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Berlusconi trasloca: addio Palazzo Grazioli, va nella villa che abitò Zeffirelli

Berlusconi trasloca. Addio Palazzo Grazioli, è tempo di cambiare. Il Cavaliere si trasferisce nella villa che fu del regista e amico Franco Zeffirelli sull’Appia Antica, un capolavoro anni ’30, su un unico piano tra immensi saloni e tanto verde. Quando l’allora premier l’ha acquistata – era il 2001 – il regista fiorentino la abitava già da tempo. Tre milioni, 375 mila euro il costo, tutto sommato dati in dono, se si considera che il Cavaliere la acquistò a quell’esorbitante cifra per concederne l’usufrutto vita natural durante al maestro del “Gesù di Nazareth” e di tanti altri capolavori.

Berlusconi, dunque (come anticipato dal Messaggero), ha deciso di trasferire proprio nella zona verde della Capitale la sua residenza per le poche giornate romane che d’ora in avanti intenderà concedersi. Come riporta Repubblica, “trasloco a settembre e addio a Palazzo Grazioli, che ha fatto la storia di questo quarto di secolo della politica italiana. Per ragioni economiche, anche. La residenza su due piani nel cuore di Roma, ormai per lui inutilmente a due passi dal Senato e dalla Camera, era stata affittata nel 1996. Al costo poco ragionevole, persino per la famiglia Berlusconi di questi tempi, di 480 mila euro l’anno”.

Si chiude dunque il “Parlamentino” del piano terra, location di memorabili comizi del leader per i soli parlamentari del partito e di epici confronti interni. Stanze in cui erano di casa Gianni Letta e il compianto Paolo Bonaiuti, sede di lavoro per l’avvocato Niccolò Ghedini e più di recente del braccio destro Licia Ronzulli. Adesso varcavano il portone solo il paio di segretarie rimaste, l’autista, i dirigenti fidati di partito Valentino Valentini e Sestino Giacomoni che avevano lì ancora l’ufficio. E poi giusto Fedele Confalonieri quando di tanto in tanto mette piede a Roma.

Con l’addio a Palazzo Grazioli – osserva Repubblica – si chiude un’altra pagina della politica attiva del Cavaliere. È un ulteriore pezzo della sua vita politica attiva che va in archivio. Indimenticabile, il declino post 2009, quando dalle mura del Palazzo le ragazze che lo frequentavano iniziarono a far filtrare racconti non esattamente politici. Il resto è cronaca di una parabola discendente. Chissà che la villa sulla via Appia, insieme ad Arcore, non testimonino l’inizio della pensione per Berlusconi.

 

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