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Auto blu, aumento esponenziale. E il governo nasconde l’ultimo censimento

Auto blu? Con il nuovo governo aumentano. Ci sono ancora oltre trentatremila auto di Stato nei garage di Regioni, Comuni, Asl e ministeri. Circa una su dieci è un’auto blu. Sono i numeri contenuti nell’ultima indagine annuale sulle auto blu e grigie, condotta dal Dipartimento della funzione pubblica in tandem con il Formez: numeri assai scomodi. Tant’è che il censimento è già pronto per essere pubblicato dall’inizio di aprile, ma il governo finora ha preferito non diffonderlo.

I risultati del sondaggio sono stati congelati dopo che è esploso il caso delle 8.280 auto di Stato in entrata quest’anno nei garage della Pubblica amministrazione al costo di 168 milioni di euro, come previsto da due bandi targati Consip. Un’abbuffata che ha inevitabilmente riacceso i riflettori sui garage d’oro della Pa.

Dopo che il ministro Luigi Di Maio ha annunciato un’indagine interna, la questione è stata anche oggetto di un’interrogazione parlamentare a cui ha risposto il ministro Giulia Bongiorno. Ma è proprio il dicastero della Pubblica amministrazione a gestire il censimento delle auto di Stato che attualmente risulta sparito dai radar. L’ultima fotografia delle auto di Stato risale infatti a un anno fa. Ma quante sono quelle attualmente in circolazione?

Secondo quanto trapelato, il Dipartimento della funzione pubblica ne ha conteggiate quest’anno 33.500, contro le 29.195 censite nel 2018. L’incremento però è stato dettato soprattutto dal maggior numero di enti rispondenti (questa volta sono stati censiti oltre 8.300 garage pubblici, lo scorso anno soltanto 6.900). Il rapporto con i dati aggiornati, tuttavia, potrebbe non essere pubblicato prima delle elezioni europee, per evitare di riaccendere il dibattito sulle auto blu in una fase così delicata.

In occasione delle precedenti edizioni, al contrario, i risultati erano sempre stati resi noti tra l’inizio di febbraio e la metà di marzo. Come detto, le tabelle con i nuovi numeri sono pronte per essere diffuse da ormai un mese. La raccolta dati si è infatti conclusa alla fine di febbraio, dopo che era stata concessa una breve proroga. Le modalità del censimento eseguito dal Dipartimento della funzione pubblica in collaborazione con Formez sono quelle stabilite dal decreto legge del 25 settembre del 2014, all’epoca in cui le auto blu venivano messe in vendita su eBay dall’allora premier Matteo Renzi.

Ai fini del monitoraggio, il provvedimento impone alle amministrazioni pubbliche, inclusi comuni, regioni e autorità indipendenti, di comunicare tramite il canale apposito il numero delle auto in loro possesso e le loro specificità: previste sanzioni light per chi si tira indietro. Oggi la metà delle auto di Stato in servizio (circa 16 mila) si trova nei parcheggi dei Comuni, mentre le Regioni dispongono di oltre 1500 vetture. Sono invece 230 le automobili delle amministrazioni centrali dello Stato.

Quest’anno però il numero delle auto di Stato in circolazione potrebbe subire un’impennata proprio a causa dei due bandi Consip finiti nel mirino. Quello per il noleggio di 7.900 auto grigie, mezzi con o senza autista con una cilindrata inferiore a 1600 cc (tra cui city car, minivan e moto da enduro), il cui termine per la ricezione delle offerte è scaduto alla fine di marzo, ingrasserà i garage della Pubblica amministrazione portando il numero delle auto di Stato oltre la soglia delle 40 mila vetture complessive.

L’altro bando, pubblicato dalla centrale acquisti a ottobre, prevede una spesa di poco superiore ai 48 milioni di euro e riguarda invece l’acquisto di 380 auto blindate (140 berline a tre volumi, 160 auto a cinque porte, 80 Suv) da destinare a magistrati e personaggi sotto scorta, oltre che alle massime cariche dello Stato e ai ministri che le richiederanno per una questione di incolumità.

Pure gli esponenti più in vista del Movimento 5 Stelle avevano preso posizione in passato contro le auto blu e grigie per via dei costi ritenuti eccessivi. Ma adesso che sono al governo il numero delle auto di Stato in circolazione rischia di aumentare nuovamente.

 

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