il tema era la mancata elezione della comandante della nave della Ong Sea Watch all’europarlamento. Prima il giornalista si è concentrato su alcune delle figure più chiacchierate di questa tornata: Ilaria Salis, Roberto Vannacci e Carola Rackete. Tre profili completamente diversi tra loro. “Allora ragazzi immaginate questa situazione. Uno di destra si trova in carcere in attesa di giudizio nella democraticissima Spagna governata dai socialisti, oppure nella Francia governata dal signor Macron con l’accusa partecipazione a manifestazioni di spaccateste, occupazioni di suolo pubblico, occupazioni di case, eccetera, eccetera. A queste si aggiungono delle condanne definitive in Italia. Fratelli d’Italia o la Lega decidono quindi di portare questa persona al Parlamento Europeo. Secondo voi, cosa sarebbe accaduto?”. Il riferimento è ovviamente a Ilaria Salis.
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Le provocazioni di Cruciani

Continua Cruciani: “Cosa sarebbe accaduto secondo voi se FdI e Lega avessero deciso di portare una persona con queste caratteristiche? Ci sarebbe stata la santificazione? No, sarebbero stati accusati di fascismo e di proteggete gli estremisti. E qui bisogna stare attenti perché c’è la santificazione della neo-eurodeputata che io voglio libera. Attenzione, io la vorrei libera però francamente la santificazione anche no”.

“Come godo!”

Prosegue Cruciani, lanciando un appello agli ascoltatori che hanno votato per Vannacci. “Parenzo vi ha chiamato all’appello ieri, dicendo ‘venite fuori, non vi nascondete, voglio conoscere uno per uno i 500mila e rotti elettori che hanno votato per il generalissimo Vannacci’. Io rilancio, venite fuori, dite chi siete, come vi chiamate, che mestiere fate, esternate, parlate, non abbiate paura, voglio sentirvi io”.

Infine, arriva la stoccata contro Carola Rackete. “Vi ricordate della signora Carola Rackete? È colata a picco! Gli elettori tedeschi l’hanno mandate a quel paese, l’hanno presa a pedate nel sedere. La cosa incredibile è che lei si dice ‘preoccupata dal successo delle destre’. Non ha preso mezzo voto, ma è preoccupata dal vento di destra che c’è in Europa, in Francia e soprattutto in Italia”. Quindi la chiosa: “La signora Carola Rackete, quanto godo, mamma mia!”.

Il video delle esternazioni di Cruciani

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Città più pericolose d’Italia, ecco la classifica. Le giunte “sotto accusa”: ai primi posti Milano, Roma e Rimini https://www.business.it/citta-piu-pericolose-ditalia-ecco-la-classifica-del-sole-e-le-giunte-sotto-accusa-ai-primi-posti-milano-roma-e-rimini/ Fri, 21 Jun 2024 15:12:13 +0000 https://www.business.it/?p=139059 Con le Elezioni Europee alle spalle, vediamo cosa è stato detto sul tema della sicurezza. Un dato oggettivo emerge dall’indice del crimine, realizzato dal Sole 24 Ore, che offre uno spaccato chiaro e poco lusinghiero per le Giunte di sinistra. L’indice classifica le città italiane più pericolose. Milano, Roma e Rimini occupano i primi tre… Read More »Città più pericolose d’Italia, ecco la classifica. Le giunte “sotto accusa”: ai primi posti Milano, Roma e Rimini

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Con le Elezioni Europee alle spalle, vediamo cosa è stato detto sul tema della sicurezza. Un dato oggettivo emerge dall’indice del crimine, realizzato dal Sole 24 Ore, che offre uno spaccato chiaro e poco lusinghiero per le Giunte di sinistra. L’indice classifica le città italiane più pericolose. Milano, Roma e Rimini occupano i primi tre posti. Tutte e tre amministrate dal Pd e dal centrosinistra. Bologna e Firenze seguono al quarto e quinto posto, confermando il trend negativo nelle metropoli progressiste. Tra le città più insicure anche Bologna, Imperia e Livorno. Milano impressiona maggiormente: sotto la guida di Giuseppe Sala, il capoluogo lombardo ha registrato nel 2022 ben 6.991 reati ogni 100.000 abitanti, con un incremento del 3,5% nel 2023.
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La Situazione a Milano

Nel dettaglio, gli analisti del Sole 24 Ore hanno preso in considerazione reati come omicidi, atti di violenza, violenze sessuali, furti e rapine. Milano emerge come la città più pericolosa d’Italia. Il report evidenzia una crescita costante della criminalità, un dato preoccupante per i cittadini.

Il report solleva anche il tema dell’integrazione. La maggioranza dei casi segnalati risultano legati all’immigrazione irregolare. Nelle grandi città si osserva un degrado crescente. Le amministrazioni del centrosinistra e il Pd sembrano non porre abbastanza attenzione a questo problema. Nel programma per le Europee del partito di Elly Schlein, i termini più ricorrenti sono “Europa” (91 volte), “Diritti” (51), “Sociale” (50), “Pace” (37), “Lavoro” (31). Sicurezza e immigrazione risultano assenti. Le città diventano sempre più pericolose, una realtà che non si può ignorare.

Le altre città

Ai primi tre posti nell’indice di criminalità ci sono Milano, Roma e Rimini. Tutte e tre città amministrate dal Pd e dal centrosinistra. E al quarto e quinto posto si trovano Bologna e Firenze, che sono considerate le metropoli simbolo dei progressisti. Fra le città più insicure anche Bologna, Imperia e Livorno. Ma a impressionare maggiormente è la situazione milanese. Sotto la guida di Giuseppe Sala, Milano si è trasformata nella città più pericolosa d’Italia. Nel capoluogo lombardo, nel 2022, sono stati registrati 6.991 reati ogni 100.000 abitanti. Dato altissimo che nel 2023 è cresciuto di un ulteriore 3,5%. Va ricordato anche che per stilare la graduatoria gli analisti prendono in considerazione soprattutto reati come omicidi, atti di violenza, violenze sessuali, furti e rapine.

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Cosa c’è dopo la vita? Dichiarato morto e poi riportato indietro, racconta cosa ha visto. “Sono ateo, ma…” https://www.business.it/cosa-ce-dopo-la-vita/ Fri, 21 Jun 2024 09:42:59 +0000 https://www.business.it/?p=139052 Non è certo il primo a raccontare una storia simile, anzi, è in ottima compagnia. Sono in tanti i pazienti che, dopo aver subito arresti cardiaci o altri incidenti, sono “tornati indietro” dalla morte e hanno raccontato di avere “visto qualcosa” nell’Aldilà. Proprio per la frequenza di questi episodi, sul tema della vita dopo la… Read More »Cosa c’è dopo la vita? Dichiarato morto e poi riportato indietro, racconta cosa ha visto. “Sono ateo, ma…”

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cosa c'è dopo la vita

Non è certo il primo a raccontare una storia simile, anzi, è in ottima compagnia. Sono in tanti i pazienti che, dopo aver subito arresti cardiaci o altri incidenti, sono “tornati indietro” dalla morte e hanno raccontato di avere “visto qualcosa” nell’Aldilà. Proprio per la frequenza di questi episodi, sul tema della vita dopo la morte sono in corso studi scientifici approfonditi da alcuni anni – chi è interessato potrà trovare molto materiale sul sito della fondazione che studia il fenomeno www.nderf.org.

Il soggetto rimane molto dibattuto, con vari tentativi di spiegare le cosiddette visioni pre morte o Nde come esperienze ultradimensionali o come frutto di residui di attività cerebrale. Ciò che ha spinto alcuni scienziati e medici a occuparsene è la constatazione che, per quanto si sa della neurologia della corteccia cerebrale, un cervello sofferente o addirittura privo di attività non dovrebbe essere in grado di produrre immagini né tantomeno ricordi. Sia come sia, il racconto che un uomo ha affidato ai social sulla sua esperienza ha attirato l’attenzione di molti giornali per la sua particolarità. E anche perché il soggetto in questione, dopo aver pubblicato la sua storia su Reddit, ha chiesto ad altri utenti se avessero vissuto esperienze simili alla sua, ricevendo alcune risposte interessanti.
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L’uomo, che ha spiegato di essere sempre stato ateo, in un lungo post ha raccontato di essere stato dichiarato morto e poi riportato in vita grazie agli sforzi dei medici. “Per quanto possa sembrare un cliché”, ha detto, “ho visto una luce brillante e ci sono entrato. All’interno ho visto la casa della mia infanzia e mia nonna, scomparsa di recente.

La testimonianza incredibile

Abbiamo parlato un po’ e poi lei mi ha fatto una domanda che mi ha colpito come un fulmine: Stai facendo qualcosa che conta nella tua vita?”. Il paziente “resuscitato” ha raccontato di aver provato, al risveglio, una sensazione di panico ripensando al dialogo con la nonna. “La cosa più urgente che avevo in mente era la consapevolezza che, se fossi morto in quel momento, avrei lasciato il mondo in condizioni peggiori per avermi ospitato“. Questa nuova presa di coscienza ha spinto l’utente di Reddit a trasformare completamente la sua vita. Come capita a molte persone che sono passate attraverso la stessa esperienza.

“Ora lavoro come consulente con i bambini traumatizzati che hanno subito abusi e non sono mai stato più felice“, ha spiegato nel prosieguo della sua testimonianza. “Immagino che avessi solo bisogno di morire per rinascere“. L’uomo ha anche affermato di essere sempre stato ateo e che la religione, nonostante l’esperienza riportata, non gli interessa. Non vuole passare troppo tempo a riflettere sugli istanti vissuti in quel luogo ultraterreno. “Non voglio sprecare il mio tempo sognando a occhi aperti”, ha affermato in chiusura del suo post. “Voglio invece fare ciò che conta: cercare di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato”. Comunque la si pensi, dunque, questa Nde vissuta in modo così nitido un effetto lo ha avuto. Ha reso il suo protagonista più consapevole e ha cambiato il suo modo di vivere e di comportarsi con il prossimo. E non è poco.

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Allarme gomme da masticare: “Quali possono provocare ictus”. L’ingrediente sotto inchiesta https://www.business.it/allarme-gomme-masticare-ictus/ Fri, 21 Jun 2024 07:30:54 +0000 https://www.business.it/?p=139044 Allarme per le gomme da masticare: uno studio recente ha evidenziato possibili rischi legati al consumo di xilitolo, un dolcificante comune. La ricerca, condotta dal team di scienziati del dipartimento di Cardiovascular & Metabolic Sciences del Lerner Research Institute, ha coinvolto 3mila pazienti tra Stati Uniti e Regno Unito, ed è stata pubblicata sull’European Heart… Read More »Allarme gomme da masticare: “Quali possono provocare ictus”. L’ingrediente sotto inchiesta

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allarme gomme masticare ictus

Allarme per le gomme da masticare: uno studio recente ha evidenziato possibili rischi legati al consumo di xilitolo, un dolcificante comune. La ricerca, condotta dal team di scienziati del dipartimento di Cardiovascular & Metabolic Sciences del Lerner Research Institute, ha coinvolto 3mila pazienti tra Stati Uniti e Regno Unito, ed è stata pubblicata sull’European Heart Journal e riportata da L’Indipendente.
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I dati raccolti rivelano che un consumo intenso di xilitolo può causare coaguli del sangue, aumentando il rischio di ictus e attacchi cardiaci. Questo dolcificante, derivato dagli alcoli polivalenti, è largamente utilizzato nelle gomme da masticare promosse per la loro capacità di pulire i denti. Tuttavia, il team di ricerca ha scoperto che un terzo dei pazienti con i livelli più alti di xilitolo nel sangue presentava un rischio maggiore di eventi cardiovascolari. Test preclinici hanno dimostrato che lo xilitolo incrementa l’attività delle piastrine, favorendo la coagulazione e aumentando il rischio di trombosi.

I risultati della ricerca

Sebbene la ricerca sia di tipo osservazionale e non dimostri un nesso causale diretto, i risultati sono sorprendenti: individui con alti livelli di xilitolo nel sangue avevano il doppio del rischio di infarto, ictus e morte entro tre anni. Il dott. Stanley Hazen, a capo dello studio, ha commentato che “il consumo di un prodotto con elevati livelli di xilitolo potrebbe aumentare il rischio di eventi legati ai coaguli di sangue”, sottolineando la necessità di esaminare quei prodotti che “sono ancora raccomandati contro l’obesità o il diabete”.

Lo xilitolo è noto per i suoi benefici sulla salute dentale, riducendo le carie e aiutando la remineralizzazione dello smalto. Tuttavia, questi nuovi risultati sollevano dubbi significativi sui suoi potenziali effetti negativi.

