Il testamento di Silvio Berlusconi è impugnabile. Questa la posizione che emerge da diverse analisi, pubblicate in particolare su Repubblica e riferite all’AdnKronos dalla notaia Daniela Corsaro. Diversi i nodi da risolvere: le incongruenze che consegnerebbero una cifra doppia al fratello Paolo; l’assenza del figlio Luigi dalla lettera redatta prima di essere ricoverato al San Raffaele; la possibile caducità delle somme destinate a Marta Fascina e Marcello Dell’Utri.
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Le tesi dell’impugnabilità del testamento di Berlusconi
Ecco perché il testamento di Berlusconi è impugnabile. Silvio Berlusconi non ha incluso Luigi tra i destinatari dell’ultimo testamento e ciò ha suscitato comprensibile curiosità. La mancanza del figlio minore è stata una delle poche sorprese delle ultime volontà del Cavaliere. Nelle 15 righe scritte prima del suo ricovero nel gennaio 2022, Berlusconi si rivolge ai suoi figli, chiedendo loro di rinunciare a una parte dell’eredità a favore del fratello Paolo, della compagna Marta Fascina e dell’amico Marcello Dell’Utri: 230 milioni che sarebbero stati sottratti dalla somma totale del patrimonio destinato agli eredi legittimi. Nel documento, i figli di Berlusconi vengono menzionati uno per uno, a partire da Marina. Manca solo Luigi.
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Secondo quanto riportato da Repubblica.it, Luigi Berlusconi spiegherà nei prossimi giorni il motivo per cui il suo nome non compare nel testamento. Si tratta di una grave dimenticanza causata dall’età e dalle condizioni dell’ex presidente del Consiglio? Oppure il Cavaliere ha voluto fare un “favore” al figlio, considerato da molti il suo pupillo, forse esimendolo dal contribuire alle disposizioni testamentarie?
Inoltre, è importante notare che anche Barbara ed Eleonora non sono obbligate a pagare. Secondo una interpretazione condivisa, l’onere di partecipare riguarderebbe solo i figli del primo matrimonio, Marina e Pier Silvio, ai quali l’ex premier ha destinato la quota disponibile della sua eredità.
I tre documenti del testamento di Berlusconi
Il testamento di Berlusconi è composto da tre documenti: uno del 2006, uno del 2020 e uno del 2022. È stato definito “semplice”. Proprio per la sua semplicità, risulta poco rigoroso dal punto di vista legale e aperto a diverse interpretazioni, quindi contestabile. È stato notato che ci sono due disposizioni a favore del fratello Paolo, una nel 2020 e una nel 2022, entrambe per 100 milioni di euro. Non è un caso che Paolo stesso abbia voluto precisare di aver ricevuto solo 100 milioni e non 200.
Un’altra questione riguarda l’espressione utilizzata nell’ultimo testamento: “se non dovessi tornare, vi prego di prendere atto di quanto segue…”. Secondo avvocati e notai esperti in diritto di successione, si tratta di una “condizione sospensiva” che non si è verificata, poiché Berlusconi è tornato a casa dall’ospedale e ha vissuto ancora per un anno e mezzo. Questo fatto potrebbe invalidare le disposizioni a favore del fratello, della compagna e dell’amico menzionate da Berlusconi.
I figli erano al corrente del testamento?
Al momento non si sa se i figli del Cavaliere fossero a conoscenza di quest’ultimo foglio olografo del 2022 consegnato al notaio Arrigo Roveda da Marta Fascina durante l’apertura del testamento. Si chiede in che condizioni Berlusconi lo abbia scritto, considerando che si stava recando in ospedale ed era seriamente preoccupato per la sua salute. Luigi potrebbe essere il primo a fare luce su questi punti oscuri. Al momento, la famiglia mantiene il silenzio.
Un dettaglio minimo, ma significativo della scarsa lucidità dell’ex leader di Forza Italia, è la firma “Silvio” che chiama il figlio “Piersilvio”, anche se il suo nome è Pier Silvio. Un altro dettaglio è che la firma non è scritta per esteso: “S. Berlusconi”. È interessante notare che un padre che scrive ai suoi figli si firma con il nome abbreviato e il cognome. È anche singolare che la cifra della donazione a Fascina sia scritta con una grafia più piccola.
Quando Silvio torna dall’ospedale, nel 2022, quella busta rimane in un cassetto di Villa San Martino. Le altre due lettere erano invece nell’archivio del notaio Roveda, consegnate, come detto, dallo stesso Berlusconi. La scheda testamentaria del 2006 in cui era attribuita a Marina e Pier Silvio la quota disponibile dell’eredità in parti uguali e la scheda del 2020 con i 100 milioni destinati al fratello. Perché l’ultimo atto, quello dei 230 milioni, è rimasto nel cassetto e non ha ricevuto una forma più ufficiale come le altre due? È vero che il pericolo sembrava essere passato, ma poi sono arrivati altri ricoveri e il Cavaliere ha avuto più di un anno per dare un aspetto più solenne a un pezzo di carta del valore di 230 milioni e contenente evidenti errori. Ma non lo ha fatto.
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