“Sono pronto a scommettere sulla durata della legislatura, non dell’attuale governo. Il governissimo? Berlusconi non abboccherà. E piano con la svolta moderata del centrodestra: il leader era e rimane Matteo Salvini”. Parole di Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega, che in una lunga intervista a Emanuele Lauria per Repubblica spiega cosa sta succedendo a destra. “Se il governo si attiene agli impegni contenuti nella risoluzione non è una svolta, ma almeno un fatto significativo. Attendiamo di vedere il decreto ristori per una valutazione più completa”.
Continua Bagnai: “Berlusconi vincitore di questa partita? Ma no, è un gioco degli avversari quello di cercare di spaccare la nostra coalizione. L’unica cosa evidente è che non ci sono riusciti. Non siamo stati ‘trascinati’ da Forza Italia: da parte nostra non c’è stata una sola esitazione sul fatto che il voto avrebbe dovuto essere favorevole. Noi le nostre richieste le abbiamo chiuse in mezz’ora, la maggioranza ha faticato un po’ di più”.
Sulla guerra intestina alla coalizione tra moderati e sovranisti, Bagnai è netto: “Non so chi ha inventato la parola sovranismo. Per la Costituzione il popolo ha la sovranità. E io sto con la Costituzione. Poi è normale che in una coalizione ci sia pure disaccordo. Ma non mi farei affascinare dalla cosiddetta linea moderata. Siamo di fronte a una maggioranza che ha sottovalutato lo stress del Paese. Non dobbiamo soffiare sul fuoco ma nemmeno fare finta che vada tutto bene. Non va tutto bene”. E sul Patto di unità nazionale Bagnai chiude: “Noi le nostre proposte le abbaino sempre fatte, non ci sottraiamo alla collaborazione chiesta dal Capo dello Stato. Ma…”.
Ma? Conclude Bagnai: “Ma Palazzo Chigi deve ascoltarci. E basta che non prenda corpo l’idea di un governissimo. Berlusconi non cederà ai richiami della maggioranza. I sondaggi danno il centrodestra unito in crescita. Un centrodestra a guida Salvini. Già in campagna elettorale si decise che il leader della coalizione sarebbe stato il capo del partito che avesse ottenuto anche un solo voto in più. Noi ne abbiamo molti in più rispetto agli alleati…”. Infine, il Mes: “Il Mes è una pistola alla tempia dei risparmiatori italiani. Si rischia la fine della Grecia”.
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