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Gelati, quali sono i migliori al supermercato: ecco la classifica. Qualità, prezzo e salute https://www.business.it/gelati-migliori-supermercato-classifica/ Fri, 21 Jun 2024 07:11:16 +0000 https://www.business.it/?p=139039 Con l’arrivo dell’estate, il caldo e la voglia di gelato diventano compagni inseparabili delle nostre giornate. Ma quale scegliere tra la vasta offerta del supermercato? La gamma è davvero ampia e ce n’è per tutti i gusti, ma non tutti i gelati sono uguali. Tra vaschette, barattolini e gelati in multi confezioni, possiamo sbizzarrirci nella… Read More »Gelati, quali sono i migliori al supermercato: ecco la classifica. Qualità, prezzo e salute

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gelati migliori supermercato classifica

Con l’arrivo dell’estate, il caldo e la voglia di gelato diventano compagni inseparabili delle nostre giornate. Ma quale scegliere tra la vasta offerta del supermercato? La gamma è davvero ampia e ce n’è per tutti i gusti, ma non tutti i gelati sono uguali. Tra vaschette, barattolini e gelati in multi confezioni, possiamo sbizzarrirci nella scelta.
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I vari supermercati e discount propongono spesso delle opzioni esclusive, inclusi gelati del proprio marchio. Altroconsumo, rivista specializzata nella tutela dei consumatori, ha stilato una classifica dettagliata dei migliori gelati in commercio, basandosi su criteri specifici. La scelta è avvenuta tra ben 156 diversi tipi di gelati presenti nei grandi punti vendita.

Gli esperti di Altroconsumo hanno valutato diversi aspetti: contenuto di nutrienti e zuccheri aggiunti, presenza di coloranti e additivi, chiarezza delle informazioni nutrizionali sulle confezioni, e infine il rapporto qualità/prezzo.

La classifica dei migliori gelati

Cosa è emerso dalla classifica? I migliori gelati del supermercato secondo Altroconsumo sono:

  • Ghiacciolo Sammontana Dadaumpa vintage al gusto anice
  • Ghiacciolo Sammontana Dadaumpa al gusto cedro e granatina
  • Ghiacciolo al limone e all’amarena Conad
  • Mini cono Conad
  • Gelati a stecco Coop

Questi gelati non solo sono di alta qualità, ma hanno anche prezzi molto convenienti. Le analisi di laboratorio sulla qualità del prodotto hanno confermato queste scelte, con un costo medio che si aggira intorno ai tre euro.

Ma cosa dire delle vaschette gelato? Sebbene non siano le più scelte dagli italiani, che preferiscono le monoporzioni, l’azienda tedesca Öko-Test ha rivelato quali sono le migliori opzioni. Tra le vaschette e i barattoli, i gelati migliori sono quelli di Häagen-Dazs e Bofrost. Quindi, la prossima volta che sentite il richiamo del caldo e la voglia di gelato, sapete dove rivolgere la vostra attenzione. Buon appetito e buona estate!

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Cotolette del supermercato, ecco come vengono fatte davvero. “C’è una cosa che devi assolutamente sapere” (immagini forti) https://www.business.it/cotolette-supermercato-come-vengono-fatte/ Fri, 21 Jun 2024 06:49:58 +0000 https://www.business.it/?p=139035 Se sei un amante delle cotolette pronte acquistate al supermercato, presta molta attenzione a un dettaglio importantissimo. La dottoressa Daniela Biserni ne ha parlato sul blog “Prevenzione a Tavola”, mettendo in guardia i consumatori con un video pubblicato sul suo canale Instagram. In questo video, la dottoressa spiega chiaramente il modo in cui vengono realizzati… Read More »Cotolette del supermercato, ecco come vengono fatte davvero. “C’è una cosa che devi assolutamente sapere” (immagini forti)

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cotolette come vengono fatte

Se sei un amante delle cotolette pronte acquistate al supermercato, presta molta attenzione a un dettaglio importantissimo. La dottoressa Daniela Biserni ne ha parlato sul blog “Prevenzione a Tavola”, mettendo in guardia i consumatori con un video pubblicato sul suo canale Instagram. In questo video, la dottoressa spiega chiaramente il modo in cui vengono realizzati questi prodotti e a cosa dobbiamo fare attenzione.
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“Le cotolette pronte sono molto comode, ci mettono pochissimo tempo per essere pronte, e infatti sono spesso surgelate o in frigorifero,” dice la dottoressa Biserni. Esistono in tante versioni, con spinaci, con formaggio, e sono un piatto gradito e salva pasto per molti italiani. Tuttavia, c’è un’importante avvertenza da seguire. Biserni avverte: “Guarda sempre l’etichetta! Gran parte di queste cotolette sono fatte con la cosiddetta carne separata meccanicamente. Questa deve essere indicata in etichetta oppure la potete trovare con la sigla CSM”. Ma di cosa si tratta?
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Il video

La dottoressa Biserni mostra immagini nel video che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno, rivelando il vero processo di produzione di questa carne. “È carne di bassa qualità, sono scarti degli allevamenti intensivi. Spesso vengono aggiunti anche tanto sale e tanti additivi. Per intenderci, è lo stesso tipo di carne che spessissimo viene utilizzato anche nei wurstel,” spiega la dottoressa. Il suo consiglio è chiaro: “Evitate questi prodotti. Se volete mangiare carne, sceglietela di ottima qualità: poca ma buona”.

Insomma, dopo queste rivelazioni, siamo certi che farete più attenzione. Quando avrete desiderio di cotolette, ricordate di guardare bene l’etichetta e prestare attenzione alla sigla CSM. Inoltre, è importante ridurre al minimo il consumo di prodotti surgelati. A volte sono necessari per questioni di tempo, ma non bisogna esagerare.

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“Ma in che mani siamo?”. Giordano sbotta, l’ultima puntata di Fuori dal coro è uno show https://www.business.it/giordano-ultima-puntata-fuori-dal-coro/ Fri, 21 Jun 2024 06:32:45 +0000 https://www.business.it/?p=139031 Nell’ultima puntata della stagione di “Fuori dal coro”, Mario Giordano si è letteralmente scatenato. E lo ha detto chiaramente: “Stasera mi sento fuori dal coro perché, arrivato all’ultima puntata della stagione, mi viene voglia di urlare come alla prima”. Ciò che ha fatto infuriare il conduttore è la questione della nomina del nuovo commissario Ue,… Read More »“Ma in che mani siamo?”. Giordano sbotta, l’ultima puntata di Fuori dal coro è uno show

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Giordano ultima puntata Fuori Coro

Nell’ultima puntata della stagione di “Fuori dal coro”, Mario Giordano si è letteralmente scatenato. E lo ha detto chiaramente: “Stasera mi sento fuori dal coro perché, arrivato all’ultima puntata della stagione, mi viene voglia di urlare come alla prima”. Ciò che ha fatto infuriare il conduttore è la questione della nomina del nuovo commissario Ue, che potrebbe vedere un bis di Ursula von der Leyen. La presidente uscente sembra infatti ben posizionata per ottenere un secondo mandato alla guida della Commissione europea. Nonostante i malumori e gli intrecci politici, dalla prima fase della lunga corsa per il rinnovo dei vertici dell’Ue emerge proprio questo scenario.

Mario Giordano ha voluto dare il benvenuto ai suoi telespettatori con il suo consueto editoriale: “Guardando lassù, ai palazzi dove ci sono quelli che comandano, quelli che contano, mi viene da dire: ‘Ma in che mani siamo!’”. Con queste parole, ha introdotto il tema caldo del suo intervento. “Adesso sono lì, in Europa, tutti riuniti. Fanno le cene, fanno gli incontri perché devono spartirsi le poltrone e più hanno perso le elezioni e più vogliono posti”.

Il video di Giordano scatenato a Fuori dal Coro

Riferendosi ai cambiamenti che stanno interessando l’Unione europea, Giordano ha commentato nel video visibile qui: “Più sono scarsi e più vogliono potere, tanto è vero che si parla di un secondo mandato a Ursula von der Leyen. Disastro per gli ultimi 5 anni”.

Successivamente, l’attenzione si è spostata sul G7. Giordano, dopo aver riconosciuto il successo di Giorgia Meloni e del governo italiano, ha voluto però evidenziare alcuni dettagli che non sono sfuggiti a molti, in particolare il fatto che gli altri leader non siano apparsi proprio “brillanti”, a partire dal presidente degli Stati Uniti, apparso sempre più in difficoltà. “Sono questi i grandi della Terra. Ma li avete visti? Il presidente americano Biden che si perdeva sul prato, lo stesso che qualche giorno prima non si muoveva a un concerto. Guardate che vivacità”, ha concluso.

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La truffa dell’olio extravergine d’oliva: attenzione! Cosa ha scoperto un’inchiesta di Piazzapulita (VIDEO) https://www.business.it/truffa-olio-extravergine-oliva-piazzapulita/ Thu, 20 Jun 2024 11:53:52 +0000 https://www.business.it/?p=139024 Chi produce olio lo sa bene, soprattutto chi lo fa in piccole quantità, destinate a soddisfare il fabbisogno familiare e poco più. Quando si cerca di vendere l’eccesso e si chiedono 10 euro al litro, si sa già di starci rimettendo. Eppure, spesso i clienti rifiutano, affermando che al supermercato l’extravergine costa meno. Ma un… Read More »La truffa dell’olio extravergine d’oliva: attenzione! Cosa ha scoperto un’inchiesta di Piazzapulita (VIDEO)

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truffa olio extravergine oliva

Chi produce olio lo sa bene, soprattutto chi lo fa in piccole quantità, destinate a soddisfare il fabbisogno familiare e poco più. Quando si cerca di vendere l’eccesso e si chiedono 10 euro al litro, si sa già di starci rimettendo. Eppure, spesso i clienti rifiutano, affermando che al supermercato l’extravergine costa meno. Ma un motivo c’è, no? Negli ultimi anni, l’olio extravergine d’oliva è diventato un bene di lusso. Il cambiamento climatico, alternando siccità a piogge torrenziali, sta compromettendo la produzione di olive in Italia e nel Mediterraneo, facendo lievitare i prezzi. Così, il costo dell’olio EVO è raddoppiato in due anni, diventando difficile trovarlo a meno di 10 euro al litro.
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Il video che smaschera la truffa

Eppure, negli ultimi tempi, in rete si trovano centinaia di offerte di “olio extra vergine 100% italiano” a prezzo stracciato. Come è possibile? Semplice, non si tratta di vero olio EVO. L’inchiesta di Danilo Lupo, andata in onda su “Piazza Pulita”, il programma di Corrado Formigli su La7 nella puntata del 28 febbraio, lo dimostra chiaramente. Lupo ha fatto analizzare alcuni di questi oli all’Agenzia delle Dogane di Roma: “Il laboratorio ha analizzato i campioni con solventi e macchinari. I risultati sono inoppugnabili: l’olio è allungato con oli di semi“.

Questi oli a basso costo, venduti come “extravergine d’oliva” a un prezzo inferiore ai 10 euro, sono semplicemente allungati con oli di semi. Ecco svelato il trucco, o meglio, la truffa.

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L’Euro ha massacrato gli italiani. Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni: “Una cifra colossale” Lo studio tedesco https://www.business.it/euro-massacrato-italiani-studio-tedesco/ Thu, 20 Jun 2024 07:57:50 +0000 https://www.business.it/?p=139014 Qual è il Paese dell’UE che ha sofferto di più con l’entrata dell’Euro? La risposta è scontata: l’Italia. A vent’anni dall’introduzione della moneta unica, i dati lo confermano. Abbiamo visto con i nostri occhi il costo della vita triplicare e gli stipendi dimezzarsi. Abbiamo assistito impotenti alla perdita dei nostri gioielli nazionali e delle ricchezze… Read More »L’Euro ha massacrato gli italiani. Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni: “Una cifra colossale” Lo studio tedesco

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euro italiani studio tedesco

Qual è il Paese dell’UE che ha sofferto di più con l’entrata dell’Euro? La risposta è scontata: l’Italia. A vent’anni dall’introduzione della moneta unica, i dati lo confermano. Abbiamo visto con i nostri occhi il costo della vita triplicare e gli stipendi dimezzarsi. Abbiamo assistito impotenti alla perdita dei nostri gioielli nazionali e delle ricchezze strategiche.
Leggi anche: “Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo

Questo è quanto emerge da uno studio del Centro per la politica europea (Cep), un think tank tedesco specializzato in politiche economiche dell’UE. Secondo lo studio, la Germania è il Paese che ha maggiormente beneficiato dell’Euro, mentre l’Italia ha subito le perdite maggiori. I dati parlano chiaro.

Quanto ha perso l’Italia con l’euro in 20 anni

Il rapporto “Vent’anni di euro: vincitori e perdenti” rivela quali Paesi hanno visto le proprie casse e le tasche dei cittadini riempirsi grazie alla moneta unica e quali, al contrario, sono sprofondati. Lo studio ha stimato il PIL pro capite che ogni Paese avrebbe avuto senza l’Euro. L’Italia, con una perdita totale di 4.325 miliardi di PIL bruciati, si piazza all’ultimo posto per crescita economica nella zona euro. Nessuno peggio di noi.

