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Auto elettriche, i dazi alla Cina dividono l’Europa. La scelta dell’Italia 

L’Europa si è divisa durante il dibattito sui dazi da imporre alle auto elettriche provenienti dalla Cina. La proposta avanzata dalla Commissione Europea prevedrebbe l’introduzione di un’imposta supplementare fino al 36,3% sulle vetture elettriche cinesi, ma non è stata raggiunta la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione. La decisione finale è attesa entro il 30 ottobre. Tra i Paesi favorevoli ai dazi ci sono Francia e Italia, mentre Germania e Ungheria si oppongono fermamente.

Le posizioni dei vari Paesi
Francia e Italia hanno votato a favore dei dazi, insieme a Paesi Bassi, Polonia, Danimarca e altre nazioni dell’Europa orientale. In particolare, l’Italia ha evidenziato l’importanza di ristabilire condizioni eque nel commercio. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato il sostegno del governo italiano all’introduzione dei dazi, pur sottolineando la necessità di mantenere aperto il dialogo con la Cina.

La Germania, invece, si è opposta con decisione, come espresso dal ministro delle Finanze Christian Lindner, il quale ha definito i dazi “un errore”. La Germania teme infatti le possibili ripercussioni economiche di un conflitto commerciale con la Cina, soprattutto per il suo settore automobilistico. Anche la Spagna, che inizialmente aveva sostenuto l’idea dei dazi, ha scelto di astenersi, aumentando l’incertezza sul futuro della proposta.

La reazione della Cina
La Cina ha manifestato il proprio disappunto di fronte alla proposta, accusando l’Unione Europea di pratiche protezionistiche. Pechino ha chiesto di posticipare l’adozione delle misure per evitare un’escalation nelle tensioni commerciali e ha invitato l’Ue a risolvere la questione attraverso il dialogo. La Camera di Commercio cinese a Bruxelles ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze negative su entrambe le economie.

Il futuro dei dazi
La decisione finale sui dazi sarà presa entro la fine di ottobre. Se la proposta verrà approvata, le nuove tariffe potrebbero entrare in vigore dal 4 novembre, con l’obiettivo di proteggere l’industria automobilistica europea dalla concorrenza sleale. Tuttavia, dato il disaccordo tra i vari Stati membri, resta da vedere se i negoziati con la Cina riusciranno a portare a una soluzione diplomatica prima di quella data.