La necessità di un rafforzamento patrimoniale, già caldeggiata dalla Banca Centrale Europa. E una carenza di liquidità che aggrava la crisi di Carige, con il titolo in borsa sospeso e la necessità di trovare, in tempi brevi, circa 400 milioni. Un’urgenza per la quale Bankitalia ha chiamato all’adunata il mondo delle banche, per cercare di salvare l’istituto attraverso lo Schema Volontario, il braccio del Fondo Interbancario partecipato da tutti gli istituti.
Come spiega Il Messaggero, si tratta di una strategia chiara per evitare l’intervento del governo con piani anti-spread non meglio definiti. Il prestito subordinato invocato dalla Bce dovrebbe essere inserito nel “capital plan” entro il 30 novembre, con possibilità di collocare il prestito entro fine dicembre in modo da osservare i requisiti patrimoniali. La situazione resta però non semplicissima. Tra le opzioni oltre al bond, ci sarebbe il lancio di un aumento di capitale.
Lo Schema Volontario, come recita lo statuto, può intervenire, secondo le regole del Testo unico bancario, in caso di dissesto e dopo che sono state esplorate soluzioni come la riduzione/conversione di strumenti di capitale di classe 1. Inoltre le delibere richiedono una maggioranza qualificata del 90% dei depositi protetti dal Fondo e del 50% del numero di banche aderenti. Un vero e proprio percorso a ostacoli.
Di fronte alla freddezza del mondo bancario di queste ore, in campo, per scongiurare il default di Carige è stato il governatore Ignazio Visco assieme alla sua squadra. I vertici di Bankitalia contano di sensibilizzare gli istituti, ma non è facile perché gli eventuali nuovi oneri andrebbero a pesare sui bilanci 2018 che devono già sopportare le conseguenze dello spread.
Banca Carige, la notizia a sorpresa che spiazza tutti dopo il rinnovo dei vertici