Gli esperti del Cep sono categorici: “In nessun altro Paese l’Euro ha portato a perdite così elevate di prosperità come in Italia”. Il PIL pro capite italiano è rimasto stagnante dall’introduzione dell’Euro, con una perdita pro capite di 73.605 euro dal 1999 al 2017. Al contrario, la Germania ha guadagnato in totale 1.893 miliardi di euro, ovvero 23.116 euro per abitante nello stesso periodo. Dietro la Germania troviamo i Paesi Bassi, e, ironia della sorte, perfino la Grecia ha subito perdite minori rispetto all’Italia. Questo dato è emblematico e ci fa riflettere su quanto l’introduzione dell’Euro abbia avuto effetti devastanti sulla nostra economia.

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“Le auto elettriche sono dannatamente pericolose”. La clamorosa stroncatura dell’esperto: “Ecco perché” https://www.business.it/auto-elettriche-pericolose-esperto/ Thu, 20 Jun 2024 06:51:30 +0000 https://www.business.it/?p=139009 Jeremy Clarkson, celebre conduttore del programma televisivo britannico Top Gear, è noto per le sue opinioni decise e autorevoli nel mondo delle automobili. Recentemente, ha espresso critiche pungenti nei confronti delle auto elettriche, che secondo lui non mantengono le promesse dei loro produttori. Clarkson, infatti, ha ribadito in un editoriale per The Sun che i… Read More »“Le auto elettriche sono dannatamente pericolose”. La clamorosa stroncatura dell’esperto: “Ecco perché”

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Jeremy Clarkson, celebre conduttore del programma televisivo britannico Top Gear, è noto per le sue opinioni decise e autorevoli nel mondo delle automobili. Recentemente, ha espresso critiche pungenti nei confronti delle auto elettriche, che secondo lui non mantengono le promesse dei loro produttori. Clarkson, infatti, ha ribadito in un editoriale per The Sun che i veicoli elettrici non percorrono le distanze dichiarate con una singola carica. Questa affermazione è emersa dopo un test condotto da AutoExpress sulla Jeep Avenger elettrica, che ha evidenziato un’autonomia reale inferiore a quella prevista.
Leggi anche: 40.000 bambini sfruttati per auto elettriche e tablet. A 6 anni in miniera come schiavi. Ecco cosa c’è dietro la “svolta green”

Il famoso presentatore non ha risparmiato le stazioni di ricarica, definendole inefficienti e spesso non funzionanti. “E poi, se riesci a trovare una stazione di ricarica che non sia rotta e che sia adatta alla tua particolare auto, dovrai aspettare 17 ore perché tutti quelli davanti a te in coda consumano un pasto di quattro portate mentre aspettano che le loro auto si ricarichino”, ha scritto con il suo tipico humor britannico.

Non è la prima volta che Clarkson si esprime in modo così netto. Già nell’agosto del 2023, sempre sulle colonne di The Sun, aveva dichiarato che le auto elettriche sono “dannatamente pericolose”. Ha menzionato i numerosi casi di autocombustione che hanno coinvolto veicoli a batterie, sottolineando che queste auto contengono energia esplosiva pari a sei granate a mano. Un episodio significativo è stato l’incendio della nave cargo Fremantle Highway nelle acque olandesi, causato da un’auto elettrica che ha preso fuoco spontaneamente, danneggiando l’intera nave e provocando anche la morte di una persona a bordo.

La bocciatura dell’erede Toyota

Clarkson non è solo nella sua battaglia. Akio Toyoda, erede della Toyota, ha più volte criticato i veicoli “green”, sostenendo che inquinano più dei motori tradizionali a causa dell’enorme dispiego di elettricità. La speranza di Clarkson e dei suoi sostenitori è che l’ubriacatura green dell’Unione Europea passi, evitando così la transizione totale al full electric prevista per il 2035. In conclusione, Jeremy Clarkson continua a essere una voce fuori dal coro, mettendo in dubbio il futuro delle auto elettriche con argomentazioni che sollevano dubbi e discussioni su un tema sempre più centrale nel dibattito pubblico.

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Lo “curano” al telefono, paziente muore dopo aver chiamato la Guardia Medica. La sentenza della Cassazione https://www.business.it/muore-guardia-medica-sentenza-cassazione/ Wed, 19 Jun 2024 13:37:23 +0000 https://www.business.it/?p=139005 Un uomo di mezza età si era sentito male e, preoccupato, aveva fatto una chiamata di emergenza alla Guardia Medica. I sintomi che accusava erano piuttosto preoccupanti: un forte bruciore allo sterno che si irradiava verso le braccia e le dita delle mani. Purtroppo, la dottoressa di turno, invece di recarsi immediatamente da lui per… Read More »Lo “curano” al telefono, paziente muore dopo aver chiamato la Guardia Medica. La sentenza della Cassazione

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muore Guardia Medica Cassazione

Un uomo di mezza età si era sentito male e, preoccupato, aveva fatto una chiamata di emergenza alla Guardia Medica. I sintomi che accusava erano piuttosto preoccupanti: un forte bruciore allo sterno che si irradiava verso le braccia e le dita delle mani. Purtroppo, la dottoressa di turno, invece di recarsi immediatamente da lui per una visita, aveva deciso di emettere la diagnosi al telefono. Secondo lei, si trattava di una semplice gastroenterite.
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Tragicamente, l’uomo è poi deceduto a causa del peggioramento delle sue condizioni. La dottoressa, residente a Bologna, è stata accusata di omicidio colposo e rifiuto di atti d’ufficio. In seguito, è stata scagionata dal primo reato ma condannata per il secondo. In Cassazione, il giudizio di primo grado è stato confermato.

Le motivazioni della sentenza

I giudici hanno ribadito che il diritto alla salute impone a un medico con funzioni pubbliche l’obbligo di proteggere al meglio i suoi pazienti, soprattutto quando questi segnalano sintomi gravi. La guardia medica, di fronte alla richiesta di aiuto, si era limitata a fornire consigli telefonici. Per questo, il tribunale ha confermato la condanna a quattro mesi, con interdizione dall’esercizio della professione per lo stesso periodo.

Questa sentenza potrebbe avere un impatto significativo sulle abitudini dei medici di base e delle guardie mediche, spingendoli a essere più disponibili per le visite a domicilio quando i pazienti riportano sintomi preoccupanti.

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“Google ci ha ingannati (e spiati di nascosto)!” Multa miliardaria in arrivo: “Ecco quali programmi non usare” https://www.business.it/google-ci-ha-ingannati-e-spiati-di-nascosto-multa-miliardaria-in-arrivo-ecco-quali-programmi-non-usare/ Wed, 19 Jun 2024 13:17:38 +0000 https://www.business.it/?p=138997 Milioni di utenti “ingannati” da Google. Questo è il quadro che emerge dalle recenti vicende che vedono il colosso della Big Tech californiano al centro di un clamoroso scandalo. Dal 2016, chi navigava in modalità incognito su Google credeva di essere al sicuro, ma in realtà i loro dati personali venivano monitorati e utilizzati a… Read More »“Google ci ha ingannati (e spiati di nascosto)!” Multa miliardaria in arrivo: “Ecco quali programmi non usare”

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Milioni di utenti “ingannati” da Google. Questo è il quadro che emerge dalle recenti vicende che vedono il colosso della Big Tech californiano al centro di un clamoroso scandalo. Dal 2016, chi navigava in modalità incognito su Google credeva di essere al sicuro, ma in realtà i loro dati personali venivano monitorati e utilizzati a fini pubblicitari. La scoperta ha fatto infuriare gli utenti, portando nel 2020 all’avvio di una massiccia class action.
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Le rivelazioni sulla profilazione degli utenti durante la navigazione privata hanno sollevato enormi preoccupazioni sulla privacy. La class action ha puntato il dito contro Google, accusandola di aver ingannato gli utenti sulle attività di Chrome. La vicenda ha avuto una svolta importante con la decisione di Google di cancellare miliardi di dati relativi alla cronologia di navigazione di oltre 136 milioni di utenti negli Stati Uniti, un esito che potrebbe chiudere una causa da 5 miliardi di dollari presso la Corte di San Francisco, come riportato dal The Wall Street Journal.

Il patteggiamento

L’accordo di patteggiamento prevede non solo la cancellazione dei dati impropriamente raccolti, ma anche l’aggiornamento delle informazioni su come i dati vengono gestiti durante la navigazione in modalità privata. Inoltre, agli utenti sarà data la possibilità di disattivare i cookie di terze parti per i prossimi cinque anni. Sebbene non siano previsti risarcimenti individuali, gli utenti potranno comunque presentare cause separate contro Google se ritengono di aver subito danni. Attualmente, sono già state avviate cinquanta cause di questo tipo.

Tra le prove a carico di Google ci sono alcune email compromettenti. La chief marketing officer, Lorraine Twohill, aveva avvertito il CEO Sundar Pichai già nel 2019 che la modalità incognito non doveva essere considerata “privata” per evitare fraintendimenti. “Google si è creato un tesoro inspiegabile di informazioni così dettagliate che George Orwell non avrebbe mai potuto immaginarlo,” si legge nelle carte della causa.

La guerra dei Big Data

Il prossimo 30 luglio, la giudice Yvonne Gonzalez Rogers del tribunale federale di Oakland in California, deciderà se approvare l’accordo. “Questo accordo è un passo storico per richiedere alle aziende tecnologiche di essere oneste nelle loro dichiarazioni su come raccolgono e utilizzano i dati degli utenti,” ha dichiarato David Boies, il legale che rappresenta gli utenti nella causa contro Google, come riportato da la Repubblica.

Non dimentichiamo che la guerra dei Big Data coinvolge non solo Google, ma anche altri giganti della Silicon Valley. Questi colossi detengono una quantità impressionante di dati sensibili, e la battaglia commerciale sui Big Data è in corso tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti da un lato, e la Cina dall’altro. Con l’entrata in vigore del Digital Markets Act nell’Unione Europea, Google è ora tenuta a rispettare nuove regole per promuovere e riequilibrare la concorrenza online, assumendo il ruolo di “gatekeeper” per evitare multe significative.

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“Legge nel pensiero”. La nuova arma segreta di Putin spaventa il mondo. L’allarme dei governi https://www.business.it/pensiero-arma-segreta-putin/ Tue, 18 Jun 2024 07:17:43 +0000 https://www.business.it/?p=138973 In questi giorni non si fa che parlare della misteriosa “Sindrome dell’Avana”, un disturbo diffuso che ha colpito gravemente molti alti funzionari e diplomatici americani durante le loro missioni all’estero. Questo malessere, che comporta seri problemi fisici e psichici, è stato attribuito a onde elettromagnetiche ad alto potenziale emesse dall’intelligence russa, secondo un’inchiesta condotta da… Read More »“Legge nel pensiero”. La nuova arma segreta di Putin spaventa il mondo. L’allarme dei governi

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pensiero arma segreta Putin

In questi giorni non si fa che parlare della misteriosa “Sindrome dell’Avana”, un disturbo diffuso che ha colpito gravemente molti alti funzionari e diplomatici americani durante le loro missioni all’estero. Questo malessere, che comporta seri problemi fisici e psichici, è stato attribuito a onde elettromagnetiche ad alto potenziale emesse dall’intelligence russa, secondo un’inchiesta condotta da giornali americani e tedeschi. Ma c’è di più: sembra che questa tecnologia, già di per sé incredibile, sia stata superata da una nuova “arma segreta” a disposizione di Putin e di altri servizi di intelligence mondiali.
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Questa tecnologia rivoluzionaria, che spaventa i governi di tutto il mondo, è conosciuta come Nooskope, come riportato da un articolo del Giornale d’Italia. Le capacità di questa arma superano davvero l’immaginazione: avrebbe una gittata di ben 12.000 chilometri e funzionerebbe tramite frequenze specifiche che interagiscono con la Noosfera, permettendo di “leggere” e influenzare le menti delle persone. Per chi non lo sapesse, la Noosfera è considerata la terza fase di sviluppo della Terra, successiva alla Geosfera (materia inanimata) e alla Biosfera (vita biologica), e rappresenta la rete che connette tutti gli esseri auto-coscienti.

Come funziona l’arma segreta di Putin

Secondo le fonti, il Nooskope sarebbe capace di alterare il comportamento di milioni di individui in un’area determinata, aprendo scenari che sembrano usciti da un film di fantascienza. Le tecnologie militari hanno fatto passi da gigante nell’ultimo decennio, e se questa nuova arma dovesse funzionare come descritto, ci troveremmo di fronte a una realtà distopica di proporzioni quasi inconcepibili. La gravità della situazione è tale che gruppi di scienziati starebbero già fornendo informazioni riservate ai governi.

