Vai al contenuto

Bambina di 2 anni ricoverata per Covid, viene violentata in ospedale

Ha solo due anni la bambina che sarebbe stata violentata mentre si trovava in un reparto di isolamento di un ospedale del Sudafrica, a causa dei sintomi del Coronavirus. Negativa al tampone e dimessa dal a Dr. George Mukhari Academic Hospital (a Pretoria), la madre ha notato i segni della violenza. Adesso la polizia in collaborazione con lo stesso ospedale sta cercando di far luce su ciò che è accaduto. Come riportano i media del luogo, la zia della piccolina ha affermato che la madre della piccola era stata contattata dall’ospedale per informarla che la bimba piangeva di continuo. Poi, una volta dimessa (negativa al tampone), la zia afferma che la nipotina faceva difficoltà nel camminare.

“Ho visto che c’era qualcosa che non andava nella bambina – ha raccontato ai media locali la zia della piccola -. Mentre la madre le stava cambiando il pannolino, ha trovato del liquido bianco sulle sue parti intime. Inizialmente pensava si trattasse di un farmaco dato che la bambina era stata in ospedale. Ma il giorno seguente, ha notato di nuovo quel liquido biancastro”. Secondo la donna, la madre a quel punto avrebbe osservato meglio la bambina e ipotizzato una violenza. La piccola è stata quindi riportata in ospedale dove una infermiera avrebbe confermato la presenza di segni che facevano pensare a uno stupro. Le accuse dunque sarebbero pesantissime: per la famiglia infatti, mentre la bimba era isolata in ospedale qualcuno le avrebbe usato violenza sessuale. Come riporta il quotidiano locale News24, i medici e il personale del reparto di isolamento avrebbero saputo del fatto solo dall’inchiesta dei media, dopo la denuncia.Il Dr Richard Lebethe, CEO dell’ospedale, ha parlato di “problemi di comunicazione“, in quanto la famiglia si sarebbe rivolta al pronto soccorso, da dove non avrebbero poi riferito all’amministrazione e avrebbe per questo ritardato di molto le indagini.

Ti potrebbe interessare anche: Omofobia, la storia di Tiziana: “A scuola mi urlavano sei maschio o femmina?”

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure