L’ipotesi di una fusione per dare vita a una nuova formazione politica che sia la somma di entrambe le parti, abbastanza sostanziosa dal punto di vista del gradimento degli italiani da far quantomeno paura in vista delle prossime elezioni in quanto potenzialmente determinante per la vittoria di questo o quel blocco. Un sogno che ha un nome e un cognome, quello di Mariastella Gelmini. Che ha sottoposto a Silvio Berlusconi la sua idea: creare Forza Italia-Azione, unendo così il marchio del Cavaliere a quello dell’ex ministro Carlo Calenda.
L’indiscrezione è stata lanciata dal Foglio e sta facendo discutere non poco tra i sostenitori azzurri. Qualcosa di vero, probabilmente, c’è, visto che lo stesso Silvio Berlusconi, per scacciare via ogni ipotesi di possibili accordi, ha preso di mira proprio Calenda, pur senza nominarlo, durante la conferenza coi coordinatori regionali del suo partito: “Nessuno si faccia ingannare da chi dice di rappresentare un futuro diverso e migliore. Tutti i tentativi di questo tipo sono falliti e scivolati nell’irrilevanza. Pensate a Monti, ad Alfano, a Montezemolo, a Passera, a Parisi. Tutti avrebbero dovuto occupare il nostro spazio, invece sono scomparsi o sopravvivono in modo stentato alleandosi con noi”. Della stima della Gelmini per Calenda, d’altronde, si sa da tempo. Come è noto ormai che Azione sia visto dai forzisti come possibile porto d’approdo una volta lasciata la baia azzurra: ultimo in ordine cronologico il deputato Enrico Costa, che ha lasciato Forza Italia proprio per passare alla formazione politica dell’ex ministro. E allora ecco l’idea: evitare che la fuga si faccia ancora più massiccia e ancorare, allo stesso tempo, Calenda al centrodestra. Ipotesi che non dispiacerebbe anche a Mara Carfagna.
Si parla anche di studi già effettuati sugli effetti di un’eventuale fusione negli indici di gradimento degli italiani, quei sondaggi da sempre croce e delizia per gli schieramenti politici. I risultati pare siano incoraggianti: la nuova creatura a due teste farebbe da ago della bilancia in caso di eventuali elezioni, fermo restando la possibilità di una discesa in campo di Giuseppe Conte a rimischiare le carte. E così la follia della Gelmini pian piano è iniziata a sembrare a tutti un po’ meno folle.
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