I negoziati tra Autostrade per l’Italia e il governo rischiano di naufragare a sorpresa, dopo che per mesi in molti avevano dato per scontata la fumata bianca. E invece di colpo l’ipotesi di revoca delle concessioni nei confronti del gruppo capitanato dai Benetton è tornata di colpo d’attualità per volontà del premier Giuseppe Conte, che nelle ultime ore ha alzato di colpo il tiro.
Vuoi per reale volontà di uno strappo vuoi per semplice strategia, fatto sta che il presidente del Consiglio ha rilasciato a breve distanza due interviste, una al Fatto Quotidiano e una alla Stampa, in cui ha avvicinato nuovamente l’idea della revoca: “
La mia sensazione è che Autostrade, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rafforzata da un intervento legislativo, abbia scommesso sulla debolezza dei poteri pubblici nella tutela dei beni pubblici”.Conte ha poi precisato che l’ultima proposta avanzata da Aspi al governo è stata “ampiamente insoddisfacente, per non dire imbarazzante: tutto meno che un’accettazione piena e incondizionata delle nostre richieste”. Per poi aggiungere: “I Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio e i ministri, ma i familiari delle vittime del Ponte Morandi e tutti gli italiani. Non hanno ancora capito che, dopo molti mesi, questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi”.
Il premier, insomma, ha usato parole di fuoco e sembra intenzionato ad andare fino in fondo, senza temere un eventuale contenzioso. “
Non è lo Stato che deve soldi ai Benetton, ma viceversa”. Sulla questione, però, Conte pare destinato a scontarsi con le posizioni, ben diverse, di Italia Viva e Pd, che avevano usato espressioni molto più accomodanti nei confronti dei Benetton sostenendo l’impraticabilità della revoca. Renzi, in particolare, aveva detto “no a soluzioni populiste”.
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