L’ipotetico utilizzo di un dispositivo capace di modificare il comportamento umano e di leggere nelle menti a distanza, come il Nooskope, è motivo di estrema preoccupazione. Se confermato, l’esistenza di questa tecnologia aprirebbe le porte a nuove forme di conflitto mai immaginate prima, ridefinendo completamente il concetto di guerra e sicurezza internazionale.

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“Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo https://www.business.it/corrente-italiani-pagano-tedeschi-francesi/ Tue, 18 Jun 2024 07:04:41 +0000 https://www.business.it/?p=138968 Indro Montanelli una volta disse: “Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi, gli italiani da europei”. Questa celebre citazione ci introduce perfettamente alla cronaca di un’altra vicenda che rivela cosa significhi davvero l’Europa per l’Italia, rispetto a come viene vissuta dalle altre nazioni europee. È una metafora… Read More »“Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo

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corrente italiani pagano tedeschi

Indro Montanelli una volta disse: “Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi, gli italiani da europei”. Questa celebre citazione ci introduce perfettamente alla cronaca di un’altra vicenda che rivela cosa significhi davvero l’Europa per l’Italia, rispetto a come viene vissuta dalle altre nazioni europee. È una metafora perfetta per descrivere la situazione attuale.
Leggi anche: Stangata in bolletta: ecco i nuovi aumenti per luce e gas

Nel 2023, nasce un sistema europeo per integrare i sistemi di bilanciamento e dispacciamento dell’elettricità tra gli Stati membri. Questo sistema, chiamato Picasso, aveva l’ambizioso obiettivo di armonizzare la domanda e l’offerta di elettricità, facilitando le partite compensative tra operatori per mantenere in equilibrio la rete elettrica. Tuttavia, come spesso accade, l’Italia si è ritrovata svantaggiata rispetto agli altri Stati, con la Germania in testa.

Fin dai primi mesi, Picasso si è rivelato un disastro per il mercato italiano. Andrea Greco, su Repubblica, denuncia come questo sistema sia diventato un “buco nero” per il nostro Paese, inghiottendo decine, se non centinaia di milioni di euro di sovraccosti. Questi sovraccosti sono stati pagati dagli operatori italiani tramite Terna, il gestore del servizio di rete, a vantaggio di rivali come Austria, Germania e Repubblica Ceca, che hanno sfruttato le differenze regolatorie per ottenere vantaggi economici.

L’authority italiana, dopo un’indagine condotta tra luglio e ottobre 2023, ha chiesto a Terna di sospendere la partecipazione operativa a Picasso entro il 15 marzo, in attesa di misure di mitigazione. Questo provvedimento è arrivato perché le direttive comunitarie, purtroppo, non hanno funzionato come previsto. Anzi, hanno favorito i soliti noti a discapito dell’Italia.

Se vi state chiedendo il motivo dell’aumento delle vostre bollette, una parte della risposta risiede proprio in questa ennesima stortura europea. Uno dei problemi principali è l’asimmetria nelle prassi vigenti all’estero: mentre in Italia non è tecnicamente possibile pagare meno di zero i flussi di bilanciamento, altri Paesi partecipanti a Picasso accettano offerte a prezzo negativo, fino a 10.000 euro a MWh. Questa disparità ha portato gli operatori italiani a pagare migliaia di euro per MWh per i quantitativi di elettricità forniti da austriaci, tedeschi o cechi, chiamati dall’algoritmo Picasso a bilanciare gli scompensi in Italia.

A marzo, Terna ha deciso di abbandonare Picasso, evidenziando ancora una volta le difficoltà e le ingiustizie che l’Italia deve affrontare in seno all’Europa. Ecco l’Europa di cui parlava Montanelli: un’unione dove, purtroppo, i nostri interessi vengono spesso sacrificati.

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Frosinone, Lorenzo Lazzari si suicida due settimane dopo la morte della sua ragazza, Elisa Stirpe https://www.business.it/frosinone-lorenzo-lazzari-si-suicida-due-settimane-dopo-la-morte-della-sua-ragazza-elisa-stirpe/ Mon, 17 Jun 2024 16:06:55 +0000 https://www.business.it/?p=138964 Lorenzo Lazzari, 22 anni, si è tolto anche lui la vita, due settimane dopo il suicidio della sua ragazza, Elisa Stirpe, 16 anni. Lui era originario di Alatri, lei di Veroli, nel Frusinate. In provincia di Frosinone, dall’inizio dell’anno, sono stati ben 22 i suicidi. La maggior parte riguarda giovani come età compresa fra i… Read More »Frosinone, Lorenzo Lazzari si suicida due settimane dopo la morte della sua ragazza, Elisa Stirpe

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Lorenzo Lazzari, 22 anni, si è tolto anche lui la vita, due settimane dopo il suicidio della sua ragazza, Elisa Stirpe, 16 anni. Lui era originario di Alatri, lei di Veroli, nel Frusinate. In provincia di Frosinone, dall’inizio dell’anno, sono stati ben 22 i suicidi. La maggior parte riguarda giovani come età compresa fra i 16 e i 30 anni. La criminologa Roberta Bruzzone: “Purtroppo la problematica di matrice depressiva e ansiosa è esplosa in particolare dei giovani tra i 13 e 19 anni”.

La doppia tragedia nel Frusinate

Lazzari aveva 22 anni. I suoi genitori sono separati e lui viveva a Tecchiena di Alatri in casa con i nonni. Proprio nel suo profilo Facebook, si era rivolto alla sua fidanzata, Elisa Stirpe: “Buon viaggio amore, per sempre dentro di me. Un giorno ci rincontreremo e due mozziconi per lo scherzetto che hai fatto te li do, promesso”. Lorenzo ha deciso di farla finita utilizzando lo stesso metodo della sua Elisa. È stato ritrovato questa mattina, lunedì 17 giugno, con una corda al collo nella campagna attigua a un casolare abbandonato.

Nove suicidi in un mese e mezzo a Frosinone

Nel solo mese di maggio sono state nove (tra cui un sedicenne e due ventitreenni) le persone che hanno deciso di farla finita. Sette nel mese di aprile. Una scia di dolore e devastazione familiare sulla quale si esprime la criminologa Roberta Bruzzone.

“Stiamo assistendo da un paio d’anni a un incremento di condotte suicidarie proprio in quella fascia d’età. Questa è una problematica certamente dovuta alla sottovalutazione di alcune condizioni che sono legate alla salute mentale. Probabilmente non vengono intercettati in tempo i segnali dalla famiglia o sono sottovalutati, per poi sfociare in condotte anticonservative”.

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Imu 2024, oggi la scadenza: chi deve pagarla e come https://www.business.it/imu-2024-oggi-la-scadenza-chi-deve-pagarla-e-come/ Mon, 17 Jun 2024 11:16:43 +0000 https://www.business.it/?p=138958 Lunedì 17 giugno è l’ultimo giorno disponibile per i proprietari di immobili per versare l’acconto IMU 2024. La scadenza originariamente era stata fissata al 16 giugno ma, essendo caduta di domenica, il termine è stato posticipato al giorno successivo, offrendo un giorno in più ai contribuenti per adempiere al pagamento.Leggi anche: Imu 2024, cambia tutto.… Read More »Imu 2024, oggi la scadenza: chi deve pagarla e come

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lunedì 17 giugno scade Imu

Lunedì 17 giugno è l’ultimo giorno disponibile per i proprietari di immobili per versare l’acconto IMU 2024. La scadenza originariamente era stata fissata al 16 giugno ma, essendo caduta di domenica, il termine è stato posticipato al giorno successivo, offrendo un giorno in più ai contribuenti per adempiere al pagamento.
Leggi anche: Imu 2024, cambia tutto. Le nuove aliquote: ecco le città più care

L’imposta municipale unica deve essere versata da tutti i proprietari di immobili, che comprendono fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. L’obbligo si estende anche a chi detiene un diritto reale di godimento come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie. I concessionari di aree demaniali e i locatari di immobili concessi in locazione finanziaria sono tenuti al pagamento dell’IMU dal momento della consegna dell’immobile e per tutta la durata del contratto. In caso di separazione o divorzio, l’IMU deve essere pagata dal coniuge assegnatario dell’immobile, anche se non proprietario, ma generalmente vi è esenzione se la casa è assegnata con provvedimento del giudice e se vi risiede abitualmente e anagraficamente. Le società che possiedono immobili di qualunque categoria, anche se utilizzati nell’esercizio dell’attività, sono obbligate al versamento dell’imposta, con l’eccezione degli immobili-merce, costruiti o ristrutturati per la vendita e rimasti invenduti.

Chi è esonerato dall’IMU

Anche nel 2024, l’esonero dall’IMU è confermato per le abitazioni principali non di lusso e relative pertinenze. Gli immobili occupati abusivamente, con apposita denuncia all’autorità giudiziaria, e quelli per i quali sia iniziata un’azione giudiziaria penale, sono esonerati dall’imposta. Lo stesso vale per i possessori di terreni agricoli situati nei Comuni delle isole minori o in quelli montani totalmente esenti o parzialmente delimitati, nonché per quelli destinati a usi agro-silvo-pastorali a proprietà collettiva o indivisibile. Alcuni immobili posseduti da enti pubblici e religiosi sono esonerati, a condizione che non vengano utilizzati per attività commerciali.

Riduzioni e agevolazioni per l’IMU

Sono previste diverse agevolazioni per il pagamento dell’IMU. Una riduzione del 50% della base imponibile è accordata per le abitazioni (escluse le categorie A/1, A/8, A/9) concesse in comodato gratuito a parenti in linea retta di 1° grado, a patto che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile abitativo in Italia, oltre eventualmente alla propria abitazione principale. Inoltre, il comodante deve risiedere anagraficamente e dimorare abitualmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile. Gli immobili di interesse storico/artistico, quelli inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, e un unico immobile posseduto da pensionati residenti in uno Stato di assicurazione diverso dall’Italia, con pensione maturata in regime di convenzione internazionale, beneficiano di una riduzione del 50% della base imponibile. Le abitazioni locate a canone concordato usufruiscono di una riduzione del 25% (o riduzione al 75%).

Come effettuare il versamento dell’IMU

Oggi è l’ultimo giorno utile per effettuare il pagamento dell’acconto IMU. Non perdete questa importante scadenza per evitare sanzioni e interessi. IMU 2024: è arrivato il momento di fare i conti con questa imposta che riguarda milioni di italiani. Quest’anno il versamento dell’IMU è previsto in due rate: acconto e saldo. Vediamo insieme come procedere per non incorrere in errori e sanzioni.

Il versamento dell’IMU si effettua principalmente con due metodi: tramite il modello F24 o attraverso un bollettino postale. Tra le due opzioni, è preferibile utilizzare l’F24 perché permette di compensare l’IMU con eventuali crediti fiscali o contributivi. Inoltre, con un unico modello, è possibile versare l’imposta dovuta in più Comuni.

Compilazione del modello F24

Nella sezione “IMU e altri tributi locali” del modello F24, vanno indicati diversi dati essenziali:

  • Codice catastale del Comune
  • Numero di immobili per cui si esegue il versamento
  • Anno di imposta (in questo caso, 2024)
  • Importo da versare, raggruppato in funzione del codice tributo per singola tipologia di immobile

È fondamentale barrare la casella “acconto” e non indicare nulla nel campo rateazione. Per quanto riguarda l’importo, il pagamento si effettua con arrotondamento all’euro per difetto se la frazione è inferiore a 49 centesimi, o per eccesso se superiore. Seguendo queste indicazioni, sarà possibile procedere senza intoppi al versamento dell’IMU, evitando così fastidiose multe e interessi di mora. Ricordate di prestare attenzione alle scadenze e di verificare con attenzione i dati inseriti nel modello F24 o nel bollettino postale. Siate puntuali e precisi, e l’IMU sarà solo un’altra delle tante pratiche burocratiche a cui adempiere senza stress.

