Mancano pochi giorni al 24 gennaio, primo giorno di votazioni per eleggere il nuovo capo dello Stato. Le forze politiche sono impegnate pancia a terra in colloqui, riunioni, telefonate, messaggi e ammiccamenti, allo scopo di trovare un accordo su un nome condiviso. Operazione che al momento sembra abbastanza improbabile. Tra i candidati favoriti per il Quirinale, oltre al premier Mario Draghi, che però ultimamente sembra aver perso smalto, c’è sicuramente Silvio Berlusconi. Secondo diversi retroscena, il Cavaliere starebbe tentando di tutto per convincere gli indecisi a scrivere il suo nome sulla scheda. E a dargli una grossa mano ci sta pensando Vittorio Sgarbi.
“Questo è incerto Silvio, chiamiamolo!”. Così, secondo Repubblica, Vittorio Sgarbi si sarebbe rivolto a Berlusconi mentre i due si trovano seduti su un divano della villa di Arcore. Il critico d’arte si riferisce ad uno dei Grandi elettori, probabilmente un parlamentare, che potrebbe convincersi a votare il leader di Forza Italia. Dopo aver composto il numero di telefono del potenziale sostenitore del Cavaliere, Sgarbi lo saluta così: “Caro onorevole, ho qui accanto a me il presidente Berlusconi che vorrebbe salutarla”.
A quel punto, il destinatario della telefonata non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di poter parlare direttamente con Berlusconi e, chissà, assicurarsi anche un futuro politico o da qualche altra parte grazie alla sua gratitudine. “Come sta?”, lo saluta calorosamente il fondatore di orza Italia, consapevole del suo enorme potere contrattuale. In questo modo, il duo formato da Sgarbi e Berlusconi starebbe cercando di convincere quei circa 50 Grandi elettori che, secondo i loro calcoli, mancherebbero a Silvio per farsi eleggere al Quirinale.
Tra i maggiori sospettati di poter diventare una quarta colonna di Berlusconi ci sono gli ex grillini delusi, ma anche alcui parlamentari contrari al green pass come Bianca Laura Granato e il leghista sardo Guido De Martini. Per questo Sgarbi avrebbe detto all’ex premier che “dobbiamo chiamarli ad uno ad uno. Sono mille elettori, è come un piccolo paese. La campagna si fa porta a porta. L’effetto è psicologico, sono tutti lusingati”.
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