Il governatore della Lombardia Attilio Fontana risulta indagato per autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary. Queste le ipotesi di reato avanzate dalla procura di Milano: i pm hanno chiesto una rogatoria in Svizzera sul conto del presidente lombardo, spiegando alle autorità elvetiche di voler “completare la documentazione allegata alla domanda di voluntary disclosure del 2016” presentata “dall’avvocato Attilio Fontana”, presidente della Lombardia, per “approfondire alcuni movimenti finanziari”.
La notizia arriva dal procuratore Francesco Greco, che in un comunicato stampa ha spiegato come la difesa del governatore si sia “oggi dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento” anche con produzione di documenti o “presentazione spontanea dell’assistito”. Come scrive il Fatto Quotidiano, al centro della tranche di indagine emersa col caso “camici” ci sono i 5,3 milioni di euro su un conto svizzero.
I pm indagano sul conto legato aun trust costituito nel 2005 alle Bahamas dalla madre del presidente lombardo, sul quale era confluito il patrimonio di un precedente trust, datato 1997 e sempre con sede a Nassau. Denaro, oltre 5 milioni di euro, che era stato “scudato” e che sarebbe arrivato nel suo deposito in Svizzera. I soldi erano poi finiti all’estero anche se il governatore aveva sempre negato la possibilità che fosse stato commesso qualche reato.
L’inchiesta era nata durante gli accertamenti dell’inchiesta sul caso dei camici in Lombardia in cui Fontana è indagato per frode in pubbliche forniture. Mentre il cognato del presidente Andrea Dini, che controlla la società Dama, e Filippo Bongiovanni, dg di Aria sono indagati anche di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente). La vicenda era esplosa durante la prima fase della pandemia, con la scoperta dei 75mila camici e altri dispositivi di protezione individuale acquistati dalla società Dama dalla Regione Lombardia. L’operazione era stata trasformata in corso d’opera in una donazione.
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