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“Studiare? Non servirà più”. L’allarme del Premio Nobel: “Laureati, le AI vi spazzeranno via”. Quali saranno i lavori del futuro https://www.business.it/studiare-allarme-premio-nobel-laureati-ai/ Fri, 14 Jun 2024 07:02:39 +0000 https://www.business.it/?p=138858 Per i giovani diplomati di oggi, immaginare il proprio futuro sta diventando sempre più arduo. La società di domani, e non parliamo di un futuro remoto, sarà molto diversa da quella a cui eravamo abituati. Tuttavia, pochi comprendono davvero la portata di questo cambiamento. A lanciare l’allarme è il Professor Pissarides, premio Nobel per l’economia… Read More »“Studiare? Non servirà più”. L’allarme del Premio Nobel: “Laureati, le AI vi spazzeranno via”. Quali saranno i lavori del futuro

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AI laureati premio Nobel

Per i giovani diplomati di oggi, immaginare il proprio futuro sta diventando sempre più arduo. La società di domani, e non parliamo di un futuro remoto, sarà molto diversa da quella a cui eravamo abituati. Tuttavia, pochi comprendono davvero la portata di questo cambiamento. A lanciare l’allarme è il Professor Pissarides, premio Nobel per l’economia nel 2010 e docente alla London School of Economics. Lo studioso ha avvisato gli studenti che, a suo parere, le facoltà scientifiche, note anche come STEM, hanno un futuro incerto. La ragione è l’avvento delle AI, in particolare le più performanti AGI, progettate per acquisire capacità di ragionamento comparabili a quelle umane. Non stiamo parlando di un avvenire lontano: gli studi in questo campo sono già molto avanzati.
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Continueremo ad aver bisogno di laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, ma in misura molto minore rispetto a quello che si crede“. Questa, in sintesi, è l’affermazione del Premio Nobel greco. In un’intervista a Repubblica, il Professore ha spiegato che in diversi settori l’Intelligenza Artificiale spazzerà via gli esseri umani, occupando i posti di lavoro ambiti dai giovani che oggi si iscrivono a facoltà scientifiche. A tal proposito, è un segnale preoccupante la decisione di Google di licenziare centinaia di dipendenti, sostituendoli con le AI. E non è l’unico campo in cui si rischia una “sostituzione non umana” delle professioni. Basti pensare ai nuovi punti vendita della grande distribuzione completamente automatizzati e senza personale o alle fabbriche che utilizzano “robot intelligenti” al posto degli operai.

Ma allora, cosa dovrebbero fare i ragazzi? “In futuro”, afferma Pissarides, “ci sarà bisogno di empatia e di soft e social skills“. Tradotto, significa che i lavori del domani saranno legati alla sfera sociale e alla capacità di interagire con il prossimo. I manager dovranno essere, innanzitutto, degli ottimi comunicatori, capaci di coinvolgere i dipendenti, comprendere i problemi altrui e prevedere gli sviluppi dell’economia. Quindi, non si parla di competenze tecniche, ma di capacità umane. Empatia e creatività saranno le competenze più ricercate nel mondo di domani. Le AI, con le loro competenze, non potranno sostituire la creatività e il bisogno di socializzare, che sono parte integrante dell’animo umano.

Secondo il Premio Nobel, il futuro sarà caratterizzato dallo sviluppo dei lavori creativi: nella moda, nell’arte, nell’architettura, nell’intrattenimento. E considerando che viviamo in una società in costante invecchiamento, ci sarà anche una crescente domanda per l’assistenza sanitaria e i servizi ai clienti. È meglio prenderne coscienza, perché il domani è già qui e dal “nuovo mondo” ci separa una porta sempre più sottile.

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Il “green” dell’Europa fa ricca la Cina e impoverisce l’Italia. Disastro von der Leyen e gli italiani fanno da soli https://www.business.it/green-europa-cina-von-der-leyen/ Fri, 14 Jun 2024 06:45:42 +0000 https://www.business.it/?p=138852 L’industria del fotovoltaico in Europa rappresenta un mercato di 14 miliardi di euro l’anno, ma ora deve cedere il passo alla Cina, che l’ha letteralmente conquistata. Negli ultimi sei mesi, i prezzi dei moduli solari in Europa si sono dimezzati. Una buona notizia per i cittadini, certo, ma poi c’è sempre il grande tema della… Read More »Il “green” dell’Europa fa ricca la Cina e impoverisce l’Italia. Disastro von der Leyen e gli italiani fanno da soli

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green Europa Cina Leyen

L’industria del fotovoltaico in Europa rappresenta un mercato di 14 miliardi di euro l’anno, ma ora deve cedere il passo alla Cina, che l’ha letteralmente conquistata. Negli ultimi sei mesi, i prezzi dei moduli solari in Europa si sono dimezzati. Una buona notizia per i cittadini, certo, ma poi c’è sempre il grande tema della qualità. Il basso costo cinese garantisce comunque la stessa qualità dei moduli prodotti in Europa, ma che costano di più?
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Settore in fortissima crescita

Il settore è in fortissima crescita: basti pensare all’Italia, dove quest’anno il mercato dei pannelli solari è salito addirittura del 27,5%. Circa la metà della produzione fotovoltaica mondiale avviene nella UE, ma – e questo è il grande paradosso – il 90% dei pannelli solari installati in Europa proviene dalla Cina. Questo perché i produttori cinesi hanno immesso negli ultimi mesi sul mercato una quantità enorme di pannelli, tanto da mandare in crisi i produttori europei.

Come spiega Antonio Amorosi su Affari Italiani, riprendendo i dati di Solar Media-PV Tech, tra i primi dieci produttori di moduli fotovoltaici otto sono cinesi. Il portavoce della Commissione UE per l’energia, Tim McPhie, ha ammesso in conferenza stampa delle gravi difficoltà dei produttori europei e di star lavorando a una possibile soluzione. Per le quantità di prodotto e per i prezzi immessi, la Cina ha messo in ginocchio il mercato.

La situazione in Cina

La Cina produce pannelli solari a 16-18,9 centesimi per watt di capacità di generazione, le imprese USA a 28 centesimi, quelle europee 24-30 centesimi. Come è possibile questa differenza? Innanzitutto per il costo della manodopera, ma anche per i rapporti commerciali con la Cina, non sempre così chiari. Come spiega Amorosi, grazie ai finanziamenti provenienti dalla Cina, le aziende hanno potuto fare un’offerta notevolmente più economica rispetto alla concorrenza e vincere un progetto pubblico in Romania per l’apertura di una centrale. Si tratta dell’impresa cinese leader del settore, la Longi Solar, e la Shanghai Electric, due società energetiche con sede in Cina.

In tutto questo, però, va detto che l’Italia si difende bene, grazie a Enel Green Power e all’operazione 3Sun Gigafactory di Catania, un impianto che per capacità produttiva si prevede diventi la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa. Ad aprile 2022 è avvenuta la firma di un accordo tra Enel Green Power e la Commissione Europea per un finanziamento agevolato a fondo perduto per un tipo di produzione di pannelli ad altissima efficienza. I moduli a basso costo cinesi, però, hanno messo in ginocchio il settore europeo. Basti pensare che a un produttore storico come la Meyer Burger le linee di produzione della fabbrica di moduli nella Germania orientale sono completamente ferme da alcune settimane. “La chiusura completa della produzione è prevista per la fine di aprile”.

Questo scenario evidenzia la complessità della situazione: da un lato, la crescente accessibilità dei pannelli solari per i cittadini, dall’altro, la necessità di proteggere l’industria europea da una concorrenza che, seppur leale, rischia di essere devastante per l’economia del continente.

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Altroconsumo: quali sono le mozzarelle migliori e peggiori vendute nei supermercati https://www.business.it/altroconsumo-mozzarelle-migliori-supermercati/ Thu, 13 Jun 2024 09:46:26 +0000 https://www.business.it/?p=138827 Nel variegato mondo dei formaggi italiani, la mozzarella si erge come una regina indiscussa, adorata in ogni angolo del Bel Paese. Recentemente, Altroconsumo ha intrapreso una minuziosa analisi su 19 diverse varietà di mozzarella, rivelando segreti inaspettati sui marchi che affollano gli scaffali dei supermercati italiani.Leggi anche: Nutella + mozzarella: due eccellenze italiane si incontrano… Read More »Altroconsumo: quali sono le mozzarelle migliori e peggiori vendute nei supermercati

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Altroconsumo mozzarelle migliori supermercati

Nel variegato mondo dei formaggi italiani, la mozzarella si erge come una regina indiscussa, adorata in ogni angolo del Bel Paese. Recentemente, Altroconsumo ha intrapreso una minuziosa analisi su 19 diverse varietà di mozzarella, rivelando segreti inaspettati sui marchi che affollano gli scaffali dei supermercati italiani.
Leggi anche: Nutella + mozzarella: due eccellenze italiane si incontrano e diventano moda

L’indagine

Questa indagine ha sollevato alcune controversie sorprendenti: ben 5 prodotti su 19 non rispettavano il peso dichiarato in etichetta. Tuttavia, la scoperta più clamorosa riguarda una mozzarella proveniente dalla Slovenia, sospettata di non essere prodotta esclusivamente con latte fresco, ma anche con l’aggiunta di latte in polvere. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla qualità e la trasparenza delle pratiche produttive al di fuori dei confini nazionali.

Gusti e sorprese

Non solo le discrepanze nel peso hanno destato scalpore, ma anche le differenze di gusto. Una mozzarella venduta nei discount Lidl, denominata Merivio, ha trionfato nelle degustazioni, conquistando i giudici con il suo profilo fruttato e un equilibrio gustativo impeccabile. Al contrario, una delle poche mozzarelle biologiche testate, la Bio Cansiglio di NaturaSì, ha deluso ampiamente le aspettative, ottenendo scarsi risultati sia per il gusto che per le condizioni di conservazione.

Gli esperti di Altroconsumo attribuiscono queste variazioni di qualità a diversi fattori, tra cui problemi di taratura delle macchine durante la produzione e tecniche di lavorazione che influenzano la consistenza e il gusto del formaggio.

La questione dell’acido citrico

Una delle controversie più accese riguarda l’uso di acido citrico come sostituto dei tradizionali fermenti lattici. Sebbene considerato sicuro, l’acido citrico è al centro di un dibattito tra i puristi della mozzarella, che ritengono possa compromettere il gusto autentico del formaggio.

Sicurezza alimentare

L’indagine di Altroconsumo non si è fermata agli aspetti sensoriali del formaggio, ma ha anche esaminato la sicurezza alimentare. Sono state individuate tracce di microrganismi potenzialmente dannosi, come Listeria e Salmonella, in alcuni campioni, mettendo in evidenza l’importanza della catena del freddo nella distribuzione e conservazione delle mozzarelle.

Conclusione

In conclusione, l’analisi di Altroconsumo ha fornito un quadro dettagliato e critico sullo stato attuale della mozzarella sul mercato italiano, esortando i consumatori a prestare attenzione non solo al prezzo e al marchio, ma anche alla provenienza e alla qualità degli ingredienti utilizzati. Questa indagine mette in luce l’importanza di fare scelte consapevoli nella selezione del proprio formaggio preferito, garantendo così un’esperienza gustativa genuina e sicura.

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Assicurazioni, agenti in rivolta: “Le compagnie ci impongono di rincarare le polizze” https://www.business.it/assicurazioni-compagnie-agenti-rivolta/ Thu, 13 Jun 2024 08:58:54 +0000 https://www.business.it/?p=138820 Gli agenti delle compagnie di assicurazioni sono in rivolta. Il sindacato che li rappresenta ha presentato un esposto all’Ivass, accusando i vertici delle compagnie di esercitare forti pressioni nei loro confronti. Queste ultime, secondo l’accusa, starebbero mettendo pressione agli agenti perché modifichino le polizze in peggio. Aumentando ad esempio l’importo delle franchigie, abbassando i massimali e eliminando… Read More »Assicurazioni, agenti in rivolta: “Le compagnie ci impongono di rincarare le polizze”

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assicurazioni compagnie agenti rivolta

Gli agenti delle compagnie di assicurazioni sono in rivolta. Il sindacato che li rappresenta ha presentato un esposto all’Ivass, accusando i vertici delle compagnie di esercitare forti pressioni nei loro confronti. Queste ultime, secondo l’accusa, starebbero mettendo pressione agli agenti perché modifichino le polizze in peggio. Aumentando ad esempio l’importo delle franchigie, abbassando i massimali e eliminando alcune garanzie, come quella che copre dagli eventi atmosferici, soprattutto per le polizze salute e casa.
Leggi anche: Assicurazioni online, chiusi oltre 200 siti web pericolosi. Ecco come evitare di essere truffati

Come rierise Repubblica, nell’ultimo periodo gli agenti stanno ricevendo diverse lettere dalle compagnie di assicurazioni dove si raccomanda loro ad esempio di “riformare le polizze”, “correggere le tariffe”, pena un richiamo ufficiale per chi non si adegua. Il tasso di polizze riformate è “assolutamente insoddisfacente”, bisogna “allinearsi al più presto”, queste alcune delle accuse mosse agli agenti.

Le gravi accuse degli agenti

“Ma non sono mancate neanche le minacce dirette di toglierci il mandato, mettendo in discussione addirittura il rapporto di lavoro”, accusa Claudio Demozzi, presidente del Sna, il Sindacato nazionale agenti. Dopo l’esposto da loro presentato, l’Ivass spiega a Repubblica di aver “convocato le compagnie per discutere del tema. Valutazioni sono in corso. In base ad alcune evidenze ricevute, alcune compagnie starebbero comunque rivedendo l’approccio”.

