“Mai mi sarei aspettato certi termini e certi toni pubblici dal premier Conte e da alcuni suoi ministri”. Il day after dei Benetton è amaro. Dopo la decisione presa dal governo di estrometterli da Aspi, che cambierà pelle ad Autostrade, agli imprenditori rimarranno solo briciole. Appena l’11% delle azioni. Luciano, uno dei quattro fondatori, e insieme a lui la seconda generazione che siede nella cabina di comando da un anno, esprime tutta la sua amarezza. E c’era molta attesa per le sue parole. Nessun vittimismo, viene sottolineato da alcune fonti vicine alla famiglia riprese da HuffingtonPost, perché si riconosce che sono stati fatti degli errori, che ci sono delle responsabilità morali e anche penali, ma quelle spetta alla magistratura accertarle e eventualmente sanzionarle.
“Non mi sorprendono gli interessati attacchi politici di persone senza qualità. Mi indigna la sistematica opera di demonizzazione del nome della nostra famiglia, promossa dai vertici dello Stato”, dice Luciano Benetton, il quale poi, commentando l’accordo su Autostrade, racconta che è sempre stato visto “come il tentativo di un esproprio fin dal primo istante”. Luciano Benetton si dice anche “prostrato da una gravissima sofferenza personale” per la “demonizzazione” e “l’accanimento personale” con la sua famiglia.
Nell’ultimo anno è cambiato molto in casa Benetton. Della vecchia guardia a quattro, quella dei fondatori, cioè Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo, è rimasto solo il primo. Sono cambiati i manager, è cambiato il controllo delle società riconducibili alla partita Autostrade. Tutto questo, però, non è servito ad ammorbidire il Governo, se non nella soluzione di non procedere alla revoca. La sostanza, però, resta.
E così ora si può solo prendere atto di essere arrivati a una soluzione obbligata perché sotto minaccia di revoca non si poteva fare altro. La revoca ha salvato l’azienda e 7 mila posti di lavoro e questo è un fattore ritenuto positivo però – e il ragionamento si chiude qui – il prezzo pagato per tutto il resto è stato grande.
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