Un libro scritto assieme, a quattro mani. Una scelta fatta nel corso delle ultime settimane per dare un segnale preciso, smantellando quel luogo comune che vuole papa Francesco e il suo predecessore Ratzinger in contrasto l’uno con l’altro. Ma di pontificati in corso ce n’è uno solo, quello di Bergoglio, all’interno del quale il pontefice emerito offre un contributo piuttosto che muovere guerre interne.
E così i due hanno deciso di dar vita a un testo unico che va a toccare uno dei temi più delicati, quello degli abusi commessi sui minori da alcuni rappresentanti del clero: “Non fate male a uno solo di questi piccoli. La voce di Pietro contro la pedofilia”, questo è il nome del libro edito da Cantagalli nel quale per la prima volta Bergoglio e Ratzinger, insieme, si rivolgono alle vittime degli abusi e pronunciano una parola: “Perdono”.
All’interno del libro si parla anche del ruolo di Benedetto e delle sue condizioni di salute. Francesco parla del predecessore definendolo “come un nonno”, un persona saggia con cui confidarsi. Nonostante i 92 anni compiuti, Bergoglio parla di Ratzinger come di una persona estremamente lucida. Per entrambi, dietro gli abusi della chiesa c’è una pericolosa deriva amorale della società.
Tra le righe si evince anche che la vita di Benedetto prosegue tranquilla nel monastero in Vaticano dove vive oggi, anche se le gambe faticano a sorreggerlo. Studia, legge, trascorre le giornate ascoltando Mozart. Quando riesce, Francesco passa a trovarlo e si intrattiene con lui. Con questo libro, Ratzinger ha voluto allontanarsi da chi sfrutta il suo nome per dare l’idea di una Chiesa disunita, in lotta.
La sfida di Beppe Sala: “Il Pd non basta, serve un altro partito”