Le immagini stanno facendo il giro del mondo, e il video di questo “gioco” è già virale sui social. Due professori della California hanno creato una serie di altalene a cavallo al confine tra Stati Uniti e Messico per consentire ai bambini di giocare insieme. Anche se di fatto sono barbaramente divisi da una barriera di separazione, i piccoli possono divertirsi con l’altalena “saliscendi”, segno di protesta pacifica contro ogni divisione.
“Così bambini e adulti sono connessi al di là delle barriere tra i due Stati. Per riconoscere come ciò che avviene da una parte del muro abbia effetto sull’altro lato”, spiegano l’architetto Ronald Rael e l’esperta di design Virginia San Fratello, creatori del progetto.
L’installazione artistica è stata chiamata “Virgole rosa”, le altalene sono state pensate proprio per unire i due Stati, superando con il gioco la divisione del confine. “Ciò che avviene da un lato del muro ha effetti sull’altra parte“, sostengono gli ideatori delle altalene rosa. Il muro che separa il Messico dagli Stati Uniti funge infatti da “baricentro”, permettendo quindi agli abitanti statunitensi e messicani di interagire tra di loro nonostante la barriera.
“È stata una delle esperienze più incredibili della nostra vita”, ha dichiarato su Instagram Ronald Rael, pubblicando alcuni video e fotografie.
“Il muro è diventato letteralmente un fulcro per le relazioni Usa-Messico, e bambini e adulti hanno potuto connettersi in maniera significativa, riconoscendo come ciò che avviene da un lato della barriera possa avere una diretta conseguenza anche dall’altra parte”, conclude.
Intanto, la battaglia di Trump per costruire un muro alla frontiera con il Messico, da sempre contrastata dai democratici, ha trovato una sponda nella Corte Suprema. Con cinque voti a favore e quattro contrari, il più alto tribunale americano ha stabilito che il presidente può dirottare fondi del Pentagono per due miliardi e mezzo di dollari per la costruzione dei 160,9 chilometri di barriera di sicurezza lungo il confine meridionale. Però noi, per quello che può valere, siamo dalla parte dei bimbi e delle “virgole rosa”.
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