È considerata ormai l’anello debole del governo. Pur tra chi sostiene questa maggioranza, ormai nei confronti della ministra dell’Istruzione Azzolina c’è assoluta sfiducia. Sembra che riesca sempre a scontentare tutti. Ed è stato così anche in occasione del varo del nuovo Dpcm. La scuola è al centro della nuova ondata di contagi, e resta più di un dubbio sulla gestione della ministra. Ora si apre un nuovo scontro tra la Azzolina, i Comuni e le Regioni a proposito degli orari di ingresso nelle scuole e della didattica a distanza.
“Il ministro dei Trasporti dice che non si può incrementare ulteriormente l’offerta del trasporto pubblico. E contemporaneamente il ministro dell’Istruzione dice che per rimodulare gli orari e scaglionare l’ingresso e l’uscita degli studenti della scuola superiore, alleggerendo così la pressione sul trasporto pubblico, dovremmo fare incontri con qualche migliaio di dirigenti scolastici. A questo punto, mentre il virus avanza, tra due settimane staremo ancora parlando di cosa fare”, ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, nell’incontro convocato dal ministro Boccia, presenti anche le Province, i ministri Speranza, Manfredi e De Micheli, i governatori.
I sindaci hanno chiesto una disposizione urgente e nazionale che incida sugli orari delle scuole. Sulla stessa posizione le Regioni. “Riteniamo possibile e necessario, proprio per salvaguardare la scuola in presenza, soprattutto per le scuole d’infanzia, elementari e medie – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini – incidere maggiormente sugli scaglioni di ingresso e uscita dalle scuole”. Su questo punto, come sulla possibilità di rafforzare negli istituti superiori, soprattutto per le ultime tre classi, la didattica integrata già sperimentata in questo mese, le Regioni hanno chiesto al Governo un’indicazione puntuale nel Dpcm, “perché non rientra nelle prerogative né dei sindaci né delle Regioni organizzare i tempi e le modalità organizzative delle autonomie scolastiche”. Ma la ministra Lucia Azzolina è stata irremovibile.
“La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli, all’ultimo anno del secondo grado”, anche perché questi ultimi hanno gli esami di maturità, ha sottolineato durante l’incontro, ricordando che per le superiori una parte di didattica digitale” è già presente”. L’idea della ministra è che non vada presa nessuna misura generalizzata, ma interventi mirati, territorio per territorio, e d’intesa con dirigenti scolastici e famiglie. Intanto il Comitato Priorità alla Scuola ha organizzato per lunedì presìdi e flashmob in 13 città di 10 regioni.
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