Ecco un altro capolavoro di Salvini. Dopo la notizia di ieri lanciata da linkiesta, in cui si rende noto che i “Decreti sicurezza” hanno favorito il business dell’accoglienza invece che contrastarlo, ecco un’altra notizia legata alla norma fortemente voluta dal Capitano. Di Bakary Pozzi Dandio, doppio cognome, italiano e senegalese, arrivato minorenne in Italia con un barcone dopo qualche mese nei lager libici, adottato dal signor Paolo Pozzi e dalla moglie Angela Bedori, se ne era parlato un anno fa quando la madre si rivolse all’allora ministro degli Interni Matteo Salvini perché il ragazzo era vittima di insulti razzisti attraverso scritte sulla porta di casa. Oggi, una notizia ancora più dolorosa.
Repubblica racconta che il ragazzo, adottato da maggiorenne, con sentenza del 2018 (“quindi secondo la legge solo tra tre anni potrà fare domanda di cittadinanza italiana”, spiega il padre) ha il permesso di soggiorno per motivi umanitari scaduto, “cancellato dai decreti sicurezza, che sarebbe proprio ora di abolire. Pensavamo di essere a posto, con l’adozione. È nel mio stato di famiglia, ha la residenza, ha il nostro cognome. La carta d’identità, la tessera sanitaria della Regione Lombardia. È nostro figlio. È italiano”. Ma grazie a Salvini pare di no.
Iniziarà quindi una pratica piuttosto complicata, già per ottenere il permesso di soggiorno. Pozzi e il figlio sono andati a Milano, al consolato del Senegal, “c’era una lunga fila di ragazzi, in attesa, fuori…”, senza peraltro riuscire ad essere ricevuti. “Dobbiamo chiedere il passaporto, e un documento che attesti che Bakary Dandio e Bakary Pozzi Dandio sono la stessa persona, e credo che sarà un’avventura”. È la vita normale di chi azzarda e adotta un cittadino extracomunitario, peggio se è maggiorenne.
“Nel frattempo non può godere in maniera piena dei diritti civili. Non può votare, ad esempio. Non può vincere una gara, portare punteggio alla sua società. I decreti sicurezza hanno messo in strada un sacco di persone. Gli Sprar funzionavano, ma sono stati cancellati. Non è questione di regalare la cittadinanza, come dicono alcuni politici di destra. Peraltro, non è affatto regalata. Ma bisogna riconoscerla a chi ha un inserimento sociale effettivo, perché è il riconoscimento della dignità. Sennò, condanni un sacco di persone a vivere in un limbo senza nome. Loro, e anche chi li aiuta”.
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