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Bambini schiavi dello smartphone, le conseguenze: figli depressi e sempre più stressati

Quante volte vi sarà capitato di assistere (o di farlo in prima persona) ad una scena in cui un bambino piange ed il genitore per tranquillizzarlo gli lascia utilizzare il proprio smartphone? Sono tanti i genitori che al giorno d’oggi usano smartphone e tablet come “pacificatori o intrattenitori” dei propri figli se sono impegnati nelle faccende di casa o nel lavoro, o magari per convincerli ad andare a letto. Sono altrettanto tanti però i genitori che non sono consapevoli dei danni che provoca ai giovani l’attaccamento perenne al cellulare, e di come possano facilmente diventare i bambini schiavi dello smartphone. Il 75% degli under 9 lo usa abitualmente, talvolta con i genitori accanto che ammettono di concederlo come premio se i figli sono agitati o arrabbiati. Dai dieci anni in su lo hanno praticamente tutti (96%). In questa fase mamme e papà raccontano di aver stipulato patti sui tempi, gli orari e i momenti nei quali i bambini possono usarlo con il parental control per limitare app e siti. Un terzo dei ragazzini delle medie, però, naviga già in totale autonomia, lontano dai genitori, ben prima dell’adolescenza. Questi sono solo alcuni dei dati che emergono da una ricerca condotta da Swg per Italian Tech, l’hub del gruppo Gedi, e Telefono Azzurro. Cellulari e smartphone seducono il bambino con le loro luci e i loro suoni, e attirano ogni briciolo della sua attenzione tenendolo impegnato per molto tempo senza che questo dia segni di insofferenza.

Bambini schiavi dello smartphone: le conseguenze
Molti sono i genitori però che non sono consapevoli dei danni che provoca ai giovani l’attaccamento perenne al cellulare. Le conseguenze infatti sono molteplici: si va dall’alienazione alle difficoltà a socializzare, empatizzare ed esprimersi, dalla scarsa autostima all’irascibilità, dalla depressione all’ansia e allo stress. Come ha riportato la ricerca, lo smartphone si usa moltissimo per noia, quando non si sa cosa fare, per imbarazzo, come scudo sociale, per estraniarsi pure quando si è in compagnia. E anche gli adulti non sono immuni: la nomofobia, ovvero il timore di restare sconnessi, spaventa molto o abbastanza tutti gli under 40, anche se i boomer non possono dirsi immuni, soprattutto nelle grandi città e tra i lavoratori.
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Dipendenza da smartphone come quella da droga
Alla domanda se lo smartphone possa considerarsi per i ragazzi “come la cocaina”, paragone contenuto in uno studio del Senato e ripreso dal ministero dell’Istruzione e del Merito, l’85% risponde che è un errore pensare che sia solo un problema dei giovani. Per due terzi andrebbe ridimensionato e i ragazzi trattati con più rispetto. E per la metà, forse, dietro quelle parole c’è la paura di un futuro che gli adulti non capiscono. In base a recenti studi però, quella che si sviluppa con un uso smodato di smartphone, tablet e PC è una forma di dipendenza a tutti gli effetti, non dissimile dalla dipendenza da tabacco, da alcol o da droghe.
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Cosa possono fare i genitori?
Ma come agire sui bambini schiavi dello smartphone? Sia che i nostri bambini siano già avvezzi alla tecnologia, sia che abbiamo cercato di tenerli il più possibile lontani dagli schermi, ci sono molte strategie che possono essere messe in campo per evitare che essi sviluppino una forma di dipendenza più o meno grave da smartphone e tablet. Innanzi tutto bisogna stabilire regole chiare sull’utilizzo dello smartphone. Mi raccomando, non serve diventare dei dittatori. Il segreto è stabilire delle routine e delle regole precise, che faremo rispettare con serenità, senza mostrarci aggressivi né dare punizioni severe se ogni tanto vi è qualche strappo. In secondo luogo, se il nostro bambino piange o fa i capricci, bisogna resistere all’utilizzo dello smartphone o del tablet come premio di consolazione, ma faremmo meglio ad ascoltarlo e a comprendere le sue esigenze e il suo disagio.


Inoltre devono essere i genitori i primi a dare il buon esempio. Non si può infatti pretendere che i figli ci ascoltino quando diciamo di mettere via il cellulare se noi genitori siamo i primi a vivere con lo smartphone sempre in mano. Infine fornite delle valide alternative: sequestrare il cellulare o impostare un limite di utilizzo giornaliero non serve a molto se non forniamo ai bambini alternative su come trascorrere il tempo in modo sano senza di esso.


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