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Berlusconi-Salvini, la santa alleanza porta a elezioni anticipate: Matteo sempre più leader, il passo indietro di Silvio

Un amore a tempo determinato, come certi contratti che i giovani italiani conoscono loro malgrado molto bene. Quella tra Cinque Stelle e Lega è un’alleanza che pare destinata a finire pochi mesi dopo la sua travagliata genesi. Il conto alla rovescia è partito e non sarà nemmeno così lungo: un mese, questo il termine ultimo sul quale ragiona Matteo Salvini, deciso a staccare la spina al governo e tornare alle elezioni. I sondaggi, d’altronde, sono talmente belli da non sembrare veri agli occhi del numero uno del Carroccio, con la Lega in continua ascesa e ora sopra alla soglia del 30%. Il leader leghista lo sa bene, tanto da essersi lasciato sfuggire una frase emblematica, riportata sulle pagine del Giornale da Minzolini in queste ore: “Io con i Cinque Stelle ci sguazzo”. Consapevole della sua forza, Salvini ha rotto gli indugi e ha scelto di agire. Subito.

Le prove di disgelo con Silvio Berlusconi, non a caso assente all’ultimo vertice di Forza Italia, sono iniziate e hanno trovato pieno coronamento già ad agosto quando è stato il Cavaliere a cambiare, anche in pubblico, l’atteggiamento con l’ex (ma non troppo) alleato. Un’intesa iniziata con il sostegno a Salvini sul caso Diciotti e sul fronte Orban. Berlusconi sa, d’altronde, che in questo momento è il suo partito l’anello debole del centrodestra italiano: una guerra con la Lega avrebbe per lui effetti disastrosi. C’è poi un altro elemento, forse ancora più decisivo: i Cinque Stelle, per bocca del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Vito Crimi, hanno dichiarato guerra all’impero mediatico di Berlusconi. “La pacchia è finita”: parole alle quali dovrebbero seguire una serie di interventi (tetti agli spot in tv, taglio ai fondi per gli organi di informazione) pericolosissimi per le finanze dell’ex presidente del Milan.

Ecco, allora, Berlusconi pronto a tendere la mano alla Lega, per dar vita a un partito unico del centrodestra guidato da Salvini e andare a elezioni anticipate. Presto, prestissimo: l’idea è quella di farle coincidere con le prossime europee fissate per la fine di maggio 2019. Silvio salverebbe così le aziende di famiglia, Matteo vedrebbe riconosciuta la sua leadership a quel punto incontrastata. A rompere le uova nel paniere ai due, più che un Pd ancora alle prese con i suoi demoni interiori, potrebbe essere a questo punto solo un nuovo soggetto di centrodestra, pronto a sfidare il duo Salvini-Berlusconi sullo stesso lato della barricata.

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