“In sostanza, ci viene chiesto di non tutelare i migliori interessi dei nostri clienti in barba al rapporto di fiducia che abbiamo costruito con loro nel corso di anni. – prosegue Demozzi – E non è solo una questione di deontologia: “La normativa europea e il Codice italiano delle assicurazioni vieta ai distributori di polizze di agire ‘in pregiudizio degli interessi del cliente’. Quello che ci chiedono le compagnie semplicemente non si può fare”.

Accettando la clausola dello ius variandi, con il semplice pagamento del premio il cliente accetta che la compagnia possa modificare in ogni momento le condizioni contrattuali con una semplice email al cliente. Immaginiamo un cliente assicurato da vent’anni che decide di non accettare le nuove condizioni. Se pochi mesi dopo si dovesse ammalare, non troverebbe più compagnie disposte ad assicurarlo”, conclude Demozzi.

La replica durissima delle compagnie di assicurazioni

Ma la replica dei vertici dei rappresentanti del settore assicurativo è durissima: “Si ritiene infondato l’esposto dello Sna, soprattutto nella parte in cui afferma che le clausole in parola siano ‘assolutamente astruse e contraddittorie’, oltre che lesive dei diritti della clientela, e tantomeno che le clausole stesse siano applicate ‘automaticamente e all’insaputa del cliente. Le imprese assicuratrici, come previsto dalla normativa vigente, sono libere di determinare il contenuto delle clausole contrattuali, che devono anche essere pubblicate sui siti web delle imprese stesse, e sono liberamente consultabili e scaricabili dai potenziali clienti. Appare legittimo nell’ambito dell’autonomia contrattuale, prevedere meccanismi di adeguamento del premio a scadenza o anche di modifica delle condizioni contrattuali, naturalmente purché ciò avvenga attraverso meccanismi predefiniti dalle polizze e comunicati in maniera trasparente all’assicurato, dandogli la possibilità di scelta, senza penalizzazioni”.

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Disastro Italia in Europa, l’esperto: “Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni!” https://www.business.it/disastro-italia-in-europa-lesperto-ecco-quanto-abbiamo-perso-in-20-anni/ Wed, 12 Jun 2024 06:21:46 +0000 https://www.business.it/?p=138764 Cosa sta succedendo all’Europa in questi anni? La risposta la dà Valerio Malvezzi che, su RadioRadio, analizza i numeri e spiega come le politiche europee siano state un disastro per il nostro Paese. “Tuttavia Francia, Germania e Spagna hanno raggiunto questo traguardo prima di noi. Questo ritardo ha portato a un aumento della differenza negativa del… Read More »Disastro Italia in Europa, l’esperto: “Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni!”

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Cosa sta succedendo all’Europa in questi anni? La risposta la dà Valerio Malvezzi che, su RadioRadio, analizza i numeri e spiega come le politiche europee siano state un disastro per il nostro Paese. “Tuttavia Francia, Germania e Spagna hanno raggiunto questo traguardo prima di noi. Questo ritardo ha portato a un aumento della differenza negativa del PIL Procapite italiano dal 4,4% al 9,8% nel 2023”. Il dato più interessante e drammatico? “Dal 2000 l’Italia ha perso il 20% della sua capacità produttiva industriale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco cosa hanno prodotto, dunque, gli utimi 20 anni d’Europa. Spiega Malvezzi: “Abbiamo perso, invece che crescere, il 20% della nostra capacità produttiva industriale. L’Europa è stata un disastro per l’Italia. Il rapporto annuale dell’Istat solleva la domanda se l’Italia possa mantenere ritmi di crescita sostenuti per ridurre il cosiddetto debito pubblico che ha raggiunto i 2.894 miliardi di euro a marzo 2023. Il Ministro dell’economia onorevole Giorgetti propone una politica dell’offerta per stimolare la creazione di nuove imprese e favorire le aggregazioni”. La produttività è cresciuta solo dell’1,5% tra il 2000 e il 2023 rispetto ai 15 punti di Francia e oltre 20 punti di Spagna e Germania. “Insomma la frammentazione produttiva pesa con microimprese sotto i 10 dipendenti che hanno una incidenza maggiore in Italia rispetto ad altri paesi europei”. 

Per tirare le somme, rispetto al 2000 l’Italia ha perso il 20% della produzione industriale. “Ha accumulato un divario negativo del 20% di PIL rispetto a Francia e Germania”. Dai dati statistici, le piccole, medie e microimprese costituiscono la maggior parte del reddito italiano e la maggior parte dei posti di lavoro. Conclude Malvezzi: “Demonizzarle non serve nulla, ma neanche voglio sentire parlare di aiutarle. Ci aiutiamo da soli tranquillamente. Se volete informazioni ne trovate anche sul sito valeriomalvezzi.it. Noi continuiamo a fare reddito e a produrre”.

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Fa impazzire tutti (vip compresi) ma… L’incredibile storia della bellissima Emily https://www.business.it/fa-impazzire-tutti-vip-compresi-ma-lincredibile-storia-della-bellissima-emily/ Tue, 11 Jun 2024 15:54:42 +0000 https://www.business.it/?p=138760 Un po’ tutti, dai calciatori ai miliardari, passando per i politici e i lottatori di MMA, sono caduti nella trappola di Emily, una donna affascinante che li ha attratti con il suo aspetto mozzafiato. Emily, che si presentava come una modella, ha ricevuto numerosi messaggi privati da personaggi famosi, alcuni dei quali chiedevano increduli come… Read More »Fa impazzire tutti (vip compresi) ma… L’incredibile storia della bellissima Emily

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Un po’ tutti, dai calciatori ai miliardari, passando per i politici e i lottatori di MMA, sono caduti nella trappola di Emily, una donna affascinante che li ha attratti con il suo aspetto mozzafiato. Emily, che si presentava come una modella, ha ricevuto numerosi messaggi privati da personaggi famosi, alcuni dei quali chiedevano increduli come fosse possibile che una donna così bella non avesse un fidanzato. Uno di questi messaggi, ad esempio, è stato inviato da un noto calciatore tedesco. Tuttavia, la vera sorpresa è che Emily non esiste affatto.

Il nome completo, Emily Pellegrini, appartiene in realtà a un’entità generata completamente tramite intelligenza artificiale. La sua creatrice ha rivelato che molti personaggi famosi l’hanno contattata con l’intenzione di uscire con lei. Repubblica ha persino riportato uno scambio di messaggi con un famoso calciatore tedesco, il cui nome è stato omesso per motivi di privacy.

In appena quattro mesi, Emily ha accumulato oltre 130.000 follower grazie alle sue foto e ai suoi video, diventando testimonial per diversi brand prestigiosi. La creatrice di Emily ha spiegato di aver chiesto a ChatGPT quale fosse l’ideale di bellezza per l’uomo medio. La risposta è stata chiara: capelli lunghi castani e gambe lunghe. Seguendo queste indicazioni, Emily è stata progettata per apparire il più reale possibile, risultando simpatica e attraente.

Diversi uomini facoltosi hanno invitato Emily a Dubai per incontrarsi e cenare nei ristoranti più esclusivi. Il successo di Emily è stato tale da generare circa 10.000 dollari a settimana, dimostrando ancora una volta quanto l’intelligenza artificiale possa essere potente e, talvolta, pericolosa nelle sue molteplici applicazioni.

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Spopolano i “truffatori della giacca”. Come funziona lo stratagemma e cosa (non) fare https://www.business.it/spopolano-i-truffatori-della-giacca-come-funziona-lo-stratagemma-e-cosa-non-fare/ Tue, 11 Jun 2024 15:27:36 +0000 https://www.business.it/?p=138756 Se continuiamo a parlare di truffe, e in particolare di cybertruffe, è perché i malviventi hanno un’incredibile varietà di inganni, tecniche e sotterfugi che rendono facile cadere nelle loro trappole. Oggi introduciamo una nuova truffa, o meglio, un tentativo di truffa che è stato fortunatamente sventato grazie all’intervento della Polfer alla Stazione Termini di Roma.… Read More »Spopolano i “truffatori della giacca”. Come funziona lo stratagemma e cosa (non) fare

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Se continuiamo a parlare di truffe, e in particolare di cybertruffe, è perché i malviventi hanno un’incredibile varietà di inganni, tecniche e sotterfugi che rendono facile cadere nelle loro trappole. Oggi introduciamo una nuova truffa, o meglio, un tentativo di truffa che è stato fortunatamente sventato grazie all’intervento della Polfer alla Stazione Termini di Roma. I borseggiatori hanno cercato di mettere in atto la cosiddetta truffa della giacca, ma senza successo. Questo stratagemma consiste nell’uso di una giacca per coprire lo zaino o il telefono cellulare della vittima, che viene distratta da un complice. Una manovra molto rapida, ma che questa volta non ha funzionato. Scopriamo cosa è accaduto.

Come funziona la “truffa della giacca”

Gli agenti della squadra di polizia giudiziaria della Polfer, mentre pattugliavano via Giovanni Giolitti vicino all’ala Mazzoniana e al Mercato centrale, hanno notato un uomo sospetto che era già noto alle forze dell’ordine. Questo individuo, con fare furtivo, si aggirava tra i viaggiatori in attesa dei pullman diretti agli aeroporti di Roma. È stato raggiunto da un secondo uomo, e insieme sono entrati nel Mercato centrale di Termini. I due si sono mossi tra la folla, cercando persone sedute ai tavolini, probabilmente alla ricerca delle vittime “perfette” da derubare. Quando uno dei borseggiatori è uscito tenendo tra le mani un giubbotto sotto il quale celava un oggetto, i poliziotti sono intervenuti e lo hanno fermato mentre tentava di fuggire con il suo complice. Entrambi sono stati arrestati in flagranza di reato. La giacca serviva a occultare uno zaino rubato a un turista ignaro.

La variante della truffa e cosa fare per proteggersi

Il consiglio, ovviamente, è di prestare sempre attenzione quando si viene approcciati da sconosciuti, specialmente se sono in due. Mentre si parla con uno, è importante tenere d’occhio l’altro. Non bisogna avvicinarsi troppo e bisogna fare attenzione a borse, zaini, telefoni e portafogli. Esiste anche una variante della truffa della giacca: una persona si siede dietro la vittima che ha appoggiato la propria giacca sullo schienale della sedia. Poi, si toglie la propria giacca e la poggia sullo schienale della sua sedia, facendo in modo che le due giacche combacino. A questo punto, finge di rovistare nelle tasche della sua giacca, ma in realtà sta mettendo le mani nelle tasche della giacca della vittima, mentre un complice supervisiona il tutto.

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Allarme droghe, boom di catinoni: “Causano gravi danni psichiatrici.” Di cosa si tratta https://www.business.it/allarme-droghe-boom-di-catinoni-causano-gravi-danni-psichiatrici-di-cosa-si-tratta/ Tue, 11 Jun 2024 14:59:23 +0000 https://www.business.it/?p=138753 Il mondo delle droghe è in continua evoluzione, sempre al passo con i tempi. In una società frenetica, dove tutto va veloce, emergono sostanze sintetiche che promettono euforia ed eccitazione, simili agli effetti dell’anfetamina o della cocaina. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i catinoni sintetici sono molto più economici, diventando così accessibili a un pubblico più… Read More »Allarme droghe, boom di catinoni: “Causano gravi danni psichiatrici.” Di cosa si tratta

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Il mondo delle droghe è in continua evoluzione, sempre al passo con i tempi. In una società frenetica, dove tutto va veloce, emergono sostanze sintetiche che promettono euforia ed eccitazione, simili agli effetti dell’anfetamina o della cocaina. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i catinoni sintetici sono molto più economici, diventando così accessibili a un pubblico più ampio e pericolosamente noti come la “cocaina dei poveri”.

L’allarme è stato lanciato a Treviglio, in provincia di Bergamo, dove il Servizio Multidisciplinare Integrato (Smi) ha già trattato quattro giovani per gli effetti negativi di queste sostanze. Nonostante non siano nuove, la loro diffusione è aumentata rapidamente negli ultimi anni. Basti pensare all’MDMA (ecstasy), usata inizialmente come antidepressivo negli anni ’50, poi diventata popolare nei club e rave e ora diffusa in vari contesti sociali. Un percorso simile è stato seguito dalla ketamina.

I catinoni sintetici sono analoghi del catinone, un composto psicoattivo presente nel khat, una pianta coltivata in Africa orientale e nella Penisola Arabica. Questi derivati, come il mefedrone, il metilone, l’MDPV e la pericolosa Flakka, si presentano principalmente in polvere bianca o marrone, da sniffare o fumare, ma possono anche essere venduti in compresse.

Secondo Roberto Santarpino, responsabile dello Smi, queste sostanze hanno un impatto devastante sulla salute mentale. Gli effetti collaterali includono paranoia, attacchi di panico, convulsioni, mal di testa, nausea, tachicardia, palpitazioni, dolore al petto, bruxismo, ipertensione, sangue dal naso e vista offuscata.

