Nuovo anno, nuovi aumenti. Se la seconda metà del 2022 è stata segnata dal caro prezzi di molti beni tra cui quelli di prima necessità, il 2023 sembra già non essere da meno. Questa volta è il costo di benzina e gasolio a far tremare le tasche degli automobilisti italiani, il cui prezzo è salito di circa 20 centesimi al litro rispetto al 30 dicembre. Da nove mesi a questa parte il prezzo dei carburanti godevano della riduzione delle accise decisa prima dal governo Draghi e poi confermata, in parte, anche dall’esecutivo Meloni. Nella Manovra 2023, però, il governo non ha confermato il taglio delle accise sul carburante, che valeva uno scontro di 18 centesimi al litro, portando così i prezzi della benzina a salire esponenzialmente nel nuovo anno.
Secondo quanto ha riportato Staffetta quotidiana, portale che raccoglie notizie e documenti su tutte le fonti di energia, “il 2022 si è chiuso con un rialzo dei listini” e il 2023 si è aperto con “l’aumento delle accise su benzina, gasolio e Gpl, tornate al livello normale del 21 marzo 2022. Anche le quotazioni dei prodotti raffinati hanno chiuso l’anno con un aumento, il terzo consecutivo”.
E così dal 1 gennaio 2023 è arrivato l’aumento delle accise: +15 cent al litro su benzina e gasolio, e +2,8 cent al litro sul Gpl. Un rialzo, ha spiegato ancora Staffetta quotidiana, cui va aggiunta l’Iva e che quindi ha un impatto sui prezzi alla pompa di 18,3 cent al litro su benzina e gasolio e di 4,3 cent al litro sul Gpl. La benzina self service sale in media a 1,732 euro a litro, mentre per il diesel 1,794 euro al litro. Per quanto riguarda il servito, la benzina sale a 1,891 euro al litro, mentre per il diesel a 1,953 euro al litro, e il Gpl servito a 0,780 euro al litro.
Malumori tra le associazioni dei consumatori
La decisione di rimuovere definitivamente il taglio delle accise sui carburanti ha provocato malumori tra le associazioni dei consumatori, anche perché oltre al rincaro diretto per i cittadini si dovrà fare i conti con un probabile aumento del prezzo delle merci, già alle prese con l’inflazione, dal momento che aumenterà in generale il costo del trasporto su gomma. La reintroduzione della tassazione piena sui carburanti permetterà però allo Stato di recuperare ingenti risorse: si calcola infatti che dal 22 marzo al 30 novembre 2022, quando lo sconto era di 30 centesimi al litro, la misura è costata alle casse statali ben 7,3 miliardi di euro.
Autostrade, i rincari del 2023
Non c’è solo il costo della benzina a preoccupare gli automobilisti italiani, ma a rischio rincari ci sono anche i pedaggi autostradali. All’inizio di ogni anno le tariffe vengono tradizionalmente aggiornate, ma da quattro anni a questa parte, dopo il crollo del Ponte Morandi, sono rimaste congelate. Il 2023 potrebbe registrare il ritorno agli aumenti, per la prima volta dal 2018.
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