Per il 14 settembre è fissata la ripresa dell’anno scolastico. I presidi stanno scrivendo disperati al ministero per capire cosa devo fare, come comportarsi. Dei famosi banchi, nemmeno l’ombra. Dei concorsi per i docenti si son perse le tracce. Le famiglie sono preoccupate, così come gli studenti. Per non parlare del povero personale delle segreterie che sta già impazzendo. La ministra Azzolina naviga a vista, ha perso completamente il timone e non sa più cosa dire, cosa fare. Per non ammettere la sua incapacità e il suo fallimento, però, ha pensato bene di scaricare la colpa su qualcun altro. Su chi? Sui sindacati, rei, a suo avviso di “sabotare la scuola”. Ma cara ministra Azzolina, lasci stare i sindacati: basta già lei a sabotare la scuola!
Nella sua intervista odierna (21 agosto) al quotidiano Repubblica, la Azzolina dice con vittimismo: “Ho trovato una resistenza strenua al cambiamento: ci sono forze che remano contro e mirano a conservare rendite di posizione. Chi sono? Ho collaborato io stessa con un sindacato della scuola fino al 2017. Non c’è dubbio però che in questo ruolo mi sia trovata di fronte a una resistenza strenua al rinnovamento. Non è un mistero che i sindacati siano contrari a concorso con prova selettiva: vorrebbero stabilizzare i precari, immissione in ruolo per soli titoli. Ma sa la sorpresa qual è? Per 80 mila posti sono arrivate in totale 570mila domande”.
Continua la Azzolina: “Di queste solo 64 mila sono di docenti con almeno 36 mesi di servizio. Le altre 506 mila sono di neolaureati o giovani docenti. I precari hanno diritti acquisiti, ma i giovani hanno diritto di accesso. I concorsi sono indispensabili. Formazione del personale e digitalizzazione passano anche dall’immissione di energie nuove nella scuola”. E sull’accordo con le forze sindacali, aggiunge: “Le istanze in campo sono moltissime, tutte legittime, e la volontà di accoglierle, fin dove possibile, assoluta. Ciò che non è ammissibile sono atteggiamenti che mirano a conservare potere e rendite di posizione nell’interesse non di tutti ma di alcuni”.
Rincara la Azzolina: “Molti dirigenti scolastici mi raccontano di diffide che ricevono in questi giorni, poi le minacce di sciopero, di richieste in massa di aspettativa: viviamo un momento in cui come mai prima dobbiamo collaborare. Io sono dalla parte della scuola. Vorrei tornarci avendo fatto il possibile per migliorare quel che ho trovato”. Poi l’autodifesa: “Quando dicono che sono impreparata non me ne curo. Ho due lauree, ho insegnato molti anni, amo il mio lavoro e ci voglio tornare. Quando parlano del rossetto o delle unghie penso che viviamo in una società profondamente sessista”.
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