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Autostrade, finisce l’era Benetton: governo pronto alla revoca delle concessioni

Il governo preme sull’acceleratore e punta dritto alla revoca delle concessioni per Autostrade. Palazzo Chigi è determinato sulla revoca. C’entra naturalmente il voto finale di ieri al decreto Milleproroghe che ora è legge e annulla la maxi-penale che lo Stato avrebbe dovuto pagare ai concessionari (23 miliardi). La ministra dei Trasporti De Micheli ha presentato alla società una proposta ultimativa. Ma i Benetton l’hanno respinta puntando sulla caduta del Conte 2. Il Pd si allinea con il M5S e si prepara l’ennesimo scontro con Italia Viva di Renzi che è contrario alla decisione.

Spiega oggi Repubblica: “A differenza di Toninelli, il governo giallo-rosso ha preparato il terreno della revoca cercando di parare i colpi giuridici. Il premier, giunti all’ultima curva, vede delle controindicazioni sia nella “nuova” concessione sia nella cancellazione del contratto. Al dunque significa che entrambe le ipotesi sono percorribili. La decisione tocca al concessionario. Di fronte al “no” di Autostrade non sembrano esserci altri margini. I tempi sono molto stretti. A meno di un ripensamento dei prossimi giorni, di una chiamata in extremis. Sul tavolo ora c’è l’ultimatum dello Stato: prendere o lasciare. L’unica bussola, ripetono al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è l’interesse dei cittadini”.

L’annullamento dell’”affitto” infrastrutturale costerà allo Stato 7 miliardi. Che corrispondono all’ammortamento degli investimenti messi a bilancio e non più ai mancati introiti (23 miliardi) di un contratto che varie amministrazioni hanno prolungato fino al 2038. “Comunque non sono bruscolini. Ma il Milleproroghe stabilisce la scadenza del saldo: 4 anni. Nel frattempo saranno partite le gare per la nuova assegnazione. E lo Stato incasserà i soldi dai concessionari subentranti. Insomma, non verrà evitato l’impatto sulle tasche dei contribuenti”.

Conclude Goffredo De Marchis: “Nella fase transitoria post revoca il decreto stabilisce che la gestione passi ad Anas, con la garanzia dei ‘soggetti più deboli’, ossia i lavoratori. Si stanno valutando anche altre opzioni sulla base del diritto comparato. Questo è davvero il pezzettino finale che manca al puzzle. Il possibile scacco matto ai Benetton. Se finirà davvero così al ministero sono convinti che mai più verrà siglata una concessione così imponente come quella in essere. La rete autostradale sarà spacchettata. Non vedremo una maxi-gara su 3000 chilometri di asfalto, viadotti e tunnel. I lotti saranno più piccoli”.

 

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