Questa nuova ondata di droghe sintetiche richiede un’attenzione immediata da parte delle autorità sanitarie e della comunità per prevenire ulteriori danni e proteggere la salute pubblica.

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Cosa fa dopo la condanna a 74 frustate: la lezione di Roya, una storia sconvolgente https://www.business.it/cosa-fa-dopo-la-condanna-a-74-frustate-la-lezione-di-roya-una-storia-sconvolgente/ Tue, 11 Jun 2024 13:37:24 +0000 https://www.business.it/?p=138747 Roya Heshmati è stata condannata in Iran per non aver indossato il velo. La sua testimonianza è un forte messaggio per tutte quelle pseudo-femministe italiane che confondono una grave imposizione con una scelta. “Questa mattina ho ricevuto la convocazione per le 74 frustate. Ho contattato subito il mio avvocato e siamo andati al tribunale del… Read More »Cosa fa dopo la condanna a 74 frustate: la lezione di Roya, una storia sconvolgente

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Roya Heshmati è stata condannata in Iran per non aver indossato il velo. La sua testimonianza è un forte messaggio per tutte quelle pseudo-femministe italiane che confondono una grave imposizione con una scelta. “Questa mattina ho ricevuto la convocazione per le 74 frustate. Ho contattato subito il mio avvocato e siamo andati al tribunale del 7° distretto di Teheran. Entrando, mi sono tolta l’hijab. Nella sala, si sentivano i lamenti di un’altra donna che aspettava la sua esecuzione.”

Roya, curda, 33 anni, è una attivista contro l’obbligo dell’hijab. “Due donne in chador mi hanno messo una sciarpa sulla testa. Ho resistito, ma loro insistevano. Mi hanno ammanettata e continuavano a coprirmi la testa.” La porta di ferro si aprì cigolando, rivelando una stanza con pareti di cemento. “In fondo c’era un letto con manette e fasce di ferro.”

La descrizione di Roya continua: “Al centro della stanza c’era un dispositivo di ferro simile a un grande cavalletto, con alloggiamenti per le manette e legature di ferro arrugginito. Su una sedia e un tavolino c’erano una serie di fruste. Sembrava una camera di tortura medievale.” Il giudice chiedeva: “Stai bene? Non hai problemi?”. Poi, il boia mi ordinò di togliermi il cappotto e di sdraiarmi sul letto. Ho appeso il cappotto e il velo alla base del letto di tortura. Il boia prese una cintura di cuoio nero e si avvicinò al letto.”

Iniziarono le frustate: sulle spalle, sulla schiena, sui fianchi, sulle gambe. “Cantavo in silenzio: ‘In nome della donna, in nome della vita, gli abiti della schiavitù saranno stracciati, la nostra notte nera spunterà e tutte le fruste saranno tagliate…’”. Poi, Roya uscì senza mai rimettere il velo.

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“Papà dell’anno”. Il figlio scappa senza pagare il conto e la reazione del padre è da applausi https://www.business.it/figlio-scappa-senza-pagare-reazione-padre/ Tue, 11 Jun 2024 06:41:28 +0000 https://www.business.it/?p=138733 Con l’arrivo dell’estate, si ripetono puntualmente notizie simili tra loro, che vedono protagoniste persone che, dopo essersi sedute a tavola in vacanza e aver consumato un ricco banchetto, si alzano senza pagare e fanno perdere le loro tracce. Episodi sicuramente spiacevoli ma di certo non nuovi, che a volte vedono gli italiani nel ruolo di… Read More »“Papà dell’anno”. Il figlio scappa senza pagare il conto e la reazione del padre è da applausi

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figlio scappa senza pagare

Con l’arrivo dell’estate, si ripetono puntualmente notizie simili tra loro, che vedono protagoniste persone che, dopo essersi sedute a tavola in vacanza e aver consumato un ricco banchetto, si alzano senza pagare e fanno perdere le loro tracce. Episodi sicuramente spiacevoli ma di certo non nuovi, che a volte vedono gli italiani nel ruolo di colpevoli e altre volte in quelli di vittime, quando è qualche straniero poco educato a mettere nei guai il ristoratore di turno.
Leggi anche: Denunciato il figlio di Bossi: cena al ristorante e scappa senza pagare

Il racconto di Massimo Gramellini

Attraverso le pagine del Corriere della Sera, però, Massimo Gramellini ha voluto ricordare alcuni recenti episodi, sottolineandone in particolare uno con protagonista “il papà dell’anno”. Nella consueta rubrica “Il Caffè“, Gramellini ha ricordato: “La linea l’ha dettata una delegazione di mangiatori a ufo in Albania”, dove a saldare il debito è accorsa la premier Giorgia Meloni che si è scusata pubblicamente per quanto accaduto. “La scena – ha precisato il giornalista – si è però ripetuta a Malta”.

In quel caso, come sottolineato sempre da Gramellini, era stato un manipolo di adolescenti ad abbandonare di soppiatto un fast food lasciando “uno scoperto di 100 euro”. Le facce dei ragazzi erano state però riprese dalle telecamere e il padre di uno di loro, riconoscendo il figlio dalle immagini circolate sui giornali (con pixel), aveva deciso di farsi avanti e saldare il conto.

Il genitore aveva poi avanzato l’idea, per appianare gli animi, che il figlio andasse a lavorare gratis nel locale maltese dove aveva fatto “il furbo”. Con il ristoratore che aveva però suggerito, piuttosto, di devolvere la cifra del conto a un’associazione di assistenza ai disabili. Alla fine, la cifra donata è stata oltre il doppio del conto da saldare. Considerazione finale di Gramellini? “A fare debiti eravamo già bravi prima, adesso stiamo diventando bravi anche a pagarli. E questa non è una favola, ma una notizia”.

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Smartphone, ecco quelli che emettono più radiazioni. La classifica dei peggiori nel 2023 https://www.business.it/smartphone-classifica-peggiori-2023/ Mon, 10 Jun 2024 07:25:01 +0000 https://www.business.it/?p=138722 La radiazione emessa dai cellulari è misurata tramite l’indice SAR (Specific Absorption Rate), che quantifica la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano. Un valore SAR più basso indica minori radiazioni emesse e, quindi, un potenziale rischio ridotto per la salute. Ecco la classifica dei peggiori smartphone del 2023.Leggi anche: Nuovo codice della strada,… Read More »Smartphone, ecco quelli che emettono più radiazioni. La classifica dei peggiori nel 2023

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smartphone classifica peggiori 2023

La radiazione emessa dai cellulari è misurata tramite l’indice SAR (Specific Absorption Rate), che quantifica la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano. Un valore SAR più basso indica minori radiazioni emesse e, quindi, un potenziale rischio ridotto per la salute. Ecco la classifica dei peggiori smartphone del 2023.
Leggi anche: Nuovo codice della strada, stretta sul cellulare alla guida

Classifica dei peggiori telefoni per emissioni di radiazioni:

  1. ASUS Zenfone 6 – SAR: 1.39
  2. Google Pixel 3 XL – SAR: 1.39
  3. iPhone 7 – SAR: 1.37
  4. iPhone 8 – SAR: 1.35
  5. iPhone 7 Plus – SAR: 1.34
  6. Samsung Galaxy S22 – SAR: 1.21
  7. Samsung Galaxy S22 Ultra – SAR: 1.05
  8. Samsung Galaxy A52 5G – SAR: alto ma non specificato
  9. Realme GT Neo 2 – SAR: alto ma non specificato
  10. Oneplus Nord CE 2 – SAR: alto ma non specificato
  11. Google Pixel 6 – SAR: alto ma non specificato
  12. Google Pixel 6 Pro – SAR: alto ma non specificato
  13. iPhone 13 Pro – SAR: alto ma non specificato
  14. iPhone 13 Pro Max – SAR: alto ma non specificato

Classifica dei peggiori telefoni per emissioni di radiazioni:

  1. Samsung Galaxy M12 – SAR: inferiore a 0.60
  2. Samsung Galaxy S22+ – SAR: inferiore a 0.60
  3. Xiaomi 11T – SAR: inferiore a 0.60
  4. Xiaomi 11 Lite – SAR: inferiore a 0.60
  5. Xiaomi Redmi Note 11 – SAR: inferiore a 0.60
  6. POCO M4 Pro 5G – SAR: inferiore a 0.60
  7. Samsung Galaxy S23 Ultra – SAR: inferiore a 0.60
  8. Honor 10 Lite – SAR: inferiore a 0.60
  9. Huawei Mate 20 – SAR: inferiore a 0.60
  10. Huawei Mate 30 – SAR: inferiore a 0.60
  11. Vari dispositivi Nokia – SAR: inferiore a 0.60

Questi dati sono stati raccolti dall’organizzazione tedesca Bundesamt für Strahlenschutz, che monitora e valuta i livelli di radiazioni emessi dai telefoni cellulari. La scelta di un dispositivo con un valore SAR inferiore può essere una considerazione importante per coloro che sono preoccupati per l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.

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“Batteri a domicilio col delivery food”. La denuncia del Gambero Rosso: “Attenti a questi dettagli” https://www.business.it/batteri-gambero-rosso-delivery-food/ Sat, 08 Jun 2024 08:13:16 +0000 https://www.business.it/?p=138689 Il fenomeno del delivery food, che consente di ricevere cibo a domicilio tramite un semplice ordine effettuato via smartphone, nasconde diverse insidie legate alla sicurezza alimentare, come evidenziato da un’inchiesta del Gambero Rosso. Questa ha coinvolto Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche, che ha esaminato uno dei contenitori utilizzati da Glovo,… Read More »“Batteri a domicilio col delivery food”. La denuncia del Gambero Rosso: “Attenti a questi dettagli”

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batteri Gambero Rosso delivery

Il fenomeno del delivery food, che consente di ricevere cibo a domicilio tramite un semplice ordine effettuato via smartphone, nasconde diverse insidie legate alla sicurezza alimentare, come evidenziato da un’inchiesta del Gambero Rosso. Questa ha coinvolto Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche, che ha esaminato uno dei contenitori utilizzati da Glovo, una delle principali aziende del settore.
Leggi anche: “La trappola food delivery”. Ecco cosa succede davvero quando ordini cibo a domicilio con le app

Risultati dell’analisi

Panzironi ha scoperto che un box apparentemente pulito conteneva oltre 200 colonie di batteri sulle sue superfici interne, un numero triplo rispetto a quello presente su un pavimento sporco. Questo dato è estremamente preoccupante, poiché indica un rischio elevato di contaminazione microbiologica del cibo durante il trasporto.

Regolamentazione e controllo

L’espansione del settore del delivery food ha portato all’introduzione di normative sempre più severe lungo tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione alla vendita. Tuttavia, il controllo igienico-sanitario durante il trasporto degli alimenti risulta carente. Le autorità competenti, come le Asl, i Nas e l’Icqrf, dovrebbero vigilare sulla sicurezza alimentare, ma in pratica non esiste un controllo sistematico in questa fase cruciale.

Problemi di trasporto e conservazione

Un altro punto critico riguarda la conservazione e il trasporto degli alimenti, che dovrebbero avvenire su veicoli con contenitori certificati ATP (Accord Transport Perissable). Tuttavia, le dimensioni di questi contenitori ne rendono difficile l’uso su scooter e biciclette, mezzi frequentemente utilizzati dalle aziende di delivery per motivi di sostenibilità ambientale. Questo compromette il rispetto dei protocolli di sicurezza.

Considerazioni finali

L’inchiesta del Gambero Rosso mette in luce la necessità di un maggiore rigore nel controllo igienico-sanitario dei mezzi di trasporto utilizzati per il delivery food. È essenziale che le aziende del settore adottino soluzioni conformi alle normative sulla sicurezza alimentare per garantire la salute dei consumatori.

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“A rischio milioni di posti di lavoro”. Perché il robot di Elon Musk ora fa davvero paura (VIDEO) https://www.business.it/robot-elon-musk-paura/ Sat, 08 Jun 2024 07:27:10 +0000 https://www.business.it/?p=138684 Il Tesla Bot di Elon Musk rappresenta un balzo significativo nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, ma suscita preoccupazioni profonde per il futuro del mondo del lavoro. Nel video pubblicato da Tesla, si vede il robot, chiamato Optimus, muoversi in modo sempre più umano, memorizzare dettagli dell’ambiente circostante, e manipolare oggetti con una delicatezza… Read More »“A rischio milioni di posti di lavoro”. Perché il robot di Elon Musk ora fa davvero paura (VIDEO)

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robot Elon Musk Tesla

Il Tesla Bot di Elon Musk rappresenta un balzo significativo nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, ma suscita preoccupazioni profonde per il futuro del mondo del lavoro. Nel video pubblicato da Tesla, si vede il robot, chiamato Optimus, muoversi in modo sempre più umano, memorizzare dettagli dell’ambiente circostante, e manipolare oggetti con una delicatezza notevole, persino toccando un uovo senza romperne il guscio. Utilizza il software di guida autonoma delle auto Tesla per analizzare e navigare l’ambiente.
Leggi anche: “Ci spiano!” Elon Musk asfalta Zuckerberg: “Ecco come funziona davvero WhatsApp”
Leggi anche: “Italiani fannulloni”: arriva la classifica che ribalta tutto. E cancella molti altri stereotipi. Guardate che sorprese…

Questi progressi tecnici rendono il Tesla Bot un potenziale strumento rivoluzionario per molte industrie, ma sollevano anche preoccupazioni riguardo alla sostituzione dei lavoratori umani. L’intelligenza artificiale del Tesla Bot è programmata per essere addestrata dagli esseri umani, specialmente per quanto riguarda la presa e la manipolazione di oggetti, suggerendo che potrebbe apprendere compiti specifici e ripetuti con grande precisione.

