Una gaffe dopo l’altra, quelle che scandiscono il ritmo della campagna elettorale del candidato sindaco di Roma per il centrodestra Enrico Michetti. Nella bufera prima per il sostegno ricevuto da alcuni esponenti dell’estrema destra, e poi per il caso dell’ex grillina Francesca Benevento, candidata nella lista civica dell’aspirante primo cittadino e autrice di una serie di post dal tono complottista contro i vaccini e contro il ministro della Salute Roberto Speranza, definito addirittura “ebreo askenazita formato dalla McKinsey”.
Intervista dall’Adnkronos, che l’ha contattata via Telegram Benevento ha risposto tentando di respingere le accuse, con tono comunque provocatorio: “Non sono antisemita, ma dovete pur scrivere qualcosa, altrimenti come guadagnate lo stipendio?”. Nessuna risposta, invece, a chi come Carlo Calenda ha chiesto di depennare il suo nome dalla lista dei candidati per il Campidoglio.
Stando a quanto raccontato dall’Adnkronos, Benevento si è però anche sfogata per come lo staff di Michetti l’avrebbe scaricata nel momento in cui, invece, si aspettava di essere difesa: “Sono in contatto con la segreteria di Michetti… Attendo che rettifichino, altrimenti li aspetta una figura meschina”. Poi, sulle accusa di antisemitismo: “Appare nella normalità appellare un cattolico appartenente alla chiesa romana con il nome di cattolico, come appare normale appellare un bianco dalla bianca pelle con il nome di bianco e quindi un ebreo che pratichi la stessa religione con il nome di ebreo”.
“Appare – ha spiegato l’ex grillina – normale poter affermare che il petrolio mondiale sia egemonia dei Paesi Arabi e quindi islamici, come appare normale poter affermare che i poteri bancari mondiali siano nelle mani di famiglie ebree e questi sono dati di fatto storico-economici che nulla hanno a vedere con pensieri o epiteti razzisti”.
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