Beppe Grillo andrà a processo. Gli inquirenti hanno concluso le indagini e deciso per il rinvio a giudizio per il fondatore del Movimento 5 stelle. L’ex procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e la pm Cristiana Roveda hanno notificato la chiusura indagine per traffico d’influenze, sulla base delle indagini della Finanza. Dal 2018 al 2019, Grillo avrebbe ottenuto il parziale versamento di 240 mila euro “apparentemente corrispettivo di una partnership tra Moby e la Beppe Grillo srl, avente a oggetto la diffusione di contenuti su canali come il blog beppegrillo.it”.
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Caso Moby, Beppe Grillo andrà a processo
La somma che la Moby avrebbe versato alla Beppe Grillo srl, sui 240 mila euro, sarebbe finalizzata alla diffusione di contenuti dell’azienda di trasporti navali su alcuni siti, tra cui il noto blog del comico. Ma anche per l’organizzazione di un comizio pentastellato a Torre del Greco, il 12 febbraio 2018, cui hanno partecipato Grillo e Di Maio. Nelle intercettazioni, il co-fondatore del movimento dice: “Organizza a Castellammare, veniamo io e Di Maio. Senza dire che ci sentiamo ok?“. Qui Grillo parla con Vincenzo Onorato, ceo di Moby e destinatario della misura insieme al comico. Ancora, il 20 dicembre 2017, è Onorato a parlare con Grillo: “Comandante, ti porto la città in piazza“.
Un mese dopo: “A Torre tutto è pronto. È la capitale del regno dei marittimi disoccupati. Sessantamila persone, ti riempio la piazza principale”. “Com’è andata?” chiede Onorato dopo il comizio. “Bene, piazza pienissima. Ora sarà battaglia per i voti del Sud. Ti porto in piazza Torre del Greco, Portici, Ercolano, la Calabria, tutti i marittimi quando vuoi tu”, promette ancora il patron di Moby.
Caso Moby, a processo Grillo e Onorato
La compagnia di Onorato era in grave dissesto economico e il proprietario si era impegnato con i Cinquestelle per ottenere sgravi fiscali per le imbarcazioni. “Ho convinto Toninelli a occuparsi della questione a Bruxelles”, annuncia Grillo nel giugno 2019. Poi inoltra a Onorato la risposta del ministro: “Eccoci Beppe… ciò che mi chiedi è avviato e fermo in Ue”. Ma Toninelli è dubbioso: “Onorato è amico e finanziatore di Renzi e gestisce Tirrenia che sappiamo come abbia mal operato. Siamo sicuri di volerci muovere per lui per tirarci addosso Msc e Grimaldi?”. Grillo comunque rassicura Onorato: “Ho risposto di andare avanti”.
Vincenzo Onorato chiede anche che lo Stato gli versi i 62 milioni che deve alla sua compagnia. “Il ministero da gennaio non ci paga più la sovvenzione perché la struttura è di Grimaldi. Io sono senza soldi. Toninelli non sa niente! Si fermano i collegamenti e la colpa sarà solo sua. È circondato da Giuda”. E Grillo gli risponde: “Vincenzo ho attivato Luigi e Toninelli vediamo cosa dicono”. Il ministero è quello dello Sviluppo economico, retto da Stefano Patuanelli, e Luigi è Di Maio.
Per i pm queste situazioni sono significative “attività di mediazione illecita perché finalizzata a far ottenere a Moby un trattamento di favore”. Toninelli scrive, poi, a Grillo: “Prima di Ferragosto la mia direzione paga”. E Grillo conferma a Onorato: “Comunque paganoooooo “. Pochi giorni dopo, Onorato esulta: “Caro Comandante grazie di cuore senza di te saremmo nella m…”. Agli atti anche la richiesta a Patuanelli per sbloccare la vendita di due navi: “Unicredit mi sta impedendo la vendita, si può fare qualcosa?”, scrive l’imprenditore a Grillo, che risponde: “Contatto Patuanelli”. E inoltra a Onorato un sms del ministro: “Sto approfondendo la questione”. “Mi ha assicurato che sei seguito dal suo ufficio. Un abbraccio fratello”.
La procura ha archiviato la posizione di Davide Casaleggio, mentre sono da chiarire le posizioni di Danilo Toninelli e Stefano Patuanelli.
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