Il video impressionante del robot di Elon Musk

Mostrato per la prima volta durante l’AI Day di Tesla nell’ottobre 2022, il robot ha fatto passi avanti enormi in termini di stabilità e funzionalità, portando a riflettere su come la robotica avanzata potrebbe cambiare drasticamente vari settori industriali e la società in generale. La capacità del Tesla Bot di svolgere compiti autonomamente e con precisione lo rende sia una promessa per l’efficienza produttiva sia una minaccia per i posti di lavoro tradizionali.

In conclusione, mentre il progresso tecnologico del Tesla Bot è impressionante, è fondamentale considerare le implicazioni etiche e sociali di una diffusione massiccia di robot capaci di svolgere una vasta gamma di lavori umani. Le discussioni future dovranno concentrarsi non solo sui benefici tecnici, ma anche sulle strategie per mitigare l’impatto sul mercato del lavoro e sulla società.

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“Arriva il latte green”. Dopo la farina di grilli ecco la nuova porcheria che vorrebbero farci mangiare https://www.business.it/latte-green-farina-grilli/ Thu, 06 Jun 2024 09:12:05 +0000 https://www.business.it/?p=138638 Dopo l’assalto al vino italiano e al nostro Made in Italy, dopo aver “affondato” 3mila pescherecci italiani, dopo aver invaso il nostro Paese con la farina di grillo, l’Europa e le multinazionali del cibo tornano all’attacco. Come se non bastasse la carne sintetica, ora vogliono imporci anche il latte sintetico. Ma cosa è questa bevanda?… Read More »“Arriva il latte green”. Dopo la farina di grilli ecco la nuova porcheria che vorrebbero farci mangiare

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latte green farina grilli

Dopo l’assalto al vino italiano e al nostro Made in Italy, dopo aver “affondato” 3mila pescherecci italiani, dopo aver invaso il nostro Paese con la farina di grillo, l’Europa e le multinazionali del cibo tornano all’attacco. Come se non bastasse la carne sintetica, ora vogliono imporci anche il latte sintetico. Ma cosa è questa bevanda? A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Filiera Italia che a Tuttofood hanno promosso con Assica, Assolatte, Unaitalia e Assocarni la prima alleanza contro l’assalto del cibo sintetico alle tavole mondiali. Dopo la carne e il pesce in provetta arriva dunque anche il latte sintetico, con Israele che si appresta a diventare uno dei primi Paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche. Questa nuova allucinante svolta va a minare un altro dei comparti strategici del vero Made in Italy agroalimentare.
Leggi anche: La pizza con grilli tostati arriva in Italia: dove trovarla (e quanto costa)

In occasione del convegno su “I rischi del cibo sintetico” nell’ambito della più importante fiera dell’agroalimentare in Italia a Milano, Coldiretti ha dunque acceso un potentissimo faro sui rischi del latte sintetico (spiegando cosa è e come viene prodotto) e sul cibo sintetico in generale. “La verità è che non si tratta di cibo ma di un prodotto ingegnerizzato, con processi di lavorazione molto più simili a quelli dei farmaci e proprio in questo ambito devono essere valutati”, ha affermato al convegno il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “nei prodotti a base cellulare si utilizzano ormoni che invece sono vietati negli allevamenti europei dal 1996. Abbiamo acceso i riflettori su un business in mano a pochi ma molto influenti nel mondo che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda mettendo a rischio la stessa democrazia economica e alimentare”.

“Il ministero della Sanità di Israele – spiega Coldiretti – ha concesso alla società Remilk, che sta già producendo su scala industriale in diverse aree del mondo, di vendere al pubblico i suoi prodotti lattiero caseari nati in laboratorio senza aver mai visto neppure l’ombra di una mucca usando il gene della proteina del latte e inserendolo in bioreattori per la crescita accelerata con un processo simile a quello usato un po’ per tutti gli alimenti creati in laboratorio, o ‘a base cellulare’ come suggerito da Fao e Oms”. L’Europa guarda con attenzione e, esattamente come per la carne sintetica e la farina di insetti, si sta già operando per inserire nel nostro mercato anche il latte sintetico. Accogliamo l’appello di Coldiretti e facciamo di tutto per impedirlo. Ma cosa è questo latte sintetico?

Che cos’è e come si produce il latte sintetico

La tecnica per produrre latte sintetico (come avviene già negli Stati Uniti e in Israele) è la fermentazione di precisione, grazie alla quale il risultato finale è una sostanza molto cremosa nella consistenza e con un’elevata capacità di fare la schiuma, proprio come il latte naturale prodotto dalle mucche. Ma cosa è? Assomiglia a qualcosa di molto lontano dal latte vero, ma il motivo per cui lo stanno spingendo tanto è che anche questo sarebbe green, perché riduce le emissioni di metano. Bah! Il paradosso: il latte sintetico è più “green” di quello della mucca vera. Poveri noi.

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Estate 2024, indagine Altroconsumo: per ombrellone e lettino 228 euro in media a settimana https://www.business.it/estate-2024-ombrellone-lettino-prezzi-altroconsumo/ Thu, 06 Jun 2024 08:49:46 +0000 https://www.business.it/?p=138633 Con l’arrivo dell’estate, parte come sempre la ricerca della spiaggia che offra servizi con i prezzi più convenienti possibile. E, come ogni anno, Altroconsumo pubblica un’indagine sul costo di ombrellone e lettino, raccogliendo le tariffe di 211 stabilimenti balneari in 10 località italiane. I risultati di quest’anno confermano una tendenza ormai consolidata: le tariffe sono… Read More »Estate 2024, indagine Altroconsumo: per ombrellone e lettino 228 euro in media a settimana

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ombrellone lettino indagine Altroconsumo

Con l’arrivo dell’estate, parte come sempre la ricerca della spiaggia che offra servizi con i prezzi più convenienti possibile. E, come ogni anno, Altroconsumo pubblica un’indagine sul costo di ombrellone e lettino, raccogliendo le tariffe di 211 stabilimenti balneari in 10 località italiane. I risultati di quest’anno confermano una tendenza ormai consolidata: le tariffe sono sempre al rialzo, con un incremento del 10% nel 2022 e del 5% nel 2023.
Leggi anche: Ombrellone in spiaggia: multe e arresto per chi lo lascia per occupare il posto

Per condurre la sua indagine sui prezzi di ombrelloni e lettini per l’estate 2024, Altroconsumo ha raccolto le tariffe praticate dagli stabilimenti balneari di dieci località italiane: Lignano, Rimini, Senigallia, Viareggio, Palinuro, Alassio, Gallipoli, Alghero, Taormina e Giardini Naxos, e Anzio. Tutti i 211 stabilimenti sono stati contattati telefonicamente e in modo anonimo, chiedendo le tariffe per le prime quattro file per la settimana dal 4 al 10 agosto.

I risultati dell’indagine di Altroconsumo

La prima fila costa in media 226 euro. Cifra che si riduce progressivamente scegliendo le file successive: in seconda fila il costo medio è di 210 euro, 199 euro in terza, e 186 euro dalla quarta fila in poi. A Lignano, Taormina e Giardini Naxos non c’è stato alcun aumento rispetto al 2023. Rialzi si registrano ad Alghero e Gallipoli (2%), Alassio, Anzio e Palinuro (3%), Rimini (4%) e Viareggio (5%). L’aumento più alto si osserva a Senigallia (8%), che resta comunque la località meno cara dell’inchiesta di Altroconsumo.

Per avere prezzi più economici, sottolinea infine Altroconsumo, “servirebbe più concorrenza. In questi giorni si dibatte molto sulla questione delle concessioni balneari. Il sistema di rilascio dei permessi per gli stabilimenti balneari privati deve essere riorganizzato in tempi stretti, attraverso nuovi bandi di gara. Nell’attesa che ciò avvenga, a pagare sono i consumatori, perché questa situazione di stallo, con le concessioni che restano in mano agli stessi operatori, si ripercuote sul prezzo di lettini e ombrelloni, ogni anno più costosi ed elitari. È importante quindi arrivare presto a una riforma del settore ‘spiagge’. Per questo motivo, Altroconsumo ha lanciato una petizione per avere spiagge aperte anche a nuovi proprietari e prezzi contenuti, alla portata di tutti”.

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“La trappola food delivery”. Ecco cosa succede davvero quando ordini cibo a domicilio con le app https://www.business.it/food-delivery-cosa-succede-quando-ordini/ Thu, 06 Jun 2024 06:37:03 +0000 https://www.business.it/?p=138618 Una comodità non da poco, per il cliente che seduto comodamente sul divano di casa ordina da mangiare e attende soltanto il suono del citofono per mettersi a tavola. Eppure dietro i servizi di food delivery, le consegne a domicilio sempre più diffuse in ogni città italiana, c’è un aspetto tutt’altro che secondario del quale… Read More »“La trappola food delivery”. Ecco cosa succede davvero quando ordini cibo a domicilio con le app

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food delivery cosa succede

Una comodità non da poco, per il cliente che seduto comodamente sul divano di casa ordina da mangiare e attende soltanto il suono del citofono per mettersi a tavola. Eppure dietro i servizi di food delivery, le consegne a domicilio sempre più diffuse in ogni città italiana, c’è un aspetto tutt’altro che secondario del quale si parla, però, pochissimo: i costi sempre più elevati che limitano i guadagni dei ristoratori. Costretti lo stesso, però, da una moda ormai dilagante ad adeguarsi ai tempi che corrono.
Leggi anche: NutriBees: la start up di food delivery che rivoluziona il modo di mangiare
Leggi anche: “Batteri a domicilio col delivery food”. La denuncia del Gambero Rosso: “Attenti a questi dettagli”

Questo il risultato di un’indagine condotta da Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) su 40mila tra ristoranti, pizzerie e aziende che ricorrono a questo tipo di servizi. I risultati, pubblicati sulle pagine de Il Giornale, hanno fornito uno spaccato molto chiaro e non troppo rassicurante.

Food Delivery, Cosa Succede Quando Paghiamo

Il problema, secondo lo studio, sarebbe nelle percentuali sulle commissioni applicate dai più importanti servizi di delivery tra cui Just Eat, Glovo e Deliveroo: il 18,2%, che supera però il 20% applicando anche il prezzo per l’app. Tutte entrate mancate per il ristoratore. Quello del delivery è stato un servizio fondamentale durante la pandemia, quando ha permesso a tante attività di continuare a lavorare. Ora, però, le cose sono drasticamente cambiate.

Stando alla ricerca, inoltre, nonostante le piattaforme leader del mercato delivery abbiano aumentato il loro fatturato del 40% rispetto al 2021 (con una cifra pari a 358 milioni di euro e potenziali ricavi del 20% anche sul 2022), nel 92% dei casi non trasferiscono i soldi nei tempi dovuti. Un po’ come se il cliente pagasse il conto un altro giorno, invece di saldare dopo aver mangiato. Per Inapp, i ritardi nei pagamenti sarebbero un rischio enorme per le imprese e che queste piattaforme cambiano spesso a loro piacimento anche i contratti.

Le Parole di Sebastiano Fadda

Secondo il presidente Inapp Sebastiano Fadda, le aziende delle consegne non avrebbero un vero e proprio monopolio, ma un potere troppo ampio sì: un quarto dei ristoratori dichiara di non aver più rapporto diretto con i clienti perdendo il potere della relazione con loro e non potendosi scusare per i disservizi causati dal food delivery (nel 32% dei casi). Tra costi, commissioni e pagamenti ritardati, insomma, è possibile che “il gioco non valga la candela”.

In conclusione, mentre i servizi di food delivery continuano a proliferare, emergono sempre più problemi e insidie che minacciano la sostenibilità economica dei ristoratori. Una situazione che richiede attenzione e, forse, un ripensamento delle dinamiche commerciali per evitare che chi porta cibo a casa nostra sia anche colui che toglie risorse preziose a chi quel cibo lo prepara.

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